La rivista il "Salvagente" rivela residui dell'erbicida Glifosate, al centro di un dibattito scientifico sulla sua tossicità, in una cinquantina di alimenti a base di cereali, definiti "fortunatamente" nei limiti di legge. Secondo i produttori non ci sarebbe "nessun rischio neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno"...
In realtà tali affermazioni sono molto pericolose per la salute pubblica e l'ambiente, diritti tutelati dalla Costituzione Italiana e dal Principio di Precauzione Europeo, per cui andrebbero perseguite.
Libertà di parola... ma non di falsificazione.
Grano Manitoba, il cosiddetto grano "di forza" (per la pizza e il pane) come le altre farine di importazione da agricolture che consentono la "pratica incivile e criminale" di disseccare le coltivazioni con agenti chimici che uccidono tutto "prima della raccolta".
Ma non solo grano... cereali, legumi, patate, ecc. tutti sottoposti all'agente arancio "secca-tutto" che in tal modo avvelena la base della dieta umana e crea scorretta concorrenza contro le zone agricole a maggior vocazione per le colture cerealicole e i legumi, ovvero il Mediterraneo laddove le coltivazioni maturano e si asciugano al Sole.
Grano per la pasta e il pane, orzo per la Birra o granella per il bestiame... tutto al glifosate, dannosissimo per la salute e distruttore dell'ambiente e dell'humus dei terreni.
CON RESIDUI IN CONTINUO AUMENTO NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE (DATI ISPRA) e bio-accumulo nelle catene alimentari, carni e latticini, con "l'Uomo al vertice del rischio".
Tutto innaturalmente "avvelenato a norma di legge", visto che tali residui chimici sono consentiti negli alimenti, in quanto i Pesticidi non sono biodegradabili ed una volta usati persistono per lunghissimi periodi.
ASSISTIAMO DA DECENNI al CONTINUO AUMENTO DELL'USO DI PESTICIDI e AL PARALLELO DRAMMATICO AUMENTO DI MALATTIE DEGENERATIVE (CELIACHIE, TUMORI, LINFOMI, STERILITA', SENSIBILITA' CHIMICA MULTIPLA, ECC.).
Come si può tranquillizzare gli Italiani dicendo che i residui di Glifosate trovati negli alimenti sono inferiori ai limiti di legge ?
GLI EFFETTI DI TALI SOSTANZE non dipendono dalla loro quantità bensì dalla diversa sensibilità delle persone, per cui i più deboli risultano le prime vittime, insieme agli agricoltori che ne fanno uso ed abuso.In particolare i bambini rappresentano la categoria a massimo rischio, dal momento che i cosiddetti limiti, che definirei di vera e propria "in-tolleranza", sono stabiliti su un corpo di 60 kg di peso, ovvero un adulto, violando in tal modo sia il principio di precauzione che gli Art. 32 e 3 della Costituzione, sul diritto alla salute e sull'uguaglianza e pari dignità dei cittadini di fronte alla legge.
l glifosate altera l'equilibrio dei microrganismi intestinali, uccidendone diversi, ed è un probabile cancerogeno secondo lo IARC (Ist. di ricerca sul cancro di Lione, dell'OMS).
Tale probabilità non dipende dalla sostanza bensì dalle vittime della contaminazione, più o meno sensibili alla sostanza stessa, cancerogena.
Ricerche svedesi di molti anni fa correlano il Glifosate all'incremento del Linfoma Non Hodgkin e per questo motivo la Svezia ha denunciato la commissione europea per non aver applicato il principio di precauzione, vietando immediatamente tale sostanza da ogni uso.
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE O DI DISTRUZIONE ACCERTATA?
Si rammenta che il principio di Precauzione, base del diritto europeo e nazionale, prevede l'inversione dell'onere della prova, ovvero che prima di immettere sostanze nell'ambiente e in particolare nell'agricoltura, dev'essere dimostrata la loro innocuità.
Mentre invece, per il Glifosate come per tutti i Pesticidi chimici si continua a violare il diritto alla salute consentendo 50 anni di impieghi agroalimentari, per poi scoprire la tossicità e imporre i divieti... quando i danni sono accertati e ormai irreversibili.
Chi paga questi danni?
In una situazione di Stato di Diritto, come quella europea, le ditte produttrici di pesticidi chimici che forniscono i dossier sulla "sicurezza" delle sostanze e le commissioni che li approvano... ovviamente.
L’attuale normativa inoltre, non tiene conto della “sinergia negativa” tra le diverse sostanze residue, perchè i limiti di tolleranza sono stabiliti per ogni singolo principio attivo chimico e non è previsto un limite massimo ammissibile della sommatoria di diversi residui che possano essere presenti negli alimenti, che "moltiplicano” la loro tossicità, decine o centinaia di volte, anche a livelli minimi. I dati delle analisi chimiche sui diversi prodotti alimentari segnalano molto spesso la presenza contemporanea di molti residui chimici in ogni singolo alimento, spesso con decine di residui assunti durante il pranzo, soprattutto in una dieta varia come quella mediterranea, composta di più alimenti.
