domenica 30 giugno 2024

Saggezza dei nativi nordamericani. 21 consigli pratici per vivere felici...

 


La rivista Inter-Tribal Times che tratta di notizie e storie delle popolazioni native di tutto il mondo, in special modo quelle nord-americane ha pubblicato  quello che viene considerato il codice etico dei nativi americani. E’ bellissimo e ci fa capire quanto sia facile vivere in gioia e armonia se solo lo volessimo.

1. Alzati con il sole per meditare. Medita da solo. Meditate spesso. Il Grande Spirito ascolterà, se si prega da soli.

2. Sii tollerante con quelli che si sono persi nel loro percorso. L’ignoranza, la presunzione, la rabbia, la gelosia e l’avidità germogliano da un’anima perduta. Prega affinché trovino una guida.Y

3. Cerca per te stesso, da solo. Non permettere ad altri di fare il tuo percorso per te. E’ la tua strada, e solo tua. Altri possono camminare con te, ma nessuno può camminare per te.

4. Tratta gli ospiti nella tua casa con molta considerazione. Servigli il cibo migliore, dagli il letto migliore e trattali con rispetto e onore.

5. Non prendere ciò che non è tuo anche se è di una persona, di una comunità, della natura o di una cultura. Non è guadagnato né dato. E non è tuo.

6. Rispettare tutte le cose che risiedono su questa terra – che si tratti di persone, animali o vegetali.

7. Onora gli altrui pensieri, desideri e parole. Non interrompere mai un altro e non deriderlo né imitalo. Consenti ad ogni persona il diritto della propria espressione personale.

8. Mai parlare di altri in brutto modo. L’energia negativa che si mette fuori nell’universo
si moltiplicherà quando ritorna a te.

9. Tutte le persone commettono errori. E tutti gli errori possono essere perdonati.

10. I cattivi pensieri causano malattie nella mente, nel corpo e nello spirito. Pratica l’ottimismo.

11. La natura non è per noi, è una parte di noi. Fanno parte della nostra famiglia terrena.

12. I bambini sono i semi del nostro futuro. Pianta amore nei loro cuori e annaffiali con
la saggezza e le lezioni della vita. Quando essi sono cresciuti, dagli spazio per crescere.

13. Evita di danneggiare il cuore degli altri.

14. Il veleno del nostro dolore tornerà a noi.

15. Sii sincero in ogni momento. L’onestà è la prova della propria volontà all’interno di questo universo.

16. Tenetevi equilibrati. Il tuo corpo mentale, spirituale emotivo e fisico – tutti hanno bisogno
di essere forti, puri e sani. Allena il corpo per rafforzare la mente. Cresci abbondantemente nello spirito per curare i disturbi emotivi.

17. Prendi decisioni consapevoli su chi vuoi essere e come vuoi reagire. Sii responsabile delle tue azioni.

18. Rispetta la privacy e lo spazio personale degli altri. Non toccare la proprietà personale degli altri – specialmente gli oggetti sacri e religiosi. Questi sono vietati.

19. Sii fedele a te stesso. Non puoi nutrire e aiutare gli altri se non è possibile nutrire e aiutare te stesso prima.

20. Rispetta le altre credenze religiose. Non forzare la tua fede agli altri.

21. Condividi la tua fortuna con gli altri. Partecipa nella carità.



sabato 29 giugno 2024

Alimentazione vegetale ed il ferro EME

 


Da studi scientifici e statistiche ufficiali risulta che:

1°: l’anemia per carenze di ferro è più frequente negli onnivori che tra i vegani/vegetariani; se l’umanità avesse avuto necessità di sangue eme si sarebbe estinta sul nascere;


2°: se la carne fosse indispensabile per assicurare il ferro all’organismo umano tutte le persone e le popolazioni che per vari motivi non consumano carne dovrebbero accusare carenze di questo minerale, invece succede che la carenza di ferro è presente in percentuale maggiore in chi segue una dieta onnivora rispetto a chi adotta un’alimentazione vegetale;


3°: la causa delle deficienze di ferro sta nella disfunzione del metabolismo, nella cattiva digestione, negli alimenti che impediscono l’assimilazione di questo minerale, nella carenza di vit. C, nel poco esercizio fisico: sale, caffè, tè, vino rosso, cioccolato, latticini, cibi raffinati, antiacidi, medicinali, integratori, il troppo calcio dei latticini. Puoi mangiare tonnellate di ferro ma se il tuo organismo non è in grado di assimilarlo è tempo sprecato.


