Da
due mesi i “distrazionisti” professionali hanno concentrato luci
e attenzioni mediatiche su una presunta e ipotetica invasione russa
dell’Ucraina, sapendo bene che la Russia, non ha nessuna
progettualità di guerra, semplicemente perché non è un suo
interesse strategico, uno scontro militare con USA, NATO e Unione
Europea. Salvo naturalmente qualche inaccettabile provocazione degli
“ucro” neonazisti, pretoriani del governo golpista di Kiev e
della NATO. Mentre la realtà tragica è la guerra che, da otto anni
è in atto contro la popolazione del Donbass, di cui solo pochi
organi informativi e realtà occidentali hanno finora documentato.
Ora che c’è il rischio di un dispiegamento a domino di questo
conflitto…fa notizia.
I
media occidentali sono una forza che può favorire una guerra, sono
un'arma potente, il loro lavoro è un segnale di azione che deve
arrivare, che essi preparano in anticipo.
Gli
ululati di guerra occidentali, da mesi hanno decretato che Putin
intende invadere l'Ucraina. Ma per quale motivo dovrebbe farlo,
nessuno sa dirlo. L'ex ufficiale dell'intelligence statunitense
e membro di un'associazione di ex professionisti dell'intelligence e
dell’utilizzazione dell'intelligence USA (VIP), Raymond
Mcgovern, considera un'invasione russa dell'Ucraina, tanto
probabile quanto l'arrivo tanto annunciato del sinistro "Godot"
nell'opera teatrale di Beckett “Aspettando Godot ”.
In
ogni caso…nella dichiarazione congiunta all'inaugurazione delle
Olimpiadi invernali del 2022, i presidenti Xi Jin-ping e
VladimirPutin hanno sottolineato che "Russia e Cina si
opporranno a qualsiasi tentativo di forze esterne, di minare la
sicurezza e la stabilità in regioni confinanti e "un ulteriore
espansione della NATO “!
Nel
frattempo il conflitto armato nel Donbass continua a mietere vittime:
morti, feriti e centinaia di edifici bombardati e distrutti ogni
anno. Secondo R. Savchenko dell'Ufficio per i diritti umani nella RP
di Donetsk, il numero delle vittime nel 2021è aumentato del 46%
rispetto al precedente anno.
Questa
situazione persiste nonostante il 27 luglio 2020, sia entrato in
vigore un cessate il fuoco globale nell’area del Donbass. Kiev,
Donetsk e Luhansk si erano impegnati a non usare armi e ad astenersi
da qualsiasi provocazione. Ma già dopo
pochi mesi sono ripresi gli attacchi e i bombardamenti degli
insediamenti delle Repubbliche Popolari sulla linea di contatto.
Oggi
la situazione si sta ampliando con bombardamenti quotidiani,
occupazioni di villaggi delle Forze armate di Kiev oltre la linea di
contatto stabilita negli accordi di Minsk, ed è palese che si sta
cercando di provocare un conflitto armato, incolpando la Russia per
questo.
Mai,
dalla firma degli accordi di cessate il fuoco nel luglio 2020, la
situazione in Donbass è stata così esplosiva. La Missione OSCE,
pur in un suo ruolo estremamente “pigro” nel prendere
posizione o denunciare molte situazioni, rileva sempre più
violazioni del cessate il fuoco e nei vertici politici e militari
delle Repubbliche Popolari, c’è sempre più la consapevolezza che
le forze armate ucraine (APU) potrebbero presto attaccare il Donbass,
altro che invasione russa dell’Ucraina.
Attraverso
tutti i contatti quotidiani con i referenti dei nostri Progetti in
loco, dai Veterani, ad analisti militari, deputati, responsabili
scolastici e sanitari, ai miliziani, alle Associazioni delle vedove
di guerra, agli attivisti per la pace, giungono considerazioni e la
coscienza che, se non si attenua la tensione, un conflitto dispiegato
e devastante può succedere in qualsiasi momento e in questo caso la
Russia non potrebbe restare passiva, sia per la difesa della
popolazione russofona (il 90%) del Donbass, che per preservare la sua
sicurezza nazionale. Voglio sottolineare che queste mie righe sono
fondate sulla sintesi e le documentazioni che mi vengono mandate da
quei luoghi, non sono esternazioni personali.
