domenica 31 dicembre 2023

Obiettori di coscienza contro la guerra




Ultimi aggiornamenti  dalla Campagna a supporto degli obiettori, renitenti alla leva delle guerre in corso. 

La Corte Suprema della Russia ha riconosciuto il diritto al servizio civile alternativo durante la mobilitazione.

Un caso relativo al diritto al servizio civile alternativo durante la mobilitazione ha raggiunto la Corte Suprema della Russia. Nel marzo 2023, un tribunale distrettuale della regione di Leningrado aveva stabilito che l’ufficio militare era obbligato a sostituire il servizio militare con un servizio civile alternativo quando ha arruolato Pavel Mushumansky nel servizio militare durante la mobilitazione. 

La decisione del tribunale distrettuale è stata confermata dalle corti d’appello e di cassazione. Nel novembre 2023, la Corte Suprema ha concluso il caso respingendo il ricorso in cassazione dell’ufficio militare. Vale la pena notare che Pavel Mushumansky, il ricorrente in questo caso, aveva precedentemente svolto un servizio civile alternativo come parte della coscrizione obbligatoria. Questo fatto ha giocato un ruolo decisivo nella decisione del tribunale a suo favore.

“Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento”



Per il 2024: "Non finanziare più le guerre"...

 


“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.” (Albert Einstein)


Ricordi Osama Bin Laden? Era il responsabile di Al-Qaida che ha rivendicato la distruzione delle Torri gemelle l’11 settembre 2001. Lui e la sua organizzazione erano l’obiettivo da abbattere per sconfiggere il terrorismo.

Bin Laden è stato ucciso, di Al-Qaida non si sente più parlare perché altre sigle hanno preso il suo posto sui nostri media: Fatah al-Islam, Hezbollah, Jaljalat, Stato Islamico ISIS, e più recentemente Hamas. Oggi è Hamas il nemico da distruggere. E poi?

La “Costruzione del nemico” è una classica tecnica di governo per distrarre l’attenzione dai problemi interni. Di fatto le guerre non hanno mai risolto i problemi tra i popoli, ma li hanno sempre acuiti. A partire, se non prima, dalle crociate cristiane di mille anni fa, origine, secondo alcuni, del terrorismo islamico odierno.

"War is over,
if you want it.
War is over now."


Canta John Lennon. La guerra è finita se tu lo vuoi. ADESSO:  https://www.youtube.com/watch?v=8gWHlHWIaRQ

Sì proprio a te parlava. Smetti di fare guerra al tuo vicino per futili motivi, smetti di litigare in famiglia, smetti di criticare il mondo. Il mondo è bello “se tu lo vuoi”.

Smetti adesso di finanziare la guerra con i tuoi soldi!
Forse non lo sai ma probabilmente anche la tua banca finanzia la costruzione ed esportazione di armi. Sono tante le banche coinvolte, c’è anche Poste Italiane. Tu puoi fare qualcosa. Chiedi alla tua banca di smettere.

Ogni anno il Ministero dell'Economia e delle Finanze pubblica il riepilogo sulle esportazioni per Istituti di Credito, (art. 27, legge 09/07/1990, n. 185). In altre parole, ci mostra la lista nera delle banche che finanziano la guerra. Vuoi essere complice?

Lettera tra Terra e Cielo  -  lettera@traterraecielo.com






Se la tua banca appartiene ad uno di questi gruppi CAMBIA BANCA.


