domenica 28 febbraio 2021
Terre bioregionali raccontano
venerdì 26 febbraio 2021
Corrispondenza bioregionale sulla "transurbanza" (transumanza urbana ed extraurbana)
giovedì 25 febbraio 2021
Un lungo viaggio bioregionale - Racconto di Ferdinando Renzetti
...qualche anno fa ho fatto un lungo viaggio bioregionale proprio in questo periodo, sono partito con l'autobus dalla stazione di Pescara direzione Avellino e ho preso un mini bus fino a Montemarano dove sono rimasto alcuni giorni per il carnevale. Ripreso il mini bus per Avellino, con un autobus sgangherato cigolante sono arrivato a Salerno e con un regionale sono fino a Sapri, un altro regionale mi ha portato a Diamante. Alla stazione è venuta a prendermi Luciana con una panda bianca scassata con le spie dell’acqua e dell’olio accese e odore di benzina nell’abitacolo, sul tettuccio un pallet di legno montato come porta bagagli.
Sono rimasto una decina di giorni all'Arcipelago Sagarote a restaurare la casetta di terra cruda fatta qualche anno prima assieme a Joio, tra asini cani gatti galli e galline.
Riaccompagnato alla stazione con la stessa panda, regionale per Paola e intercity fino a Lamezia, qui ho incontrato Aligi e Costanza amici permacultori. Bagno alle terme di Caronte.
Siamo andati sui monti a prender acqua dalla sorgente a Soveria Mannelli e a Decollatura a trovare amici in una vecchia segheria. Il giorno dopo regionale per Catanzaro lido e altro regionale fino a Bovalino alla stazione sono venuti a prendermi con una Uno bicolore arrivati poi a Mater Felicia sui colli del paese, qui sono rimasto una settimana per un corso di autocostruzione. L’ultimo giorno siamo andati sull’Aspromonte a Pietra Cappa vicino Platì e San Luca, luogo mitico una specie di ayer rock.
Partiti in macchina fino a Mammola visita al Musaba luogo d’arte fondato da un artista calabrese poi sui monti a vedere una casa abbandonata e un terreno.
Arrivati sulla costa a Polistena abbiamo pranzato a casa di Sara, ceramista artista. Partiamo io Sara Aligi e Riccardo arriviamo in serata a Lamezia e bagno notturno alle terme.
Il giorno dopo regionale per Catanzaro lido e treno per Taranto, lungo la costa Jonica. A Taranto prendo altro treno delle ferrovie del sud est per Martinafranca anche se alla prima stazione ci fanno scendere dal treno e ci portano alla stazione successiva col pullman come servizio sostituitivo.
Ripreso il treno finalmente arrivo a Martinafranca dove viene a prendermi Francesca col suo gippone e arrivo con lei a Cisternino dove rimango una decina di giorni. seguo per nove giorni, ogni giorno dedicato a una diversa divinità, festeggiamenti di primavera, navaratri, all ashram di Babagi.
Nel frattempo con Donato Gallo abbiamo costruito assieme ad altri ragazzi una rocket stowe in un trullo. Partito con Donato, sulla multipla, assieme alla fidanzata, la mamma della fidanzata e il cane ci siamo fermati a pranzare e a visitare il centro storico di Corato. nel pomeriggio arriviamo al paese di Rocca Monfina nel grande cratere di vulcano spento, dopo aver salutato la famiglia di Donato e una abbondante merenda rurale, ripartiamo per Fondi dove vivono Lagiò e la madre in un casale molto bello pieno di libri. Una scala di legno che porta al secondo e alla mansarda piano, da la sensazione di stare in barca. Durante la cena frugale abbiamo ascoltato un disco dei Doors, penso el ei wuman con un vecchio giradischi. il giorno dopo regionale per Roma fino stazione Termini, autobus per Campo de Fiori, arrivo in via dei Calzolai dove incontro Mario il poeta e assieme a lui ed altri mostra con artisti di walkscapes-stalker alla città della musica. Tre o quattro giorni di transurbanza diurna notturna con una macchinina Iq per le vie di Roma, a San Lorenzo in particolare.
Finalmente treno per Pescara e il mio viaggio giunge al termine.
martedì 23 febbraio 2021
Degrado urbano? La colpa non è solo dei piccioni...
Referente per il rapporto Uomo Animali della Rete Bioregionale Italiana
lunedì 22 febbraio 2021
Se la barbarie paesaggistica si maschera da eolico e fotovoltaico
E’ una inondazione senza precedenti di progetti mostruosi, mastodontici, tra competenze ministeriali e regionali (delegate alle province); il martoriato territorio di Puglia è irresponsabilmente condannato a morte dai suoi stessi amministratori che continuano a non intervenire, umiliando e saturando le aree rurali residue, quindi di grande importanza.