Elena
Shishkina, deputata del Consiglio
popolare della RPD, ha dichiarato che, in ogni caso la Repubblica è
pronta a qualsiasi scenario e ad una escalation conflittuale, e che
le Forze armate e le Milizie sono in piena allerta. “Ci sono
state dichiarazioni su una possibile provocazione con armi chimiche.
Questo, ovviamente, ci allarma e ci preoccupa, ma abbiamo adottato
tutte le misure necessarie per proteggerci in caso di una tale
provocazione. Sulla base delle dichiarazioni dei funzionari ucraini e
dei bombardamenti in corso, temiamo un'escalation del conflitto
armato…Possiamo aspettarci tutto dall'Ucraina, sappiamo che
le RPDL sono uno strumento della lotta dell'Occidente contro
la Russia. Tutto dipende dall'Ucraina. Noi chiediamo solo uno status
speciale al Donbass,il ritiro delle forze e dei mezzi militari dalla
linea di contatto. Su queste basi un accordo pacifico è possibile",
ha detto la Shiskina.
La
situazione nel Donbass si è trasformata in un processo di
provocazioni continue, che hanno l’intento di alzare la posta, come
ha dichiarato il politologo russo G. Pavlovsky. L'Ucraina
golpista sta cercando di aumentare il livello di escalation e di
coinvolgere il maggior numero possibile di paesi nel conflitto,
attraverso la NATO, così quello che sta accadendo nel Donbass è
diventata una questione di politica internazionale.
Analisti
dal lato ucraino così inquadrano la situazione: Il capo del
consiglio del Centro ucraino per la ricerca politica "Penta"
V.
Fesenko ritiene che: “ l'aggravamento della
situazione in Ucraina sia possibile, la situazione è peggiorata, ma
già dal 2014, in Ucraina si sa che qualsiasi tentativo di
risolvere il problema del Donbass con mezzi militari provocherebbe un
intervento militare russo. Nessuno combatterà per l'Ucraina,
ne siamo coscienti, non ci sono illusioni su questo. Ma siamo
fiduciosi che ci sosterranno quei paesi occidentali che già ora
supportano l'Ucraina", ha affermato.
Secondo
M.
Pogrebinsky,
direttore del Centro di studi politici e dei
conflitti di Kiev, un aggravamento del conflitto nel Donbass può
verificarsi se saltano i negoziati tra il Cremlino e la Casa Bianca.
“ La ricerca di un compromesso, è l’interesse sia di
Mosca che di Washington, ed è lo scenario più probabile…”, ha
dichiarato.
Il
giornalista e politologo russo
Mikhail Demurin, ha domandato: “ perché
la Russia
non avrebbe il diritto di agire in Donbass, secondo lo scenario e la
prassi della NATO in Jugoslavia e in Serbia poi?”.
Chi
sta cercando la pace e la negoziazione, e chi cerca la guerra.
QUI,
dati, fatti, documenti inoppugnabili. Non opinioni,
valutazioni, analisi personali di esperti e pensatori vari. Questo lo
scenario della realtà sul campo:
In
questo momento i 3/4
dell'esercito ucraino è concentrato nel Donbass.
Dal
2014 al 2021 i paesi occidentali hanno fornito a Kiev munizioni e
armamenti per un valore di 2,5 miliardi di dollari, comprese
armi letali. Su richiesta del presidente ucraino Zelensky alla NATO,
tonnellate di armamenti continuano ad entrare nel Paese, anche
dagli Stati Uniti. Il tutto in violazione palese degli accordi di
Minsk.
Biden
ha annunciato il trasferimento di altre
forze armate statunitensi
nell'Europa orientale e nei paesi della NATO. Il
Senato statunitense ha presentato un disegno di legge per fornire
all'Ucraina aiuti militari nell'ambito della legge Lend-Lease
(affitti e prestiti), per proteggersi dalla Russia.
