domenica 31 agosto 2014

Corpo Forestale dello Stato in via di liquidazione



In clima di Spending review il Governo sta andando giù con la mannaia, cancellando ciò che è utile al Paese e, nel nostro caso all'ambiente, e lasciando invece vergogne come i super stipendi di VIP e manager della politica: dal Parlamento alle Regioni, dai Magistrati ai Direttori generali, ecc. - Questa volta la mannaia si sta per abbattere sul C.F.S. Per questo motivo abbiamo aderito alla campagna "Salviamo la Forestale" lanciata dagli amici forestali di Torino:

"Come probabilmente sapete Matteo Renzi ha presentato un Disegno di Legge (Atto Senato 1577) che prevede lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato e 'accorpamento presso altra Forza di Polizia (probabilmente la Polizia di Stato). Noi crediamo che tale accorpamento sia deleterio in quanto non saranno garantite le attuali attività che svolge il C F S in materia ambientale, agroalimentare e di tutela degli animali, nonché l'attuale copertura territoriale (infatti la Forestale è dislocata in maniera capillare sul territorio e la Polizia fondamentalmente solo nei grossi centri urbani)."
Raffaele 

sabato 30 agosto 2014

Morrona di Terricciola (Pisa) - Corso di tintura naturale con Emilio Ortu Lieto




Conosceremo le erbe tintorie della flora mediterranea. Si potrà imparare a tingere con alcune delle piante tradizionalmente utilizzate per la tintura della lana, della seta e del lino. 

Si realizzerà, da portare a casa, una piccola cartella con schede dei campioni di filati tinti con le erbe utilizzate durante il laboratorio tintura decotto Utilizzeremo timbri e sistemi di tintura antica, tecnica rinascimentale indiana di tintura e stampa insieme e si parlerà di varianti e curiosità transculturali in Asia e Africa. 

Programma

- Conoscenza e socializzazione del gruppo e presentazione del laboratorio

- Riconoscimento delle piante tintorie

- Introduzione teorica alla tintura con le erbe

- Preparazione delle piante ed erbe per il decotto

- Tintura

- Pranzo vegetariano

- Tintura e compilazione schede riassuntive 

- Varianti e tecniche indiane, asiatiche ed africane


Maestro Tintore: Emilio Ortu Lieto - Laureato in Psicologia di comunità ed in Scenografia e Costume all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Oltre ad un lavoro ventennale di scenografo e costumista teatrale, con registi, costumisti, coreografi, scenografi di fama nazionale ed internazionale, ha offerto il suo contributo come coordinatore di laboratori di tinture e di elaborazione e sperimentazione nel costume teatrale, in sartorie private e teatri lirici e in produzione cinematografica.

Ha insegnato in varie scuole di teatro, in corsi di formazione professionale, fra cui quelli dell'ASC (associazione scenografi e costumisti italiani), all'Università, etc. Ha ideato e allestito varie mostre di costume teatrale e cinematografico, per le quali ha vinto alcuni premi.

Ha studiato tinture naturali e tecniche di stampa in Gujarat (India), Marocco e Sardegna.

Informazioni ed iscrizioni
Gianna 349 4248355

giovedì 28 agosto 2014

Grottammare, i cani, i vermi, le bufale



Grottammare - Stagione da cani....

      Stagione piovosa, questa estate ormai declinante: piovono bombe
d’acqua sul pianeta, e a Grottammare - più modeste ma notevolmente più
divertenti - piovono balle istituzional-giornalistiche.

      Metà giugno: TUTTI i quotidiani locali pubblicano (caratteri a
scatola e a più riprese perché non si sa mai e poi repetita iuvant)
una mega velina (oggi retrocessa nel silenzio totale a mega bufala) di
una costituenda “Dog Beach” sulla spiaggia grottammarese a sud della
foce di Tesino.

Monumento all’autoproclamato e mai dimostrato petfriendlysmo comunale
e ad un’Associazione quarantatreesimaparallela che dopo essersi
variamente autocelebrata e perfino autocitata con la creazione di una
torta (non in faccia, ahimè, ma regolarmente venduta nei bar della
zona) promuove la propria apoteosi passando per spiaggia: una
“spiaggia per cani”. Così, ecco sulla stampa ubbidiente l’annuncio
urbi et orbi: lenzuolata di nomi dei cavalieri che fecero l’impresa
(il sindaco, l’architetta ics, l’ingegnere ipsilon, l’assessore zeta,
lo scultore iota, i prodi membri dell’associazione); c’è financo il
rendering: recinto con cancello modello Auschwitz e rete per separare
i cani buoni dai cattivi, e siepi e docce e ombrelloni e sdraio per i
fortunati proprietari dei fortunatissimi dogs. E poi il vero must, la
statuona di cane in travertino alta due metri (sic). Inizio dei lavori
“metà prossima settimana”, inaugurazione “a metà luglio”. Certo
certissimo, praticamente già fatto. Invece…

Fine agosto e fine estate. Ecco nella foto la suggestiva spiaggia per
cani. Vi si possono ammirare gli ameni spazi, le docce, gli
ombrelloni, il verde diffuso e la canina statuona di due metri.

I cani e i loro amici bipedi spellicciati ringraziano.


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      Si capisce, per carità, mille giusti motivi possono aver
impedito la realizzazione di sì nobile impresa (se ne faranno una
ragione, i dogs, lieti che siano stati loro risparmiati il ghetto e la
statuona di due metri!). Ma dalla stampa e dal Comune non una
spiegazione, o chessò… delle scuse con evidenza pari
all’annuncio-bufala, né al popolo bue né ai numerosi siti nazionali -
animalisti e non - che in buona fede ospitarono e diffusero la
novella.

      Niente di nuovo sotto il 43° parallelo, la sindrome da
autoincensamento compulsivo ha semplicemente colpito ancora, e il
decorso è noto: si spara la non-notiziona/velinona col titolone,
rifulgono i nomi con annesse aureole, si accattano notorietà
visibilità e consensi. Se tutto finisce in mega bufala e la spiaggia
per cani è solo una desolata pietraia di cartelli storti e vermifughi,
pazienza, è la Perla dell’Adriatico, bellezza!

