venerdì 4 agosto 2017

Specie "aliene" colonizzano le nostre spiagge...


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L’attenta osservazione dei campioni prelevati da alcune stazioni di monitoraggio  ha permesso di descrivere una nuova specie di policheteCaulleriella mediterranea Lezzi 2017.
La specie descritta appartiene alla famiglia Cirratulidae, piccoli anellidi comuni nei substrati delle acque marine, caratterizzati da un corpo vermiforme ricoperto da tentacoli e branchie.
Non è un caso aver scoperto e dato un nome ad una specie appartenente a questa famiglia; è infatti risaputo dalla comunità scientifica che tale macrogruppo è largamente sconosciuto e la sua biodiversità sottostimata.
Lo studio descrittivo è stato svolto sugli esemplari di quella che poi sarebbe stata riconosciuta come una nuova specie di polichete, di cui non ne esisteva alcun organismo con caratteristiche simili.
Ovviamente il concetto di “nuova” specie non significa che non esisteva prima del suo ritrovamento ma semplicemente che se ne ignorava l’esistenza e probabilmente si confondeva con specie congeneriche simili.
Caulleriella mediterranea (vedi immagine) è stata individuata in molteplici località Tirreniche su sabbia a circa 10 metri di profondità dove rappresentava fino al 6% della totale abbondanza di organismi.
La nuova specie è di piccole dimensioni (2,5 cm) e si contraddistingue per la particolare forma delle chete (nome delle loro appendici) e da un insieme di caratteri morfologici accuratamente descritti nell’articolo pubblicato sulla rivista internazionale “The European Zoological Journal” [M. Lezzi (2017) Caulleriella mediterranea, a new species of polychaete (Annelida: Cirratulidae) from the central Mediterranean Sea].
Gli organismi descritti sono stati donati al Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa e al Natural History Museum of London dove saranno disponibili all’intera comunità scientifica.
Rimane comunque sorprendente come sia ancora possibile “scoprire” nuove specie in ambienti apparentemente ben conosciuti. Accanto alle azioni che mirano alla tutela della biodiversità, rimane indispensabile la sua conoscenza e il suo valore nella funzione degli ecosistemi.

Testo a cura di Marco Lezzi – U.O. Biologia – Settore Laboratorio – Area Vasta Costa

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