martedì 28 febbraio 2023

Superare astensionismo e guerra per recuperare umanità e partecipazione

 


Una o più voci per lettera di un alfabeto che non compone poesie, che non descrive bellezza. Quello che maggiormente domina l’immaginario degli uomini. 21 lettere della morte.


Astensionismo. Democraticamente sufficiente a urlare il baratro in cui stiamo precipitando.

Bellum. Una strategia politica americana per mantenersi in piedi sul ring nel quale si sta svolgendo il combattimento per il titolo di campione del mondo dell’egemonia. Il loro Destino manifesto (1) glielo impone. Il loro passato stragista ce lo dimostra. Tutti i pronostici dicono che fare a pugni con la Cina abbasserà loro la cresta.

Capitalismo. Il costo del capitalismo occidentale non permette confronto con quello orientale. Gli sono necessarie drastiche misure di tagli materiali e umani. Lo stiamo vedendo. O meglio, alcuni lo stanno vedendo, gli altri sono felici se nevica che si va a sciare.

Comunicazione. Chi detiene la comunicazione alza al massimo il rischio di detenere tutto. Vallo a spiegare a chi guarda la tv. Siamo al punto che dire nano, checca e spazzino è diventato offensivo. Siamo al punto del fondamentalismo linguistico che cancella la storia e il diritto di espressione quali apologia di ciò che è stato. Siamo a combattere contro mandrie al galoppo sulla groppa dei diritti. Cavalieri che si credono senza macchia, perché usano asterischi come bandiera della verità. Il potere della comunicazione si sta sbarazzando della generazione in estinzione, ultimo ponte con la concezione analogico-umanista. Ci troviamo sul nascere di uomini privati di se stessi, alimentati a effimere ideologie messe in campo per farli distrarre dalla destinazione verso cui saranno condotti. Nel grande campo di concentramento-vacanza, con gratuito buffet al bromuro.

Democrazia. Come gli anarchici non accettano l’autoreferenziale autorità dello stato, così la democrazia contempla il barare pur di mantenersi nominalmente tale.

Digitalizzazione. Travolgente onda. Festival della tecnologia. Neo-idolatria. Violentatore delle tradizioni. Ordinamento del dopo uomo. Sterilizzazione del trascendente. Brutalizzazione della dimensione estetica. Cancellatore delle culture e delle identità. Rogo del mito e del simbolo come tessuto magico della realtà.

Europa. Feticcio commerciale inetto a realizzare qualsivoglia unione. Guardare la donna che la guida provoca a molti l’immagine del male. Emblema di un femminismo che non ha saputo fare di meglio che assumere le modalità maschiliste.

Estinzione. Mentre tutti sono al cinema a guardare il grande successo de Il Progresso, dove il protagonista Mr Accumulo, nel rispetto dell’unica regia che lo guida, gli affari sono affari, non disdegna di depredare il depredabile, uomini o cose che siano, non si avvedono che lo scenario della propria estinzione è esattamente nei pensieri di ognuno. Gran bel film, dicono uscendo.

Femminino. Un concetto estraneo a questa cultura, e quindi a molte persone. Se queste, e soprattutto le donne, se ne impossessassero, avrebbero una via di emancipazione da seguire, il cui potere è incommensurabilmente più potente di quello fondato sul diritto e l’imitazione di quanto vorrebbero scalzare. È la più grande bellezza e forza del mondo, ridotta a meno che surrogato di se stessa, dimenticata.

Fascismo. Insieme a uno sfondo socialista, è stata ed è la stampella di una cultura di sinistra incapace di elaborare pienamente un fatto storico, tenendo in vita esso e se stessa con il bambinesco slogan del dagli al fascista, per poi finire disciolta nel fondamentalismo – quello sì fascista – del diritto individuale, dell’obbrobrio del politicamente corretto, della cancellazione delle culture. Il totalitarismo vero è quello già in atto del progressismo, ben più repressivo, umiliante e violento di quello impersonificato da qualcuno. La sinistra ha tradito un popolo, appoggiato il capitalismo e sposato sua figlia, la legge del mercato ordoliberale. Ha ucciso la speranza dei più, ma si offende se dici frocio. Si arroga ancora il diritto di cantare Bella ciao, ma se dici ciao bella ti fa il processo.

Giornalismo. Ha già detto, fatto e dimostrato tutto da solo. Tranne i fuochisti del mondo e Orwell, nessuno avrebbe mai accreditato una simile vergognosa evoluzione. Oscar per la vigliaccheria, la cui ultima prestazione è quella dell’indifferenza con la quale è stato, salvo qualche eccezione, tralasciato l’articolo di Seymour Hersh (2) sulle responsabilità americane in merito al sabotaggio dell’oleodotto Nord Stream 1 e 2. Senza dignità.

H. Muta, la più sensata in questo dissesto di senso.

Italia. Stato fallito. Tenuto in vita per accanimento terapeutico di stampo Natoso. Spremuto, senza più nulla da dare, dopo aver svenduto coste, valli e pianura alla bruttezza del razionalismo del progressismo, senza essere stato capace di valorizzare il patrimonio artistico, paesaggistico, storico, marino e montano, è ora alla mercé di una sovranità altrui. Cagna pronta ad ubbidire ai suoi padroni.

L. Non aggiungo le altre lettere del nefando acronimo. Sono le prime di una lunga serie di ciò che condurrà ulteriormente gli uomini lontani dalla natura, sulla geometrica via dell’asettico diritto.

Logica. Il servizio reso dalla logica, imbattibile per gestire l’amministrazione della vita, non è che un’entrata a gamba tesa in campo relazionale. Regole e linguaggio condiviso permettono di entrare e uscire dai giochi che si compiono nei campi chiusi e piatti, detti appunto amministrativi, la cui caratteristica prima è di avere mosse limitate. Ma in tutte le relazioni non governate da un confine condiviso, la caratteristica prima è l’apertura all’infinito. Ignari di questa banalità, gli uomini, praticamente tutti inconsapevolmente scientisti, sbraitano i loro tentativi logico-razionali dalla pretesa di linearità, di contenere e descrivere la magia alogica e sincretica che crea la realtà.