Si ricordi che per abrogare le soglie di tolleranza dei pesticidi negli alimenti in Italia si è tenuto un referendum popolare nazionale nel 1992, con circa 20 milioni di voti espressi, di cui oltre il 95% favorevoli !
Referendum che ha preceduto l’avvio dei programmi agroambientali europei con il Regolamento CE 2078/92, nello stesso anno, dopo che la Comunità Europea aveva definito il primo regolamento sull’agricoltura biologica (Reg. 2092/91), ai fini della certificazione della stessa. Anche se sarebbe stato ancor più opportuno un Regolamento sulla certificazione della presenza di residui chimici negli alimenti, al fine di consentire al consumatore di difendere la propria salute, oggi “avvelenata a norma di legge” e senza avvisi in etichetta.
Si pensi al paradosso giuridico secondo cui una mela biologica con un residuo appena sopra i limiti di legge di un prodotto come il rame, facilmente lavabile essendo solubile e di copertura della vegetazione, risulterà illegale e non commerciabile, mentre un’altra mela (o una bottiglia di vino come qualsiasi prodotto alimentare), con presenza di 15-20 residui chimici differenti, ciascuno entro i limiti di legge, ma la cui sommatoria supera di gran lunga il residuo della mela “fuorilegge per eccesso di rame”, risulterà perfettamente legale e potrà essere presente sugli scaffali dei supermarket. Oltretutto con residui chimici sistemici e/o citotropici, ovvero che penetrano all’interno dei frutti e che pertanto non potranno essere lavati ne, tantomeno, asportati togliendo la buccia.
La differenza tra la mela di Eva e quella di Biancaneve…
E’ utile precisare che le soglie di tolleranza sono stabilite su criteri di tossicità acuta e mal si adattano ai criteri, molto più complessi, riguardanti la tossicità cronica di medio e lungo periodo. E ancor meno per gli organismi in via di sviluppo, come i nascituri e i bambini e per quelli ancor più sensibili di chi è già soggetto a patologie croniche, come nel caso degli anziani.
In sostanza, non può esistere una “normale tollerabilità” nei confronti delle sostanze “normalmente tossiche” e pericolose per la salute (come è scritto a chiare lettere nell'etichetta dei Pesticidi chimici), ma solo la necessaria e “massima tutela possibile”, azzerando i residui chimici negli alimenti.
Il Glifosate non ha tempo di carenza in quanto è un disseccante totale che uccide tutto, per cui viene venduto per distruggere l'erba prima di seminare i terreni o per disseccarla sotto le coltivazioni arboree.
Ma qualche pazzo lo ha autorizzato per disseccare i raccolti, ed anche in Italia... verifichiamo chi è stato e fermiamoli !!
C'è una commissione interministeriale presieduta dal Ministero della "Sanità" (o della Malattia se preferite) che decide per tutti... SULLA PELLE DI TUTTI.
Tale uso e' illegittimo perchè non si può prevedere l'uso di prodotti chimici pre-raccolta, pena l'incremento dei residui chimici nei prodotti agricoli. E in mancanza di un tempo di carenza, visto che il prodotto lo si da proprio "sul raccolto".
BANDIRE IL GLIFOSATE, ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA CHE STA DEVASTANDO LA SALUTE PLANETARIA E L'AMBIENTE, MODIFICANDO IL CLIMA E DISTRUGGENDO L'HUMUS DEI TERRENI E LA FOTOSINTESI.
Non basta che un’applicazione chimica o tecnologica sia giudicata economicamente utile a qualcuno per poterla applicare. La costituzione Italiana regola l'attività economica al fine di garantirne l'aspetto sociale (Art. 41 e 42 Costituzione) e lo sfruttamento razionale dei suoli (Art. 44), incompatibile con l'impiego dei disseccanti totali che lo sterilizzano.
E un tale “modus operandi”, seppur divenuto normale e sempre più abusato, non per questo è considerabile legittimo. Anzi s’impone un rafforzamentodell’azione di controllo e repressione.
E’ utile precisare che le soglie di tolleranza sono stabilite su criteri di tossicità acuta e mal si adattano ai criteri, molto più complessi, riguardanti la tossicità cronica di medio e lungo periodo. E ancor meno per gli organismi in via di sviluppo, come i nascituri e i bambini e per quelli ancor più sensibili di chi è già soggetto a patologie croniche, come nel caso degli anziani.
In sostanza, non può esistere una “normale tollerabilità” nei confronti delle sostanze “normalmente tossiche” e pericolose per la salute (come è scritto a chiare lettere nell'etichetta dei Pesticidi chimici), ma solo la necessaria e “massima tutela possibile”, azzerando i residui chimici negli alimenti.
