ATTRAVERSARE O NON ATTRAVERSARE?
Ho gli occhi aperti da un po’, ma aspetto il suono della sveglia per alzarmi e prepararmi. Prepararsi: stamattina è un po’ questo il pensiero che mi ha svegliata in anticipo, è l’idea che più tardi dovrò incontrarmi con un funzionario della banca per alcune verifiche e a dire il vero tutto questo mi tiene un po’ in ansia.
Davanti all’armadio, in prospettiva dell’incontro, ho qualche dubbio su cosa indossare anche se ho la convinzione che per le trattative con le banche è meglio non presentarsi troppo eleganti, cosa tra l’altro che io non rischio visto il mio guardaroba, per non apparire spocchiosi, ma di contro non troppo casual per non sembrare degli straccioni, perché sappiamo tutti che le banche odiano i poveri. Mi sa pero, che devo mettere una scarpina seria.
Ho appena parcheggiato l’auto e mentre costeggio il Rio Maggiore noto che è in secca , ma d’altronde è normale visto il luglio avanzato. Così mentre mi dirigo a passo veloce verso il centro intravedo dalla parte opposta della strada Claudio, il timido, introverso Claudio Ventura accompagnatore instancabile di trek giornalieri.
Se ci fosse tempo potrei dilungarmi a raccontarvi Claudio, ma per oggi vi basti sapere che è talmente timido che non riesce a guardarvi negli occhi mentre gli parlate.
In quel momento nella mia mente in rapida e altrettanto confusa successione: come mi comporto, cosa faccio, attraverso e lo saluto, poi lui si imbarazza e io non so cosa dire, e poi ancora nella mia testolina: Silvia per oggi hai già abbastanza obblighi e non sei costretta a salutare nessuno, beh, però magari ha in programma qualcosa di carino.
Mentre i pensieri scorrono, anche i passi fanno altrettanto per cui io e Claudio, ognuno dal proprio lato, stiamo per incontrarci.
In quel momento, istinto, razionalità, non so, fatto sta che mi precipito ad attraversare, barcollo un po’ per via dei tacchi e rischio di essere investita dal furgone che consegna i medicinali alla farmacia lì vicino.
A quel punto i soliti convenevoli e Claudio, faccia rigorosamente verso la farmacia per non guardarmi, mi racconta che sabato prossimo partirà da Porretta in pullman e farà il giro dei 2 santuari. OK , va bene Claudio, se decido di partecipare salgo a Silla e ci vediamo in pullman.
Bene, a questo punto posso attraversare nuovamente la strada e andare dritta dritta in banca con il dubbio se sia più impegnativo parlare con Claudio o chiedere un finanziamento.
E’ sabato mattina, sono sveglia presto e devo decidere se andare o non andare a fare il giro: di nuovo baraonda di pensieri. Ma sì dai vado, la casa è pulita, non ho altri impegni, mi fa bene muovermi un po’, prendo con me anche Luna; e così puntuale salgo in corriera a Silla, Claudio una certezza, ha i biglietti anche per me e il cane.
Il cammino è bello, come sempre sono contenta di aver vinto la pigrizia e essere qui , un passo dopo l’altro a cercare di sentirsi parte del bosco e del percorso, ma anche ad ascoltare cosa si raccontano gli altri.
Arrivati a Monteacuto ci sediamo nella piazzetta del paese, io sul muretto in alto, quello che da’ sul panorama, seduti più in basso, uno di fianco all’altro, un gruppetto di tre amici. Li avevo già notati e abbiamo anche scambiato qualche parola, niente di personale per l’amor del cielo, e sono divertenti e cordiali. Forse anche troppo cordiali visto che una ragazza del gruppo si rivolge a me per farmi alcune domande personali, non sa che io sono per ascoltare, non per essere interrogata. Ma ha un viso talmente sorridente e aperto, un atteggiamento così accogliente e naturale che rispondo volentieri alla sua domanda se ho figli, sì ho un figlio, è già un adulto, ha 33 anni, e quando lei si complimenta con me sono contenta. A quel punto spinta da buona educazione e interesse vero formulo a lei la stessa domanda.