4°: gli animali erbivori, come il cavallo, la mucca, il bisonte traggono il ferro dai vegetali. Perché l’uomo dovrebbe essere il solo animale non carnivoro ad aver bisogno del ferro contenuto nella carne degli erbivori?


5°: i vegetali sono molto più ricchi di ferro: il ferro nella crusca di frumento è tre volte maggiore del ferro contenuto nella carne di cavallo;


6°: la più lenta assimilazione del ferro vegetale non è un difetto ma una caratteristica di eccellenza perché viene assorbito dall’organismo nelle modalità e nei tempi ottimali.


8°: Secondo una nuova meta-analisi il ferro-eme aumenta del 57% il rischio di malattie cardiache e del 27% la possibilità di morte prematura.


9°: Con il ferro eme della carne si assumono anche tutti i veleni della carne;


10°: Per l’assimilazione del ferro serve la vitamina C di cui sono ricchi i vegetali.


Franco Libero Manco




venerdì 28 giugno 2024

Emancipazione e liberazione e la favola del mondo...



C’è un traguardo che attraversa indenne le forme vischiose della storia. A mezzo di esso si può riconoscere a quanti ami continuiamo ad abboccare, si può prendere coscienza della favola del mondo.

Quando schiudevano gli occhi i pulcini d’oca vedevano Konrad. L’etologo austriaco se ne prendeva cura, li allevava fornendo loro il necessario alla crescita. L’esperienza vissuta dagli animaletti, comportava che questi considerassero lo scienziato come la propria madre. Lo seguivano, e se si fermava anche il plotoncino starnazzante cessava di vagare. Tralasciando la grande differenza che qualcuno vorrebbe sostenere tra sé e un’oca, il comportamento dei paperini lo possiamo ritrovare in noi.

L’ambiente in cui nasciamo, con il carico di valori, consuetudini, eccetera ci fa da madre. Vitanaturaldurante, ad essa ci riferiamo per avere risposte, per distinguere bene e male, per ottenere il conforto, per seguitare ad avere un’identità e quindi una stabilità, per non sentirci spaesati, sperduti o perduti. Nonostante questo procedere sia sotto gli occhi di tutti, invece di riconoscere la parità delle parti, la reciprocità delle posizioni, l’identicità della modalità e i conflitti che ciò comporta, seguitiamo a identificarci con gli ambiti in cui siamo nati e che ci contengono. In altre parole, fondiamo la concezione del mondo, del prossimo, di noi e della vita solo ed esclusivamente sull’aspetto formale della realtà.

Una sorta di miopia affligge, apparentemente asintomaticamente, buona parte del genere umano. Il risultato è, nuovamente, disponibile a chiunque. Alla faccia del moralistico intento di benessere, il rischio di consumare momenti di pena, dolore e malattia è sempre elevato. L’incantesimo emozionale in cui nuotiamo è potente. Impedisce l’evidenza che non c’è un mondo fuori da noi se non quello in cui crediamo. Impedisce di sbugiardare la fandonia della realtà oggettiva, quella dell’osservatore neutro, della separazione tra noi, il nostro pensiero e sentimento e il cosmo. Elegge a dogma la supremazia della logica e quindi del mondo appiattito su essa, nonché della scienza, quale sua perla filogenetica. In sostanza ci obnubila l’infinito che siamo. Una consapevolezza che necessariamente comporterebbe altre politiche, educazioni, vite. Che ci impedirebbe di citare la sfortuna in merito a quanto ci capita ovvero, ci permetterebbe di riconoscere in noi stessi la realtà che ci sta accadendo. Lo facciamo nel bene, accreditandoci tutti i meriti ma, asimmetricamente, evitiamo la medesima conclusione nel male.

C’è una figura dinamica che raccoglie in un solo colpo il concetto che ho provato a esporre, entro il quale brucano sempre dal medesimo pascolo le nostre idee ripetitive, mai evolutive. È il frattale. Strumento simbolico funzionale per riconoscere tanto la natura dell’incantesimo, quanto quella sua potenza. Per avvedersi di cosa significhi la formula alchemica così in basso come in alto, quella taoistica dell’Yin e Yang, quella esoterica che nella parte c’è il tutto, quella vedica che il pensiero genera il mondo, quella tolteca del punto di attenzione, quantica che l’osservatore genera la realtà, sciamanica oracolare, cristica miracolare, quella naturale dei vuoti e dei pieni, della musica di pause e suoni.

