giovedì 30 aprile 2015

San Benedetto del Tronto: Stoccaggio gas - Cosa ne pensano i candidati al consiglio regionale?

Domenica 3 Maggio 2016, ore 16, San Benedetto del Tronto: Incontro con i candidati alla Presidenza della Regione Marche
 
 

Il comitato Ambiente e Salute nel Piceno ha indetto questa conferenza sul tema dello "stoccaggio gas". L'incontro che si svolgerà all’Agraria presso la palestra Sabatino D’angelo domenica 3 maggio alle ore 16, nella quale sono stati invitati tutti i candidati alla Presidenza della Regione Marche: Luca Ceriscioli (PD), Gianni Maggi(M5S), Edoardo Mentrasti (L'altra Sinistra), Luca Paolini (Lega), Francesco Acquaroli (Fratelli d'Italia), Gian Mario Spacca (Centro Destra) o i loro delegati. La manifestazione sarà un momento importante per conoscere cosa pensano i candidati dello stoccaggio del gas che vorrebbero realizzare nel sottosuolo di San benedetto, ma non solo, infatti affronteremo con loro anche altri progetti che il governo centrale vorrebbe imporci in materia energetica, progetti pesantemente penalizzanti per i nostri territori sia dal punto di vista ambientale che economico. Per meglio capire cosa pensano di queste tematiche i candidati, rivolgeremo loro alcune domande, le risposte dovranno rientrare dentro dei limiti di tempo che saranno uguali per tutti. L'incontro è importante perché avremo modo anche di sottolineare le nostre ragioni e quelle del territorio.

Promotori con noi della manifestazione il Comitati No-Triv di Ripatransone e No-Triv Piceno
Come saprete le disgrazie non vengono mai sole. Oltre allo stoccaggio, c'è chi pensa al Ministero di concedere un permesso di trivellazione per la ricerca di idrocarburi in quel di Ripa.

Conoscete il territorio. In quella zona è nata e prospera una delle più importanti realtà agricole di qualità' della Regione Marche, che vede nella vitivinicoltura la sua espressione migliore.

Le trivellazioni finirebbero con il devastare il tessuto economico e produttivo, peraltro così complementare, soprattutto per il turismo.

Inviteremo anche i Sindaci, cui chiederemo, uno per territorio, di intervenire, testimoniando l’unità raggiunta dagli Enti Locali, sia a SBT che a Ripa contro questa che è una vera e propria aggressione a tutto il Piceno.

L'iniziativa promossa si inquadra nel contesto di un trittico : il 16 Aprile i comitati ed i cittadini, con i Sindaci, hanno incontrato i candidati a Fossombrone, tema centrale la sanità, il 22 a Fano, tema centrale la necessità di recuperare le zone compromesse dall'inquinamento ed il 3 li incontreremo a SBT sulle cosiddette "grandi opere"., con annessi e connessi.

Concluderemo poi gli incontri, il 20 maggio a Moje (AN), dove non faremo domande ai candidati, ma gli chiederemo di ascoltarci-

Filo conduttore, oltre naturalmente alle problematiche descritte ed alla volontà di contribuire alla conoscenza di temi e progetti, è la riaffermazione che la maturità dei comitati e dei cittadini è tale, nelle Marche, che non solo non ci faremo dividere dalle scelte elettorali, ma, rispettando le idee di ciascuno e le sue scelte personali, dopo il 31 maggio i comitati ed i cittadini torneranno uniti più' che mai a tutelare i nostri diritti essenziali di cittadini, fino alla conclusione positiva delle battaglie intraprese.

Contiamo, come sempre su di voi, organi di informazione locali per informare la cittadinanza di SBT e territorio dell'importante appuntamento, forse unico del genere in questa tornata elettorale.

Il 3 maggio 2015. Ore 16, palestra di Agraria, comitati e cittadini incontrano i candidati alla Presidenza della Regione.

Comitati in rete Marche
www.comitatinretemarche.it

mercoledì 29 aprile 2015

Esodo dal Pianeta Terra - Stephen Hawking: "Se continua così conviene cercare altri pianeti abitabili..."


All'epoca di Cristo l'umanità su tutto il pianeta contava appena 360 milioni di abitanti. In 2000 anni, un tempo ridicolo per la storia della Terra che di anni ne ha circa 4,5 miliardi, siamo passati da 360 milioni di individui ad oltre 7 miliardi. Una crescita quasi esponenziale ma che ora deve fare i conti con le limitate risorse del pianeta e con un clima sempre più imprevisto e violento.

Per Stephen Hawking, uno dei più grandi scienziati cosmologici del mondo, il clima sulla Terra da qui a 100 anni renderà difficile la vita ad ogni forma di vita, uomo compreso. Se riusciremo a scongiurare catastrofi ambientali nel corso dei prossimi due secoli, ha spiegato Hawking, dovremo comunque salvare l'umanità perché la Terra, per mancanza di spazio a causa della sovrappopolazione e per un clima che renderà impossibile la coltivazione dei suoli, non sarà più in grado di nutrirci. «La razza umana non deve mettere tutte le sue uova in un unico paniere né su un solo pianeta», ha precisato lo scienziato.

Climatologi e fisici sono un pò più cauti nell'accettare in toto le conclusioni esposte da Hawking, tuttavia non negano le difficoltà, che a causa della sovrappopolazione e del riscaldamento globale del pianeta, l'uomo in futuro dovrà affrontare.

Gli scienziati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l'agenzia dell'Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, hanno dichiarato che gli eventi climatici catastrofici di quest'ultimo periodo erano stati previsti nei loro studi iniziati oltre 20 anni fa. Jean-Pascal Van Ypersele, membro chiave dell'IPCC, a tal proposito dice: "Si tratta di eventi destinati a ripetersi e ad intensificarsi in un clima alterato dai gas serra. Non possiamo giurare che nulla di questo sarebbe successo duecento anni fa, ma il sospetto c'è".

Gli studi sul riscaldamento globale prevedono, come temperature più elevate, che tra vent'anni si potranno superare i 2 o i 3 gradi in più rispetto ad oggi. Quindi avremo siccità e precipitazioni meno frequenti, ma molto più violente in alcune parti del globo, mentre in altre parti le precipitazioni potranno essere continue ed abbondanti come sta accadendo in Inghilterra.

Per Hawking il vero fattore che in futuro vanificherà ogni tentativo di mitigare il clima, qualora ci si riuscisse, di razionalizzare la produzione e la distribuzione a livello planetario delle derrate alimentari e di preservare il pescato negli oceani, è dato dalla crescita demografica. Il recente rapporto ONU sulla sovrappopolazione, stima che nel 2050 saremo oltre 9 miliardi d'individui. Lo stesso studio ONU ha calcolato che tra 300 anni la popolazione umana sulla Terra potrebbe oscillare tra i 40 e i 130 miliardi. Un numero impressionante anche se prendiamo per buone le stime di crescita minime. E' ovvio che a quel punto il nostro pianeta sarà giunto al collasso e non potrà più sfamarci.