      Purtroppo nessuno che fiati mai, neanche per seppellir di risate
‘sta gente. E dire che specie in estate qua da noi la propensione
giornalistico-istituzionale alle bufale cresce proporzionalmente al
caldo (complice il solleone che come si sa picchia in testa) fino a
sortire esiti di assoluta ilarità degni di un festival del comico o di
un cabaretamoremio.

Si arriva al punto - è solo il caso più recente - che nel reciproco
scopiazzarsi tra giornali-colleghi, un noto quotidiano locale che non
sa leggere né copiare, riprendendo dagli altri la descrizione di un
“Pinocchio in bicicletta”, creativa installazione del club velico
“Amici del mare” (assemblata coi materiali più disparati e dalla più
disparata provenienza, correttamente definita dagli altri
“installazione idraulica rotante nei quattro metri (quadri) di
sabbia”) scrive di una - teniamoci forte - “scultura di sabbia alta
quattro metri” (e ci mette pure la foto!).

Ah se una risata finalmente vi seppellisse!

Sara Di Giuseppe

faxivostri.wordpress.com

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mercoledì 27 agosto 2014

Treia - Libri, giochi e buoi dei paesi tuoi....



Qualche giorno fa ritornando da una passeggiata nella Piazza di Treia mi sono accorta con orrore che qualcuno aveva strusciato la mia auto in un parafango posteriore. Fortunatamente il responsabile era stato corretto e mi aveva lasciato sul parabrezza il suo biglietto da visita. Sta di casa qui vicino, così ci siamo incontrati e mi ha accompagnato da un carrozzaio per la riparazione. Stamattina, 27 agosto 2014, quindi, con Paolo ci siamo recati all'officina passando davanti ad un piccolo allevamento di bovini, che tanto scalpore ha suscitato anche sulla stampa locale, in quanto, essendo vicino al centro abitato, causerebbe disturbo al vicinato. 

Dato che questa è anche la mia materia di lavoro, essendo veterinaria di una USL,  sono voluta andare a rendermi conto della situazione. C'è da dire che siamo in estate e quindi il terreno è bello asciutto, mentre le lamentele denunciavano lo scorrimento di acqua e liquame sulla sede stradale sottostante. In quel momento il terreno appariva pulito, non c'erano particolari odori sgradevoli e, quel che è più importante dal mio punto di vista, gli animali apparivano ben tenuti ed in ottimo stato di nutrizione e liberi di muoversi a piacimento in un ambiente per loro idoneo. 


Era presente al momento anche il proprietario che stava dando da mangiare agli animali dell'erba fresca, cosa rara ormai dalle mie parti. Abbiamo anche parlato con lui che ci ha riferito che il servizio veterinario non ha sollevato questioni. 
(Questa storia mi ha ricordato un po' la vicenda delle nostre due galline nel nostro orto di Treia: 
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/02/caterina-regazzi-la-storia-di-cicci-e.html). 

La vicinanza alla scuola elementare poi mi pare un fatto positivo. Invece di vedere solo le carni in forma di bistecche e di arrosti nelle vaschette delle macellerie e dei supermercati, i bambini dovrebbero vedere più spesso gli animali vivi: chissà che non si sviluppi in loro una forma di amore compassionevole che li porti ad essere consumatori più consapevoli di questo cibo così abusato....


Ci siamo accorti della presenza lì nei pressi di un campo di tamburello... non abbiamo capito però se sia in uso o meno, ci sono parecchie erbacce, forse viene utilizzato poco. Abbiamo anche ripensato al vecchio campo di bocce sotto le mura di Treia, abbandonato completamente ed al vicino campo da tennis e calcetto, anche quello per niente o poco usato. Peccato che ormai solo il calcio attiri i giovani, per fortuna che qui a Treia si porta avanti almeno la tradizione del gioco del pallone col bracciale!


Giunti alla carrozzeria dove abbiamo lasciato l'automobile, dietro alla zona artigianale di Fontevannazza, abbiamo potuto ammirare inaspettatamente lo splendido paesaggio delle colline marchigiane, in parte verdi, in parte marroni (c'era in corso l'aratura), sotto ad un cielo di un azzurro intenso movimentato qua e là da alcune candide nuvolette. Cosa si può volere di più dalla vita? Treia è un luogo in cui si conserva una tradizione rurale e dove ci sarebbe spazio per un artigianato a misura d'uomo. 


Forse per mantenere la cultura locale sarebbe carino sorgesse una biblioteca libreria dove conservare la memoria delle tradizioni, utili al giorno d'oggi per nuovi sviluppi lavorativi.....


E di questi temi si sta occupando anche la nostra associazione Circolo Vegetariano VV.TT.

Caterina Regazzi



Servizio fotografico dell'autrice:














martedì 26 agosto 2014

Le motivazioni delle mutazioni climatiche


Dipinto di Franco Farina

...più volte abbiamo parlato del clima che sta cambiando sul nostro pianeta a partire in particolare dagli anni '80. Ne abbiamo parlato anche in termini scientifici, ma settorialmente, preoccupati soprattutto di quello che accadeva e accade sul bacino del nostro Mediterraneo. Abbiamo sempre indicato che la causa scatenante di tutto ciò è il riscaldamento globale del nostro pianeta; riscaldamento attribuibile anche all'attività umana. In questo servizio intendiamo affrontare il tema su una scala geografica più vasta, nel senso di guardare oltre il nostro Mediterraneo, in aree del pianeta lontanissime da noi, ma che comunque riescono ad influenzarci direttamente. Tutto questo sempre finalizzato a capire meglio cosa sta accadendo al clima del nostro vecchio continente.

Consideriamo gli elementi alla base di questo rapido cambiamento del clima sul pianeta. In primis, ovviamente, è il riscaldamento globale, causato in gran parte anche dalle attività umane ( disboscamenti, immissione nell'atmosfera di gas serra derivanti da attività antropiche, espansione incontrollabile delle città che producono "isole di calore", ecc.) e poi anche dall'attività dei vulcani terrestri e dall'aumento dell'energia elettromagnetica del Sole.