Mondo. Ente del cosmo concepito come entità inerte e indipendente. La separazione dalle energie dell’universo non è che la esiziale vittoria dello scientismo. Ma anche il primo problema dell’uomo. Riappropriarsi della coscienza del tutto genera pensieri e politiche che nulla hanno a che vedere con quelle egoiche fondate sull’orgoglio personale, generatrici di sofferenza e conflitto, inette a riconoscere l’origine del male.

Nichilismo. Non è possibile eludere la deriva nichilista. Essa è implicita nel fare egoico. L’ego, oggi in particolare a causa dell’elezione dell’individualismo, che per ontologia non vede che se stesso e i suoi autoreferenziali campetti di gioco, non può che seguitare nella cricetica corsa che lo sfiancherà. Senza alcunché che lo sottragga dalla schiavitù dell’effimero, il rischio di avvertire in sé l’ingoio dell’abisso è massimo. Senza un recupero dei valori profondi, la deriva verso il nichilismo ci accompagna sul bordo del precipizio, e qualcuno sarà pure spinto giù.

Natura. Il presunto diritto antropocentrico ritiene di essere superiore alla natura, di poterla modificare, di seguitare a considerarla un oggetto, di credere di conoscerla a mezzo di una scomposizione via via più minuta. È un diritto che ci separa dal mondo, dal cosmo, dal tutto. Che ci garantisce continua e massima sofferenza. Solo un’azione compiuta con la consapevolezza di essere semplici portatori di vita e non possessori potrebbe modificare lo stato maledetto in cui versiamo, contenti del chip e delle nanotecnologie, del sempre connessi perché potremo avere una diagnosi a distanza. Per quattro denari, si è buttato via il bambino insieme all’acqua sporca. Si è babelicamente creduto di poter ridurre la vita a Dna e geni; di poterla intendere deterministicamente. Una cecità scientista, che implica un progetto eugenetico ed esclude la banale osservazione dell’epigenetica.

Opulenza. Abbondanza, dipendenza, scemenza. L’incantesimo dell’avere è un tumore del maligno, sapientemente seminato e coltivato allo scopo della gestione delle masse. L’individualismo e l’edonismo ne sono l’esponenzializzazione. Lo sfacelo del senso di comunità e del conseguente senso della vita ha lasciato campo aperto all’idea che rinchiudersi entro il proprio muro fosse la cosa giusta. L’immaginazione, avviluppata nel sortilegio che chi più ha più è, ha agevolato la garanzia di controllo senza carri armati. Far pensare come il potere richiede è divenuto realtà.

Orwell. Ne il Capitalismo della sorveglianza (3), si trova molto di quanto affermato in 1984 (4). Nonostante la portata dei due messaggi, ai quali vanno uniti quelli di altri autori distribuiti nella storia, la politica non solo non ne prende atto, ma pare dimostri di non avere coscienza della deriva sociale e culturale che ci sta spingendo in direzione opposta alla democrazia. Che sta favorendo i detentori del mercato e del potere. Che sta considerando le masse come inerte peso, quindi sacrificabile e sfruttabile.

“Ogni tentativo di intralciare o sconfiggere il capitalismo della sorveglianza dovrà confrontarsi con tale ampio contesto istituzionale che lo protegge e sostiene” (5).

Politica. Inizialmente nostra espressione, ora non abbiamo più alcuna relazione con la politica. Essa, divenuta scendiletto dei poteri mercantili, si preoccupa di restare in sella, il resto è contorno al quale ancora qualcuno dà ascolto.

Progresso. Il progresso tecnologico è il solo in essere. Tutti gli altri sono in regresso. Parlo dei servizi pubblici e di quelli sociali. Delle relazioni internazionali che, senza la colla dell’interesse commerciale, immediatamente vengono meno, o si riducono allo stadio formale o di diffidenza. In ogni caso, si tratta di progresso materiale, ovvero di una concezione del mondo ridotta a quanto si può misurare e pesare. Il progresso esistenziale non è contemplato. Diversamente, diverrebbe evidente l’autoreferenzialità dei pesi e delle misure, e qualche altra domanda su dove stiamo andando e cosa stiamo facendo obbligherebbe a riconoscere che il mondo è dentro, non fuori. La realtà oggettiva è solo un ordine delle cose che, inconsapevolmente esteso a tutte le circostanze umane, è un fallo da rosso diretto.

Pace. Nel mondo a base duale, non c’è alcuna speranza di realizzare la pace, se non in attesa della guerra. Nella concezione capace di unire gli opposti, l’utopia della pace ha terreno per realizzarsi. In essa, il giogo dell’ego è conosciuto e dismesso. L’uomo compiuto può nascere.

Parità di genere. Indirizzata dal dominio del diritto e dell’ideologia, ha perso di vista la sostanza, ammesso l’abbia mai avuta. Vediamo ora frotte di donne occupare finalmente posti ai quali non avevano accesso. E le vediamo muoversi, parlare e pensare esattamente come faceva chi hanno scalzato. Miseria spirituale.

Putin. Il pensiero delle persone è limitato alla dimensione materialista-logico-razionale. Con essa forgia strumenti del tutto inadatti a maneggiare la dimensione sottile della vita. Non a caso, quanto dice in merito a queste è del tutto inopportuno, e non dimostra altro che la loro inettitudine nei confronti di quanto esula dal loro ristretto campo d’azione. Dentro l'emozione della materia, non sono in grado di riconoscere la parola di quelle entro quella dello spirito. Una parla dei fatti, l'altra delle ragioni, una del diritto legale, l'altra di quello naturale alla sopravvivenza. Una vuole dominare, l'altra mantenere se stessa. Una è slegata dalla sua origine, l’altra lo afferma.

Qatar. Le mazzette per un buon Campionato del mondo indigneranno, taglieranno teste, forniranno capri espiatori di peccati commessi da un sistema che si proclama il più giusto del mondo. Almeno con il re e col maggiordomo non c’erano equivoci: si sapeva sempre chi era il colpevole. Nei labirinti della burocrazia democratica, la pistola è sempre fumante, ma le impronte sempre mancanti.

