giovedì 30 novembre 2023

Il "ponte" che non unisce...

 

...per non delegare all’opportunismo partitico la lotta No Ponte...


Il 2 dicembre 2023 migliaia di persone sfileranno in corteo a Messina per manifestare ancora una volta la propria opposizione nei confronti della costruzione del ponte sullo Stretto. 

Sarà, come sempre, un corteo gioioso e determinato, motivato dalla consapevolezza che anche il semplice riavvio dell’iter progettuale o dell’apertura dei primi cantieri rappresentino un pesante attacco contro un territorio già oggi fragile e un’offesa verso le popolazioni che soffrono per una molteplicità di bisogni inevasi. 

Sarà un corteo che si aggiungerà ai tanti che hanno già attraversato i nostri territori e che precederà quelli che si organizzeranno in futuro.

Movimento No Ponte Messina 




Appello completo:   https://www.pressenza.com/it/2023/11/cavernicoli-a-spasso-per-non-delegare-allopportunismo-partitico-la-lotta-no-ponte/

mercoledì 29 novembre 2023

5 dicembre 2023 - Incontro virtuale sulla proibizione delle armi nucleari



Discutiamo in questo incontro online del 5 dicembre 2023  sulle risultanze del 2° Meeting degli Stati Parte al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) – il Trattato entrato in vigore il 22 gennaio 2021, che, per la prima volta nella storia, ha stabilito l'illegalità giuridica di tali mostruosi ordigni.

A New York, per i Disarmisti esigenti e altre organizzazioni, è stato presente, al Palazzo di Vetro, dal 26 novembre al 1 dicembre, Sandrino Ciani, di Mondo senza guerre e senza violenza, portatore, tra l'altro, di un nostro working paper ufficiale focalizzato su due punti: 1) la centralità del rischio nucleare rispetto alle argomentazioni giuridiche sul diritto umanitario; 2) la necessità di coordinarsi tra Campagna ICAN e Campagna No First use, con il nesso fissato nel testo stesso del Trattato. Sandrino tiene un diario pubblicato su PRESSENZA e parteciperà alla nostra discussione.

La tendenza odierna è purtroppo verso una nuova corsa gli armamenti anche nucleari. Si scatenano guerre in cui aumenta il rischio che le armi nucleari vengano usate di nuovo, in modo intenzionale o accidentale. In questo quadro il TPNW ed una strategia per raggiungere la completa eliminazione di queste armi diventano più che mai vitali. L’attuale contesto internazionale richiede uno sforzo di diplomazia popolare dal basso, con capacità di creare contraddizioni e percorsi parziali con gli Stati nucleari, per invertire la tendenza verso questa corsa agli armamenti e alla guerra mondiale rafforzando il tabù contro il possesso stesso dell’arma nucleare.

Alfonso Navarra - Disarmisti Esigenti





Entra Zoom Riunione dalle 18:00 alle 20:00
ID riunione: 819 4758 76871

martedì 28 novembre 2023

Emissioni climalteranti prodotte dal trasporto aereo...

All'attenzione dei Rappresentanti dei Governi che partecipano alla conferenza di Dubai sui cambiamenti climatici - UNFCCC COP 28 (30 novembre al 12 dicembre 2023)


L’obiettivo principale dell’ISDE Italia è quello di occuparsi della tutela dell’ambiente, sia a livello locale che globale, per prevenire e contrastare così le malattie e favorire, in un ambiente sano, condizioni di vita dignitosa e di salute per tutti.

E’ ormai evidente a tutti quanto inquinamento ambientale e l’emergenza climatica stiano portando il pianeta, la specie umana e tutte le altre specie viventi ad un punto di non ritorno. Si deve agire subito e su più fronti, come ci invita a fare la comunità scientifica internazionale, l’ONU nella persona del suo segretario generale António Guterres e anche la recente esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco.

Quindi dobbiamo intervenire bene e senza più colpevoli ritardi contrastando la perdita di biodiversità, l’alterazione degli habitat, e i cambiamenti climatici, attraverso processi produttivi industriali ed agricoli basati sull’economia circolare, con il ricorso a fonti energetiche veramente rinnovabili, un nuovo tipo di mobilità e più sani stili di vita individuali e collettivi. Preservare l’ambiente e contrastare le pandemie, come la recente da SARS-CoV-2 (Covid-19), passa anche nella incessante ricerca della pace attraverso le vie diplomatiche.

Tutte le guerre, come anche la guerra in Ucraina e il sanguinoso scontro in Medio - Oriente, hanno un pesantissimo impatto oltre che per la perdita di vite umane anche in termini di devastazione ambientale e di inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli.

Ed è da tenere  presente inoltre che il settore bellico mondiale contribuisce notevolmente ai cambiamenti climatici per l’utilizzo di combustibili fossili per le navi, gli aerei, i mezzi corazzati e lo spostamento di truppe e la produzione di bombe, razzi e munizioni.