Fatta questa premessa, vediamo ora gli altri elementi che stanno da qualche anno interessando l'Europa. Prima di tutto dobbiamo constatare che lo storico e amato Anticiclone delle Azzorre, definito dai climatologi " figura barica termoregolatrice", ormai ci ha abbandonati. A partire dagli anni '90 questa alta pressione oceanica ha iniziato a dare segni di "fuga" dal nostro Mediterraneo, inizialmente limitandosi a ritardare la sua presenza di qualche giorno o settimana, oppure uscendo dal mare nostrum prima del dovuto. Fatti che comunque non creavano eccessive preoccupazioni, poi, invece, 6 o 7 anni fa ha iniziato a prediligere al posto del Mediterraneo i mari freddi della Groenlandia e dell'Islanda. Quindi nel sud dell'Europa, soprattutto quest'anno, è venuta a mancare la funzione dell'Anticiclone delle Azzorre come cuscinetto fra masse d’aria con caratteristiche molto diverse, in primis temperatura e umidità. Nel passato grazie a questo cuscinetto protettivo le infernali temperature africane restavano relegate nel Sahara e le correnti fredde artiche restavano a girare intorno al polo nord senza scendere oltre. Questo non esiste più, pertanto il futuro delle nostre stagioni sarà sempre all'insegna dell'incognita. Potrà capitare in futuro, come già è capitato, vedi il 2003, che l'inferno africano, non più bloccato dal baluardo dell'Alta pressione delle Azzorre si spinga fino a Londra, oppure, come è capitato in questa estate, le correnti fresche ed umide dell'Atlantico possano accanirsi senza tregua sulla zona nord del bacino del Mediterraneo, portando in piena estate temperature autunnali, nonché piogge catastrofiche e allagamenti. La nuova collocazione di questa alta pressione atlantica, che quest'anno si è spinta fino a lambire la coste della Scandinavia, ha fatto sì da attirare aria calda dall'Atlantico meridionale per depositarla sulle terre dei Vichinghi. Ecco perché quando a Roma a fine luglio si registravano temperature intorno ai + 28° C a Stoccolma, alla stessa ora, si registravano + 32°C.

Queste alte temperature spinte fino al Polo Nord, non hanno fatto altro che accelerare la fusione dei ghiacci artici e quelli della Groenlandia. L'apporto di acqua dolce fredda su quella più calda e salata della Corrente del Golfo sta producendo un vistoso arretramento di questo importante nastro trasportatore oceanico. Importante perché fino ad oggi ha reso vivibili terre come l'Irlanda, La Scozia, la Scandinavia e parte comunque dell'Europa del Nord, altrimenti condannate al grande gelo come accade al nord del Canada e in Alaska poste quasi alla stessa latitudine.

Questo arretramento, iniziato da qualche anno, ha già dimostrato cosa vogliono dire fenomeni meteo estremi. Ricordiamo i problemi meteo/climatici del recente inverno quando le coste occidentali dell'isola Britannica furono flagellate da continue tempeste oceaniche e l'entroterra da impressionanti allagamenti. Ebbene quanto accaduto di recente in Inghilterra e nell'Europa del nord, per i climatologi, in futuro potrebbe non essere più un fenomeno episodico, ma un fatto di routine stagionale.

Fin qui siamo certi che i nostri lettori queste cose in parte le conoscono. Ma oltre all'Anticiclone delle Azzorre e alla Corrente del Golfo ora dobbiamo aggiungerne altri elementi, non meno importanti ma poco conosciuti dai non addetti ai lavori. Sono comunque elementi importanti per comprendere meglio quanto sta accadendo al clima del pianeta e in particolare della nostra Europa.

Va detto subito che il sistema atmosferico è molto complesso, pieno di variabili e di sottovariabili, al punto che la meteorologia non può ancora definirsi scienza esatta. Ecco perché le previsioni del tempo sono in parte attendibili entro i primi 3 giorni, un pò meno a lungo termine. Quindi non sappiamo ancora come reagirà il sistema atmosfera all'aumento della temperatura che dal 1900 ad oggi è aumentata di 1 grado. Al momento questo riscaldamento di un solo grado sta portando forti squilibri nella complessa macchina climatica del pianeta, in particolare nelle aree dell'emisfero settentrionale. Gli scienziati danno ormai per assodato che il riscaldamento dell’Artico ha come prima ripercussione un notevole rallentamento del flusso zonale delle sue correnti che, lasciando i tradizionali corridoi di circolazione polare, finiscono per scendere alle latitudini più basse, modificando così gli andamenti meteo/climatici del continente americano ed euroasiatico. L’aria fredda, trasportata dal getto polare, può scivolare dalle latitudini sub-polari fino all’area del Mediterraneo. Questo sfasamento meteo/climatico, sempre più frequente negli ultimi anni, è indotto da una circolazione più meridiana, prodotta dal rallentamento del “getto polare”(1) lungo le medie e alte latitudini dell’Atlantico settentrionale, durante la stagione estiva. Si è notato che le correnti aeree che caratterizzano il getto polare, posizionate principalmente nell’alta troposfera, a quote superiori ai 9000 metri, vengono direttamente interessate dal sensibile rialzo delle temperature dell’atmosfera, soprattutto nell'area artica. Il brusco innalzamento delle temperature nella regione artica sta comportando non solo uno stravolgimento delle masse atmosferiche, ma anche una fusione anticipata del ghiaccio marino della banchisa, tanto da aprire vasti tratti di acque libere dai ghiacci. Il rapido scioglimento e l’arretramento dei ghiacci marini del Polo Nord, è la concausa del clima che cambia in tutta l'Europa e in parte nel nord America.

Ora parliamo del NAO, definito dai climatologi, "il cugino" atlantico del El-Niño (2). Il NAO ( North Atlantic Oscillation) ha un meccanismo che lo genera e lo regola più complesso del El-Niño del Pacifico, tant'è che gli scienziati non hanno ancora capito a fondo tutta la sua struttura e dinamica evolutiva. Tutto nasce comunque a partire dalle alte pressioni atmosferiche presenti sulle Bermuda e sulle Azzorre e dalla depressione islandese. L'interazione tra questi diversi sistemi di pressione determina il flusso dei venti occidentali, che per la legge di Coriolis (3), da ovest si dirigono ad est investendo con le loro perturbazioni l'Europa. Nel passato, parliamo di appena 30 anni fa, il flusso di correnti umide e temperate giungeva in Spagna e in Portogallo spingendosi fino al Mediterraneo. Questo flusso nel periodo estivo trovava nel Mediterraneo l'Anticiclone delle Azzorre che smorzava in parte la sua energia. Nello stesso tempo l'Europa centro-settentrionale si trovava più esposta alle correnti fredde provenienti da Nord - Est, regalando così in queste aree estati fresche e gradevoli. Questa situazione ora si è ribalta: le correnti fresche ed umide atlantiche, "grazie" anche alla nuova collocazione dell'Alta Pressione delle Azzorre, si sono attestate su un nuovo percorso che, come abbiamo visto quest'anno, predilige l'Europa centro- settentrionale e solo in parte quella meridionale, nel nostro caso vediamo cosa sta accadendo in questa strana estate sulle regioni settentrionali dell'Italia.