Se emanciparsi dai genitori è necessario per riconoscere il proprio sé e avviarsi a scoprire la via della realizzazione, così la scoperta della vita, il mistero della beatitudine, la bellezza dell’esistenza e la liberazione dall’incantesimo dei perché, sono a disposizione di chiunque cessi di identificarsi con una qualunque delle forme della storia.

Lorenzo Merlo



“Se noi ci apriamo, si apre il mondo”. Ernst Junger, Terra sarda, Il Maestrale, Nuoro, 1999, p. 82.

giovedì 27 giugno 2024

La donna che si è fermata a Eboli... - Una storia ri-raccontata da Ferdinando Renzetti



Una donna lappone che non parlava e non capiva una parola d’italiano decise di fare un viaggio in Italia e partì con una piccola somma di denaro. Al suo arrivo si guardò attorno e non sapendo dove andare si mise in fila allo sportello della biglietteria della stazione ferroviaria.  Ascoltò accuratamente quello che diceva al bigliettaio la persona che la precedeva, lo ripetè e si recò dove quella persona si recava. 

In questo modo viaggiò da una città all’altra per tutto il Paese. Dopo un po di tempo il denaro era agli sgoccioli e lei decise di stabilirsi nella prossima città, trovando lavoro e di camparci per un periodo della sua vita. Quando pervenne a questa decisione si trovava in una cittadina della Campania dalle parti di Battipaglia vicino Salerno, da cui quel giorno non partiva proprio nessuno. 

A furia di viaggiare aveva imparato un po' d’italiano così andò alla biglietteria e chiese all’impiegato: dove  sarebbe potuta andare con quanto le restava?  Il bigliettaio la guardò e rispose: con il poco denaro che ha a disposizione può andare solo a Eboli! Dove appunto fino a oggi ha vissuto e ancora vive…



(Ferdinando Renzetti)



mercoledì 26 giugno 2024

Nature Restoration Law (Legge sul ripristino della natura)



L’adozione definitiva della Nature Restoration Law è un passo fondamentale per il futuro del Green deal europeo, frutto anche di una mobilitazione italiana ed europea di associazioni, ricercatori, società civile per una grande campagna per la tutela della natura”.

Lo affermano le 32 associazioni italiane che hanno aderito alla campagna promossa da oltre 300 associazioni per l’approvazione della legge europea (o regolamento) per il ripristino della natura. Un’azione che si colloca nella più generale mobilitazione europea a sostegno della legge.

7 milioni di cittadini raggiunti in Italia, 1 milione di cittadini firmatari della petizione europea, 6mila scienziati, oltre 100 grandi imprese europee e centinaia di Ong sono alcuni dei numeri della mobilitazione, che ha contribuito all’approvazione della legge, evento paragonabile per importanza a quella delle direttive Habitat e Uccelli.

“Ci sono almeno due aspetti di questa vicenda – dichiarano le associazioni – che vanno evidenziati. Il primo è il segnale dato dalla società civile, che ha espresso fortemente il bisogno di centralità della natura e dell’ambiente in genere rispetto alle politiche europee come dimostrano le percentuali schiaccianti di cittadini dichiaratisi a favore della legge (con il 75% in Europa e ben l’85% in Italia, Sondaggio Savanta, 1-19 maggio 2024).

“Il secondo aspetto è il valore del provvedimento approvato, che nonostante sia stato indebolito nel corso della sua approvazione, ci permette di aggiungere agli strumenti protettivi rappresentati dalle direttive Uccelli e Habitat uno strumento proattivo, con cui poter intervenire positivamente sulla natura laddove, a causa degli impatti antropici eccessivi, si è ammalata. L’opera di ripristino prevista dalla nuova legge è vastissima, interessando almeno il 20% del territorio europeo terrestre e marino e, in ultima analisi, il 90% degli habitat minacciati, dalle zone umide al mare agli ambienti agricoli, alle città, oltre che agli insetti impollinatori, agli uccelli, alla biodiversità in genere, in un arco di tempo che va da qui al 2050.

