(...) Nel passaggio a un’economia post Covid, dobbiamo tenere conto di tutti i costi ecologici, sociali e politici di ciò che ci viene offerto e delle scelte che facciamo. Rendere invisibili i costi alla terra e alle persone è stato il modo attraverso il quale la ricchezza si è accumulata nelle mani di coloro che sfuggono alla responsabilità sociale ed ecologica, lasciando che questi costi siano sostenuti dalla terra e dalle comunità vulnerabili; ecco perché il degrado ecologico e la disuguaglianza economica stanno aumentando.
Invece di prendersi cura della propria casa e di creare giustizia ecologica, sociale ed economica obbedendo alle leggi ecologiche e rispettando i limiti ecologici e condividendo la ricchezza che la terra e le comunità creano, i colonizzatori scappano costantemente dai luoghi e dagli spazi che hanno distrutto e inquinato, per trovare nuove colonie da occupare ed estrarre, altri luoghi e altre persone da dominare e saccheggiare.
Questo modello di colonizzazione della natura e dell’uomo è ormai al limite ed è necessario considerare altre opzioni.
Invece di fare piani per fuggire dal questo pianeta, la strada che dovremmo seguire è quella di ritornare alla Terra, come un’unica comunità che ha il potenziale di creare e coprodurre con la natura per rigenerarla e provvedere ai bisogni di tutti.
Il ritorno alla Terra inizia nella nostra mente, liberandoci dalle illusioni che ci hanno spinto sull’orlo dell’estinzione, che l’1 per cento ha creato e sta creando.
È ancora possibile recuperare il nostro potenziale creativo per plasmare le nostre economie e democrazie dal basso verso l’alto. È ancora presente nelle nostre menti, nei nostri cuori e nelle nostre mani.
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