Ora, a conferma della complessità del sistema climatico del pianeta, alcuni scienziati in un recentissimo studio collegano le oscillazioni da raffreddamento e riscaldamento dell'Atlantico settentrionale alle calde acque dell'Oceano Indiano trasportate dalla corrente di Agulhas, dopo aver doppiato l'Africa, fino all'Oceano Atlantico. L'Oceano Indiano negli ultimi dieci anni si è riscaldato più di tutti gli altri oceani della Terra e questo ha potenziato le sue correnti calde con acque altamente saline, tra questa la corrente di Agulhas. Quest'ultima pare abbia determinato una serie di scambi di energia termica non solo con le acque più fredde dell'Atlantico, ma anche con l'atmosfera al punto d'interferire con le aree oceaniche più a nord del pianeta, aumentando così la potenzialità del NAO.

In questi anni meteorologi, climatologi, oceanografi ed altri scienziati si stanno arrovellando i cervelli nel tentativo di trovare ulteriori cause a questo evidente squilibrio climatico globale. Ulteriori tesi e studi si accavallano anno dopo anno, ma noi ci fermiamoci qui, perché quello che abbiamo esposto in questo servizio è qualcosa di accertato scientificamente, tutto il resto è ancora nelle supposizioni. Quello che però ci deve far riflettere, dopo esser passati dalla rapida fusione dei ghiacci artici fino all'estate che non c'è stata in Europa, che tutto questo preoccupante squilibrio climatico, che anno dopo anno peggiora sempre di più, è causato soltanto all'aumento medio della temperatura terrestre di 1 grado... cosà accadrà, dobbiamo chiedercelo seriamente, quando supereremo i 2 e poi i 3 e i 4 gradi centigradi?


Gabriele La Malfa



Note

(1) Getto Polare = Corrente atmosferica spazialmente concentrata e di forte intensità che si forma nella parte superiore della troposfera, nella zona di confluenza di masse d’aria con caratteristiche termiche diverse. Il movimento delle correnti a getto è legato al movimento delle onde di pressione o di Rossby in cui sono immerse. Queste ultime hanno una progressione verso ovest rispetto al flusso occidentale dei venti (alle medie latitudini) e dunque si spostano verso est ma a velocità inferiore rispetto ai venti che le alimentano. In queste situazioni venti favorevoli o contrari di intensità possono raggiungere e in alcuni casi superare ì 150 km/h .. Le correnti a getto sono classificate come getto polare e getto subtropicale. Il getto polare si genera alla confluenza della cella polare e della cella di Ferrel, intorno ai 250 hPa di pressione (7÷10 km di quota) in corrispondenza di forti gradienti termici in tutta la massa d’aria sottostante e forti variazioni di quota della tropopausa (tropopause breaking). Il getto subtropicale si forma a latitudini più basse (intorno ai 30°N) alla confluenza della cella di Ferrel con quella di Hadley, ad altitudini comprese tra 10 e 16 km. Le correnti a getto nell'emisfero settentrionale è un componente fondamentale nella formazione dei sistemi convettivi a mesoscala (i quali possono dare luogo alla formazione di tornado) che investono soprattutto le regioni del continente nord americano.

(2) El-Niño = consiste in un fenomeno climatico ciclico frutto dell'interazione accoppiata fra oceano e atmosfera. Si manifesta a causa del surriscaldamento delle acque superficiali oceaniche del Pacifico orientale che, attraverso l'aumentata convezione, modificano a loro volta la circolazione equatoriale dei venti e con essa la distribuzione delle precipitazioni, regolando l'alternanza di periodi di siccità e di maggiore piovosità lungo tutto il Pacifico Equatoriale. Per definizione si è in presenza di El-Niño quando la superficie della parte centrale dell'Oceano Pacifico manifesta un incremento della temperatura di almeno 0,5 °C per un periodo di tempo non inferiore ai 5 mesi. Se invece la temperatura è inferiore alla media stagionale di almeno 0,5 °C nello lo stesso periodo si è in presenza della fase opposta detta Niña. Queste oscillazioni sono periodiche, ma non perfettamente regolari ovvero con periodo variabile dai due ai sette anni e intensità anch'essa variabile. L'intensità massima di oscillazione di temperatura in genere raggiunta è dell'ordine di 3-4 gradi.

(3)Coriolis (Gaspard- Gustave de Coriolis) = è il fisico parigino che verso nel 1800 comprese che a causa della rotazione terrestre i principali venti e le principali correnti aeree nell'emisfero nord spirano sempre da Ovest verso Est.

lunedì 25 agosto 2014

Il mare muore. Fitoplancton in diminuzione costante




Sta scomparendo in maniera inspiegabile e in maniera ingente. Si tratta del fitoplancton, costituito da microscopiche alghe che vivono in sospensione nelle acque superficiali dei mari. Secondo uno studio della Dalhousie University di Halifax (Nova Scotia, Canada), pubblicato sulla rivista Nature, questi invisibili organismi vegetali che popolano gli strati superiori degli oceani sono diminuiti nel secolo scorso al ritmo medio annuo dell’1 per cento. Questa scomparsa rappresenterebbe una grave minaccia per l’ambiente marino, per le condizioni climatiche e anche le industrie basate sulla pesca
Per effettuare una stima il più completa possibile della biomassa di fitoplancton presente nelle acque, e per valutarne l’andamento nel tempo, i ricercatori hanno raccolto i dati “storici” disponibili a partire dal 1899 - che analizzavano la trasparenza delle acque - e li hanno confrontati con osservazioni più recenti ottenute con tecniche di rilevamento satellitare, iniziate nel 1979. Quasi mezzo milione di dati che documentano, a partire dagli anni cinquanta, un declino inarrestabile in otto delle dieci vaste regioni oceaniche considerate. L’andamento è particolarmente evidente nelle regioni polari e tropicali e nei mari aperti.