Tornando a Stephen Hawking, lui suggerisce di non guardare più solo dove arriva il nostro naso, ma di considerare seriamente cosa accadrà in futuro al genere umano. Oggi il nostro futuro, se non facciamo nulla, potrebbe significare: fine della corsa! Lo scienziato quindi propone al mondo intero di unirsi in un progetto, che oggi può sembrare fantascientifico, ma che tra qualche anno potrebbe non esserlo più, e cioè pensare alla colonizzazione di altri pianeti, iniziando da Marte. Già nel lontano 2006 lo scienziato britannico aveva dichiarato che in futuro per garantire la sopravvivenza del genere umano sarebbe stato necessario spostarsi su pianeti abitabili che gravitano attorno ad altre stelle. Tuttavia, con i mezzi odierni un viaggio simile risulterebbe oltremodo lungo e di fatto impraticabile. I razzi convenzionali, come quelli che hanno portato l'uomo sulla luna, ci metterebbero decine di migliaia di anni per arrivare su Proxima Centauri, il sistema solare più vicino al nostro.

Secondo Hawking le soluzioni, ancora tutte da sviluppare in pratica, sono contenute nella popolarissima fiction di fantascienza Star Trek, in un episodio del quale, tra l'altro, è apparso, recitando la parte di se stesso. «La fantascienza ha suggerito l'idea della propulsione a distorsione spazio-temporale, che può trasportarci in tempi ragionevoli in luoghi del cosmo lontani anche anni luce. Sfortunatamente, questo violerebbe la legge della fisica in base alla quale nulla può viaggiare più veloce della luce», spiega l'astrofisico. Tuttavia, «attraverso l'annichilimento materia/antimateria», ossia mettendo a contatto particelle e antiparticelle, «sarebbe possibile toccare velocità poco inferiori a quella della luce e raggiungere la stella più vicina a noi in circa sei anni».

Stiamo vivendo in un'illusione da film di fantascienza, oppure possiamo concretamente cominciare a pensarci seriamente? 

Non proprio, forse è giunto il momento di uscire dalla fantascienza e pensare alla realtà! Se sono vere le proiezioni statistiche appena presentate sulla sovrappopolazione terrestre, non c'è tanto da essere allegri. 

Secondo alcuni demografi australiani (dichiarazioni apparse in un simposio internazionale sul tema "Risorse del pianeta e Sovrappopolazione") al momento ci sono solo tre opzioni che l'umanità ha di fronte :
- bloccare le nascite per un decennio, cercando di riportare l'umanità ad un numero sostenibile per le risorse del pianeta;
- colonizzare altri pianeti;
- scatenare una guerra globale per le ultime risorse del pianeta capace di eliminare tre quarti degli uomini sulla Terra, per poi ricominciare.


Filippo Mariani - Accademia Kronos

martedì 28 aprile 2015

Treia - Intervento di Alberto Meriggi alla presentazione di "Treia: storie di vita bioregionale" tenuta alla Talea il 26 aprile 2015

Intervento presso la Talea – Festa dei Precursori – 26 aprile 2015. In occasione della presentazione del libro di Paolo D’Arpini: “Treia: storie di vita bioregionale”


Ringrazio Paolo per l’invito e saluto tutti i presenti. Gli incontri che Paolo organizza sono sempre molto interessanti sia per i temi trattati, sia per le riflessioni e gli stimoli che i dibattiti propongono. Per questo e per l’amicizia che mi lega a Paolo ormai da anni partecipo volentieri e accolgo con piacere i suoi inviti, tanto che a volte ho paura che non arrivino, ma questo è un rischio che non c’è mai perché l’invito è esteso sempre non più tardi dell’estate dell’anno precedente a quello dell’incontro. Stasera poi vi è anche un briciolo di curiosità perché viene presentato un suo libro di cui si parla da tempo, ma che l’autore ha tenuto blindato fino a stasera. Lo ringrazio anche per aver voluto inserire nell’appendice del libro i miei interventi che ho fatto nelle ultime tre feste dei precursori. 
Poco fa, finalmente vedendo il libro, ho avuto la possibilità di accertarmene.

Il libro che stasera viene presentato ha un titolo significativo: “Treia: storie di vita bioregionale”. Mi permetto di apportare un lieve cambiamento al titolo: “Treia: storie di vita bio-locale”, restringendo un po’ il campo. Questo perché desidero parlare di una storia recente, tutta treiese, che ha visto protagonisti me stesso e l’amico Paolo. E’ una storia bioregionale.

Vedete, io e Paolo non abbiamo niente in comune, ma proprio niente! Abbiamo concezioni e stili di vita opposti e idee diverse un po’ su tutto: lui è convinto vegetariano e io poco convinto; dal punto di vista religioso io sono cattolico, lui non si capisce bene cos’è, adora la madre terra e le sue erbe, parla di spiritualità laica; sul piano politico io sono un ex democristiano, oggi renziano, lui proprio, ma proprio no, e anche in tale settore non si capisce come la pensa, nonostante gli sforzi che gli amici fanno per cogliere qualche elemento chiarificatore nelle cose che scrive su facebook; io non disdegno di mostrarmi con giacca e cravatta, lui non conosce questi due capi d’abbigliamento e si lascia accompagnare da un fedelissimo tascapane che somiglia ad una scarsella medievale; io come il campione treiese Carlo Didimi, cantato dal Leopardi, ancora posso dire di essere “bello e aitante nella persona”, lui… è un po’ così. E mi fermo qui!

Ho insistito su questo, scherzando ovviamente, per dimostrare e testimoniare che la vera amicizia non tiene conto delle diversità, vere o presunte, anzi se essa è vera “davvero”, le trasforma in ricchezza per chi ne è coinvolto. Dunque, io e lui, due persone molto diverse, ma che quando si ritrovano sono capaci di assaporare tutto il piacere di stare insieme. 

Solitamente questo accade due volte la settimana, nella mattinata del martedì e del sabato, quando un terzo amico tiene aperta la bottega facendo finta di lavorare. Quell’oretta dedicata a chiacchiere di politica che non portano mai a qualcosa di concreto, a confidenze personali dettate quasi sempre col freno a mano tirato, a scambio di consigli difficilmente applicabili, alla colazione nel baretto di Giovanna, alla fine quasi sempre offerta dal terzo … da un po’ di tempo, credetemi, quell’oretta così strutturata, se non avviene, se non si materializza, finisce per mancarmi, lasciandomi l’amaro in bocca per tutta la giornata.

Io e Paolo ci siamo conosciuti casualmente grazie ad una questione che, invece, in quel caso entrambi condividevamo: la salvaguardia a Treia del paesaggio e della natura in un momento in cui c’era un’invasione di impianti fotovoltaici a terra. Da allora molto uniti, pur nella diversità, e io sempre presente nelle feste dei precursori nelle quali…ecco il punto, d’accordo con Paolo e su sua richiesta, ho cercato di far conoscere agli ospiti la storia di Treia e della nostra comunità, ma facendolo attraverso riscontri e agganci, ripescati nel passato della nostra zona, con le tematiche che nelle feste venivano trattate.