Gli
Stati Uniti hanno anche consentito ai paesi
baltici
di fornire assistenza militare all'Ucraina trasferendo armi di
fabbricazione americana.
L'UE
chiede l'introduzione preventiva di sanzioni anti-russe, sulla
base di una invasione che non c’è.
Il
portavoce del presidente della Federazione Russa
Peskov, ha
invitato
tutte le parti a evitare di creare una maggiore tensione attorno alla
situazione nel Donbass: “ nelle
condizioni attuali che si sono sviluppate intorno al Donbass, occorre
evitare provvedimenti che provochino un aumento della tensione nella
regione
, che è altissima in questo momento.
E’
molto importante essere consapevoli della responsabilità di passi
equilibrati che tengano conto dell'attuale situazione di tensione
",
ha
affermato Peskov.
L’ex
deputato ucraino
della Verkhovna Rada, A.
Zhuravko,
ha dichiarato che: “Quando
la Russia conduce esercitazioni sul suo territorio, l'Occidente e gli
Stati Uniti sono isterici. Ma quando l'Ucraina, in prossimità del
confine con la Crimea, spara con i sistemi a lancio multiplo BM-21
Grad, nessuno strilla. Perché gli standard sono doppi. Non ci sono
soldi nel paese, le persone sono per metà affamate e per metà
infreddolite, la disoccupazione dilaga, le infrastrutture stanno
cadendo a pezzi davanti ai nostri occhi, lo stato sta sprofondando
nel baratro e questi idioti continuano a sparare soldi al cielo.
Questa è un’ assurdità pazzesca. Semplicemente non si adatta a
una mente normale. L' Ucraina è povera, impoverita e questo stolto
regime di Kiev chiama la guerra a casa sua",
ha detto
Zhuravko .
Il
1 ottobre 2021, il
comandante in capo delle forze armate ucraine Zaluzhny ha consentito
l'uso
di tutte le armi disponibili
sulla linea di contatto del Donbass. In questo modo i comandanti
delle unità sul fronte non hanno bisogno di coordinarsi con il
comando centrale. Inoltre, i droni d'attacco turchi Bayraktar sono
stati schierati in prima linea.
Il
21
gennaio
il presidente della Bielorussia
Lukashenko
ha dichiarato che la situazione ai confini meridionali è allarmante:
“…l'Ucraina
sta rafforzando pesantemente il suo contingente militare. Con il
dolore nel cuore, stiamo osservando tutto ciò che sta accadendo in
Ucraina. La sua attuale leadership politica, essendo sotto il
controllo straniero, si comporta in modo imprevedibile e inadeguato.
Pertanto, nei casi di imprevedibilità e inadeguatezza, e nel caso,
Dio non voglia, di azioni militari, noi dobbiamo prendere decisioni.
Abbiamo quasi un migliaio e mezzo di chilometri di confine
meridionale tra Bielorussia e Ucraina. Qualunque sia l’onere,
dobbiamo non solo vedere cosa accadrà e sta accadendo su questo
confine, ma dobbiamo essere pronti a proteggerci in modo affidabile.
Sappiamo come rispondere a questo. Oggi, dobbiamo prevedere la
situazione per il futuro: cosa accadrà domani e dopodomani.
Pertanto, la massima "Se
vuoi la pace, preparati alla guerra",
brutale, ma realistico è presente nei nostri pensieri. Dobbiamo fare
di tutto per garantire di non essere colti di sorpresa e che possiamo
rispondere al momento giusto. Sono assolutamente convinto che i
nostri uomini in divisa, sanno cosa bisogna fare per proteggere la
nostra terra",
ha osservato il leader bielorusso.
Il
21
gennaio 2022
un drone
e un aereo da ricognizione strategica statunitense
hanno sorvolato il territorio contiguo all'area del conflitto armato
e pattugliano il cielo nella regione nel Donbass. Questo è stato
documentato dai dati del servizio di tracciamento dei voli
dell'aviazione Flightradar.