Reazioni avverse. La fedeltà alla gran cassa della narrazione del pensiero unico è un indice utile a chi ha l’interesse e il potere di dirigere il comportamento delle masse. Nessun argomento razionale può contrastarlo, finché il maggior credito viene attribuito alla scienza-della-tv.

Russia. Qualche fesso viene fuori ora citando il Trattato di Budapest del 1994, poi ampiamente disatteso dalla Russia. Lo fa per contrastare ed equiparare il tradimento occidentale degli accordi di Minsk. Lo stato geopolitico al tempo di Budapest cambiò rapidamente negli anni successivi. Quel trattato faceva dunque riferimento a condizioni che nel frattempo erano sparite. Cosa mai avrebbe dovuto rispettare la Russia?

Rivoluzione. Azione possibile in tempi di vessazione fisica. Impossibile in quelli di vessazione subliminale, vestita da progresso e responsabilità individuale sullo stato del mondo. La rivoluzione era possibile in ambito analogico. In quello digitale è sterilizzata.

Scuola. Termine obsoleto, sostituito da formazione. Stesso etimo di formina. I professori in maggioranza applaudono. Sfacelo.

Sostenibilità. “Tienimi unito per riciclare meglio”. È quanto si legge sui tappi della Coca Cola. A questo genere di attenzione per l’ambiente si dedica la politica, non a quanto ha imposto l’epoca del riciclo. Un particolare irrilevante rispetto all’agonia della terra, che non cambia di un punto alcunché, fatto salvo per la cultura acritica che troverà quei tappi interessanti, importanti, rispettosi, imitabili. Aiuto.

Sesso. Il diritto in sostituzione della natura ha il massimo potere destabilizzante. Permetterà ubbidienza e sottomissione. Uomini ridotti a melma per qualsivoglia tipo d’impasto. “Pagliacciata”, la chiama qualcuno. Bene la critica, ma pronunciata in quel modo è l’espressione di chi non ha idea di dove stiamo andando a finire, non ha idea che quella pagliacciata non è altro che un anello di una catena lunga e sottile con la quale, come alle Hawaii, incoronerà tutti quelli che sbarcheranno sulla terra.

Terremoto. Se fosse stato provocato o, semplicemente, come alcuni sostengono, un terremoto fosse provocabile, sarebbe solo l’ultima buona notizia in termini di controllo e volontà di egemonia. Dopo quello meteorologico e quello a mezzo delle nanotecnologie e della comunicazione. Salvo prove contrarie, tutte tecnologie disponibili solo agli americani.

Tecnologia. La tecnologia non è neutra. Crea dipendenza e sudditanza. Erode la conoscenza. La sostituisce con dati e cognizioni. Ci mantiene sulla superficie di noi, a causa del fascinoso mondo che dice di donarci. Ci mantiene lontano da noi stessi, a causa della sua natura a noi esogena. Ha il potere di confermarci l’oggettività del suo imprescindibile valore. L’idolatria della tecnologia non è che un volano, che dalla natura e dal suo infinito ci porta nel virtuale e nel suo determinato.

Terra. Oggetto e mai soggetto: concezione esiziale per chiunque la abiti. Limite del mondo secondo i positivisti. Ma espressione del cosmo e della vita, e noi come lei. Non è destinataria di dignità, se non in funzione antropocentrica. Disastro.

Stati uniti d’America. Vietnam, Panama, Cile, Argentina, Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, Serbia, Russia. E ancora tutti a loro prostrati. C’è qualcosa che mi sfugge.

Ufo. Significa diversivo. Significa bluff. Significa che la terra trema anche sotto le gambe americane. Che altro pensare, quando la posta si alza e si giocano le migliori carte?

Vaccini. Prova generale di controllo. Crogiolo di menzogne che, attraverso il fuoco della paura, ha gocciolato credibilità dall’alambicco della comunicazione.

Zelensky. Cosa non si arriva a fare. Ma può un uomo solo avere tanta forza? Piunno chessi. Quindi chi c’è dietro? Una domanda per chi ancora crede che la guerra sia tra la Russia e l’Ucraina.


21 lettere che, opportunamente combinate, possono raccontare tutte le storie. Che, opportunamente proposte e ribadite, di tutte le storie raccontano una soltanto e a lieto fine. Meno lavoro e preoccupazioni, più tempo libero e salute, più sicurezza, parità, diritti, uguaglianza, giustizia.

21 lettere che, diversamente combinate, rivelerebbero a tutti chi è l’assassino.

“Siamo noi a fornire il bene tanto ambito, ed è la nostra esperienza di vita che viene sfruttata. [...] ci troviamo gradualmente in un mondo senza via di fuga, ‘monopolizzati’ da operazioni di esproprio che convergono, si sovrappongono e si espandono all’infinito” (6).

Lorenzo Merlo 








Note

  1. Anders Stephanson, Destino manifesto. L'espansionismo americano e l'Impero del Bene, Milano, Feltrinelli, 2004.

  2. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-sabotaggio_nord_stream_traduzione_integrale_dellarticolo_di_seymour_hersh/47428_48746/.

  3. Shoshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza, Bologna, Luiss University Press, 2020.

  4. George Orwell, 1984, Milano, Mondadori, 2016.

  5. Shoshana Zuboff, op. cit., p. 63.

  6. Ivi, p. 144.

lunedì 27 febbraio 2023

"Urge cambiare paradigma agricolo" - Consigli bioregionali di Giuseppe Altieri al ministro Francesco Lollobrigida ed al governo

 


Gentile ministro per l'agricoltura e la sovranità alimentare,  Francesco Lollobrigida, le  segnalo questo mio contributo, rielaborato e aggiornato alle recenti iniziative europee in materia alimentare, ogm, etc, che minacciano la cultura agroalimentare mediterranea e bioregionale,  in occasione dell'anniversario delle modifiche Costituzionali Italiane, rafforzative dei diritti alla salute ambientale e per il benessere animale, estese alle future generazioni.  Pregandola di porvi la massima attenzione  e diffusione alle istituzioni competenti, vista l'urgenza e la gravità della situazione dell'agricoltura e dell'alimentazione in Italia.