E così nella festa del 2012, quando si parlava di “Cultura e coltura e antichi mestieri connessi all’agricoltura e all’alimentazione”, feci un intervento sui “Mestieri legati al cibo negli statuti comunali cinquecenteschi di Treia”. Gli statuti sono lo specchio della società e io avevo pubblicato da poco tempo il libro sugli statuti comunali di Treia. Nell’intervento cercai di dimostrare che, come altrove, anche a Treia la terra era considerata il più valido strumento di approvvigionamento alimentare e di profitto e che fu così fino all’affacciarsi dell’industrializzazione. Mostrai che i principali mestieri erano quelli atti a soddisfare i bisogni primari della popolazione, vale a dire i produttori e fornitori di generi alimentari di base: pane, vino, verdure, frutta e legumi. Questi erano i principali prodotti che sia i ricchi che i poveri mangiavano, naturalmente con differenze tra le classi sociali nella quantità e nella qualità. La carne non mancava, ma la sua produzione non avveniva su larga scala, ma legata all’autoconsumo familiare. Nel Medioevo e anche nei primi secoli dell’Età moderna a Treia e nei paesi della zona non esisteva un commercio di viveri con terre lontane, non c’erano cibi esotici. Ogni comunità si manteneva con quanto produceva il proprio territorio. In questo stando in perfetta sintonia con il sistema alimentare bioregionale.

Nel libro trovate il mio intervento che feci nella festa del 2013, quando il tema riguardava l’uso delle acque. Parlai delle tradizioni contadine a Treia, ma anche di quelle cittadine, in riferimento all’uso delle acque e sottolineai che nel passato della nostra comunità locale città e campagna sono state sempre in stretta connessione. Il centro urbano di Treia dipendeva molto dalla campagna circostante soprattutto per quanto concerneva i prodotti alimentari e anche per l’uso delle acque. Treia centro, per orografia e consistenza del suolo, non ha mai potuto contare sulla presenza di fonti sorgive e, dunque, l’uso dell’acqua è stato sempre riservato solo all’alimentazione e all’igiene privata e pubblica. A fatica l’acqua veniva trasportata nel centro urbano e conservata in cisterne e recipienti domestici. Questo da sempre e fino al 1886 quando venne inaugurato l’acquedotto, dopo 31 anni dall’inizio dei lavori. Diversa la situazione per la zona di Passo di Treia dove scorre il fiume Potenza e dove l’acqua ha visto un uso per mulini e irrigazioni per coltivazioni. Analoga situazione per la zona di Chiesanuova contrassegnata da terreno alluvionale con numerose sorgenti e pozzi. Parlai delle 40 fonti circa, distribuite nel territorio di Treia, documentate dal 1389 al 1808, con nomi legati ai santi, ai proprietari dei suoli, ma anche a comunità come quella degli ebrei, a volte detta dei giudei, o a quelle dei frati e delle monache. Parlai anche delle coltivazioni particolari nel territorio che potevano e dovevano usufruire dell’acqua e feci qualche riferimento alle modalità di consumo della stessa per l’igiene personale e pubblica.

Lo scorso anno il tema riguardava “L’economia alternativa ed agricola e società solidale”. Feci qualche cenno all’economia silvo-pastorale che caratterizzò queste zone nell’Alto Medioevo, basata su risorse naturali come caccia, pesca, allevamento brado e raccolta di frutti spontanei. Accennai ai nuovi mestieri del Basso Medioevo, soprattutto riguardanti l’artigianato, ma sempre legati ai prodotti della terra. Epoche quelle, compresa la successiva Età moderna, nelle quali in queste nostre zone continuava a sopravvivere quella concezione della vita basata sul reciproco aiuto, sull’assistenza e sulla solidarietà, nonostante l’affacciarsi e il dilagare poi del Capitalismo. Cercai di fornire esempi significativi, riguardanti l’economia alternativa, legati alla tradizione contadina e artigianale tipica delle nostre zone.

Se volete rileggete quegli interventi che, comunque, sono un po’ più ricchi della estrema sintesi che oggi vi ho proposto.

Ecco, per concludere, mi piace ancora una volta rimarcare che il mio ruolo è stato quello di far conoscere Treia e il suo territorio attraverso il recupero di storia, memorie e tradizioni legate alle tematiche di cui il Circolo di volta in volta si è occupato. La cosa mi è piaciuta e mi piace e, se Paolo vorrà, anche in seguito continuerò a dare il mio modesto contributo in tal senso. Però devo dire con dispiacere che quest’anno Paolo non mi ha invitato, infatti ieri non ero presente e il dispiacere è aumentato quando ho visto che nel programma era presente Alberto Pompili con l’ “ottava rima poetica”, cosa che ha procurato stupore e sconcerto in me, in tanti amici e in buona parte della popolazione treiese. Ho saputo anche che il Pompili, attraverso un esperimento, è stato indotto in trance per pochi secondi, poi è tornato tra i viventi. Ma l’amico Paolo che, in verità, mi aveva accennato in precedenza a questa possibilità, non ha mantenuta la promessa di far tenere il Pompili in trance almeno per un mesetto.

Naturalmente scherzo! Paolo mi ha invitato e come, ma non potevo essere presente, per motivi familiari. Siamo tutti amici che si vogliono bene, tanto che proprio con Alberto Pompili l’altro ieri sono stato ad Apiro per un convegno sulla letteratura italiana dell’Ottocento, nel quale ho trovato modo anche in quella sede di parlare di Treia. E dunque, consapevole della grande amicizia che regna tra tutti noi, stasera, senza timore alcuno, mi sono permesso, ora e anche all’inizio, di fare delle battute, proprio perché qui so di essere tra amici, pronti al sorriso e, se ce ne fosse bisogno, anche al perdono. Devo dire che il clima che si crea in questi incontri mi fa star bene e procura piacere e serenità.

Anche per questo vi ringrazio.

Alberto Meriggi

Album fotografico completo del 26 aprile 2015:

lunedì 27 aprile 2015

Treia - Considerazioni sulla Festa dei Precursori 2015 (ricevute per email)



Festa dei Precursori 2015 - ...sono stato felice di esserci... vengo da quel mondo e aver perso tante tradizioni me le fa mancare molto oggi. Ho iniziato a leggere il Tuo Libro "Treia: Storie di vita bioregionale" e credo che sia un bel bollettino di viaggio della nostra Città vista da un osservatore "esterno" ma attento! Continuerò a restare in tema... (Franco Capponi)

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...grazie per la giornata trascorsa assieme,  per condividere ecco il mio racconto: E... finalmente la Legge d'Attrazione ci ha portato a conoscerci
personalmente. Ti travolgono dolcemente Caterina e Saul, con quell'antica, calda e semplice accoglienza nella grande cucina dove è un susseguirsi di visi, sorrisi e strette di mano che arrivano allegramente per questo appuntamento a Treia. Ho vissuto questa  giornata come un momento di rigenerazione, armonia, scoperta di posti a me sconosciuti e di cose a me sconosciute. "Le case di terra"....ma chi ne aveva mai sentito parlare e, soprattutto, chi le aveva mai viste? Poi il ritrovarsi all'ora di pranzo intorno al tavolo con il camino acceso e tutte le specialità vegetariane che sarebbero state degne di un gran ristorante, che voi non siete... Tutto questo condito ed accompagnato da tanta allegria e la silenziosa ed elegante presenza dei padroni di casa. Cosa chiedere di più? Grazie di cuore Caterina e Saul... (Maria Gemma)