ARAB BANKING CORPORATION SA MILAN BRANCH (Importi segnalati: € 1.965.000,00)

BANCA CARIGE S.P.A. - CASSA DI RISPARMIO DI GENOVA E IMPERIA (Importi segnalati: € 4.465.332,10)

BANCA DI CIVIDALE SOCIETA' COOPERATIVA PER AZIONI O IN FORMA ABBREVIATA CIVIBANK (Importi segnalati: € 150.706,25)

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA (MI) SCRL (Importi segnalati: € 1.935.960,46)

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.P.A. (Importi segnalati: € 15.109.703,76)

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO SPA (Importi segnalati: € 145.612.811,47)

BANCA POPOLARE DI SONDRIO (Importi segnalati: € 248.245.070,90)

BANCA POPOLARE FRIULADRIA S.P.A. (Importi segnalati: € 6.906.611,81)

BANCA VALSABBINA S.C.P.A. (Importi segnalati: € 16.214.938,53)

BANCO BILBAO VIZCAYA ARGENTARIA S.A. (Importi segnalati: € 38.874.996,84)

BANCO BPM S.P.A. (Importi segnalati: € 28.619.045,74)

BANCO DI CREDITO P.AZZOAGLIO (Importi segnalati: € 62.700,00)

BANCO SANTANDER S.A. (Importi segnalati: € 2.350.740,00)

BARCLAYS BANK IRELAND-MILAN BRANCH (Importi segnalati: € 135.325.573,22)

BLU BANCA S.P.A. (Importi segnalati: € 487.552,46)

BNP PARIBAS SUCCURSALE ITALIA (Importi segnalati: € 22.998.623,20)

BPER BANCA S.P.A. (Importi segnalati: € 83.969.716,01)

COMMERZBANK A.G. (Importi segnalati: € 104.537.400,88)

CREDIT AGRICOLE - CORPORATE AND INVESTMENT BANK (Importi segnalati: € 45.769.441,21)

CREDIT AGRICOLE ITALIA (Importi segnalati: € 30.432.201,12)

CREDITO LOMBARDO VENETO SPA (Importi segnalati: € 122.519,52)

DEUTSCHE BANK SPA (Importi segnalati: € 694.552.739,03)

EMILIA ROMAGNA FACTOR SPA (Importi segnalati: € 35.100,00)

EUROPE ARAB BANK SA MILAN BRANCH (Importi segnalati: € 52.633.519,50)

FINECOBANK SPA (Importi segnalati: € 450.000,00)

ILLIMITY BANK SPA (Importi segnalati: € 286.387,96)

INTESA SANPAOLO SPA (Importi segnalati: € 732.602.046,71)

MBFACTA S.P.A. (Importi segnalati: € 12.989,00)

MCC S.P.A. (Importi segnalati: € 12.462.039,42)

SMBC BANK EU AG MILAN BRANCH (Importi accessori: € 899.250,00)

POSTE ITALIANE SPA (Importi segnalati: € 166.080,00)

SOCIETE' GENERALE (Importi accessori: € 95.228.438,55)

UNICREDIT FACTORING SPA (Importi segnalati: € 14.350.300,60)

UNICREDIT SPA (Importi segnalati: € 1.695.282.614,67)

UNIONE DI BANCHE ITALIANE S.P.A. (Importi segnalati: € 68.467,00)

WESTERN UNION INTERNATIONAL BANKGMBH (Importi segnalati: € 64.994,96)



sabato 30 dicembre 2023

La pratica bioregionale di Ferdinando Renzetti... (in versione invernale)



Preferisco stare all'aperto, tagliare la legna, potare arbusti e alberi del giardino, innaffiare ortaggi e cercare di proteggerli mettendo cenere, raccogliere cacca di cinghiali, cavalli e somari da spargere nell'orto e poi andare in giro per la campagna a raccogliere verdure spontane o passeggiare sulla spiaggia, meditare e fare yoga sul tappetino azzurro, mettere a posto e catalogare terre raccolte durante i viaggi estivi sempre molto avventurosi anche se l'età avanza e cosi il freddo nella pelle e nelle ossa. Talvolta desidero emigrare, come fanno molti amici fricchettoni, alle Canarie e leggere e rileggere fiabe italiane di Calvino, il racconto dei racconti di Basile e recitare il "mistero buffo" di Dario Fo.