“Ai grandi benefici che deriveranno per la natura si aggiungono quelli per la lotta ai cambiamenti climatici – continuano le associazioni –. Rilevanti dovranno essere, infatti, gli interventi di ripristino della connettività dei fiumi e delle funzioni naturali delle pianure alluvionali, con importanti ricadute positive sulla prevenzione del rischio geo-idrologico”.

Il regolamento prevede, inoltre, azioni a favore degli impollinatori e per ristabilire gli equilibri ecologici nelle campagne in accordo con i principi dell’agroecologia, di cui sempre più numerosi studi scientifici dimostrano il valore sia per la sostenibilità ambientale che economica per le aziende.

“Il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata della Terra – aggiungono le associazioni – avevamo inviato un appello al Governo italiano invitandolo al sostegno della Nature Restoration Law. Nessuna risposta è giunta, salvo la conferma della sua opposizione alla legge. Ora l’Italia, dopo il voto contrario alla legge nelle sedute del Consiglio dei ministri europei dell’Ambiente, deve voltare pagina, anche considerando il carattere vincolante del regolamento approvato, e avviare la predisposizione dei piani attuativi della legge per la sua applicazione, prestando ascolto alla società civile in modo più serio ed ampio di come sia avvenuto finora.

“Le nostre associazioni – concludono – continueranno nel loro impegno perché questo accada”.



Elenco delle associazioni aderenti

Actionaid

AIDA – Associazione Italiana di Agroecologia

AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile

Altura

Apinicittà aps

CIPRA

CIRF – Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale

Cittadini per l’Aria

CIWF Italia

ENPA

Federbio

Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori

Free Rivers

Greenpeace Italia

ISDE- Medici per l’Ambiente Italia

Italia Nostra

LAV

Lega abolizione caccia – LAC

Legambiente

Leidaa

Lipu – BirdLife Italia

MareVivo

Mountain Wilderness

OIPA

Pro Natura

Rete Semi Rurali

Slow food Italia

Terra!

The good lobby

Touring Club Italiano

VAS – Verdi Ambiente e Società

WWF Italia

martedì 25 giugno 2024

Benvenuti nella sopravvivenza quotidiana...



L’esistenza è fatta di cose semplici e tutto sommato accessibili a tutti i viventi: cibo, aria, acqua, soddisfazione dei bisogni fisiologici, riparo, socializzazione, procreazione…  Ma in questo momento storico la virtualizzazione ha raggiunto livelli altissimi di astrazione dal vissuto quotidiano e dalle reali necessità. La vita è diventata quasi un grande ”game” alla Nirvana. Quando arriverà la Grande Crisi? Quella finale?

La dura realtà fatta di cose concrete spazzerà le nebbie dell’immaginario e del sogno ad occhi aperti.

Politica, finanza, potere, ricchezza… tutta immondizia più sporca di quella che si accumula nelle strade di Napoli, di Calcutta, del Cairo, di Buenos Aires,  di New York…. e persino del paesello sui monti, Treia compresa…

Vengo al dunque, in questo momento si parla molto dell’imminente crollo  economico mondiale e di come poter risolvere i problemi della produzione energetica, funzionale al mantenimento della struttura tecnologica in cui la nostra civiltà sguazza e sprofonda. 

Si continua a spingere il dibattito verso la crisi energetica mentre il vero problema è la crisi del petrolio visto non solo come carburante ma soprattutto come materia prima per la produzione di presidi chimici e beni di consumo. Diceva l’amico Benito Castorina:  “Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la realizzazione di tutti i composti e i derivati del petrolio con le materie prime vegetali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti…”

Sabbie mobili. Viviamo con la paura di sprofondare e siamo già con l’acqua alla gola, quindi tutto ciò che facciamo peggiora soltanto la situazione. Ed allora lasciamo che le cose vadano come debbono andare… proviamo a “galleggiare nella mota” se ci riesce…

Insomma... La nostra civiltà è agli sgoccioli e possiamo aspettarci solo il crollo ignominioso e generale. Un tracollo annunciato e temuto e auspicato…  ed infatti da più parti si preconizza la fine del sistema come evento liberatorio.

Non voglio far la parte del catastrofista ma vi consiglio di cominciare attivamente a trovare soluzioni alternative, basate sulla  personale conoscenza ed esperienza “pratica” di ognuno  per affrontare i rischi a venire. E buon divertimento nella “sopravvivenza quotidiana”.