E’ necessario e improcrastinabile, per le drammatiche conseguenze e costi sociali di tali comportamenti irrazionali, reiterati da decenni in violazione della Costituzione, mettere un freno immediato all’irrorazione di sostanze chimiche sintetiche in agricoltura imponendo “sic et simpliciter”, oggi e non domani, l’applicazione delle tecniche di coltivazione biologica, non essendo logico ne ammissibile alcuna attività economica, ne tanto meno un guadagno, che arrechi danno ad altri.
...LA FORCHETTATA LETALE
EVITIAMO LA ROULETTE RUSSA DEI PESTICIDI
Le analisi di tipo quantitativo, usate per determinare l’eventuale superamento dei limiti di legge dei residui chimici negli alimenti e nell'acqua, rappresentano solo dei dati medi, statisticamente condizionati dal campionamento delle diverse derrate alimentari provenienti da diverse zone di coltivazione, più o meno irrorate con sostanze chimiche.
E l’irrorazione con mezzi manuali o meccanici, non è mai uniforme su tutta la coltivazione, dipendendo da numerosi fattori, mai controllabili con precisione, come il diverso sviluppo vegetativo delle singole piante, la ventosità, seppur di minima entità, l’avanzamento non omogeneo delle macchine per ostacoli, manovre, difformità del terreno e delle tipologie di macchine che spruzzano pesticidi, ecc.
Pertanto, vi sarà sempre una presenza di residui di entità variabile e casuale, nelle diverse frazioni dei raccolti e, pertanto negli ambienti e nelle derrate alimentari contaminati, rispetto al dato medio rilevato, il che comporta rischi maggiori per la salute, derivanti dalle frazioni più contaminate.
E chi mangerà le frazioni più contaminate dei raccolti, per il casuale effetto “d’un vento assassino”, subirà quindi un maggior danno per la propria salute, con ulteriore violazione del principio di uguaglianza e pari dignità (Art. 3 Cost.),
Costituzione che non può di certo riferirsi a condizioni determinate dalla sorte, in un Gioco d'azzardo che lascia vittime i cittadini più sfortunati, oltre che più deboli.
VIETIAMO LA CHIMICA IN AGRICOLTURA, OGGI PER LO PIU' INUTILE VISTI I PROGRESSI DELLE TECNICHE BIOLOGICHE, E UTILIZZIAMO CORRETTAMENTE I FONDI EUROPEI DESTINATI A COMPENSARE I MANCATI RACCOLTI E MAGGIORI COSTI DELLA PRODUZIONE BIOLOGICA.
ABBIAMO 12 MILIARDI ALL'ANNO DI FONDI EUROPEI PER L'AGRICOLTURA DAL 2016 AL 2020
NE BASTANO 7 PER RICONVERTIRE TUTTA L'ITALIA ALLA COLTIVAZIONE BIOLOGICA, GARANTENDO AGLI AGRICOLTORI IL 30% DI REDDITO IN PIU', COSI' COME PREVISTO DALLE NORME EUROPEE, a fronte dei mancati raccolti e maggiori costi dell'agricoltura biologica.
MENTRE SPENDIAMO OLTRE CENTO MILIARDI ALL'ANNO PER MALATTIE DEGENERATIVE PROVOCATE DA OLTRE 300 PESTICIDI PRESENTI NEGLI ALIMENTI E NELLE ACQUE CHE BEVIAMO (1 miliardo di € è il fatturato di pesticidi in Italia)...
E IL PIU' PRESENTE E' PROPRIO IL GLIFOSATE...
Glifosate "di fatto" già vietato
Il principio di Precauzione europeo e il Diritto Costituzionale Nazionale impongono che nel dubbio,
laddove il parere dello IARC (OMS, sicuramente più autorevole in quanto organismo sanitario internazionale di ricerca sul cancro) attestano la "probabile" cancerogenicità del prodotto, la cui probabilità di pende dalle vittime più o meno sensibili e non dal prodotto chimico stesso, cancerogeno,
seppur di fronte al parere EFSA, in apparenza contrastante,
è necessario in ogni caso considerare bandita dalla produzione, commercio ed uso la sostanza chimica in questione, pericolosa per la salute.
Il Glifosate contrasta inoltre con gli obblighi di produzione integrata su tutto il territorio nazionale dal 1 gennaio 2014, ai sensi del D. lgs. 150/2012, essendo un mezzo chimico di distruzione totale che sostituisce, pertanto, un mezzo meccanico di taglio o di interramento delle erbe infestanti in agricoltura. Mezzo meccanico sostitutivo ed analogamente efficace e, pertanto, obbligatorio e prioritario nella difesa integrata delle coltivazioni agricole.
Di fatto, quindi, il Glifosate è vietato dalle leggi nazionali ed europee e non può essere usato ne in ambito agricolo che in quello extra-agricolo.
GIUSEPPE ALTIERI, AGROECOLOGO