Questo è il mio letargo invernale, mancano solo ottanta giorni al fatidico giorno di inizio della primavera, anche se la terra cruda ormai in un certo senso mi è contraria per non dire quasi ostile e quindi non so se in futuro o almeno il futuro che ancora mi rimane continuerò a fare lavori con la terra.

Questo è quanto!


Ferdinando Renzetti (in versione invernale)




venerdì 29 dicembre 2023

Proposta per la rinascita della "Vita"...


Da così...

Dobbiamo riprenderci la nostra sovranità nazionale e pretendere relazioni internazionali basate sulla collaborazione. Vogliamo un futuro di PACE. SI AL DISARMO dell’Italia. Fuori dalla NATO.

È ora di prendere posizione!

La politica aggressiva della NATO e la sottomissione dell’Europa agli Stati Uniti stanno demolendo il mondo, fermiamo questa follia. A chi giova la guerra?

Giova agli interessi economici, giova a chi propone un’economia di morte, giova a chi costruisce e vende armi.

I popoli in guerra perdono sempre.

Come popolo e come umanità abbiamo il dovere di ricostruire la pace.

Contatta i coordinatori regionali di VITA, insieme possiamo raccogliere le firme e proporre la mozione a tutti i comuni d’Italia. La partecipazione popolare all’amministrazione locale prevede che i cittadini possano presentare petizioni intese a sollecitare l’intervento dell’Amministrazione Comunale per la migliore tutela di interessi collettivi.

Scrivi al coordinatore VITA della tua regione per partecipare anche tu ad un futuro di PACE e DISARMO.

Lombardia lombardia@votalavita.it

Piemonte piemonte@votalavita.it

Lazio lazio@votalavita.it

Veneto veneto@votalavita.it

Friuli Venezia Giulia friuli@votalavita.it

Emilia Romagna emiliaromagna@votalavita.it

Toscana toscana@votalavita.it

Molise molise@votalavita.it

Umbria umbria@votalavita.it

Marche marche@votalavita.it

Abruzzo abruzzo@votalavita.it

Campania campania@votalavita.it

Puglia puglia@votalavita.it

Sicilia sicilia@votalavita.it

Sardegna sardegna@votalavita.it

NO alla guerra! Fuori dalla NATO!

La neutralità non è una chimera irraggiungibile, LEGGI l’articolo di Domenico D’Amico.

È possibile riconvertire tutta l’economia di guerra italiana ad un’economia reale, produttiva, estranea da ogni tipo di commercializzazione di strumenti di morte. LEGGI l’articolo di Davide Barillari.

La mozione VITA per la PACE e il DISARMO si basa sulla mozione presentata da Davide Barillari in Consiglio della Regione Lazio nel maggio 2022. Puoi leggere qui la mozione di Barillari.

Come cittadino puoi inviare la mozione alla pec o mail del tuo comune e del tuo sindaco e chiedergli di presentarla.

Leggi qui la mozione VITA per la PACE e il DISARMO, scarica e inviala al tuo comune.


...a così!


Annotazione collegata:

Avevamo ideato anche certi punti a favore della Palestina e li avevamo sottoposti a vari soggetti politici, con la raccolta firme e ora con la mozione, in questa hanno modificato qualcosa ma rimangono dei punti necessari per far sentire la nostra voce ai potenti. (J.G.)


mercoledì 27 dicembre 2023

La guerra mondiale a pezzi...



Mentre Netanyahu preannuncia "mesi di guerra" contro Hamas e detta condizioni di pace impossibili, sono almeno 50 i focolai di conflitto nel mondo con milioni di vittime tra morti e sfollati: molti durano da decenni, alcuni sono appena scoppiati.

Dovremmo evitare di ripetere l'errore delle mobilitazioni Iraq del 2003: opporsi alle guerre dimenticandosi del sistema di guerra. Le guerre non vanno fermate quando sono partite, bisogna prevenirle: non vanno alimentate con una azione preventiva pianificata dall'intelligenza strategica. Non "cessate il fuoco", quindi, esortazione rivolta a terzi, bensì "non alimentiamo il fuoco", impegno preso da noi stessi che rientra nelle nostre effettive possibilità di incidere ...