Paolo D’Arpini - bioregionalismo.treia@gmail.com



lunedì 24 giugno 2024

ABC. Ambiente Bene Comune... ad esempio a Venezia



VOGLIAMO una CITTÀ... PIÙ VERDE, più silenziosa, con più alberi, prati, vegetazione, barene

- l’Oasi degli Alberoni va rispettata, senza inutili nuove costruzioni...

- l’Oasi naturale di Ca’ Roman va mantenuta nello stupendo stato attuale

-l’isola di Sant’Erasmo deve restare l’orto di Venezia e non diventare una centrale fotovoltaica

- la foce del Dese-Zero e il Montiron, cuore della Laguna sud, non vanno trasformati negli ennesimi parcheggi per bus e auto diretti a Venezia

- va aumentato e curato il verde urbano, anche lungo le strade, anche con un sempre maggior coinvolgimento della popolazione.

- il Parco di San Giuliano si deve allargare, come prevede il suo progetto, e non essere ridotto con altri parcheggi, insediamenti aziendali lungo il Canale già dichiarati abusivi e per attività private lungo la laguna;

- il Bosco di Mestre va ampliato, come previsto dal PAT, e non essere assediato da nuove costruzioni, abusivamente autorizzate come sta succedendo al Bosco di Carpenedo, in via del Tinto;

- il Parco del Marzenego va finalmente attuato, senza danneggiare gli stupendi meandri del Rio Cimetto e valorizzando l’area verde lungo il fiume nell’attuale “buco” dell’ex Umberto I°;

PIÙ SICURA, prevenendo incidenti e brutti incontri

- pedoni, mamme e bambini, anziani, portatori di handicap devono poter camminare per le strade principali e secondarie, senza rischiare di essere investiti da auto, furgoni o moto che sfrecciano anche nelle vie secondarie, dove non si devono assolutamente superare i 30 km/ora;

- i/le ciclisti, che sono sempre di più, non devono correre sui marciapiedi, ma hanno diritto ad una rete ciclabile completa e ben segnalata, soprattutto negli attraversamenti di vie automobilistiche;

- in ogni quartiere va sostenuta la nascita e crescita di attività comunitarie (cene e feste all’aperto, luoghi di incontro per adulti e bambini, ecc.) per togliere terreno a spacciatori, scippatori e altri/e delinquenti;

CON SERVIZI ACCESSIBILI realmente negozi di vicinato, farmacie, uffici postali, bancomat sono servizi essenziali che vanno distribuiti in modo da essere raggiungibili da ogni abitante in 15 minuti a piedi, al massimo;

PIÙ SANA, molto meno inquinata

- Il traffico automobilistico va ridotto con l’aumento e il miglioramento dei servizi di trasporto

pubblici (bus, tram, treni locali);

- va ridotto anche il traffico aereo (che inquina un’ampia area, tra Mestre est, Campalto, Favaro, Tessera e Quarto d’Altino). Invece la società dell’aeroporto, Save, prevede addirittura di raddoppiarlo nel prossimo decennio.

- Il Canal Grande va riservato ai mezzi pubblici e alle barche a remi, con l’eccezione del trasporto merci solo dalle 5 alle 8 di mattina.

- le navi croceristiche di grande stazza vanno fatte approdare fuori laguna, come

espressamente previsto dalla legge, senza alcuna nuova banchina “provvisoria” a Marghera o nuovi scavi di canali in laguna;

PIÙ DEMOCRATICA e partecipata

- Vanno previste periodiche assemblee di quartiere/sestiere in cui tutta la popolazione possa esprimere idee, proposte e critiche relative ai principali problemi comuni della zona.

- Le Municipalità e il Comune devono essere presenti nelle assemblee, con i loro amministratori e tecnici, per rispondere ai partecipanti e prendere nota delle proposte o critiche, per discuterle nelle sedi istituzionali ed attuarle oppure motivare scelte diverse.

- In ogni quartiere/sestiere devono esserci sufficienti luoghi pubblici per le attività delle associazioni locali e le assemblee popolari.

PIÙ ACCOGLIENTE, specie per i giovani

- Le giovani coppie, e non solo loro, devono poter trovare delle case in affitto in cui vivere, cosa ora quasi impossibile a causa della monocultura turistica che espelle i/le residenti per aumentare gli affitti a prezzi impossibili per gli abitanti

- vanno studiate e sostenute nuove proposte di lavoro, indipendenti dal mercato turistico, sia legate ad antiche arti e scuole artigianali, sia a moderne tecnologie nel campo informatico ecc.