Qualcuno vuole umiliare la Dignità degli esseri Umani (Diritto Costituzionale Inviolabile)? 

La Costituzione Italiana ci impone di proteggere la Dieta Bioregionale Italica e la Biodiversità Mediterranea, che rappresentano "diritti precedenti", dall'ennesimo attacco delle multinazionali agroalimentari. 

Le farine di insetti non costano nulla, perché gli insetti si sviluppano da soli sui cereali marci e pieni di micotossine, stoccati da decenni in magazzini e trasportati in giro per il mondo da navi e container spesso infestati ed ammuffiti. Permettendo speculazioni sul mercato contro gli agricoltori tradizionali locali e i consumatori, da decenni ormai "consumati"… 

Per farci mangiare cacca e pipì di insetti dei cereali o altre schifezze come scarafaggi o grilli… mentre ai ricchi si riservi magari un prodotto "biodinamico" 
Se in un ristorante i Nas trovano uno scarafaggio per terra che fa lo spazzino di qualche briciola caduta, insieme a qualche formichina, chiudono il locale con una bella multa. 

Ma se gli scarafaggi sono nel Piatto !? ….
Evidentemente, qualcuno vuole umiliare gli esseri Umani, facendogli mangiare spazzatura pericolosa e indigeribile.

Si fa appello alla Premier e al Governo affinché in Italia si applichi immediatamente la prevista clausola di salvaguardia nazionale contro Direttive e altre norme europee in materia, per fermare la produzione e l'importazione di farine di insetti a scopo nutrizionale umano.  Lasciamoli mangiare ai polli e alle galline, gli insetti, i quali riescono a digerirli e fanno anche delle belle uova. E liberiamo polli, galline e anatre negli uliveti e nei frutteti, laddove si mangiano anche la mosca dannosa alle olive, quella della frutta e del ciliegio... e molti altri insetti e lumache durante l'autunno e l'inverno, fertilizzando i terreni. 

A tal proposito, visti gli scandali del nuovo regolamento europeo sulla zootecnia biologica, che autorizza vitamine sintetiche artificiali e razze di polli modificati geneticamente come i Broiler con deroghe alimentari (incluse tolleranze di OGM senza etichette nei mangimi), si chiede al Governo di applicare immediata Clausola di Salvaguardia Nazionale anche nella Zootecnia Biologica italiana, affinché torni ad essere al Pascolo e con alimentazione 100% biologica e libera da OGM.
Ricordo che in Italia è vietata l'immissione ambientale di OGM, anche grazie a una sentenza della Corte Costituzionale del 2005 che abrogò le norme di cosiddetta "coesistenza", una contraddizione in termini nel momento in cui geni brevettati possono contaminare le varietà tradizionali compromettendone il diritto precedente. Come è possibile che si continuino ad importare OGM per mangimi o tollerarli, senza nemmeno etichettarli, addirittura anche negli alimenti biologici, fino a 9 grammi per kg di singolo ingrediente?

Una volta entrato nella dieta umana o animale il dna transgenico si diffonde nella natura, con trasferimento genico orizzontale tra microbi e piante, microbiota degli intestini umani e animali; e ciò è vietato…

Tra insetti "alimentari", OGM e pesticidi senza limiti di sommatoria di residui negli alimenti, stiamo letteralmente violentando la Costituzione della Repubblica Italiana Art. 32, 9, 44, 41, 3 comma 2, et al., con conseguenti danni genetici, cancerogeni, teratogeni, ormonali, che si ripercuotono anche sulle future generazioni  compromesse ancor prima di nascere, se non interdette per l'incremento drammatico della sterilità delle coppie italiane.

Nell'anniversario odierno delle modifiche costituzionali che hanno rafforzato il diritto alla salute ambientale anche per le future generazioni, in attesa di interventi immediati da perte del Governo Italiano, si fa appello ai "Consumattori" (con 2 tt e la C maiuscola) affinché non entrino più nei supermercati che vendono "alimenti" non rispettosi della tradizione mediterranea ed italica; e vadano piuttosto a far la spesa dagli agricoltori, rigorosamente Biologici (www.cibusinprmis.it)A tal proposito, al fine di perseguire gli obiettivi della politica agro-ambientale europea, per la prevenzione sanitaria e l'educazione, appare fondamentale inserire l'obbligo di alimentazione biologica e mediterranea (ovvero a prevalenza vegetariana) nella ristorazione scolastica ed ospedaliera, con priorità degli alimenti tradizionali provenienti dai territori, tutelando in primis le fasce più deboli: i bambini e gli ammalati. 

Le statistiche italiane drammatiche, sulla perdita di aspettativa di vita sana e sull'incremento delle patologie cronico degenerative, sull'obesità e i tumori infantili e/o neo-natali, ai vertici mondiali, ci fanno capire che è ormai troppo tardi…  

 Il nostro paese è quello che maggiormente ha subito i danni della globalizzazione agroalimentare. 

Troppo tardi per non fare nulla... Ma è necessaria in primis l'immediata revisione del Programma Agricolo Nazionale '23-'27, recentemente approvato a Bruxelles senza sostanziali modifiche dopo esser stato precedentemente bocciato e, quel che è più grave, prima dell'insediamento del neo-Ministro Lollobrigida che nei prossimi anni guiderà l'Agricoltura Italiana e non sarà certamente disposto a fare il "pilota automatico" di un programma scritto dai colletti bianchi di un governo precedente. 

Affinché si interrompano le erogazioni, ormai trentennali, di miliardi di € in pagamenti, contributi e sostegni ai redditi di agricoltori che impiegano pesticidi e disseccanti chimici (in una falsa interpretazione dell'agricoltura Integrata, che oltretutto è obbligatoria su tutto il territorio europeo da 2014 e, quindi, non poteva da tempo percepire pagamenti riservati ad attività volontarie "agroclimatico-ambientali" a beneficio collettivo); e di allevatori industriali che oltre ai pesticidi, impiegano ogm e antibiotici, vitamine sintetiche, ecc, attraverso un presunto "benessere animale", senza sostanza negli aspetti cruciali di nutrizione e pascolamento. 