Verso il 2024 - Conflitti che durano da decenni o appena scoppiati, con l'Onu impotente e i "grandi" leader che hanno smesso di occuparsene

(...) Uscendo dalla prospettiva occidentale, i conflitti ad alta e bassa intensità sono una 70ina, 50 circa i fronti in fiamme, con una concentrazione maggiore in Africa, Medio Oriente e Asia.

Questi i più violenti e con un maggior impatto nelle rispettive regioni.

NAGORNO-KARABAKH

YEMEN

SIRIA

MYANMAR

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

SUDAN

SUD SUDAN

SOMALIA 

SAHEL


Per fare solo l'esempio dello Yemen:   https://greenreport.it/news/geopolitica/yemen-dopo-8-anni-di-guerra-centinaia-di-migliaia-di-morti-e-milioni-di-sfollati/#:~:text=Tra%20marzo%202015%20e%20novembre,a%20strutture%20educative%20e%20sanitarie.

Estratto di notizie a cura di Alfonso Navarra



Diciamo NO al "decreto ombrello", decreto di morte...



Nella Gazzetta ufficiale del 21 dicembre 2023 è stato pubblicato il decreto-legge n. 200 del 2023 che proroga fino al 31 dicembre 2024previo atto di indirizzo delle Camere, l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorita' governative dell'Ucraina.

Dispiace che l'aumento delle spese militari a 29 miliardi più svariati miliardi di altre voci stia passando in parlamento praticamente senza iniziative e presidi di protesta. Noi crediamo che quando si lotta si debba tenere a mente che, per lo più, siamo cittadini di un determinato Paese e che abbiamo contribuito col voto alle istituzioni e al governo in carica. 


Se siamo cittadini italiani, dobbiamo quindi chiedere conto al governo italiano, membro UE, di quello che fa ed esigere che rispetti la volontà maggioritaria del popolo, coincidente (sorpresa!) con il ripudio costituzionale della guerra. 


Questo impegno meditato, organizzato, pianificato, dovrebbe prescindere dal correre emozionalmente dietro l'agenda mediatica, dall'agitazione di breve durata con la pretesa (si può immaginare quanto realistica) di "fermare" questa o quella guerra sulla ribalta, magari con schemi ideologici che approfondiscono il baratro tra le avanguardie pacifiste e l'opinione pubblica più ampia. 


L'Italia va verso una ulteriore passivizzazione politica e le tendenze di destra prendono purtroppo sempre più piede. L'alternativa della resistenza nonviolenta non ha spendibilità e credibilità anche a causa dei nostri errori sulla gestione del servizio civile. 


Cerchiamo di fare la nostra parte affinché le nostre manifestazioni non siano puro sfogo emotivo ma abbiano un senso adeguato di obiettivi e di impatto: abbiamo la responsabilità di non portare anche involontariamente acqua al mulino del crescente disprezzo della pace e dei pacifisti. O nemmeno ci accorgiamo che questo è il clima che sta montando nello spazio pubblico? 


Riflessioni aggiunte di Alfonso Navarra dei Disarmisti Esigenti:


I sondaggi d’opinione dimostrano con cifre inequivocabili che la grande maggioranza degli italiani è  per fermare le derive belliche e non per Crosetto e Leonardo, ma nemmeno per Elly Schlein che invoca la diplomazia, ma vota per nuovi stanziamenti di armi.

Quella che in questo momento sembra un pio desiderio, l’arresto delle guerre in atto, può e deve trovare una direzione che si concretizza indicando una meta, un metodo e interlocutori istituzionali per vertenze comuni.