PIÙ BELLA e decorosa

- Vanno tutelati e valorizzati i tre padiglioni storici dell’ex Ospedale Umberto I° di Mestre, che il Comune non ha ancora finito di acquisire nel suo Demanio;

- In via Pio X di Mestre, la ditta Marinese deve attuare il “Giardino delle mura” (a fianco dell’ex scuola De Amicis), previsto dal scellerato Piano comunale che le ha cancellato il Parco di via Pio X (ultimo lembo dello storico Parco Ponci).

- Vanno sostenuti e premiati i balconi fioriti, i restauri degli intonaci, i murales di qualità e ogni altro elemento di cura della bellezza delle nostre città.

Michele Boato - Venezia



venerdì 21 giugno 2024

Gli antibiotici ed i veleni contenuti nella carne degli animali passano agli umani...



“..il 70% della produzione mondiale di antibiotici è usato nell’industria degli allevamenti, quindi poi sono assunti dai carnivori umani.
La OMS dice: “ gli antibiotici sono un grave pericolo per tutti e, se non si fa nulla, il mondo si avvierà verso un’era post-antibiotici, in cui le infezioni comuni cominceranno ad uccidere più del cancro.
Già oggi 1 milione di persone muore ogni anno a causa degli antibiotici che non fanno più effetto su di loro. Entro il 2050 (ma sarà molto prima-ndr) si passerà a 10 milioni l’anno."

Ricordo, da due rivelazioni, quanto segue:
–  “Chi è carnivoro, sedendosi davanti al suo piatto di carne, dovrà scegliere fra mangiarla e morire avvelenato o non mangiarla e morire di fame”.
–  Dio Padre-Madre disse: “… si susseguiranno a intervalli sempre più brevi le catastrofi e le epidemie scatenate dall’umanità col suo comportamento senza etica e senza morale…”
Quanto sopra vale anche in generale per tutti i prodotti di origine animale, che comunque contengono quantità elevate di antibiotici.” (M.B.)



Integrazione di F.L.M.:

“In ogni corrente di pensiero (religioso, politico, filosofico ecc.) si manifestano tre principali posizioni ideologiche: i moderati, gli eccessivamente moderati e gli intransigenti. E in questo c’è chi considera estremista chiunque cerca di essere coerente con le cose in cui crede. Anche essere troppo onesti, chiedere giustizia per tutti, preoccuparsi troppo del bene del prossimo è per alcuni estremismo. Ma se estremismo è chiedere amore per tutti gli esseri viventi i primi estremisti sono stati, e sono, gli uomini più illuminati della terra che hanno superato la visione soggettiva nell’ottica dell’Uno: Non si può cogliere un fiore senza turbare le stelle”



giovedì 20 giugno 2024

Viaggio a San Vito Chietino (tutto d'un fiato)




..il tredici e il quattordici giugno 2024 sono stato a san vito chietino in occasione della festa del santo patrono. venerdì mattina accompagnato da nicoletta biraghi che custodisce i valori del mercato coperto neo neurale nel paese ho avuto modo di visitare il mercatino contadino con prodotti vari dalle paste artigianali vini oli miele sottoli erbe officinali libri oggetti d’artigianato frutta verdura e piante tante piante quelle che nicoletta dispensa protegge e diffonde per il centro storico, assieme alla signora sara, diventato ora paese dei fiori che ho avuto modo di visitare e fotografare nei suoi punti salienti compresi il mercato coperto e alcuni laboratori e negozi locali. il giorno dopo processione per le vie con reliquie del santo preghiere e suoni di banda. riporta il cartello all’ingresso del paese: sorto presso un porto di epoca romana il paese fu di dipendenza della vicina abbazia di s. giovanni in venere. distrutto sul finire del XIV secolo passò alla città di lanciano, famosa la contesa tra questa e ortona per il restauro e il possesso del porto. dell’antico assetto medievale si possono riconoscere il tracciato viario e parte del borgo fortificato. nei dintorni i caratteristici trabocchi macchine per la pesca che con il paesaggio evocano suggestioni dannunziane. il sentiero delle fonti incrocia i bisbiglianti rivoli di acqua sorgiva. il sentiero apre scorci panoramici sul mare sulle ripide pareti di arenaria della collina di foreste e propone una grande varietà di piante spontanee: sambuco malva biancospino rosmarino crespino ortica cardo asparago cicorie tarassaco lappola lassana capelvenere nolimetangere mentuccia timo pratolina giunchiglia il rovo con le more e immancabile ciclamino. 