Interviene anche il suo amico, uno che durante il tragitto ha parlato in continuazione, per dire che ha 60 anni e niente figli, l’altra ragazza invece non parla, sta guardando il telefonino, è una bella ragazza, un tipo tosto, come si dice a Bologna: poca pora, traduco per i non bolognesi: poca paura, ho visto come ha affrontato il proprietario di un cane che infastidiva la Luna, con una fermezza che le ho un bel po’ invidiato.
Siamo oramai prossimi all’arrivo e tra una chiacchiera e una risata non ci accorgiamo di aver fatto una deviazione dal percorso che segue Claudio. A quel punto c’è anche un piccolo incidente di comprensione con un partecipante al gruppo che ha qualche problema relazionale, chiamiamolo così, ma Elisa, che mi sembra di aver intuito ha un lavoro per il quale ha che a fare con soggetti con disagi, lo fa chiacchierare e lo interroga, l’interrogare è una sua abitudine, sulle prossime vacanze. Proseguiamo sulla strada che abbiamo imboccato e scherziamo sul fatto che Claudio si arrabbierà perché abbiamo fatto di testa nostra e non lo abbiamo aspettato.
Arrivati alla fermata del bus ci fermiamo ad attendere il resto del gruppo e io mi avvicino per ascoltare i racconti e le impressioni che si scambiano Mauro e Antonella. Parlano di locali, di discoteche, di incontri che si fanno e non si fanno.
Nelle ore trascorse ho notato che Mauro con il suo parlare in continuazione e con i suoi discorsi, presta facilmente il fianco a critiche che comunque sa benissimo di attirare e penso che sia raro essere così spontanei senza troppo timore del giudizio degli altri. Forse però anche troppo spontaneo e bugiardo, visto che all’arrivo di Claudio incolpa me del cambio di percorso!
Tutti in pullman per il ritorno. Mauro propone di cenare insieme a Porretta informandosi da me su quale sia un buon ristorante. A quel punto, cosa insolita per me, mi sono sentita coinvolta e ho cercato il numero, Mauro ha chiamato: al completo per via del Soul Music. Così loro sono scesi a Porretta, ciao ciao, e io ho proseguito per Silla.
Appoggiata allo schienale del pullman, Luna sotto il mio sedile, ho ripensato sorridendo alla giornata trascorsa, e ho realizzato che erano secoli che non ero stata così bene, considerato soprattutto che ero con dei perfetti estranei!
E così quando vi capita di decidere se attraversare o meno, se buttarvi dall’altro lato, o rimanere dove siete, non pensate troppo, guardate velocemente a destra e a sinistra per non venire investiti e BUTTATEVI!
Potrebbe capitarvi come a me, e incontrare delle persone meravigliose come tutti voi!
Silvia
RITROVARSI
Si può essere se stessi solo nella solitudine. Raramente è capita la nostra spontaneità.
I più non l'accettano.
L'autentica spontaneità porta all'isolamento o All'implacabile giudizio.
Mi sento persa nel cosmo fuori di me, mi ritrovo dentro.
Rinascita
Lascia che sia.
Una scia mi porta via.
Ormai vicina alla rinascita
E alla nascita del nuovo che verrà.
Tutto.
Cuore fragile. Tutto ha un significato.
Le parole vanno dette. Sempre.
Tutto ciò che è buono
Entra dal naso, dalla bocca, dai pori della pelle.
Ascolta questo verde dei prati, questo azzurro del cielo, questi colori meravigliosi che dipingono il tutto.
Natura amica
Falsità. Ovunque.
Via via da qui, corro nel mio rifugio fatto di fiori, alberi, erba, e il cielo sopra.
L'inganno non risiede nella natura.
Dentro ai colori, ai profumi, alle forme.
Questo mi sostiene cullandomi i sensi. Mi perdo mentalmente per ritrovare il vero io.
Amicizia
L'amicizia non riesco ad afferrarla.
E le volte che sento una bella sintonia, questa vive lontana da me. La mia migliore amica è la solitudine. Se sia un bene non lo so. Ma la vita mi porta sempre ad essere faccia a faccia con me stessa. Credo sia un cammino che mi è stato preparato dalla nascita. Ho sofferto molto per questo. Ora non più. Mi godo quei rari momenti di calore e li conservo bene come una buona marmellata di more, di cui si ricorda il dolce sapore.
Stefania
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