Con quale percorso? Quello di dialettizzarsi con i movimenti che hanno già assunto dimensioni massicce in molte capitali europee, negli Stati Uniti e persino, per gli ostaggi, in Israele, allo scopo di attivare quelle organizzazioni internazionali che - al netto di retorica e di ambiguità - hanno già dimostrato la volontà di farsi protagoniste di una pace duratura. 

L’invocazione del cessate il fuoco, in virtù dell’art. 99 del suo statuto, da parte del segretario generale dell’ONU, Guterres, e la risoluzione “Uniting for peace”, approvata a schiacciante maggioranza dalla sua Assemblea Generale (ma con il voto di astensione dell’Italia) ne dimostrano la volontà di costringere gli Stati Uniti e il Regno Unito a rinunciare ai loro veti in Consiglio di Sicurezza, unico soggetto in grado di gestire quella pace duratura in Medio Oriente tale da garantire rappresentanza ai popoli di Israele e Palestina, oggi in guerra asimmetrica. 

"Due popoli, due Stati" è perciò da considerare la strada da percorrere per "assettare" verso la pace tutto il Medio Oriente, l'unica soluzione realistica, secondo Guterres, argomentante che "gli israeliani devono poter vedere materializzati i loro legittimi bisogni di sicurezza e i palestinesi devono poter vedere realizzate le loro legittime aspirazioni ad uno Stato indipendente".
Il fondamentalismo sionista, come pure quello islamista, pongono ambedue ostacoli a questo progetto che però non dobbiamo considerare insormontabili, se l'accordo di pace fosse - come è logico e giusto, e suggerì a suo tempo Galtung, l'inventore nonviolento del "metodo Trascend", tra Israele e non solo i palestinesi ma tutti gli Stati arabi, includendo ad esempio la Giordania nella riconfigurazione degli assetti territoriali onde rendere meno tramautica ed esplosiva la questione dei 700.000 coloni israeliani che vivono nei territori occupati in violazione del diritto internazionale, ma con il benestare del governo di Tel Aviv.

Anche l’Ucraina aspetta una soluzione di compromesso, oggi a portata di mano, grazie al vicolo cieco in cui si è cacciato il grande macello militare sul terreno. 

Alcune cifre impressionano: 500.000 militari morti sul campo, forse 200.000 ucraini, 10 milioni di sfollati interni all'Ucraina, 2 milioni di profughi all'estero, oltre 1.000 miliardi di danni stimati in dollari... 

Possiamo oggi dire che la resistenza militare in forma bellica ha distrutto il bene - l'Ucraina - che teoricamente avrebbe dovuto salvaguardare.

E' l'ideologia della lotta armata, sia in forma di scelta bellica, sia in forma di resistenza popolare, che sta mostrando nei fatti la corda, ma viene riproposta negli stessi, confusi, movimenti di opposizione che si definiscono impropriamente no-war, ma per lo più sposano la contraddizione "imperialismo" (unico) vs "popoli oppressi".

Al contrario, dovremmo ribadire che una condizione essenziale perché la diplomazia dei popoli sblocchi la diplomazia dei potenti è la crescita di un movimento per metodo ad un tempo pacifico e militante, come dimostrato dall’esempio storico di Gandhi, emulato da Nelson Mandela in Sud Africa. Bersagli di tale militanza saranno istituzioni e persone che si oppongono alle paci, sia nel caso mediorientale che nel caso ucraino. Come, ad esempio, il Parlamento e il Governo dell’Italia. I mezzi dovranno sempre essere rigorosamente coerenti col fine pacifico: non soltanto manifestazioni, ma sit in, boicottaggi, presenze sgradite, secondo le tecniche di Jewish Voice for Peace, Code Pink, If not now e di altre organizzazioni analoghe, attive negli Stati Uniti, ma con un inquadramento strategico più complessivo e maturo.
Nel caso della guerra russo-ucraina, in realtà scontro NATO/Russia, il punto di riferimento è la campagna "Object war".

Ci auguriamo più intelligenza, oltre al tanto cuore speso, nelle mobilitazioni disarmiste, nonviolente, pacifiste per il 2024 in arrivo. 