Il
24
gennaio
il Dipartimento della Milizia popolare della Repubblica Popolare di
Lugansk ha comunicato che, secondo il loro lavoro di Intelligence, le
forze armate ucraine si stanno preparando per un'offensiva nel
Donbass, per la quale stanno rafforzando i gruppi d'assalto. L'
informazione è stata confermata dal rappresentante ufficiale della
Milizia popolare della RPD, il colonnello
Basurin.
Il
30
gennaio
il primo ministro britannico Johnson
ha ordinato ai militari inglesi di essere pronti a schierarsi sul
fianco orientale della NATO vicino ai confini dell'Ucraina.
Aerei
da trasporto RAF C-17A hanno portato armi
anticarro NLAW,
il cui numero, secondo indiscrezioni, sarebbe di circa 2000
pezzi.
La Gran Bretagna ha anche inviato Rangers della
“Army
Special Operations Brigade”
per addestrare le forze armate ucraine.
Il
4
febbraio,
giorno di apertura delle Olimpiadi invernali in Cina, l'esercito
americano ha trasportato i suoi rinforzi da Ramstein via Görlitz, a
Rzeszow-Jasionka in
Polonia,
vicino al confine ucraino. Pochi giorni prima, gli Stati Uniti
avevano già spostato caccia
F-16
a Łask, in Polonia.
Nello
stesso tempo, si svolgevano nel Mediterraneo le manovre Neptune
Strike 22 della NATO,
che hanno coinvolto più di 140
navi e 10.000 soldati.
Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha poi deciso di
lasciare la portaerei
"USS Harry Truman"
nel Mediterraneo, per "rassicurare" gli europei alla luce
del conflitto con la Russia. La sua funzione è che i droni da
ricognizione, possono monitorare l'area di crisi dalla portaerei.
Inoltre, la nave potrebbe anche spostarsi rapidamente nel Mar
Nero.
Il 9
febbraio,
in una tumultuosa sessione parlamentare, i deputati slovacchi hanno
votato a favore di un accordo
militare con gli Stati Uniti:
nel quale è previsto che la Slovacchia
metterà a disposizione i due aeroporti militari di
Sliac e Kuchyna, sotto
il pieno controllo delle forze statunitensi per i prossimi dieci
anni. Alla
fine, 79 parlamentari su 140 presenti hanno votato a favore di questo
"Accordo
di cooperazione per la difesa" (DCA),
mentre i due terzi della popolazione sono contrari, prevedendo la
perdita di sovranità, lo stazionamento di armi nucleari sul proprio
territorio e il pericolo di essere coinvolti in un possibile
conflitto armato tra la vicina Ucraina e la Russia.
Dal
9
febbraio,
in
Germania
nella regione della Sassonia, la popolazione è stata informata che
convogli militari dell'esercito USA stavano spostando 500
veicoli
militari verso l'Europa orientale principalmente di notte per le
esercitazioni "Saber
Strike 2022".
Il
17 febbraio, le forze armate ucraine per tutta la notte hanno
effettuato pesanti attacchi di artiglieria sul territorio del Donbass
controllato dalle Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk, non solo
con l'uso di mortai, ma anche con pezzi di artiglieria di grosso
calibro e, secondo diverse fonti, con l'uso di 122 mm., con più
sistemi di lancio di razzi. I colpi sono stati sferrati quasi lungo
l'intera linea del fronte, infliggendo danni significativi alla prima
linea di difesa delle milizie. L'intera parte occidentale della RPD e
la parte settentrionale della RPL sono sotto bombardamento.
In
risposta all'attacco di Kiev, le forze militari delle Repubbliche
popolari hanno reagito utilizzando non solo l'artiglieria, ma anche
carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e altre armi per
attacchi di ritorsione, provocando grosse perdite alle forze ucraine.
Negli
ultimi giorni il numero dei bombardamenti e egli attacchi sul
territorio del Donbass è aumentato di 8 volte e, a giudicare
dalla continua intensificazione, la tensione continuerà a crescere.