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Grazie a voi, Caterina e Paolo, è sempre un piacere rivedervi, e complimenti per la perfetta organizzazione! E' stata davvero una bella Festa, oltretutto c'è stata anche l'opportunità di conoscere tante persone
veramente interessanti e di ritrovarsi con altre che già conoscevamo. Caro Paolo, io ti avevo preparato un cartoccetto con assaggi di biscotti e crostata,proprio perché temevo che non ti sarebbero rimasti, ma poi, non trovandoti, li ho appoggiati sul tavolo e da lì
probabilmente sono finiti in bocca a qualcuno, pazienza. Sarebbe carino organizzare una presentazione a Staffolo del tuo libro, poi ne vedremo la percorribilità. Un forte abbraccio ad entrambi e a presto! (Aurora Severini)

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Cari Paolo e Caterina,  siamo appena rientrate a
Vignola, mi porto nel cuore e nell'anima i momenti condivisi, momenti intensi di racconti di esperienze vissute, di tramando della tradizione, momenti di emozione ascoltando i vari racconti, momenti di canti mantra.. Abbiamo sentito il calore e la partecipazione di tutti i presenti,  bellissima la passeggiata a Treia, accompagnati da Caterina che ci ha reso partecipi dei suoi trascorsi a Treia, bellissimo il museo dell'Accademia Georgica, bellissima Treia, antica cittadina Medioevale, gustosissimi i pranzi rigorosamente vegetariani preparati con amore da noi stessi per tutti noi. Meraviglioso incontro con il bosco e la casa di Terra, abbiamo cantato mantra nel bosco e nella casa.  E' stata una meravigliosa condivisione con gli elementi. Si è conclusa la festa con la presentazione del libro scritto da Paolo (Treia: storie di vita bioregionale).  Spassosi gli  interventi, angelica la ragazza che suonava l'organetto. Grazie Paolo e grazie Caterina di esistere e di essere quegli esseri speciali che siete  OM SHANTI OM! (Mara Lenzi)

*
Caro Paolo, volevo ringraziarti e ringraziare anche Caterina per l'ospitalità e per la meravigliosa opportunità che mi avete dato di poter partecipare alla Festa dei Precursori in quell'incantevole località di Treia. Sono stato benissimo e ho conosciuto, grazie a Voi, una quantità esagerata di persone meravigliose e impegnate praticamente nella ricerca di uno stile di vita sano ed eco-sostenibile per loro e per il prossimo. Questa è anche la mia personale ricerca che da qualche anno porto avanti. Inoltre, il confrontarmi con il prossimo mi permette, tutte le volte, di rivedere e affrontare un mio vecchio automatismo che mi ha sempre portato a giudicare e, nel mio caso particolare, a squalificare gli altri Questo non è avvenuto e sono tornato a casa arricchito come non mai. Un grazie a tutti di nuovo e un arrivederci a presto. (Luca Ferri)

*

Il post-precursori, è stato il risveglio ad un orario palindromo, e vergognoso: 10,01… per fortuna per qualche settimana ancora me lo posso permettere. E’ stato un programma semplice solo in apparenza, in realtà è un evento intenso, pieno di attività, condivisioni e dispendio di energie. Pur essendo treiese doc, mi diverto ogni volta a fare la turista nel mio paesello come fosse la prima volta che la vedo, ed ogni volta sono particolari nuovi che scopro, e piacevoli incontri non programmati, perché letteralmente acchiappiamo sempre qualche persona che si trova li per conto suo per trascinarla in una foto o nelle visite ai monumenti o nelle passeggiate. Sono emozioni che ti restano e rendono divertente ciò che altrimenti potrebbe essere vissuto con noia e voglia di andarsene, e sperimentiamo che in fondo è facile rompere il muro di diffidenza che ci condiziona, in un attimo ci si racconta, si annullano le distanze, ci si ritrova a ridere l’uno dell’altro, l’uno con l’altro, rendendo più leggeri i pesi che tutti abbiamo in fondo al cuore. Un paio di giorni fa ho fatto un sogno, mi guardavo i capelli e mi accorgevo che questi erano diventati dei lunghi ramoscelli verdi, pieni di piccoli boccioli di fiori colorati. Lasciamoci prendere dalla positività stagionale, perché è contagiosa. (Simonetta Borgiani)



Il resoconto del primo giorno della Festa (26 aprile 2015) scritto da Caterina Regazzi, è pubblicato qui: 

domenica 26 aprile 2015

Impatto sull'ecosistema dell'allevamento industriale


Il sistema industriale di produzione carne non è sostenibile, tutta la filiera minaccia di implodere. Aumento di produzione, innalzamento dei costi, abbassamento dei ricavi sono temi noti da tempo. Collegare il reale impatto ambientale con il costo di un prodotto, carne bovina o uova o altro, è un approccio nuovo che potrebbe aiutare a lanciare le filiere etiche…
Consiglio la lettura, a questo proposito, di un articolo pubblicato su Le scienze dal titolo: “Hamburger a effetto serra”, in cui l’autore analizza l’impatto ambientale dell’allevamento bovino; un unico dato: produrre la quantità di carne bovina consumata annualamente dallo statunitense medio genera la stessa quantità di gas serra prodotta da un’auto guidata per quasi 3000 chilometri. 
In Italia siamo 60 milioni di abitanti e consumiamo circa un centinaio di chili di carne a testa, per lo più come in Europa e negli Stati Uniti. E così per soddisfare i nostri appetiti macelliamo circa 500 milioni di polli all’anno, 4 milioni di bovini e 13 milioni di suini, ma siccome non ci bastano il resto lo importiamo. Ma sul pianeta Terra viviamo in 6 miliardi e mezzo e gia’ adesso in molti muoiono di fame, altri che la carne la vorrebbero ma non possono permettersela. Tra qualche anno diventeremo 10 miliardi, si potra’ produrre carne per tutti? C’è chi dice che sarebbe il suicidio del pianeta. Fao, Onu, Ipcc avvertono che il 18% dei gas serra che alimentano i cambiamenti climatici sono frutto degli allevamenti, che battono tutte le altre attività umane, comprese le emissioni dell’intero parco auto del pianeta. Per produrre un chilo di carne di bovino si consumano 15.000 litri di acqua e cereali per dieci volte il peso dell’intero animale – cereali che potrebbero sfamare molte più persone – Non basta. Più della metà degli antibiotici prodotti sono usati per uso zootecnico. Le malattie negli allevamenti intensivi aumentano, ma poi aumentano anche ceppi di batteri resistenti agli antibiotici e le malattie umane da benessere come le patologie coronariche, il diabete, l’obesità che derivano anche da eccessivo consumo di alimenti animali. Senza contare il problema della montagna di liquami ed escrementi che inquinano le acque e non sappiamo più dove mettere. Il paradosso è che più si produce carne a basso costo, grazie a questo modello di allevamento industrializzato, e più aumentano i costi per l’ambiente, e l’agricoltura è la prima vittima di un paradigma economico che non regge più. Eppure le soluzioni ci sarebbero, andrebbero però attuate subito, prima che sia troppo tardi. 
La consistenza tecnica di questi pareri avvalora e giustifica la scelta vegetariana anche in termini di ecologia, sia nell’aspetto dell’ecologia fisiologica del corpo umano che quella ambientale del pianeta. Senza una svolta radicale nel sistema alimentare difficilmente la specie umana potrà sopravvivere all’olocausto annunciato.
Paolo D’Arpini
Di questo argomento se ne parlerà anche durante il prossimo incontro collettivo ecologista che si tiene il 20 e 21 giugno 2015 a Montecorone di Zocca,  vedi:

venerdì 24 aprile 2015

Treia - La trama s'ingarbuglia ed il mistero s'infittisce.... la notte prima della Festa dei Precursori



