La non-linearità implica incertezza, con numerose implicazioni, in linea di massima coerenti e congrue con le risultanze scientifiche e filosofiche che derivano dalle dimostrazioni di limitazione della conoscenza, come per esempio i celebri teoremi di Godel e Heisenberg.
Ciò comporta tra le altre cose che le conseguenze, specialmente a lungo termine, di un’azione, non sono prevedibili con certezza (principio a volte chiamato “dell’eterogenesi dei fini”) che è necessario gestire il trade-off tra rischio e precauzione; infine, che bisogna tenere sempre conto di variabili contestuali e più in generale, esteriori al confine del sistema.
Il sistema complesso aperto scambia energia e informazione con l’ambiente e poiché le variazioni introdotte dall’esterno influenzano l’andamento del sistema al suo interno in maniera che può rivelarsi anche molto rilevante, ne consegue che per comprendere e/o determinare il funzionamento del sistema è necessario riflettere o agire anche sugli elementi del suo esterno (ambiente - bioregione).
Ciò è rilevante perché l’imprevedibilità del sistema è per l’appunto determinata e influenzata da questo continuo rapporto con l’ambiente. In sintesi ciò fa sì che il sistema complesso non sia isolabile in modo completo e totale dal proprio ambiente di riferimento. E pertanto, per gestire complessità sistemiche, sarà sempre necessario guardare anche cosa succede “fuori”.
Dal continuo scambio interno/esterno ) consegue che la definizione stessa dei confini del sistema non può essere “chiusa” una volta per tutte.
Dal continuo scambio interno/esterno ) consegue che la definizione stessa dei confini del sistema non può essere “chiusa” una volta per tutte.
Se è vero che i sistemi complessi hanno una propria forma di “chiusura organizzativa” , è anche vero che tali confini identitari sono in continuo movimento e ridefinizione, sia per movimenti di carattere incrementale all’interno di un complesso riconoscibile di vincoli stabili, sia per catastrofi, in cui vengono ridefiniti i vincoli di cui sopra. Nel primo caso abbiamo “evoluzioni”, per esempio di un sistema sociale o di una persona, nel secondo “rivoluzioni” al seguito delle quali il sistema si presenta come fortemente cambiato, e per certi versi, percepito dai suoi osservatori come “un altro” rispetto a com’era in precedenza.
Notiziario A.K. N. 46
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