Secondo gli scienziati questa diminuzione sembra essere strettamente correlata al riscaldamento dello strato superficiale delle acque, che limiterebbe la quantità di nutrienti di cui il fitoplancton ha bisogno per sopravvivere, insieme alla luce. “Il fitoplancton, nutrimento per gli organismi del plancton animale, per i grandi mammiferi acquatici e per la maggior parte dei pesci, è il carburante dell’ecosistema marino”, ha spiegato Daniel Boyce, che ha coordinato le ricerche “e il suo declino influisce su tutta la catena alimentare, esseri umani compresi”. “Il ruolo che gioca nell’ecosistema del pianeta è fondamentale, perché produce la metà dell’ossigeno che respiriamo, riduce l’anidride carbonica ed è importante per la pesca”, ha aggiunto Boris Worm, coautore dello studio.

Katia Clemente

domenica 24 agosto 2014

Resoconto del pellegrinaggio alla Grotta di Santa Sperandia - Treia 24 agosto 2014


 Caterina Regazzi  verso la Roccaccia - Foto di Simonetta Borgiani

La passeggiata a Santa Sperandia è ormai una nostra bella
consuetudine, un rito, in cui associamo un bell'impegno fisico, che stanca ma ci fa sentire di essere ancora vivi e di poter disporre di un meccanismo che se ben oliato ancora ci sorregge e funziona, con un raccoglimento spirituale che, soprattutto se condiviso, ci conforta e consola dalle brutture cui assistiamo nel mondo, lontano e vicino a noi.


Il 22 e il 23 agosto 2014 ci avevano raggiunti Lorella da Gabicce, Maria da Vignola e Panini da Spilamberto e il 24 si è unita a noi Simonetta, treiese doc. Al mattino Paolo si è alzato di buon'ora per preparare i panini e le poche altre cibarie che ci siamo portati per rifocillarci a metà escursione. Intanto Maria completava egregiamente l'opera di sistemazione dell'orto iniziata il pomeriggio del giorno prima ed il risultato è stato uno spettacolo. 

Panini intanto esplorava il paese e Lorella aiutava Paolo in cucina. Io non sono stata di particolare aiuto, la notte precedente avevo dormito maluccio e così ho approfittato per fare un sonnellino supplementare.


Dopo l'incontro alla fontanella sotto casa con Simonetta siamo partiti con due auto alla volta di San Lorenzo, andando piano per godere delle vedute che si godono da quella strada, una delle mie preferite nei dintorni, che sale dolcemente ma inesorabilmente con curve che ad ogni svolta lasciano intravedere un paesaggio via via sempre più aspro, con una vegetazione che vira verso la macchia mediterranea e un terreno sempre più roccioso.


Arrivati in cima e lasciate le auto abbiamo  diretto i nostri passi verso la Roccaccia, con una prima sosta al grande crocifisso eretto nella spianata, ammirando piante difficili da vedere altrove (almeno per i luoghi che normalmente frequento): elicriso, ginepro, leccino, centaurea minore (Centaury dei Fiori di Bach), corniolo, un tipo di cardo viola e spinoso e tante altre. Simonetta che  aggiungerà qualcosa a questo resoconto, ci ha raccontato della possibilità che Carlo Magno fosse passato da queste parti ed inoltre  che la Roccaccia fosse  un ritiro fatto costruire da Ottone III. 

La vista in fondo al percorso, oltre le rovine, è sempre mozzafiato, nonostante il cielo non fosse proprio sereno. Il mare si intravedeva appena sfuocato per la foschia. Ma il tempo incalzava e presto siamo tornati verso il punto da cui si scende per la grotta. I gradini oggi mi sono sembrati più del solito, segno che l'età avanza. Ho rischiato anche di fare un brutto scivolone sulla breccia che ricopriva le traversine di legno.


Giunti in fondo abbiamo letto le varie lapidi che ricordano la vita di Santa Sperandia e le vicende dell'eremo, poi abbiamo curiosato nella grotta e nella cappelletta eretta al suo fianco: molti messaggi sui quaderni sopra all'altarino, oggetti vari lasciati in dono, foto di persone per cui si chiede un aiuto o che forse non ci sono più, poi ci siamo seduti a consumare in silenzio il pasto. Intanto diverse persone arrivavano e partivano. Ci è giunta anche, inattesa ma molto gradita,
la telefonata di Sonia Baldoni. Anche lei avrebbe voluto essere con noi, ma all'ultimo momento ha dovuto rinunciare, ma ci chiamava da Capracotta per condividere il momento e lanciare un messaggio: per cercare di favorire un cambiamento di mentalità e di atteggiamento nei confronti dell'esistenza, ha proposto di cambiare il nostro linguaggio e smettere di utilizzare termini che sottolineano le differenze e le contrapposizioni: bene e male, giusto e sbagliato, buono e cattivo, cercando nuove parole. Grazie del pensiero, Sonia!


Al ritorno seguendo il consiglio di Simonetta abbiamo seguito una strada alternativa a quella a gradini: più lunga forse, ma più dolce ed anche mi pareva, con una diversa vegetazione. C'erano molte più erbe commestibili e di questo si è rallegrato Paolo che ama fantasticare di venire a finire i suoi giorni qui.


Arrivando in cima alla salita ci siamo resi conto che si avvicinava il momento di lasciarci: l'incontro è stato breve ma intenso, penso che tutti siamo tornati a casa con un po' di  serenità nel cuore e gli occhi pieni di belle immagini e le orecchie piene di silenzi.

Caterina Regazzi



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Integrazione/commento di Simonetta Borgiani:

"Con il collo dolorante per la sudata di oggi, penso a quanto la vita comoda ci abbia reso "polli di allevamento" per la debolezza fisica, e quanto invece saranno stati forti e robusti gli abitanti di questi luoghi quando nel medioevo coltivavano, allevavano, costruivano, vivevano sulle nostre colline. 