Il 10 gennaio 2024 a Roma un appuntamento da non mancare è quello contro il decreto ombrello per gli aiuti militari all'Ucraina. Info:  alfiononuke@gmail.com



martedì 26 dicembre 2023

Medio Oriente. La tregua che Gaza aspetta...



La tregua a Gaza sembrerebbe alle porte ma ancora non decolla.  Ismail Hanyeh, capo politico di Hamas,  è andato in Egitto, per discutere una bozza di accordo che però non piace granché  alla  nomenclatura israeliana e nemmeno ad Hamas. 

"Il Canale Al-Sharq pubblica i dettagli dell'iniziativa, che si compone di tre fasi. La prima fase prevede l'avvio di una tregua umanitaria di due settimane, prorogabile per due o tre settimane, durante le quali Hamas libera 40 detenuti israeliani, donne e bambini (sotto i 18 anni) e maschi anziani, soprattutto malati...” - Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2023/12/liniziativa-egiziana-per-fermare-la.html?sc=1703434954229#c8997928233560605192

"Il gabinetto di guerra israeliano  discute la proposta dell’Egitto. Lo riferiscono i media ebraici, come riporta il Times of Israel. Il piano egiziano, che sarebbe stato rifiutato da Hamas e dalla Jihad islamica, prevede che Hamas rinunci al controllo della Striscia in cambio di un cessate il fuoco  e il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, in tre fasi." 

Certo, un'eventuale "tregua" sarebbe una pausa di sollievo per gli sventurati palestinesi, anche se le loro sofferenze saranno solo attutite: lo sradicamento, la fame e le malattie continueranno a flagellare.

La pausa dei combattimenti potrebbe condurre le parti ad un rinnovato impegno diplomatico per porre fine al conflitto, ma grande è l’incertezza sul futuro e l’ipotesi che Tel Aviv dismetta la mattanza dei palestinesi resta remota.

Striscia di Gaza. "Usa modificano la risoluzione Onu  e Mosca si oppone alle modifiche. Il voto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato rimandato, la Russia e altri Paesi membri lamentano l'eliminazione della cessazione delle ostilità da parte degli USA...” (Euro News)

Inutile, a oggi fare previsioni, dal momento che può accadere di tutto, sia a Gaza che altrove (il Times riferiva di un piano israeliano per invadere il Libano e altre criticità possono aprirsi a causa della flotta a guida Usa inviata nel Mar Rosso contro gli Houti).


(Notizie da varie fonti)

lunedì 25 dicembre 2023

Ecologia governativa ad alto costo ambientale...

 



Ieri ho sentito un'altra storia assurda mentre guardavo Linea Verde su Raiuno, che a volte manda pure dei buoni servizi, naturalmente si parlava di cultura della transizione, di riciclo, sostenibilità ed ecologia e veniva presentata, come esempio di agro tecnologia, una azienda siciliana che produce biogas dagli scarti della lavorazione agricola come arance pomodori e altre verdure. 

Sembrerebbe un ottimo esperimento poi pian piano si scopre che per produrre biogas occorre tantissima acqua e in una regione con tanta siccità è gia un problema, poi tanta energia perche occorrono temperature molto basse, meno settanta gradi, per sintetizzare il bio gas. Quindi riassumendo centinaia di litri di acqua, energia elettrica in gran quantità e calcolando pure i costi di istallazione dell'impianto un grammo (?) di biogas viene a costare quasi mille euro, per fortuna prodotto con biomasse riciclate. 

Questi sono gli esempi di economia sostenibile ed ecologia ambientale  che il sistema ci propone come metodi da seguire e lodare.  Praticamente l'investimento è basato solo sulla realizzazione degli impianti, sui sussidi e finanziamenti statali che in una economia di mercato sarebbe impossibile attuare, in quanto non economicamente sostenibile. 