Dobbiamo elaborare un Programma di Sviluppo Agroecologico e una PAC che sostenga esclusivamente agricoltura e zootecnia biologica, integrate e comprensoriali, recuperando il pascolo (anche tra le coltivazioni di ulivi, frutteti, viti, ecc, incrementandone la fertilità), le rotazioni colturali con foraggi ed agro-zootecniche (come il pascolamento precoce dei cereali che ne stimola l'accestimento), la biodiversità e gli antichi cereali e legumi locali, dagli aspetti nutraceutici indiscussi, fortemente adattati ai territori e resilienti ai cambiamenti climatici e che riducono enormemente gli input energetici. 
Per garantire una reale sovranità e sicurezza alimentare, aumentando la biodiversità e proteggendo il suolo dall'erosione e desertificazione causate della perdita dell'humus, con conseguente dissesto idrogeologico drammatico per mancanza della spugna biologica in grado di trattenere l'acqua

Le previste misure agrocliamtico-ambientali, cumulabili con i pagamenti per il benessere animale e l'agricoltura biologica, consentano di tenere i terreni coperti in inverno come in tutte le fasi inter-colturali (finanziando colture intercalari e cover crops), creare consociazioni agroecologiche e agroforestazioni, incrementare la biodiversità funzionale, insetti utili e impollinatori, attraverso colture a fioriture prolungate, fasce tampone, siepi e alberature, fissando in tal modo i gas serra climalteranti (CO2, Metano, Ammoniaca, Ossidi di N). Creando un sistema di certificazione nazionale dei crediti di carbonio agro-zootecnici che consenta di monetizzare i benefici apportati alla collettività da parte degli agricoltori Agroeco-Biologici, al fine del raggiungimento degli obiettivi delle politiche internazionali agro-ambientali e di resilienza contro i cambiamenti climatici.

Se il Ministero dell'Agricoltura non interviene immediatamente e le Regioni continueranno a regalare miliardi nel mantenimento dello status quò, ovvero Agricoltura Chimica chiamata Integrata, pseudo-agricolture conservative a base di disseccanti, di precisione con pesticidi "mirati" da droni (che possono essere molto meglio impiagati per distribuire insetti utili e biofertilizzanti, gestire meccanicamente le erbacce e il monitoraggio delle avversità colturali); o falso benessere animale, sostegni al reddito sic et simpliciter (ad ettaro o capo allevato), mancanza di assistenza tecnica agroecologica e di assicurazioni agevolate per le produzioni biologiche (per le quali spendiamo oltre 1 miliardo di € all'anno), etc... perderemo anche l'Ultimo treno, che potrebbe riportarci ai sacri porti della Tradizione Agrecologica Mediterranea e Bioregionale. 

 
Giuseppe Altieri, agroecologo - http://www.agernova.it










P.S. - Che un cambiamento di paradigma sia necessario  lo conferma la Fao nel suo studio sulla gestione dei suolo nei prati-pascoli. L’agricoltura intensiva disperde la sostanza organica dei suoli e riduce la qualità del cibo. Modelli più sostenibili come il biologico contribuiscono invece efficacemente alla neutralità climatica aumentando lo stock di carbonio nei terreni

domenica 26 febbraio 2023

25 marzo 2023 - Giornata mondiale dell'Acqua




Cosa è l'acqua se non la madre del nostro Pianeta?
Biodiversità, vivente, cibo, clima, energia, lavoro, pace. Una dimensione che ha orientato uomini e donne dall'antichità. Oggi assistiamo al prevalere della volontà del capitale finanziario di rendere i beni comuni e i diritti umani  delle merci da cui estrarre il massimo profitto senza un adeguato contrasto da parte dei poteri pubblici a tutela delle comunità e della natura.

La crisi idrica mondiale la ritroviamo nelle nostre città, nelle nostre campagne, nei nostri fiumi in secca, nella mancanza di neve e nei ghiacciai che muoiono.

In marzo l’Onu terrà la sua prima Conferenza mondiale dell’acqua. Cosa ci aspettiamo perché abbia valore:
 Concreto diritto umano all'acqua.
 Beni comuni come acqua, salute e conoscenza sottratti al governo del mercato.
 Stop alla quotazione in borsa dell'acqua.
 Regole per bloccare i conflitti e le “rapine dell'acqua”.

INCONTRO 25 MARZO 2023. Dalle ore 9,15:
Università statale. via Festa del Perdono,  aula Crociera alta  - Milano

Parleremo di: acqua bene comune, siccità, allevamenti intensivi, Olimpiadi, privatizzazione servizi pubblici, consumo di suolo, privatizzazione della conoscenza, ecologia integrale, popoli indigeni in lotta per l’acqua.

Con: Associazione Rurale Italiana, Renato Di Nicola, Veronica Dini, Ecolab, Duccio Facchini, Domenico Finiguerra, Silvana Galassi, Emilio Molinari, Daniela Padoan, Erica Rodari.  

In collegamento remoto il relatore presso l’Onu del diritto all’acqua.





sabato 25 febbraio 2023

Bioregionalismo, antiche civiltà e modelli geocosmici...




Gli antichi costruivano in armonia con le energie, con i ritmi e con i modelli geocosmici, tenendo a fare della loro città o del loro paese l’immagine vivente del cielo. Immerso nella natura perché elemento di essa, l’uomo antico ha sempre avuto un rapporto stretto con gli astri; con il Sole, principalmente, che dà calore e vita, e con la Luna che con la sua luce rischiara le notti e che con il mutare continuo ma periodico della sua forma può consentire il conteggio di lunghi periodi di tempo. 

La regolarità dei cicli degli astri, il sorgere e tramontare del sole in punti diversi dell’orizzonte a seconda delle stagioni, l’evolversi delle fasi lunari, così come il movimento regolare e preciso della sfera celeste con tutte le sue splendenti stelle mirabilmente disposte a disegnare complesse costellazioni, ha fissato nella mente dell’uomo il concetto ciclico dello scorrere del tempo. 