Mi riferisco in particolare all'area de "la roccaccia" ed il vicino eremo di S. Sperandia visitati oggi con gli amici del Circolo Vegetariano VV.TT., tappa annuale che conserva sempre la sua magia. Ci è mancata la presenza di Maria Sonia, trattenuta da un altro impegno, ma perdonata perché è stata comunque presente molte volte, ma anche per la gentile telefonata che ha fatto a Caterina per saluti e consigli. Ogni erba o quasi è stata un mistero ... millenarie tradizioni e conoscenze buttate al vento in una o due generazioni, con l'avvento dell'era industriale. 

Per fortuna qualcuno cerca di recuperare queste conoscenze. io morirei probabilmente di fame o di avvelenamenti dopo un giorno, ho riconosciuto giusto qualche pianta di cicoria e di pimpinella. Il luogo ispira molti ragionamenti, dal religioso al naturalistico allo storico, con un ospite in particolare sig. Panini ho lungamente disquisito sulle recenti teorie di alcuni studiosi locali che ritengono sia questo il luogo dove Ottone III costruì il suo castello e morì per malattia, sulle leggende popolari (quella del serpente gigante nella grotta), e ovviamente sullo splendido panorama che arriva fino al mare. 

Dalla Roccaccia siamo scesi all'Eremo, dove alloggiò questa Santa ancora venerata dopo oltre 700 anni dalla morte, nota per le abilità curative con le erbe, per le intercessioni politiche e soprattutto perché pare fosse molto brutta. Qui ci siamo rilassati e rinfrescati con una buona merenda, e due chiacchiere con tutti gli altri visitatori incontrati e di passaggio (il luogo in questi giorni è molto frequentato). 

Prossima tappa che consiglio è l'eremo di S. Michele Arcangelo, sul monte di fronte a Santa Sperandia, e ne ho appena trovato un altro che non conoscevo: eremo di San Bonfilio in località Monte Nero sempre in territorio di Cingoli... quanti luoghi da riscoprire! (Simonetta Borgiani)"


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Servizio fotografico di Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi:












































sabato 23 agosto 2014

Esperimento di bioedilizia bioregionale: "La casa di Ioio: con la terra e con la paglia"




il laboratorio per la realizzazione di una casa s-cultura e’ un cantiere aperto dove imparare facendo, in sinergia con l ambiente e ele persone che vi partecipano. la tecnica utilizzata e’ quella del cob cioè del mattone di terra impastata con la paglia e messo in posa fresco. la terra argillosa di sagarote e’ la risorsa principale utilizzata per la scultura, quindi un materiale naturale ecologico e ad impatto zero. per la fase dell impasto un aiuto verrà dai tre asini che abitano l arcipelago. il laboratorio vuole essere un momento e uno spazio creativo, occasione per i partecipanti di interagire ed esplorare il proprio immaginario di ‘casa’. la Scultura diventa così un Manifesto in atto e visibile di un altro modo possibile di costruire in armonia con la natura e proporre la terra cruda come materiale da costruzione

oggetti e giochi con la terra e con la paglia

nell epoca contemporanea, dominata dalle informazioni dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischia di venire trascurato tutto cio che rende attivi, il movimento fisico la fantasia l espressività la creatività. questo porta ad un impoverimento dell esperienza e della capacita di iniziativa autonoma. gli attuali stili di vita ci stanno privando delle forme di attività pratico-creative che stimolano l ingegno di cui abbiamo assolutamente bisogno. quindi il laboratorio gioco sulla manipolazione della terra cruda ha accompagnato i partecipanti a sviluppare armonicamente l attività delle mani, con la consapevolezza che dita abili producono agilità di pensiero. il laboratorio ha avuto come temi la conoscenza dei materiali di base per ‘fare’ con l a terra cruda cioè l acqua le terre la paglia la cera il legno e il sapone naturale. si ripete spesso ai bambini che in una mano ci sono cinque attrezzi: un martello, una sega, un trapano, un paio di forbici e una pinza. la fantasia attraverso le mani struttura e dispone i materiali nello spazio. per costruire oggetti in terra non si usa nessun tipo di energia fossile. l oggetto o il giocattolo pio essere rinnovato all infinito, risgretolando la terra e ridinamizzandola con acqua si possono sperimentare sempre nuove forme senza consumare energie ricavate da sostanze fossili, come per i giocattoli di plastica. le uniche energie che si consumano sono quelle della mano della fantasia e del calore del sole per l asciugatura. la costruzione ma soprattutto l elaborazione sono fasi più importanti del oggetto finito


la casa terra

che cos e’ la casa?
e’ il punto fermo della vita dell uomo.
allo stesso tempo una meridiana e una clessidra.

come meridiana solare indica nel ciclo dell anno la direzione dell semine e da’ forma ai campi nell immediato contesto della casa. nel ciclo della vita attraverso il lavoro delle generazioni umane che la abitano da forma al territorio e al paesaggio. al suo interno la casa funziona come una clessidra segnando la vita dell uomo nello scorrere lento delle stagioni e degli anni, nei suoi rapporti sociali e naturali più intimi. in pratica la terra sabbiosa e argillosa viene trasformata da mani sapienti in abitazione dello stesso colore naturale del paesaggio che la circonda. durante il suo ciclo di vita assorbe tutti i prodotti della terra e quando viene abbandonata torna ad essere natura sciogliendosi pian piano senza lasciare residui. il lavoro dell uomo dispone i materiali nello spazio in rapporto al clima, sole vento pioggia. clima e suolo messi in rapporto dall uomo attraverso i materiali usati per costruire la casa di terra. la costruzione della casa e’ condizionata dai materiali, geo-diversita per pietre e terra, bio-diversita per paglia legno e canne, assemblati dalla fantasia e dalla mano del uomo che li plasma e li struttura nello spazio a seconda del tipo di clima e del luogo di costruzione, 