La stessa situazione vale per  gli impianti dell'estrazione dl petrolio di Timparosso in Valle d'Agri in Basilicata, un petrolio sporco che ogni cinque barili ne consuma quattro per ripulirlo lasciando sul territorio pericolosissime scorie. Nel golfo ogni venti barili se ne consuma solo uno per l'estrazione, invece per l'estrazione di questo petrolio ogni cinque se ne consumano quattro inquinando la falde acquifere del territorio e anche l'aria perche si sente sempre una puzza di petrolio di sottofondo. 

Per compensarli dei disagi agli abitanti della valle è stato concesso un bonus benzina. Se avessero investito in opere di sviluppo realmente ecologico tutto il denaro speso per gli inutili e dannosi impianti, avrebbero resa florida una intera valle con turismo sostenibile, agricoltura biologica, pastorizia al pascolo, tarantelle e musiche tradizionali, architettura rurale,  qualità ambientale, acqua buona, aria fresca...  Invece tutto è stato rovinato in nome neanche del progresso solo della follia, perché questo impianto costato fior di milioni produce solo inquinamento...

Ferdinando Renzetti









Articolo collegato per una economia bioregionale:    https://www.lteconomy.it/bloglte/profilegrid_blogs/proposizione-per-una-economia-ecologica/



domenica 24 dicembre 2023

La logica del cefalo...

 


Poche righe per inquadrare la natura del mistero.

Se chiedi al pesce: “Com’è l’acqua?” Ti guarderà stranito dicendo: “Quale acqua?”

Come il cefalo siamo immersi nella nostra acqua, anche se solitamente la chiamiamo concezione. La concezione determina la realtà, le parole per descriverla, i pensieri per considerarla, le idee per progettarla, le azioni per realizzarla.

Non a caso, a parità di problematica, il Bushido samuraico-giapponese, il Kanun nord-albanese, il Codice barbaricino barbagio-sardo, il Pashtunwali pashtun-afghano-pakistano, l’Adat islamico-caucasico-balcanico, tutti disciplinatori delle questioni sociali, hanno forti similitudini nelle modalità di gestione delle problematiche comunitarie, quali l’ospite, la famiglia, la proprietà, il matrimonio, l’eredità, l’onore, il furto, l’omicidio, la vendetta, la giustizia, eccetera, non c’è aspetto della vita tralasciato, hanno adottato soluzioni alquanto simili, nonostante la separazione culturale che li contraddistingue. La concezione della questione era identica per tutti.

Digressione consuetudinaria a parte, la nostra acqua si chiama logica. Un grande oceano che tutto contiene, oltre il quale non ci sarebbe niente. I cui mari minori sono detti razionalismo, materialismo, scientismo.

Ogni cefalo nuota tranquillo credendo di visitare la realtà. Non sospetta di essere il creatore di ciò che vede ed esperisce. Ovunque si rechi, la logica, il razionalismo, il materialismo, lo scientismo glielo impediscono.

Immerso nell’acqua, il cefalo non dispone di altra concezione di una realtà altra dalla propria. Di vedere che l’osservato e l’osservatore costituiscono una diade, non se ne parla neppure. Non ha proprio i mezzi per maneggiare la questione. Emanciparsi dalla certezza che il suo pensiero e il suo credere siano autonomi e indipendenti dall’ambito in cui sorgono in lui, non lo riguarda. Anzi, se la prende, classificando ciarlatani coloro che gliene fanno cenno.

Dunque, come ogni cefalo, ritiene che oltre all’acqua non ci sia mondo. Una convinzione così totale che non lo disarmi neppure quando gli fai presente che il suo oceano non solo è grande ma deve necessariamente essere allora infinito. Sarebbe logico, no? Eppure, pur riconoscendo – sempre per logica – che effettivamente non lo è, e non può esserlo, non ritiene di prendere in considerazione alcunché che logico non sia, non ritiene che la logica abbia qualche difetto. Quindi per lui il tempo è sempre lineare, la natura e l’uomo sono macchine, la realtà, come detto, è oggettiva, la verità è possibile, il principio di causa-effetto è il solo, materia e energia sono di natura differente, la mente è il luogo dei pensieri, l’intelligenza è nel cervello: nel mare – dice – c’è tutto.