Mary non voleva che Joe partisse così il commento della voce fuori campo nei film americani in bianco e nero degli anni cinquanta. 


Joe torna a casa e dice alla moglie: Mary la patria mi chiama! 
Ti prego Joe non andare non voglio restare sola! 
Mary devo andare! 
Ti prego Joe! 
Così dopo una tiritera di alcune decine di minuti in cui si esprime rrrripetutamente lo stesso concetto in modo banale alla fine la voce fuori campo riassume il contenuto della scena: Mary non voleva che Joe partisse! 
Cosi alla stazione ho incontrato un amico con una maglietta con la scritta M'zungu e mi ha spiegato che in Africa in lingua Swaili significa uomo bianco e mentre passeggiava in luoghi poco frequentati dai bianchi tutti i bambini lo seguivano recitando questa parola in coro m'zungu m'zungu. 

Così i miei pensieri sul treno vagano tra i ricordi di questa scena del film americano e la parola m'zungu. nel passaggio dal regno di Napoli allo stato vaticano. 

Ho  cantato alcuni brani sottovoce della tradizione musicale meridionale e tra un porto di qua e un porto di la sono arrivato a porto Recanati. e cosi sceso dal treno aspetto un po e ricevo il messsaggio di Gigliola tra pochi minuti sono li! ho pensato iniziamo bene? 

Come quel signore che va dall'indovino e dopo aver bussato alla porta si sente rispondere: chi è!  
Cosi dopo un po arriva Gigliola con la sua multipla multi vagon rural etno disordinat dopo l'incontro con il mio esistenzialismo proto neo post  arcaico contemporaneo ci siamo abbracciati. 
Lei mi fa: eih cosi mi stritoli! 
Io le ho risposto: e che ti importa se  un abbraccio ti rompe una costola quando ti aggiusta il cuore!? 

E ancora: che il vento del destino ti porti in alto a destra con la retta che passa per il centro della tua esistenza! 

Sul treno ho letto questa frase: la nascita di un sogno equivale alle ore in cui dormi e allo sforzo in cui vivi mentre sei sveglio nel tentativo di realizzarlo. 

Cosi è iniziato questo nostro pastrocchio nel mondo dei sogni tra le forme geometriche nel buio e nella luce che ci accompagnano allora eccoci a Treia grande tempio di spazio e tempo cullati nel verde nel azzurro della terra di nullo nell'infinito mantra del mu. 
Immagini, archetipi dell'emotività, antiche litanie tra passato e futuro, effimeri confini di spazio e tempo nello sforzo  universale di essere uomini.. 

Treia enorme città di mattoni tempio dell'esistenza del vivere contemporaneo appollaiata là, dietro la balaustra dell'infinito lepardiano. Ora scendiamo giù seguiamo il sentiero nel bosco tra erbe di campo e verdure spontanee una via strada scavata nella terra sabbiosa ocra ci accompagna tra tra gigantesche querce stanche e ieratiche nel lento trascorrere di questi di di maggio in fondo all'incrocio tra la piccola strada terrosa nel bosco e il piccolo torrente una minuscola casa di terra. 

E' qui che vive il mago ar-gil-lah! Busssiamo, dopo un po' sentiamo una voce forte gutturale rispondere chi è? siamo noi, io Ferdinando  Fiordifango e  Gigliola fior di campo bene, entrate! 

Nella penombra della piccola stanza terrosa la luce fioca al tramonto sparata dalla piccola finestra stroboscopica: sedetevi! 

Cosi nella semplicità ed essenzialità della sua esistenza ci e apparso Argillah con il suo lungo cappello a punta bianco il suo mantello di lana naturale sfrangiato e in mano il suo lituo, bacchetta magica che usa da rabdomante per sentire le energie magnetiche della terra, ci parla del decumano, de cuius manus la mano degli dei che fa sorgere il sole da est ad ovest e del cardo mundi la proiezione dell'asse della terra sulla crosta terrestre e di come le energie della luce che scorrono da ovest verso est si intersecano con le energie magnetiche della terra che scorrono da nord verso sud. 

Ci racconta della naturalezza della tera come materiale da costruzione e di tutti gli alberi che sono stati abbattuti per costruire la città del mattone e aprire nuovi spazi alla coltivazione diffusione dello spirito del suo amico John Barlecorn, il grano. 

Alla fine ci da un piccolo setaccio un pestello e un mortaio  e ci dice prendete un po di terra riducetela in polvere setacciatela e analizzatela con tutti i sensi poi tornate a riferirmi soprattutto quello che avete ascoltato! 

Ed ora andate! Mentre stiamo uscendo ha esclamato con forza ed energia troppa gente senza case troppe case senza gente! Così con Fiordicampo abbiamo ripreso,  la via del bosco, nel bosco fresco dell'esistenza a piedi nudi lei mi ha messo le sue mani fresche profumate di fiori sulle guance stringeeeeeeeendomele con forza: grazie di tua bellezza".

E cosi ancora per le vie della grande città di mattoni, all'improvviso uno spazio enorme chiuso su tre lati con una grande copertura di tegole, il vecchio mercato coperto. 

Faccio io: eccoci qua, siamo arrivati! la nostra casa! la fabbrica del vapore inaspettata poetica degli scarti qui ad Islamopolitan nel garage di Zeus ogni luce una voce, una favilla! 
Lei risponde: bene! ancor ti riprendi dallo sfinimento delle cose viste il comprendimento, fammi sapere il tuo piacimento!.seppur sai come ben pensi...

C'era folla al castello?