Come le stagioni si ripetono con regolarità guidate dagli astri, così tutte le altre manifestazioni della natura e soprattutto quelle legate alla storia dell’uomo, si pensava, devono evolversi ciclicamente, ripetendo in ere successive il travaglio continuo degli individui e delle società.


Con molta probabilità, diverse migliaia di anni fa si è sviluppata una specie di 'religione' stellare le cui tracce sono rintracciabili fino al dodicesimo secolo, come pare pressoché certo osservando la pianta della disposizione di alcune delle più famose cattedrali gotiche francesi, tipo quella di Chartres. "Si trattava quasi certamente di un culto sorto forse come conseguenza di una non più corretta interpretazione di antichissime conoscenze, le quali, in qualche modo, furono patrimonio, se non di tutta, almeno di una parte della più remota umanità. 

Troppi indizi, infatti, confermano che in un'epoca remota, a cavallo della fine dell'ultima glaciazione, si sia manifestata una civiltà assai avanzata. Alcuni ritengono che si sia sviluppata in seguito a contatti con esseri intelligenti di provenienza extraterrestre, altri che sia stata dovuta a un'evoluzione locale, provocata da una serie di coincidenze, in notevole anticipo sul resto del pianeta.

Notizie raccolte a cura del bioregionalista  Ferdinando Renzetti




venerdì 24 febbraio 2023

La plastica infinita...



La componente ultravioletta della luce solare è in grado di degradare – molto lentamente – la plastica che inquina gli oceani, riducendola in frammenti più piccoli che vanno a fondo. Gli oceani del nostro pianeta ospitano oltre 150 milioni di tonnellate di plastica, a cui ogni anno aggiungiamo una quantità compresa pari a 5/13 milioni di tonnellate: un'emergenza conclamata, insomma, che crea problemi alla vita marina, all'economia, alla salute umana e al clima. 

Date tutte le sue implicazioni, la questione è molto studiata dagli scienziati: un nuovo lavoro, condotto da un gruppo di esperti del Royal Netherland Institute for Sea Research e pubblicato sul Marine Pollution Bulletin, ha mostrato che anche il Sole gioca un ruolo nell'inquinamento della plastica. In particolare, dicono gli scienziati, la parte ultravioletta della radiazione solare è in grado di sminuzzare plastica e microplastica in frammenti ancora più piccoli - la cosiddetta nanoplastica - che si distribuiscono lungo tutta l'altezza della colonna d'acqua, "sparendo" quindi dalla superficie.

 "Circa il 2% della plastica visibile, quella che galleggia", spiega Annalisa Delre, una degli autori del lavoro, "sparisce dalla superficie del mare ogni anno per effetto della luce del Sole. Potrebbe sembrare poco, ma con il passare degli anni la quantità comincia a diventare consistente. I dati che abbiamo esaminato mostrano che la luce solare potrebbe aver degradato una quantità considerevole di tutta la plastica galleggiante che è stata riversata negli oceani a partire dagli anni Cinquanta". 

I risultati dello studio di Delre e colleghi potrebbero aiutare a risolvere il cosiddetto "paradosso della plastica mancante": dallo sviluppo delle materie plastiche a oggi si stima che ne siano state prodotte circa 9 miliardi di tonnellate, e di questa enorme quantità solo una minima frazione è stata riciclata o incenerita; la maggior parte è finita in discarica o in fiumi e mari, dove gli agenti naturali - tra cui, per l'appunto, anche la radiazione solare - l'hanno sminuzzata in frammenti sempre più piccoli. Questo continuo processo di frantumazione e dispersione fa sì che molta della plastica riversata in acqua sia difficilmente rintracciabile e sembri addirittura "scomparire" .Naturalmente - nulla si crea e nulla si distrugge - non è così: una spedizione scientifica condotta nel 2016 da un'équipe di esperti che hanno perlustrato le profondità dell'oceano Atlantico a bordo della nave britannica RRS James Clark ha svelato che le microplastiche, a differenza dei detriti di maggiori dimensioni che tendono ad accumularsi in superficie e in zone più o meno delimitate, si distribuiscono in modo più omogeneo, sia in senso geografico che di profondità dell'acqua, e quindi effettivamente sono tutti lì, anche se più difficili da vedere.

Queste barriere giganti potrebbero essere la soluzione per eliminare l'isola di plastica del Pacifico. Il gruppo di Delre, per l'appunto, ha cercato di capire se e quanto la luce solare avesse un ruolo in questa apparente sparizione della plastica. Per farlo, ha inserito dei piccoli frammenti di plastica in contenitori riempiti con acqua marina, e poi li ha esposti a un'illuminazione artificiale simile a quella solare, analizzando infine i gas e i composti disciolti nell'acqua. 

Dalle loro misurazioni, i ricercatori hanno dedotto che almeno l'1,7% della microplastica visibile si degrada ogni anno per effetto della luce solare: per la maggior parte si frammenta in pezzi più piccoli, le nanoplastiche; una porzione minore delle nanoplastiche viene poi attaccata e ulteriormente degradata dai batteri, una parte ancora più piccola si converte in anidride carbonica. 

Mettendo tutto insieme, gli scienziati hanno stimato che la luce solare potrebbe aver trasformato circa un quinto di tutta la plastica galleggiante rilasciata nell'oceano: "Con i nostri calcoli", dice Helge Niemann, un altro degli autori dello studio, "abbiamo aggiunto un pezzo importante al complesso puzzle del paradosso della plastica mancante. Ma c'è ancora molto da studiare: non sappiamo, per esempio, quale sia precisamente l'effetto di queste nanoplastiche sul ciclo vitale di alghe, pesci e altre forme di vita che popolano l'oceano.  Dobbiamo ancora continuare a studiare la questione; e nel frattempo dovremmo anche smettere di gettare via la plastica, per evitare di rendere il problema ancora più grave".