climadiversità
biodiversità uomo archidiversità
geodiversità

la casa di terra e’ dinamica termicamente perché assorbe freschezza o calore come una spugna e li restituisce in seguito come climatizzazione passiva . la casa pluricellulare contemporanea costruita in cemento armato e’ basata sulla dispersione dello spazio e su alti consumi energetici in nome di cio che chiamiamo ‘confort’, acqua calda, riscaldamento aria condizionata: abitazione energivora. invece la casa monocellulare della tradizione rurale con finestre piccole era incentrata sulla concentrazione degli spazi vitali, sul risparmio energetico e sulla ottimizzazione delle risorse presenti: abitazione minimalista. e’ stato spesso ripetuto che nello studio dell esposizione ottimale dell abitazione, la diagonale nord sud del tetto risulta perpendicolare all arco solare in modo che le due falde siano riscaldate in ugual modo nelle diverse stagioni dell anno e nelle diverse ore del giorno. importante poi lo studio delle correnti per captare quelle fresche estive per l areazione naturale della casa. la piccola casa rivolge lo sguardo verso sud sarà protetta in seguito da una pergola. si e’ pensato di realizzare una piccola finestra verso est per il saluto al sole del mattino e un altra verso ovest per accogliere gli ultimi raggi al tramonto. la parete verso nord resta chiusa e protetta. nel muro ad est e’ stato realizzato un forno camino di terra così tutta la parete diventa un enorme accumulatore di calore quando si accende il fuoco: parete radiante. le fondamenta sono state scavate a mano e poi riempite dei pietre e sabbia pressate camminandoci sopra di volta in volta. le fondamenta sono il gesto primordiale di appropriazione del territorio attraverso il segno come la danza, la conquista del luogo e’ basata sulla più primordiale delle scritture, quella del corpo umano nello spazio sul terreno.

e’ stato messo in posa il primo massone, man mano il muro e’ salito per strati. sono stati utilizzati numerosi dormienti, piccole travi in legno per scaricare le forze di tensione, in particolare agli angoli sotto le travi di maggior peso e nel muro sopra il forno camino. le finestre sono di riciclo come la porta. le travi del tetto in castagno sono state prese da una vecchia casa abbandonata, sono state ripulite e trattate con cera e olio di lino. sulle travi e’ stata collocata una trama di canne, ricoperta da uno strato di terra e paglia per isolare termicamente dall alto, poi si e ‘ ricoperto con diversi strati di carta incollati tra loro come la tecnica dei carri di carnevale e poi trattati a cera e olio: tetto di carta. in questo modo la casa di ioio e’ diventato uno spazio per testare e sperimentare i materiali come la cera e il sapone per gli intonaci. la casa e’ stata anche un luogo dove confrontarsi e mettere in gioco le proprie convinzioni, dove ripartire dalla terra dalla natura e dai suoi materiali, dalla manualità dall esperienza viva del qui ed ora, nel presente con la possibilità di conoscersi ed esprimere liberamente il proprio potenziale immaginario costruttivo.

laboratorio aperto: corpo esplorazione immaginazione

il laboratorio per la costruzione di una casa in terra e paglia e’ stato definito un ‘cantiere' aperto a coloro che volevano apprendere la tecnica del COB ed allo stesso tempo conoscere un altro modo possibile di vivere e costruire in armonia con la natura.

tre i principali obiettivi che ci siamo proposti:

il coinvolgimento di ioio nelle diverse fasi di costruzione della casa in quanto attività fisiche e funzionali alla realizzazione di uno spazio proprio

la collaborazione e l inter-azione tra i diversi partecipanti al laboratorio, quale opportunità di modulare emozioni ed atteggiamenti nell incontro con l altro con il riconoscimento e il rispetto delle capacita e dei ritmi di ciascuno

realizzare una casa manifesto di una possibilità altra di costruire con materiali naturali ad impatto zero.

in tal senso abbiamo scelto di non adoperare mezzi meccanici come la molazza, cosi da ridurre l utilizzo di energia elettrica ed evitare il rumore della macchina, per attivarci invece noi stessi nell impasto dei materiali con l aiuto degli asini. l'allestimento quotidiano del cantiere e’ il momento in cui, ritualmente, cominciano i lavori e nella ripetizione della situazione e dei gesti pian piano apprendiamo anche la tecnica costruttiva. tutto il corpo e’ in azione nelle diverse fasi dal pestare coi talloni all ammassare a al battere i massoni con le mani. molti e diversi sono i movimenti e ciascuno partecipa con la propria forza con le proprie e differenti abilita con i propri tempi e posizioni modulando tensione e rilassamento durante le attività. si impara facendo creando un ponte un passaggio di competenze tra chi sa e chi apprende nell esperienza pratica. costruiamo così quel senso di appartenenza che permette di sentirsi a proprio agio e lentamente ci prendiamo cura l uno dell altro sperimentandoci e conoscendoci. la casa allora diviene il luogo in cui potersi esprimere in cui poter essere se stessi


il laboratorio con gli amici di ioio


l arcipelago sagarote da qualche tempo e’ anche un associazione. il cantiere della casa s-cultura e’ un occasione per proporre delle attività e collaborare con altre realtà esistenti sul territorio ed in particolare con i centri che frequenta ioio.

ioio e’ un ragazzo diversamente abile che vive all arcipelago in un contesto rurale dove, oltre alla possibilità di un contatto continuo con la natura arrivano spesso diverse persone ma raramente ragazzi della sua eta. per il laboratorio arrivano anche gli amici di ioio.

cominciamo con gli asini affinché ci aiutino nell impasto sperimentandoci anche nel rapporto di fiducia e di ascolto tra il portare e l essere portato.

se a qualcuno piace tuffarsi nella terra, considerando le regole gli esempi cui sono abituati, qualcun altro non ha alcuna intenzione di ‘sporcarsi’. la casa, in ogni caso, a neanche un metro da terra, e’ già un luogo di aggregazione in cui incontrarsi e in cui potersi raccontare, anche simbolicamente. vediamo come, ad esempio, un piccolo massone (ricoperto di carta di giornale per ‘non sporcarsi’) e’ diventato l elemento di passaggio con cui ciascuno, a turno, inventa un pezzo di storia. con lo stesso impasto, che e’ poi composto da terra argillosa, possiamo costruire anche piccoli oggetti. la casa diventa quindi anche il luogo dell accoglienza, dove accogliere le esigenze che esprimono i ragazzi e, nel rispetto reciproco, metterle in gioco e se serve anche trasformarle un po. ci sono anche i momenti di conviviali e gioco libero.

l attenzione oltre a dare informazioni ed ad imparare una tecnica, e’ rivolta principalmente all ascolto che permette di riconoscersi e risuonare al fine di essere individui consapevoli e presenti.

apriamo allora il libero spazio all immaginazione dove poter esprimere la fantasia possibilmente proprio in un luogo protetto qual e’ rappresentato dalla casa.