Vogliamo richiamare qui la vostra attenzione in particolare sul trasporto aereo che per le sue emissioni nocive contribuisce in modo rilevante all’inquinamento ambientale e ai cambiamenti climatici e danneggia la salute delle persone.

Proprio per questa consapevolezza, più di quindici anni fa, abbiamo costituito un gruppo di studio specifico sul tema: "Il trasporto aereo come fattore di inquinamento ambientale e rischio per la salute", coordinato dalla dott.ssa Antonella Litta.

Il traffico aereo è infatti una rilevante fonte di emissioni di polveri (particolato-PM) e gas nocivi ad effetto serra e contribuisce fortemente non solo al cambiamento climatico e all'inquinamento atmosferico, ma anche all'inquinamento acustico ed elettromagnetico, come dimostrato da un sempre più vasto numero di articoli e ricerche scientifiche.

Negli ultimi decenni, il traffico aereo ha registrato una fase di crescita pressoché costante- fatta eccezione per i periodi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid19-  soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche “mordi e fuggi” determinando così un incremento importante del suo impatto negativo sull’ambiente, soprattutto in termini di inquinamento atmosferico, acustico e importante contributo ai cambiamenti climatici.

Nel 2022, il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC ha rilevato che sono necessarie riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento a 1,5 °C e che il settore dell’aviazione è ancora ben lontano da provvedimenti utili ad ottenere questo contenimento.

Secondo il Report  European Aviation Environmental 2022

(https://www.easa.europa.eu/eco/eaer/downloads#download-summary-2022)

le emissioni di inquinanti atmosferici prodotte dal settore dell’aviazione sono aumentate nell’Unione Europea. In particolare le emissioni di CO2 di tutti i voli in partenza dagli aeroporti EU27+EFTA hanno raggiunto i 147 milioni di tonnellate nel 2019, con un aumento del 34% rispetto al 2005.

Sempre secondo questo Report il numero di voli dagli aeroporti EU27+EFTA è cresciuto del 15% tra il 2005 e il 2019 fino a raggiungere i 9,3 milioni, mentre i passeggeri-chilometri sono quasi raddoppiati (+90%). Tuttavia, i voli sono diminuiti a soli 5,1 milioni nel 2021 a causa della pandemia COVID-19.

Il 29 ottobre 2016 ISDE Italia ha promosso a Firenze la I Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo. 

Il convegno ha voluto illustrare e proporre alla attenzione dell’opinione pubblica quanto dimostrato ormai da decenni di ricerca scientifica ovvero che il trasporto aereo contribuisce in modo rilevante ai cambiamenti climatici e che le strutture aeroportuali con le connesse attività sono fonti consistenti di inquinamento ambientale e rappresentano un rischio concreto per le popolazioni residenti in prossimità degli aeroporti e per gli stessi lavoratori di questo settore.

Anche Papa Francesco, nel suo discorso ai partecipanti all'incontro su "Economia di comunione" del 4 febbraio 2017, ha sottolineato come: "Gli aerei inquinano l'atmosfera ma, con una piccola parte del costo del biglietto, pianteranno alberi per compensare parte del danno creato”.

Purtroppo sia dal protocollo di Kyoto e finora anche dalle più recenti conferenze internazionali sul clima (Parigi COP 2015, Marrakech COP 2016 e Katowize COP 2018, Madrid COP 2019, Glasgow 2021, Sharm El Sheick 22), non è venuta alcuna disposizione e indicazione concreta e vincolante circa l’urgente necessità di ridurre il trasporto aereo e questo rende più difficile il raggiungimento dell'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale media entro i 2 ° C, rispetto ai livelli di temperatura globale del periodo preindustriale.

Da segnalare inoltre che i piani di miglioramento della qualità dell'aria predisposti nelle principali città in Europa, USA e Asia, non inseriscono ancora la riduzione e la razionalizzazione del traffico aereo tra le misure per contrastare l’inquinamento dell’aria e i cambiamenti climatici.

Per quanto sopra esposto, riteniamo che i Paesi che partecipano alla prossima conferenza sui cambiamenti climatici dovrebbero predisporre programmi nazionali e internazionali di riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo, al fine di contrastare concretamente i cambiamenti climatici e limitare il rischio sanitario per le comunità esposte.

Per queste importanti ed obiettive ragioni inviamo in allegato alcuni contributi scientifici su questo argomento.

L'articolo "Trasporto aereo e clima", in particolare, fornisce un quadro dettagliato dei problemi ascrivibili al trasporto aereo in Italia.

Inoltre segnaliamo la recente pubblicazione “Pulire l’aria. La vergogna di volare”, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2020 ed alleghiamo anche una rilevante bibliografia internazionale su questo argomento.

ISDE Italia auspica vivamente che la prossima Conferenza sui cambiamenti climatici (UNFCCC COP 28) che si svolge a Dubai porti a decisioni concrete che vincolino tutti i Paesi partecipanti a ridurre le emissioni prodotte dal trasporto aereo che tanto impatto negativo hanno su clima, ambiente e salute.