A cura del Prof. Luigi Campanella Docente di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali all’Università La Sapienza - luigi.campanella38@gmail.com - Fonte: Il sesto Sole

giovedì 23 febbraio 2023

Veneto. Vertenza regionale contro la contaminazione da PFAS

 


In questi giorni un nuovo decreto della Giunta veneta sulla possibilità di estendere ai cittadini dei territori inclusi nella “zona arancione” l’autorizzazione ad effettuare esami del sangue per conoscere il proprio stato di contaminazione da PFAS sta suscitando  discussioni, polemiche e agitazioni.

 Il diritto - dovere dei medici di effettuare tutti gli accertamenti, nessuno escluso, necessari per diagnosticare e curare i propri pazienti è inalienabile.

L’ostruzione alla prevenzione e alla terapia, da parte di un ente che dovrebbe promuovere la salute non è accettabile e potrebbe essere causa di gravi conseguenze per i cittadini del Veneto.

Infine, la limitazione dei suddetti esami, in maniera indiscriminata, alla gran parte della popolazione del Veneto, si configura come grave negazione del diritto umano universale alla salute.

Le problematiche derivanti dalla produzione, commercio e uso delle sostanze definite PFAS sono di tipo sistemico. Pertanto la risposta dei cittadini all’inefficienza e alla sottostima del fenomeno da parte della Giunta veneta, deve avere anch’essa un carattere onnicomprensivo delle problematiche derivate che vanno da quelle ambientali a quelle sindacali, da quelle riguardanti i diritti umani a quelle strettamente legate al servizio sanitario ecc.

Riteniamo utile, pertanto, un incontro per valutare l’opportunità di aprire una grande vertenza dei cittadini del Veneto contro il comportamento della Giunta e delle grandissime responsabilità che ne derivano per quanto riguarda le tante problematiche aperte dalla contaminazione da PFAS.

 

Ci troveremo SABATO 25 FEBBRAIO 2023, dalle ore 9 alle 13 a PADOVA,  nella sala dei Beati i Costruttori di Pace, via Antonio da Tempio 2 (Stanga) con don Albino Bizzotto

                                                                     

Titta Fazio







Documento collegato:   https://mail.google.com/mail/u/0/#inbox/FMfcgzGrcjSTShrgLjZWVjRBtSLNChXs?projector=1&messagePartId=0.1

mercoledì 22 febbraio 2023

Hortus Urbis: "Come prendersi cura di un orto-giardino"

 


Saperi teorici e pratici per realizzare un orto o un giardino e diffondere le tecniche di coltivazione orticole e ornamentali.
 
Argomenti:

  • terreno questo sconosciuto

  • preparazione aiuole

  • La pianta

  • Consociazioni

  • Semine in vasetto e in pieno campo

  • Trapianti

  • Gestione delle piante, malattie e difesa dai parassiti

  • Raccolta

Calendario del corso:

  • - venerdì 3.3.2023 < 18 - 20 > TEORIA ON LINE

  • - sabato 4.3.2023 < 15 - 17 > PRATICA SUL CAMPO

  • - venerdì 17.3.2023 < 18 - 20 > TEORIA ON LINE

  • - sabato 18.3.2023 < 15 - 17 > PRATICA SUL CAMPO

  • - venerdì 31.3.2023 < 18 - 20 > TEORIA ON LINE

  • - sabato 1.4.2023 < 15 - 17 > PRATICA SUL CAMPO

  • - sabato 15.4.2023 < 15 - 17 > PRATICA + TEORIA SUL CAMPO

  • - sabato 6.5.2023 < 15 - 17 > TEORIA SUL CAMPO

  • - sabato 3.6.2023 < 15 - 17 > PRATICA + TEORIA SUL CAMPO

Il corso è tenuto da Enrico Lazzari, agronomo, amico dell'Hortus Urbis, esperto di orticoltura naturale e verde ornamentale.

  • Sede: Hortus Urbis, via Appia Antica 42/50, Roma

  • Riservati 3 posti gratuiti per gli insegnanti/maestri degli asili, materne e della scuola primaria e secondaria.

  • Iscrizioni aperte fino ad esaurimento posti.

Informazioni supplementari:

  • L'area è dotata di parcheggio esterno

  • Le lezioni teoriche si terranno al coperto, a seguire i laboratori pratici nell'orto

  • Le attività potranno subire variazioni in relazione alle condizioni climatiche

Info e iscrizioni: hortus.zappataromana@gmail.com – www.hortusurbis.it


Per arrivare:
Hortus Urbis presso l'ex Cartiera Latina, via Appia Antica, 42/50 (accanto alla fontanella)
In bici: ciclabile Cristoforo Colombo e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina fino a via Appia Antica, sulla sinistra dopo 10 metri (accanto alla fontanella) c'è il civico 50, ingresso alla ex Cartiera Latina.
Bus: 118 o 2018 sull'Appia Antica (Fermata Domine Quo Vadis) o 30express, 714 e 715 (Fermata Cristoforo Colombo/Bavastro o Cristoforo Colombo/Circonvallazione Ostiense) e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina nel parco Scott fino a via Appia Antica, sulla sinistra dopo 10 metri (accanto alla fontanella) c'è il civico 50, ingresso alla ex Cartiera Latina.


In macchina: la domenica parcheggiare a via Carlo Conti Rossini, Largo Gavaligi, via Omboni, via Scott e dintorni e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina nel parco Scott fino a via Appia Antica, sulla sinistra dopo 10 metri (accanto alla fontanella) c'è il civico 50, ingresso alla ex Cartiera Latina. Gli altri giorni, dal lunedì al sabato, salvo manifestazioni alla ex Cartiera Latina, parcheggiare al parcheggio interno in via Appia Antica 50.