(tratto dal quaderno la casa di ioio,  ecovillaggio arcipelago sagarote
diamante cosenza calabria)

Ferdinando Renzetti - f.renzetti@casediterra.it

venerdì 22 agosto 2014

Un'estate molto bagnata... in Lombardia



Non riesco a dormire. Un sonno agitato da un sogno troppo convulso. Mi
agito nel letto, i particolari talmente vividi che mi fanno paura, non
rammento cosa stessi sognando ma i toni erano cupi, scuri ed il mio
volto non era di quelli sereni.
Mi sveglio, quasi di soprassalto: svelato l'arcano. Non ci voglio
nemmeno credere.
I rumori, il battito che picchia, inconfondibile sui vetri, il
brontolio tipico, i lampi...
No, non è possibile e cerco di continuare a dormire, benchè quel sogno
non sia proprio dei più tranquilli e riposanti. Un tuono più forte mi
desta. Notte rovinata.
No, non è possibile, avevamo avuto quasi quattro, dico quattro giorni
d'asciutto, non dico limpidi e caldi ma asciutti, persino ieri, in
certi momenti della giornata quasi caldo, quasi lembi d'azzurro, veri,
nel cielo e mi son dovuto riparare gli occhi, a tratti per il sole.
Nulla da fare, è l'alba, è l'ennesimo rovescio, il temporale d'obbligo
di questa bagnata, tempestata estate 2014 in Lombardia. Ancora,
l'orto, vedrà aggirarsi in branchi aggressivi, sempre più fitti,
stormi, processioni di beghe, le limacce rosse, aggressive, assassine
di ogni virgulto verde che osi spuntar fuori.
Non se ne parla nemmeno di seminare per l'inverno, sarebbero sementi
sprecate e qualsiasi lotta, io pratico soltanto quelle biologiche, di
solito efficaci, sarebbe vana, troppe, davvero troppe. Avrei bisogno
di importare degli istrici, delle famigliole di ricci per tenerle a
bada. Così, questa estate, questa estate senza te, divino Sole.
Certo, in confronto ai devastanti incendi che hanno incenerito ettari
ed ettari ad Ischia, "isola verde", meglio la pioggia, già, poichè
anche qui, dove abito, prima, in estate era d'uso innalzare i roghi ed
ho fatto in tempo, nei primi anni '90, ad avvistarne tanti di incendi
sul Nuvolone, montagna che sovrasta Lezzeno e Bellagio e sui monti
dell'Alto Lago. Questa pioggia ha ridotto all'inattività qualunque
piromane, intenzionale, psicopatico o criminale che fosse. Ma ha anche
azzerato la produzione dei pomodori, melanzane, peperoni, quest'anno,
nulla, tutti esplosi, implosi per la troppa acqua, arrivati a
maturazione, in luglio, poi afflosciati, come dirigibili sorpresi da
un caccia nella prima guerra mondiale. Non c'è partita, quei bei
frutti rossi si sono arresi all'acqua, troppa e sono scoppiati, poi,
preda facile di ogni limaccia che è venuta a papparseli con voracità e
facilità nelle bucce aperte, ormai.
Per non dire dell'umore.Appena tornato da Amalfi, una quindicina,
circa, di giorni di mare, devo pur tuffarmi, ogni anno, per impedire
di dire a me stesso "No, il mare non esiste, è una cosa da film, un
delirio dell'infanzia, una presenza grande, troppo grande, non può
esistere un orizzonte sconfinato, qui, la mia valle, quieta, racchiusa
dai colli e dai paesini, in fondo e dalle creste dei monti,
rassicuranti, in alto, mi ha preso l'ipocondria. Per evitarmela, ero
disposto a ripartire, a fuggire. Un treno, presto, per qualunque
destinazione, ancora a sud o magari all'estremo nord, Normandia,
Bretagna, purchè ci fosse il mare... Ed invece, una Rosa Rossa
Pungente mi tiene legato. Questa estate, classico ago pescato dal
pagliaio,ad avviare nel dimenticatoio tutta quest'acqua, un calore più
forte è divampato. Il solo calore che non vorremmo mai si spegnesse.
Non ci speravo più e vivevo tranquillo, cercando si, mai arrendersi,
ma cercando nei miei interessi, nei fiori, nella terra, bagnata o
meno, attenzione e cura per la vita, invece... Invece , eccomi qui, a
tremare, ad essere in pensiero, a non crederci ancora, a quest'amore.
Già, l'amore. L'unico legame che rende bella qualunque giornata.
Piove? Si starà in casa, più stretti. C'è il sole? Ed allora si
passeggerà, si ammireranno i fiori insieme. Non c'è mai tempo morto,
in amore, non esiste. E l'amore non si ferma di certo di fronte alle
intemperie. Un certo sabato mattina mi son trovato su un bus, e ne ho
cambiato altri e treni, e le ruote alte del mezzo pubblico sollevavano
onde, lungo certi marciapiedi, i poveri pedoni ci maledicevano, tanta
di quell'acqua... Non mi preoccupava, poveretti, la sorte dei loro
vestiti, le loro docce fredde, no, avevo solo fretta di arrivare,di
giungere per tempo al mio agognato rendez-vous. Il mio appuntamento
galante. Un'estate da buttare... non del tutto. Questi brividi, questa
tensione, questa passione avvolgente, totale, balza prepotente di
fronte a qualunque altra meteorologia. Oh, l'amour, c'est toujours
l'amour... E m'accorgo che sto scadendo, che non controllo con
lucidità quanto scrivo. Che importa, mi dico. Fin quando questa
tensione mi scalderà e mi auguro, ci auguro, a me ed a Rosa Rossa
Pungente, il più a lungo possibile, magari per sempre, non avremo
bisogno d'altro. Si vive d'amore. Non si può decisamente che vivere
d'amore. E me n'ero dimenticato. All'alba, 22 agosto 2014. Il
temporale, è cessato.

Teodoro Margarita, il vostro sempre vigile, Giardiniere.