la prima volta che il nome appare nel territorio è nel IX secolo in un documento dell’anno 829 dell’archivio di monte Cassino in cui si legge che s. viti et s. johannis in foce de fluvio sangro divenivano proprietà della famosa abbazia di farfa. si fa riferimento alla chiesa di san vito posta nei pressi del feltrino in località murata alta e la sua posizione nei pressi del mare e del fiume ha fatto che chi eresse una prima e semplice cappella votiva e dopo la chiesetta la dedicasse a san vito. considerando i termini longobardi tuttora presenti nella zona gualdo bufara bardella nonché un altro documento del 942 in cui si parla di una fara longobarda nei pressi del mare non possiamo che attribuire a questo popolo la dedica della chiesa a san vito già conosciuto dai longobardi prima che essi penetrassero in italia nel 566. il santo fa parte dei cosiddetti santi ausiliari, che sono invocati in momenti di necessità. san vito oltre ad essere supplicato per gli stati epilettici, la leggenda vuole che abbia curato dall’epilessia il figlio dell’imperatore diocleziano, è anche chiamato in soccorso contro il pericolo rappresentato dalle acque nel suo significato più ampio anche attraversamento di corsi d’acqua o del mare. 

non a caso le località che venerano san vito sono dislocate nei pressi dei fiumi o sul mare. il giorno di san vito le reliquie vengono portate in processione seguendo un rituale vecchio almeno di duecento anni. anticamente il paese era chiamato castellalto per la sua posizione geografica il nome fu cambiato quando giunsero le reliquie di san vito. si racconta che dei marinai turchi, convertitisi al cristianesimo, trafugarono di  notte in turchia le spoglie del santo. caricarono le reliquie su una grossa barca e navigarono alla volta di ortona dove intendevano depositarle. giunti al largo di castellalto scoppio un tempesta che li costrinse ad approdare sulla spiaggia di questa località. subito dopo il mare tornò calmo come una tavola. il capo della ciurma disse che quella tempesta, giunta all’improvviso, era un segno divino: il santo voleva restare a castellalto. 

cosi sbarcarono con le reliquie e il popolo contribuì alla costruzione di una chiesa dove custodire le reliquie e anche il paese prese il nome del santo: san vito. i turchi fecero una spedizione per riprendersi le spoglie e con una grande galea si fermarono poco lontano dalla costa. un gruppo di uomini armati sbarcò sulla spiaggia. gli abitanti che avevano avvistato la galea, accesero dei falò sul colle per cui tutti i pescatori fecero ritorno riuscendo a mettere in salvo le reliquie. i turchi allora saccheggiarono il paese e rubarono la campana portandola via. appena si allontanarono dalla spiaggia un forte temporale li colpì. la barca si capovolse i marinai perirono e la campana sprofondò. da allora i pescatori il giorno della festa di san vito a mezzogiorno la sentono ancora suonare. 
 
furono i sanniti frentani i primi storicamente parlando ad occupare pianificare il territorio tracciare vie e sentieri costruire paesi e villaggi e coltivare i campi di questa zona dell’abruzzo costiero. 

i sanniti erano terricoli e non marinai e non costruivano porti comunque avevano degli approdi soprattutto per ospitare navi dei popoli mercanti che solcavano l’Adriatico. anche se in origine questi promontori erano sia luoghi o boschi sacri e soprattutto punti di osservazione da dove scrutare il mare per avvistare imbarcazioni micenee fenicie e greche. in genere i marinai mercanti si avvicinavano alla costa sbarcavano sulle spiagge dove accendevano dei fuochi per attirare l’attenzione delle tribù italiche locali che dall’alto osservavano per poi incontrarsi e scambiare merci cibi metalli piante. nella zona di pescara i promontori di silvi montesilvano e san silvestro derivano dal suffisso Silv selva bosco sacro, punto di osservazione degli italici vestini verso l’orizzonte del mare. i sanniti frentani che segnarono il territorio con sentieri e vie erano molti rispettosi e timorosi degli spiriti dei luoghi e costruivano lungo la via piccole are dedicate ad alberi magici e pietre sacre anche per rabbonire i potenti spiriti della natura presenti in questi luoghi paludosi pieni di animali selvatici e ricoperti di boschi impenetrabili. questi luoghi sacri lungo le vie durante il primo cristianesimo furono trasformati dai pellegrini cristiani in cappelle chiesette e luoghi di culto ecco allora le frazioni o contrade o paesi di san tommaso san leonardo san donato san vito sant’apollinare. 