 




sabato 18 febbraio 2023

Treia, 24 e 25 aprile 2023 - Introduzione alla Festa dei precursori - Bozza di programma




“Il futuro non ha bisogno di rivoluzioni.. il futuro ha bisogno di un nuovo esperimento!” (Osho)

Allorché, nella primavera del 1984, decisi di fondare il circolo vegetariano VV.TT. lo feci nella piena consapevolezza che lo scopo della nuova associazione sarebbe stato quello di andare contro… Eravamo un manipolo di ribelli quel giorno davanti al notaio Giuseppe Togandi nel suo studio di Orte e mentre compivamo il nostro dovere giurando fedeltà alle finalità del sodalizio stavamo anche andando contro tutte le norme consolidate del sistema, affermando (tra l’altro): “Lo scopo dell’associazione è quello di istituire e promuovere in tutti gli spazi ritenuti opportuni pratiche per lo sviluppo spirituale e meditazioni collettive, sperimentazioni di sopravvivenza in luoghi selvaggi e seminari sull’uso armonico delle riserve della natura, organizzare e promuovere la ricerca di cure naturali per la mente e per il corpo, dimostrare e divulgare l’importanza di un’esistenza armonica e piena d’amore…”. Insomma stavano fondando una “nuova religione”, in chiave di ecologia profonda, bioregionalismo e spiritualità laica,  facendo finta di niente…

Il fatto è che per mettere in pratica queste finalità  -necessariamente- dovevamo andar contro le regole e le consuetudini della società in cui viviamo.  Insomma ci siamo presi la briga di cambiare il mondo, ribellandoci alle norme restrittive e meschine della cultura e della politica corrente. Ecco perché dal 1984 celebriamo La Festa dei Precursori, ogni anno, per ricordarci quello scopo prefisso e proseguire indefessi nella meta di rompere il ghiaccio verso nuove frontiere dell’intelligenza umana.

Alcuni nostri detrattori dicono che siamo sessantottini non pentiti, oppure che siamo inveterati illusi, poiché il nostro voler cambiare il mondo si risolve in un nulla. Sarà così… ma almeno stiamo cercando di farlo cominciando dal cambiare noi stessi, decidendo per noi stessi quei comportamenti necessari a creare una nuova civiltà umana. Ed allora ci definiamo “ribelli” e non “rivoluzionari” poiché, come disse Osho, il rivoluzionario appartiene ad una sfera terrena mentre il ribelle e la sua ribellione sono sacri. Il rivoluzionario sente il bisogno di rivolgersi alla folla, muovendosi in ambiti politici e di governo, insomma ha bisogno di “potere”. Ed il potere sempre corrompe (lo sappiamo bene) ed i rivoluzionari che lo hanno assunto ne sono stati corrotti. Il potere ha cambiato la loro mente mentre la società è rimasta la stessa, solo i nomi sono cambiati.

Per questo il mondo ha bisogno di precursori ribelli e questo è un momento in cui se non vi saranno parecchi spiriti ribelli i nostri giorni sulla terra, come specie umana, sono contati… Stiamo scavando la nostra tomba e siamo molto vicini al punto di non ritorno…

Dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere e di agire, creare più energia meditativa, sviluppare più amore ed armonia. Per farlo dobbiamo distruggere il vecchio, la sua bruttura, le sue putride ideologie, le sue stupide emarginazioni, le superstizioni idiote e creare un nuovo essere umano dagli occhi limpidi.

Una discontinuità con il passato, ecco il significato della ribellione, continuando a percorrere coraggiosamente nuovi sentieri con spirito di sacrificio e discriminazione. Insomma andiamo avanti a fare i rompighiaccio, senza occupare alcun luogo, senza perseguire alcun potere, semplicemente sperimentando la nostra crescita in tutti i particolari del vivibile.

Ora il tempo è maturo, negli anni a venire o l’uomo scomparirà o sulla terra farà la sua comparsa un nuovo essere umano con una visione diversa e quell’essere umano è un precursore.

Paolo D’Arpini


Treia. Programma di massima dell'edizione del 24 e 25 aprile 2023

La Festa dei Precursori è dedicata quest'anno all'Alimentazione bioregionale.  Data la situazione in bilico che stiamo vivendo cercheremo di alimentare non solo il corpo ma anche la coscienza collettiva  per mantenere un’intelligenza e   per la crescita in consapevolezza...

24 aprile 2023:  
Ore 20.00 - Nella sala di meditazione del Circolo Vegetariano (Via Mazzini 27)
Canti devozionali e meditazione collettiva con Upahar Anand and Venu,  Emilio Dolcini ed altri solisti con accompagnamento di strumenti musicali  indiani. Al termine condivisione del "prasad" da ognuno portato. Per info e prenotazioni: 333.6023090

25 aprile 2023:
Ore 9.30 -   Percorso di riconoscimento e catalogazione di  erbe e bacche spontanee con racconti di antiche tradizioni e tecniche trasformative. Conduce Maria Sonia Baldoni. Primo appuntamento al Circolo Auser (Via Lanzi 18) per poi spostarsi nel parcheggio dell'Arena Didimi e partenza alle ore 9.45 precise  verso un terreno  in contrada Schito. Info: 333.7843462  
(In caso di maltempo alle ore 10.30  si terrà una descrizione delle erbe spontanee  a Palazzo Rainaldi  - Via Lanzi 30)

Ore 13.30 (solo su prenotazione) - Degustazione bioregionale con discorso "prandiale" di Marinella Correggia: "Ricerca sulle famiglie nutrienti: cereali, legumi, semi oleosi"
Ore 16.30 - Incontro  nella sede del Circolo Vegetariano VV.TT.  (Vicolo Sacchette, 15/a, vicino porta Montana)
Presentazione del libro "Alimentazione Bioregionale" di Paolo D'Arpini,   del libro "Fratello porco e sorella pecora" di Michele Meomartino e del libro "Res Naturae" di Daniela Di Bartolo.  
Gli autori saranno presenti. Segue condivisione di pareri dei partecipanti all'incontro,  con intercalare di musica bucolica a cura di Andrea Biondi. Al cerchio di condivisione saranno presenti Caterina Regazzi (Vice presidente del Circolo VV.TT,)  Mauro Garbuglia (Editore Nisroch), Simonetta Borgiani (Giornalista de La Rucola)  ed altri...

Al termine brindisi e spuntino bioregionale.


Info logistiche e sul programma: auser.treia@gmail.com - cicolovegetariano@gmail.com  -  Tel. 0733/216293