Grazie per l’attenzione,                                              

Dr. Roberto Romizi













Presidente dell'Associazione Medici per l'Ambiente


La forza egogravitazionale spegne le luci...

 



Cultura della competizione, ricchezza materiale, culto dell’apparire, liquefazione valoriale, identitaria e delle tradizioni, mito della tecnologia, materialismo, individualismo, sono gli ingredienti principali della ricetta alchemica che impedisce l’avvento del potere luminoso degli uomini e mantiene la pece nera dell’inferno in terra.

Chi ha doti le esprime. Chi ha la forza, bisogni e circostanza permettendo, la usa. E così accade per i poteri, quello della grazia incluso. Chi si mantiene sottomesso favorisce chi lo sottomette. Chi non sa esprimere la propria condizione tace o aggiunge frustrazione per il senso di inadeguatezza che vive.

Chi non sa esprimere il proprio sentimento e stato intimo si riempie di tensioni. Queste possono essere sfogate o trattenute in funzione della loro pressione e del gradiente di super-ego disponibile. Forti pressioni possono restare inibite fino a castrarne l’esplosione, e pressioni meno intense possono scoppiare violentemente quando nessun valore morale le contiene più o quando non possono più contenerle.

Come ogni altra condizione umana, la cosiddetta pazzia corrisponde a un’emozione, cioè a una capsula, che ci contiene, che ci impone pensieri, concezioni, realizzazioni. Ogni emozione è figurabile come un campo chiuso in cui ci muoviamo, scegliamo e giudichiamo secondo norme autoreferenziali alle quali pretendiamo, spesso inconsapevolmente, che gli altri si adeguino. Tanto più l’emozione è intensa, tanto più la capsula assume le sembianze di una gabbia in cui la forza egogravitazionale spegne le luci che permettevano relazioni equilibrate, l’empatia, l’accettazione della realtà, il rispetto dell’altro, la reciprocità di azione, pensieri, sentimenti e di dignità.

Cadere nel buco nero di simili emozioni tende ad essere più o meno possibile in funzione dell’equilibrio della persona. Tanto più un individuo è compiuto, tanto più basso sarà il rischio di gravi inciampi. Viceversa, un essere umano inconsapevole delle proprie caratteristiche, debolezze e forze, tende a essere più esposto ad inconvenienti esistenziali. A essere facile preda del tiranno emozionale. E a pensare e muoversi secondo il volere di quest’ultimo con il quale è identificato e che crede essere se stesso.

Una cultura fondata sulla competizione, che fa della ricchezza materiale il suo scopo, mescolata ai modelli dell’apparire e ai valori individualistici che esprime, non ha in sé il necessario, né l’interesse teorico a alimentare e proteggere valori tradizionali, a pensare politiche destinate a formare uomini compiuti e quindi relative società.

La scuola, bene che vada, aveva potuto spargere il seme e trasmettere il valore del senso critico. Ma era bastato il “sei politico” per iniziarne la demolizione, che ha poi trascinato con sé una serie di altri cambiamenti che sono convogliati nel grande mare della società liquida. Un bacino oceanico in cui si è politicamente voluto affogare il valore delle tradizioni, dei ruoli, dei sessi, della famiglia, della madre e del padre. È il grande oceano del progressismo (lo stesso in cui galleggia, in balia di burrasche soffiate da lontano, anche il relitto del conservatorismo).

Lo spessore di mota rimasto sulle rive è una poltiglia di valori vagolanti, in cui le identità hanno improbabilità a radicarsi. In cui l’educazione alla consapevolezza delle emozioni, dei sentimenti, del nostro sé e della via per coltivare l’invulnerabilità sono stati spinti in profondità, affinché la digitalizzazione, il mito della tecnologia e l’individualismo potessero avere una base su cui erigere i propri ponti dorati per non insozzarsi.

Chi è più debole, come in ogni buon totalitarismo è ipocritamente protetto, ma sostanzialmente condannato. La morale bigotta è un pesce vorace che nuota in grandi branchi in quell’oceano, in cui non in un solo atollo si coltiva il frutto della conoscenza, il solo in grado di mostrarci come emanciparci dalle dipendenze, di dirci quanto queste ci segnalino a che punto sia la nostra evoluzione, ci informino che l’orgoglio ha un lato b di cui nessuno ci aveva detto nulla. Quello capace di trascinarci in basso, dove le avversità e le vulnerabilità ci divorano l’energia e la creatività, ci spingono le malattie e gli incidenti e ci tengono a distanza dalla consapevolezza e che solo nell’assunzione di responsabilità di tutto, abbiamo la chiave per uscire dalla gabbia delle emozioni.

Ma era già stato detto da Sigmund (1). Avere contezza del principio di realtà e di piacere è necessario all’uomo compiuto. E anche il suo cugino Zygmunt (2), ci ha poi avvertiti su quanto questo uomo non possa più avere di che costituirsi.

Lorenzo Merlo


Note
1 – Freud
2 - Bauman