la tavola peutigeriana la prima carta geografica dell’antichità disegnata dai romani ricalca in parte i sentieri e e vie tracciare dalle prime popolazioni italiche, in questo tratto di costa da pescara ostia aterni fino a vasto histonion, antica frentania. i romani oltre che bravi artigiani contadini erano anche validi marinai costruirono porti e pianificarono lo sviluppo della bioregione con nuove citta e centri di diffusione della loro civilta. alla fine dell’impero romano la maggior parte dei luoghi subisce un lento declino e abbandono fino a quando i longobardi rioccupano e danno nuova vitalità a questi luoghi. infatti il porto di san vito era conosciuto nel medioevo col nome di gualdus dal germanico wald appunto bosco. anche frisa ha origine gallo germanica frichia frischia frischium come campagna incolta o località non abitata o anche nome legato alla fauna locale dal momento che frisch e friscinga significano porco selvatico. guastameroli dal germanico guastum e dal latino merula che uniti in un sol nome vogliono indicare una fortificazione distrutta o disabitata.

durante il periodo delle città marinare l’Adriatico diventa un enorme stato liquido della repubblica di venezia, infatti tutto l’Adriatico era denominato golfo di venezia e le coste erano i confini e subivano l’influenza della potente repubblica. molti avventurieri in quel periodo saccheggiavano luoghi sacri e di culto dell’asia minore e del medio oriente impadronendosi di reliquie di santi che poi rivendevano in occidente a piccoli centri e citta che volevano costituire fiere e luoghi di culto. un professore di religione tra il serio e il faceto raccontava di reliquie come la coda dell’asino di san giuseppe, la creta avanzata a dio per fabbricare l’uomo; anche il santo prepuzio del pene di Gesù è conservato in qualche chiesa. tempo fa ho letto che il papa ha regalato al re d’Inghilterra un chiodo della santa croce di Gesù. un gruppo di marinai smontarono e trasportarono dalla palestina fino alle coste delle marche i mattoni di una casupola, la santa casa di loreto. il traffico di reliquie ha segnato per lungo tempo la storia e lo sviluppo di tanti posti dell’occidente. i genovesi sono riusciti a vendere agli inglesi le spoglie di un santo probabilmente mai esistito: san giorgio. tante storie e interessanti leggende che si accavallano si intersecano e si sedimentano con storie vere di santi e personaggi. a volte fare luce tra storia e leggenda è impresa quasi disperata anche se ormai questi racconti hanno il loro fascino fine a se stesso e non è piu importante se siano veri o frutto di fantasia, ormai esistono per quello che sono ed è come se tutto fosse avvenuto realmente, come il vescovo san leucio che catturo il drago che terrorizzava le popolazioni di ate e tixa due villaggi vicini poi riuniti in un unico paese, atessa dove tuttora è conservata nel duomo di san leucio la costola del drago catturato dal santo. 
 
qualcuno doveva pur cominciare non tanto a fare quanto a farsi, a farsi cosa e a farsi in cio che faceva, a farsi che tutte le cose fossero segni d’altro. nel niente niente puo ricordare niente ne essere ricordato da niente, tutti non fanno che osservare e misurare tutto dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. l’uomo è l’occhio attraverso cui l’universo ha imparato a osservare se stesso. come raccontare i pensieri di un mollusco mentre gli cresce la conchiglia. nel racconto ogni secondo ogni frazione di tempo è un universo. vivere il tempo con il tempo affermazione del valore assoluto di un singolo segmento del vissuto staccato da tutto il resto.
 
mi piace scoprire la mia strada mentre la percorro a ogni svolta una sorpresa a ogni curva un paesaggio diverso.
 
lucus a non lucendo che significa letteralmente il bosco privo di luce. la parola bosco deriva da cio che non è illuminato si dice lucus la parola latina per bosco perche non da luce. anticamente in questo periodo si celebravano i giorni più importanti della stagione estiva, durante il solstizio il sole esprime la sua massima potenza per poi iniziare il suo lento declino.

Ferdinando Renzetti