Non bastava la mortificazione accumulata in 20 anni di disinteresse e complicità politica, ancora continuano espropri e vertenze legali. I residui contesti rurali della Puglia subiscono un oltraggio di nuovi progetti che si accumulano uno sull’altro senza lasciare scampo ai territori.
Procedimenti che si incrociano al Ministero e alle Province e ogni Ente fa valutazioni senza tener conto dell’altro, e nemmeno di progetti già autorizzati in passato. E, ancora, la enorme quantità di impianti fino a 1 MW, ancor più deregolamentati con procedure in capo ai comuni.
La Regione, ormai, è in gran parte spogliata di prerogative autorizzative, chiamata ad esprimere pareri di rito ma… in procedimenti gestiti da altri Enti. Siamo all’assurdo !
Il 25 gennaio scorso la Commissione Consiliare Regionale Ambiente ha discusso del fenomeno esprimendo unanime preoccupazione e per “fermare un oltraggio al paesaggio e un grave impatto sul settore agricolo” ipotizzando un aggiornamento del Piano Paesaggistico pugliese.
NO ! Non è questa l’azione più adeguata all’urgenza !
“In una articolata nota – spiega Enzo Cripezzi della LIPU pugliese – abbiamo trasmesso alla Commissione Ambiente, ai Consiglieri regionali e soprattutto alla Giunta, il quadro disastroso e le nostre istanze, evidenziando come l’aggiornamento del PPTR sia doveroso ma prevede un iter troppo lungo e intanto giorno dopo giorno si approvano ipoteche insanabili !“
Nel frattempo, per arginare e scremare immediatamente questa violenta invasione, occorre approvare improrogabilmente misure restrittive di carattere territoriale da integrare nel preposto RR 24/2010 agilmente con una o più Delibere di Giunta.
Non solo. Si deve adottare una politica di ricorsi contro disastrose autorizzazioni rilasciate dal settore VIA del Ministero Ambiente che stanno uccidendo la Puglia. Non basta che la Regione faccia annunci roboanti di pareri negativi nell’ambito di procedimenti VIA ministeriali, salvo fare poi spallucce quando questi stessi pareri siano del tutto ignorati.
Ma ci sono anche da contestare autorizzazioni che alcune Province hanno rilasciato e continuano impunemente a rilasciare. Quella di Foggia su tutte: solo negli ultimi giorni il via libera all’ennesimo, sconcertante progetto eolico. Ma ormai tutte le Province non sanno come arginare la valanga. Intanto le sentenze TAR si sostituiscono gravemente ai ritardi degli Enti.
La decennale mancanza di risposte concrete della Regione è intollerabile – rimarca la LIPU pugliese -, mai come in questo caso la tempestività è anche sostanza nella azione politica. Emanare provvedimenti a tutela di aree dopo che sono state ipotecate dalle autorizzazioni sarebbe ridicolo !
E quindi l’appello della LIPU. L’Assessora Maraschio dia segno di discontinuità e di sensibilità concreta: porti in Giunta con ogni urgenza una serie di misure ad integrazione del Regolamento in materia, protegga le aree scampate iniziando da quelle interessate da procedimenti autorizzativi prossimi a conclusione.
Un esempio sono l’ampliamento della vincolistica su aree sguarnite di tutele che stanno per essere compromesse: es. ampliamento di coni visuali esistenti e definizione di nuovi, identificazione di “aree sature”, identificazione di ulteriori “Aree non idonee” per valori faunistici e identità paesaggistiche, fasce di rispetto specifiche da ogni area protetta o vincolata.
E poi, l’Assessora Maraschio, impegni la Giunta ad adire con urgenza in sede legale contro le autorizzazioni espresse da Ministero e Province.
A cura di LIPU onlus, coordinamento della Puglia.
Uccelli ed animaletti sinantropi e loro riequilibrio
Per fornire una risposta soddisfacente e scientificamente valida ho fatto una ricerca presso alcuni miei colleghi, specialisti in ornitologia ed appassionati di uccelli, i quali mi hanno risposto che i corvidi si sono tanto moltiplicati in quanto hanno trovato condizioni favorevoli e non hanno praticamente nemici naturali, a parte i rapaci, che però, nei centri abitati o nei pressi di questi sono ben rari.
I corvidi comunque non è possibile insediarli ma basta che un comune abbia scritto che le taccole predano le uova dei colombi che qualcuno creda che li abbia anche introdotti. Essi arrivano spontaneamente da aree vicine dove sono già insediati. Non voglio entrare in dettagli locali molto variabili ma un uliveto è come un frutteto o un vigneto e cioè può essere bombardato di pesticidi e pure con elevata frequenza. Se le coltivazioni non sono biologiche purtroppo è un inferno per gli insettivori. Ma se uno ha un giardino od un orto urbano può fare qualcosa per tante specie se ha abbastanza spazio per inserire alberi, arbusti e specie erbacee per il wildlife gardening, o anche solo il Bird gardening. Altrimenti deve accontentarsi dell'abbassamento del livello biodiversità dipendente dall'agricoltura e dai giardini dei vicini...