Ferdinando Renzetti (23 aprile 2015 resoconto di viaggio ed arrivo a Treia, verso la Festa dei Precursori) 

giovedì 23 aprile 2015

Giorgio Nebbia: "Manifesto per un'agricoltura ecologica"



L’agricoltura, il cibo, l’alimentazione sono tornati al centro dell’attenzione, e non è certo un caso che Expo 2015 sia stata dedicata interamente all’alimentazione. Attorno all’agricoltura, alla produzione e consumo del cibo, è in atto un acceso dibattito, che rimanda a forti conflitti di interessi, differenti scale di priorità, diverse concezioni della vita e della società. Un grande tema per una nuova civiltà e un nuovo rapporto tra la specie e il pianeta, le comunità e i luoghi in cui vivono. E’ necessario che le posizioni in campo emergano, si manifestino e si confrontino apertamente. Il “manifesto di Brescia”, a cui vi proponiamo di aderire, è nato come contributo collaterale al Convegno Le tre agricolture: contadina, industriale, ecologica. Nutrire il pianeta e salvare la Terra svoltosi il 20-22 aprile 2015 a Rodengo Saiano (Brescia), organizzato dalla Fondazione Luigi Micheletti di Brescia. www.fondazionemicheletti.it

Manifesto di Brescia

Per tempi lunghissimi l’agricoltura contadina è stata in grado di soddisfare i bisogni umani di cibo e di materiali attraverso un legame organico con la natura, con l’energia solare, con i gas dell’atmosfera, con l’acqua, con la terra, con gli animali, e come tale sopravvive in molti paesi dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa.

Negli ultimi due secoli si è verificata una rottura dei vincoli naturali con l’avvento di una modernizzazione che ha promesso di soddisfare i bisogni fondamentali di popolazioni in rapida crescita attraverso l’industrializzazione dell’agricoltura, dell’allevamento e pesca, nonché della trasformazione e distribuzione degli alimenti.

Tale industrializzazione, facendo perno sulla meccanizzazione, sull’impiego di sostanze chimiche come concimi e pesticidi e su una selezione genetica orientata alle varietà a resa elevata, si è imposta nei paesi di più antico e consolidato sviluppo, come quelli europei e americani, con una forza capace di travolgere tutte le resistenze. L’agricoltura, nella visione corrente, è così diventata un reparto dell’industria, adottandone la logica di standardizzazione, uniformazione, economie di scala, espulsione e precarizzazione della manodopera.

L’agricoltura industriale si è imposta nei paesi capitalisti e nelle loro colonie, così come nei paesi socialisti o ex comunisti; il progresso dell’agricoltura industriale è stato presentato e visto come l’unica via percorribile per debellare la fame e la povertà, alimentare una popolazione mondiale in continua espansione demografica, consentire a tutti di poter godere del benessere che la produzione industriale nel suo complesso era in grado di mettere a disposizione.

L’agricoltura odierna non è più soltanto industriale ma tecnico-scientifica, non è più solo questione di meccanica, chimica e genetica tradizionale ma di biotecnologie, con intrecci inestricabili tra centri di ricerca e aziende chimiche e farmaceutiche, Stati, organismi sovranazionali, capitali di rischio, speculazioni sulle derrate, privatizzazione e commercializzazione di ogni risorsa naturale (e umana).

L’industrializzazione ha influenzato anche la distribuzione alimentare attraverso l’affermarsi dilagante delle catene di “supermercati” e la creazione di complesse filiere logistiche e di trasformazione lungo tutto il sistema agro-alimentare, oggi in gran parte globalizzato e finanziarizzato.

Questa macchina sostenuta da una formidabile azione pubblicitaria, talvolta mascherata da informazione scientifica, presenta delle crepe e vibrazioni pericolose, sembra procedere alla cieca orientata solo dalla logica del profitto, creando guasti eccessivi sul suolo su cui poggia, nella sua avanzata arreca danni alle forme viventi e alle stesse persone che trascina nella sua marcia apparentemente inarrestabile.

Il sistema agro-industriale nella sua versione più avanzata è insostenibile per l’ambiente, a causa dello sperpero di risorse non rinnovabili e della sempre maggiore dipendenza da esse, per i pesanti attacchi che porta alla diversità e vitalità degli ecosistemi terrestri e marini e ai relativi paesaggi storicamente costruiti; perché non rispetta la genetica e l’etologia degli animali e produce alimenti di bassa qualità, minando alle radici la varietà e ricchezza delle tradizioni alimentari locali e regionali; fomenta conflitti politici e vere e proprie guerre; toglie posti di lavoro e moltiplica i lavori precari e semi-schiavili; diffonde la cultura dell’usa e getta e del consumo senza qualità e consapevolezza; influenza negativamente la salute dei consumatori; concorre a riprodurre la disuguaglianza, creando una divisione inaccettabile tra chi ha troppo e spreca alimenti e risorse e chi manca del cibo o deve accontentarsi di alimenti scadenti e insufficienti. E’ una macchina formidabile e in continua espansione che promette di nutrire il pianeta mentre nella realtà riproduce una struttura di spreco e di ingiustizia.

L’agricoltura industrializzata è incompatibile con l’ecosfera e la vita degli ecosistemi come appare dalle crescenti manifestazioni di cambiamenti climatici, di erosione del suolo, di perdita di fertilità e di biodiversità, di inquinamento delle acque ad opera dei residui di concimi e pesticidi e dei residui della zootecnia.

L’agricoltura “biologica”, nata come reazione all’agricoltura industriale, sta conseguendo successi, in certi casi, superiori alle produzioni ad alta intensità di additivi chimici e geneticamente modificate. La sua crescita è accompagnata dalla maturazione del comparto produttivo, dalla crescente consapevolezza dei consumatori circa le valenze ambientali e salutistiche degli alimenti biologici, ma anche da forti campagne mediatiche sostenute da portatori di interessi particolarmente robusti, da un sempre maggiore attenzione al biologico da parte della grande distribuzione, dell’industria alimentare e, in ultimo, della finanza che stanno investendo nel settore anche attraverso lo sviluppo di catene di supermercati specializzati.

Si pone quindi il problema di una possibile convergenza tra agricoltura biologica e sistema agro-industriale. L’aumento delle importazioni in competizione con le produzioni locali e regionali, le continue deroghe come quella sulle sementi e sulle metodologie agricole e zootecniche, lo sviluppo delle aziende “miste” biologiche e convenzionali, i continui casi di frode, lo scontro istituzionale testimoniano una situazione, quella attuale, di grande conflittualità.

La speranza è quella della creazione, a partire da una tradizione agronomica scientifica quale quella dell’agricoltura biologica italiana, di un sistema agro-alimentare ecologico, alternativo rispetto a quello industriale e finanziario, dove agricoltori, trasformatori, distributori, consumatori non agiscono in competizione gli uni contro gli altri per interessi esclusivamente economico-monetari, ma in cooperazione per finalità fondamentalmente economico-ecologiche.

Il successo di diversi modelli agro-alimentari alternativi, in Italia come in altri paesi, testimonia che la speranza è ben riposta. Una trasformazione ecologica dei sistemi agro-alimentari è non solo esperibile ma anche fattibile e tangibile.

Una economia agricola rinnovata, ecologica, può assicurare un reddito dignitoso, un lavoro soddisfacente, la sperimentazione di nuove forme di convivenza sociale e un rapporto consapevole con l’ambiente di vita. Una trasformazione legata ai prodotti e ai produttori del territorio e dimensionata ad essi , una distribuzione veramente a servizio degli agricoltori e dei cittadini e volta a limitare gli sprechi materiali ed energetici.