Per questo le autorità delle RP hanno annunciato una evacuazione
generale dei civili dagli insediamenti situati lungo la linea di
contatto verso la Russia. L'evacuazione è in corso senza esercitare
pressioni sui residenti locali ma come indicazione per la loro
sicurezza.
L’evacuazione
è rivolta a diverse decine di insediamenti. Le milizie locali hanno
riferito che attacchi così su larga scala da parte delle forze
armate ucraine non succedevano dal 2015. Da notare che, gli attacchi
ucraini sono iniziati subito dopo che le truppe russe hanno iniziato
ad allontanarsi dal confine ucraino.
Oggi
un conflitto complesso e destabilizzante per il mondo intero, come
quello del Donbass, potrebbe esplodere in modo incontrollabile, ma
questa guerra non può essere ridotta a un confronto tra l'Ucraina e
le Repubbliche non riconosciute o solo contro la Federazione Russa.
Questo è solo il livello micro, in realtà, la contraddizione è
molto più profonda: può diventare uno scontro di civiltà. Uno
scontro che attraversa l’umanità, come già si è sviscerato nei
teatri conflittuali del pianeta. Da una parte i paesi occidentali,
sottomessi e soggiogati, anche culturalmente ed eticamente al ruolo
imperialista e banditesco degli USA e della NATO, dall’altra parte
paesi e popoli che chiedono solo di restare liberi, indipendenti e
sovrani a casa propria, con differenze e radici storiche anche
completamente diverse, ma uniti dalla scelta che solo in un mondo
Multipolare e di conseguenza, con un processo di resistenza a un
MONDO UNIPOLARE, è possibile sopravvivere liberi, per qualsiasi
paese, popolo e società.
Questa
guerra potrebbe travolgere tutti, compresi noi abitanti di questo
paese, sottomesso a interessi stranieri e contrapposti a chi lavora e
vive onestamente, la guerra è nemica dei lavoratori, tranne che sia
una lotta di liberazione nazionale. La guerra, così come la NATO,
comporta sacrifici, costi e rischi per tutti, ma è sempre interesse
SOLO di una piccola parte di speculatori, approfittatori, difensori
del proprio status sociale ed economico, o seguaci di ideologie
fasciste e scioviniste. Il nostro paese, come nelle aggressioni alla
Jugoslavia, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Siria, alla Libia,
allo Yemen, è sempre stato complice e corresponsabile della
sofferenza, della morte, della devastazione di quei paesi e popoli.
Anche in questa guerra “obliata” del Donbass l’Italia sarà
complice e responsabile di ciò che potrebbe succedere.
Facendomi
portavoce, come da loro richiestomi, di tutte le Associazioni, le
istituzioni, i Veterani antifascisti, volontari per la pace, i padri
ortodossi, i mutilati, le vedove, i nostri bambini orfani, tutte le
vittime che già da otto anni soffrono, e che con le nostre
Associazioni di Solidarietà concreta di SOS Donbass Italia,
da otto anni cerchiamo di supportare e sostenere, trasmetto questo
Appello: MOBILITIAMOCI, INFORMIAMO, sosteniamo PROGETTI di
SOLIDARIETA’ CONCRETA, non lasciamoli soli.
Come
dicevano i nostri vecchi “la solidarietà è un’ arma per i
popoli”, mettiamolo nelle nostre pratiche e
battaglie quotidiane e strategiche.
Mettiamo
in discussione e mobilitiamoci contro alleanze militari aggressive e
oppressive come la NATO, che non hanno alcuna motivazione
legittima di esistere, e sono un fattore di divisione e aggressione
ai popoli e stati indipendenti e sovrani, e sono contro gli interessi
dei lavoratori e della gente onesta. Tutto questo deve essere un
compito e un impegno etico, sociale e politico.
Come
ci hanno scritto i Veterani antifascisti: “NON PASSERANNO!”.
Enrico Vigna - CIVG Italia