Molto raramente sono state tentate immissioni di taccole, gazze e cornacchie in città, ed è vero che i corvidi attuano una predazione sulle altre specie dell'avifauna ivi nidificante, sono infatti ghiotti di uova e pulcini di altri uccelli, il che -sommato in maggior parte al grande uso di sostanze chimiche e veleni in agricoltura- hanno di fatto sortito un ridimensionamento piuttosto importante delle piccole specie insettivore.
Attualmente in molte regioni i corvidi sono oggetto di contenimento. Forse anche a Treia sarebbe necessario, ma credo che chi si occupi normalmente dei piani di contenimento degli animali selvatici sia la Provincia. Comunque l'esperienza ci porta a considerare che dove l'uomo interviene in natura, cercando di risolvere problemi di squilibrio ambientale (da egli stesso causati), i risultati sono sempre peggiori rispetto a quelli che la natura riesce a mettere in atto, nel corso del tempo...
Caterina Regazzi, dottore in veterinaria
domenica 21 febbraio 2021
Stop all'aumento di sostanze inquinanti nelle acque sotterranee
Per tutelare la qualità delle acque sotterranee, risulta fondamentale monitorare lo stato chimico ma anche valutare i trend in inversione e in incremento degli inquinanti, così da identificare quegli acquiferi per cui sono maggiormente necessarie misure di protezione.
Dal momento che gli effetti positivi delle azioni di miglioramento possono essere rilevati solo dopo alcuni anni dalla loro attuazione, a causa del naturale ritardo nella formazione e nel ripristino delle acque sotterranee, è necessario identificare preventivamente i trend in incremento degli inquinanti.
Dal canto suo, la Direttiva quadro sulle acque impone agli Stati Membri di identificare e invertire ogni tendenza significativa all'aumento della concentrazione di inquinanti nelle acque, definendo specifiche misure di protezione da includere nei Piani di gestione dei bacini idrografici.
Gli stati membri, che in virtù dell’applicazione della Direttiva hanno promosso con i Piani di gestione interventi per la limitazione delle fonti inquinanti, la depurazione ed il disinquinamento, possono così avere riscontro dell’efficacia degli interventi.
In Italia nel 2017 sono state pubblicate le Linee guida ufficiali per la valutazione dei trend in inversione e in incremento (Manuali e Linee Guida ISPRA-SNPA), come previsto dal DM 6 luglio 2016.
L'applicazione di una versione leggermente modificata di queste Linee guida ad un corpo idrico sotterraneo nel nord Italia caratterizzato da inquinamento da nitrati è stata oggetto di una pubblicazione scientifica con l'obiettivo di discuterne e valutarne vantaggi e limiti.
Lo studio ha così suggerito che la procedura complessiva delle Linee guida italiane può essere facilmente applicata a qualsiasi corpo idrico sotterraneo definito a rischio in tutta Europa, per la valutazione dei trend in incremento degli inquinanti e per l'identificazione dei loro trend in inversione, anche quando sono disponibili pochi dati di monitoraggio chimico.
La procedura, che si applica in ogni caso a non meno di 8 anni di dati, consente cioè di individuare una tendenza all'incremento come preallarme per i processi di contaminazione.
Gli autori dello studio sottolineano come una buona e numerosa informazione prodotta dalle reti ufficiali di monitoraggio sia cruciale dal momento che la mancanza di dati o le scarse tecniche di campionamento non possono poi essere superate con pur sofisticate tecniche di analisi matematica.
Un trend in incremento di un contaminante rappresenta uno stato di evidente disequilibrio tra le fonti di pressione e le capacità di attenuazione dell’ambiente; tale incremento può condurre al progressivo superamento delle soglie di accettabilità per l’ambiente e per il consumo umano compromettendo gravemente le risorsa. In questi casi, quando la tendenza all’aumento è in grado di determinare entro un orizzonte prossimo il superamento delle soglie, si parla di incremento ambientalmente significativo.
L’inversione rappresenta al contrario l’evidenza di un significativo cambiamento di rotta da una tendenza all’aumento come da una stazionarietà delle concentrazioni su valori indesiderati.
sabato 20 febbraio 2021
Società di Mutuo Soccorso Bioregionale, a Capracotta e nei paesi e quartieri del Molise
Buongiorno, vi scrivo per raccontarvi quanto segue e aprire una riflessione condivisa che porti a delle scelte conseguenti.