L’agricoltura ecologica, rispondente ai bisogni e alle necessità dell’oggi, può e deve raccogliere e superare l’eredità sia dell’agricoltura contadina sia di quella industriale. E’ una transizione in cui è fondamentale il ruolo delle giovani generazioni e delle donne, come lo era stato all’origine delle agricolture contadine.

La sua affermazione, passando da situazioni di nicchia a fenomeno socialmente rilevante, le consentirà di svolgere un ruolo prezioso di rigenerazione sul piano culturale, ecologico ed economico rimettendo al centro dell’operare umano il valore del saper fare e della manualità, il valore del lavoro e del suo senso, il valore delle cose e delle relazioni, il valore del tempo, dei tempi dell’attesa, del silenzio e dell’otium come opportunità di conoscenza, come capacità di godere della vita senza consumarla.

I promotori: Giorgio Nebbia, Alberto Berton, Pier Paolo Poggio.



mercoledì 22 aprile 2015

Bomarzo - Piccoli passi verso un "contratto di fiume" per il Tevere


Il Presidente del Consorzio Tiberina Giuseppe Maria Amendola è intervenuto il 21 aprile a Bomarzo (VT) all’incontro pubblico promosso dalla Proponente Soc. Pro.Te.O. sul progetto di 4 nuove traverse idroelettriche sul Tevere (www.progettotevere.it), che – anche dopo le Osservazioni del Consorzio stesso al Ministero dell’Ambiente – ha visto importanti modifiche e nuova procedura VIA superata. E’ scaturita l’opportunità innovativa di condividere le soluzioni e lo scenario di fruizione fluviale attraverso un Contratto di Fiume in cui coinvolgere le comunità locali delle Province di Viterbo e Terni, proprio a partire dal contributo e dalla proposta di un produttore privato interessato al processo gestionale (come è del resto prassi consolidata nelle esperienze europee sui Contratti di Fiume).


Le recenti richieste di adesione al Consorzio Tiberina sono valutate proprio con l’idea di arricchire la gamma di professionalità per la stesura dei Contratti di Fiume. Per esempio, dal mondo del lavoro, il Consorzio di Cooperative Sociali “Meglio Insieme”, che raccoglie al suo interno alcune delle imprese che nel 2014 hanno collaborato alla pulizia delle sponde del Tevere. La fine del 2015 e il 2016, con il Giubileo Straordinario, dovranno vedere l’habitat fluviale romano finalmente ospitale, e in previsione di ciò è intenzione del Consorzio Tiberina arricchire la propria già vasta esperienza progettuale, per esempio per proporre nuove modalità di bonifica vegetazionale e pulizia delle banchine del Tevere dalla diga di Castel Giubileo alla fine del tratto urbano, più economiche, coordinate dal punto di vista ambientale, con risvolti anche sociali. Tra le nuove professionalità ed esperienze: ingegneria delle strutture, sviluppo di programmi anche in vista di una possibile trasformazione del Consorzio in Fondazione, l’“unicum” costituito dall’Associazione Isola Tiberina (www.isolatiberina.org) e altri ancora in valutazione dal C.d.A. prima e dall’Assemblea poi; in avvio l’analisi della possibilità di ricorrere a Fondi Strutturali U.E. per diverse linee d’azione.

 A breve, nel continuo interloquire fra gli “stake holder”, sarà organizzato un Forum – probabilmente in sede universitaria – sui progetti inseribili nel “Piano d’Azione” del Contratto di Fiume sul Tevere nell’area urbana di Roma e sul nuovo portale per l’informazione del pubblico e la raccolta di osservazioni. Coinvolte diverse Università – consorziate e non – nella progettazione preliminare del Contratto stesso.

CONSORZIO TIBERINA – Agenzia di sviluppo per la valorizzazione integrale e coordinata del Bacino del Tevere - redazione@unpontesultevere.com

martedì 21 aprile 2015

"Lascia che la vita sia..." - No al Ttip



Con la Campagna Stop Ttip (www.stop-ttip-italia.net ) tenuta il 18
aprile 2015 è stato lanciato un messaggio chiaro di sfiducia al
Governo italiano, tra i più forti sostenitori del Ttip, e a Bruxelles
è stata inviata la richiesta netta di fermare al più presto un
negoziato tanto pericoloso.

Nella settimana dal 20 al 24 aprile a New York i negoziatori Ue e Usa
si incontrano per il nono ciclo di trattative, negli stessi giorni
in cui Obama dovrebbe capire se il Congresso gli concederà una corsia
preferenziale per trattare tutti gli accordi commerciali in solitaria
prima della scadenza del suo mandato, senza dover riferire e attendere
approvazione alle sue decisioni, proprio come la Commissione europea
ha ottenuto per sé fin dall’inizio.

Che questa accelerazione potrebbe essere potenzialmente distruttiva
per diritti e salvaguardie che le legislazioni nazionali promuovono a
tutela dei propri cittadini lo dimostra il fatto che 17 nuovi prodotti
alimentari Ogm per il consumo umano saranno autorizzati dalla
Commissione Europea entro la fine di maggio. Lo ha rivelato il
Guardian, con uno scoop che ha anticipato di una settimana l’annuncio
dell’esecutivo comunitario. Ad oggi, il Vecchio Continente importa
circa 58 prodotti geneticamente modificati, per la maggior parte mais,
cotone, soia e barbabietola da zucchero degli Stati Uniti. Dietro il
prossimo via libera ci sono proprio le multinazionali biotech
d’oltreoceano, che stanno premendo con forza per accelerare i
negoziati sul Ttip, l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa in
discussione dal 2013.

È facile intuire come, con le trattative sul trattato commerciale in
corso, la pressione del settore sia diventata sempre più forte e le
lobby lavorino ai fianchi i governi Usa e Ue per aprire il mercato
dell’Unione Europea alle importazioni di Ogm e accelerare le procedure
di autorizzazione. Secondo le nuove regole per l’importazione previste
dal Ttip, spiega il Guardian, i prodotti Ogm commercializzati in
futuro riceveranno automaticamente il timbro dell’Agenzia europea per
la sicurezza alimentare (Efsa). Gli Stati membri si troveranno a dover
valutare caso per caso ogni nuovo prodotto e non riusciranno a
vietarli tutti. Secondo la Commissione, infatti, l’opposizione di
alcuni Stati agli Ogm “di solito non si basa sulla scienza, ma su
considerazioni che riflettono il contesto sociale esistente nel
Paese”. Per questo, se l’Efsa ha classificato un prodotto come sicuro,
i governi non potranno utilizzare motivazioni di carattere ambientale
o sanitario per vietarlo sul proprio territorio. L’Efsa, per inciso,
non ha mai bloccato un’autorizzazione per gli Ogm.

Sarà forse per questa pressione crescente e palpabile che anche la
maggioranza del Parlamento Europeo, che nei mesi precedenti era sempre
stata abbastanza compatta alle spalle della Commissione nella difesa
del negoziato, cominci a sembrare meno omogenea di quello che
sembrava. La Commissione agricoltura (Agri), in cui l’ex ministro
italiano Paolo De Castro ha fatto di tutto perché emergessero i magici
benefici del Ttip sulla nostra economia, ha approvato invece con soli
9 voti di stacco (27/18) un parere che impegna la Commissione Ue a non
mettere a rischio il tessuto produttivo agroalimentare, tenendo al
centro la tutela delle misure sanitarie, fitosanitarie e delle
indicazioni geografiche con tale chiarezza che consenta al Parlamento
tempo sufficiente per discutere a fondo con cittadini e produttori,
soprattutto i più piccoli.

Si chiede, per di più, un impegno fermo al “rigido rispetto” degli
standard europei di sicurezza alimentare, della protezione dei
consumatori, della salute, dell’ambiente e degli animali, e di far sì
che non vengano danneggiati in futuro. A dimostrazione che nemmeno gli
eurodeputati della maggioranza son convinti che la linea della
Commissione sia abbastanza ferma su queste priorità.

La Commissione Ambiente (Envi) ha approvato, invece, a schiacciante
maggioranza (59/8) un parere nettamente contrario all’introduzione di
un meccanismo di protezione degli investitori extra giustizia
ordinaria (il famigerato ISDS); si chiede l’esclusione secca di alcuni
temi come il servizio sanitario

(Fonte: http://www.rassegna.it)

lunedì 20 aprile 2015

Marche, 31 maggio 2015 - Un voto per l'Agricoltura Contadina



Il 31 maggio 2015 si vota nelle Marche per il rinnovo del consiglio regionale e per l'elezione del Presidente (detto anche Governatore). Non sappiamo se il nuovo eletto sarà l'uscente presidente Spacca od il  candidato democratico Ceriscioli. Io personalmente mi auguro -chiunque egli sia- che possa avere la sensibilità e la lungimiranza di prendere in considerazione la nostra  proposta per l'agricoltura contadina che già inviai il 29 maggio 2011 a Paolo Petrini, assessore all'agricoltura, senza peraltro ricevere alcun riscontro...


Proposta per l’Agricoltura Contadina  (Testo menzionato)
Gentile assessore Paolo Petrini, l’epoca d’Internet aiuta a superare le difficoltà di contatto e facilita l’approccio con le Istituzioni. Questa possibilità che viene offerta ai cittadini di essere più vicini ai loro Amministratori mi spinge a raggiungerLa così, a mezzo Email, per prospettarLe un’iniziativa che potrebbe interessare codesto Assessorato.
Innanzi tutto mi presento, il mio nome è Paolo D’Arpini e da alcuni mesi ho trasferito la mia residenza in Provincia di Macerata, a Treia. Sono il presidente dell’Associazione Circolo Vegetariano VV.TT. che qui in Treia ha stabilito la nuova sede (in Via Sacchette, 15/a), inoltre sono il referente alle Pubbliche Relazioni della Rete Bioregionale Italiana.
Il 30 e 31 ottobre 2010, si è tenuto un convegno nazionale della Rete Bioregionale Italiana in quel di San Severino Marche (Macerata), durante l’incontro è stata discussa la proposta di Legge avanzata in parlamento per favorire l’Agricoltura Contadina (Il Testo segue in Link). Anche quest’anno, durante l’incontro nazionale, previsto in Emilia Romagna, verrà discussa ed illustrata tale proposta. Nel Lazio (regione di mia precedente residenza), in data 1 luglio 2010, ho inviato al Suo omologo, Dr.ssa Angela Birindelli, una richiesta di studio per l’eventuale trasposizione a livello regionale delle norme previste a livello nazionale, pur che la Proposta di Legge nazionale non ha ancora fatto sostanziali passi, non avendo trovato in ambito governativo adeguata attenzione, forse per motivi “politici” (e conseguentemente nemmeno a livello regionale).
Testo introduttivo.
“Appello per l’agricoltura contadina”
Considerando che non si può fare a meno della biodiversità, ovvero i sistemi naturali che sostengono la sopravvivenza di noi tutti. Osserviamo che anche qui nelle Marche avanza la desertificazione (non soltanto siccità bensì perdita dell’humus in seguito al dilavamento dei terreni di superficie), la deforestazione, l’utilizzo improprio dei terreni per produzione elettrica, l’impoverimento dei suoli dovuti a monoculture, la modifica dell’ambiente e, in generale, la dispersione del patrimonio biologico delle specie animali e vegetali, tutti aspetti che dederminano una perdita economica considerevole nell´economia regionale.
Sorge quindi la necessità di agevolare ed incentivare la lavorazione biologica ed estensiva dei piccoli appezzamenti, con sistemi naturali, quella che è stata definità da sempre “economia spicciola della realtà contadina”. L’agricoltura contadina é l’unica che può garantire il mantenimento della biodiversità nell’habitat e la produzione di cibo bioregionale idoneo alla dieta integrata degli abitanti della Regione Marche.
Purtroppo le pesanti norme burocratiche poste sull’agricoltura facilitano di fatto i grossi coltivatori ed allevatori, gli unici che possono soddisfare le spesso inique sanzioni e richieste di ottemperamento tecnico. Sempre più difficile é mantenersi vivi per quei piccoli produttori che, oltre al soddisfacimento delle proprie necessità familiari, dispongono di un leggero “surplus” da poter immettere in commercio. E non solo i contadini sono penalizzati ma pure i piccoli allevatori ed i raccoglitori di erbe spontanee.
A livello nazionale (dal 20 gennaio 2009) è partita ufficialmente una nuova campagna con 6000 firme raccolte per rendere possibile la rinascita della figura del contadino e della contadina. La decisione di promuovere questa campagna è stata presa collegialmente da varie associazioni, fra cui la Rete Bioregionale Italiana, con l’adesione del Circolo Vegetariano VV.TT., ed ora chiediamo che alla Regione Marche venga studiata una specifica Legge REGIONALE per facilitare lo sviluppo dell’agricoltura contadina.
Il testo della Proposta di Legge Nazionale è qui al Link:  http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2011/05/24/bioregionalismo_e_proposta_di.html
Mi chiedevo ora se Ella, avendo analizzato quanto qui espresso, non volesse prospettare ai suoi colleghi di Giunta ed al Presidente On. Gianmario Spacca (la cui Segreteria riceve copia di questa lettera), l’ipotesi di una regolamentazione o Legge Regionale sul tema proposto.
Faccio presente che su questo argomento è stata da noi organizzata il 7 maggio 2011, con il Patrocinio del Comune e della Proloco di Treia, una specifica tavola rotonda dal titolo: “Cure naturali, alimentazione bioregionale, agricoltura biologica, arte e spiritualità della natura”, nell’ambito delle celebrazioni del 27° anniversario del Circolo VegetarianoV.TT. (Festa dei Precursori).
Resto quindi in attesa di un Suo gradito cenno di riscontro e mi farà piacere visitarLa, all’occasione propizia, unitamente alla Dr.ssa Caterina Regazzi ed al Prof. Benito Castorina che sono i referenti tematici rispettivamente per: zootecnia e agricoltura biologica, della Rete Bioregionale Italiana.
Distinti saluti, Paolo D’Arpini
Addì,  29 maggio 2011
Via Mazzini, 27 – Treia (Macerata)
Tel. 0733/216293
Email: bioregionalismo.treia@gmail.com