A ben guardare c’è del vero, nel momento in cui si limita il mondo ai campi chiusi delle conoscenze tecniche, qui dette anche amministrative. In questi, tutti coloro che chi vi albergano o transitano sanno tutto, linguaggio e regole, e anche condividono il castigo nei confronti di chi non le rispetta.

Ma sono un sisma umanistico, un ingorgo evolutivo, quando la logica, il razionalismo, il materialismo e lo scientismo divengono modalità che vogliono imperare anche in campo aperto, ovvero nelle libere relazioni dove gli universi diversi che siamo si incontrano e scontrano, senza il sospetto che le reciproche affermazioni hanno un alto potere d’equivoco e basso di comunicazione. È sempre così quando non c’è terreno comune, sentimento o emozione condivisa. Dove – per diritto di logica – crediamo che gli altri stiano alle nostre regole, che non conoscono e che pure a volte non conosciamo noi stessi. Dove siamo incapaci di vedere il sopruso del nostro ordine morale, di vedere che esso funziona solo e soltanto entro campi riconosciuti e condivisi, o da soli, quando infatti tronfi vediamo la soluzione dei problemi, e non capiamo perché questa non funziona più quando la esponiamo al campo aperto degli universi diversi degli interlocutori che, infatti, “sono loro che non capiscono”, dice tranquillo il cefalo.

Ignaro del limite dell’acqua, il cefalo avanza come uno squalo lasciando scie di sangue e questioni che non risolve per le quali fa spallucce. Una di queste è il mistero.

Che fa il cefalo davanti al mistero? Intanto, non si cura della contraddizione tra riconoscere nei suoi pensieri la presenza del mistero e la logica che, in quattro e quattr’otto – visto che con essa tutta la verità dovrebbe venire a galla – dovrebbe darne di conto e non assillarlo più. Secondariamente, ma questo in quanto cefalo glielo si può concedere, non si avvede che il mistero non è altro che il confine del suo oceano e che – ulteriormente difficile – quel confine è proprio lui a disegnarlo, nel momento in cui ci chiede: “Quale acqua?” Ma c’è un terzo argomento, più forte dei precedenti. Il cefalo non si avvede che è proprio la modalità della logica a generare il mistero, quando con i suoi inadatti strumenti vuole indagare ciò che non sta sul suo limitato banco di lavoro. Il mistero di A e B non sa che farsene e anche proporgli un AB è solo un penoso logico tentativo destinato all’insuccesso, oltre che dimostrazione dell’inettitudine del cefalo.

Dunque il mistero e tutte le sue forme, quindi dio, la natura, il cosmo, la vita, la coscienza, eccetera, secondo le considerazioni qui in corso, sono un’entità creata dalla logica. Assurdo? Come?

La logica per funzionare richiede A e B, non soltanto uno dei due. Il cefalo, ma anche lo scientista, quando gliene viene meno uno, torna indietro, cambia strada. E, se gli chiedi perché, la risposta è sempre la stessa: “Di lì non c’è niente”. Nonostante questa conclusione ferma e ripetuta, non si perde d’animo. Seguita a non riconoscere l’inadeguatezza dei suoi strumenti cognitivi. Del resto, è lui che ce lo insegna, la scienza misura la realtà e la realtà non misurabile, semplicemente non lo è o, quantomeno, non conta nulla sulla bilancia della verità. Infatti, siccome la logica non porta a sciogliere il misterioso problema di dio, a che punto arriva lo scientista forte del suo metodo? Nessun problema, lui ha la soluzione. “Non ci sono prove, quindi non esiste”. Se solo sapesse di essere lui stesso ciò che sta cercando e anche escludendo, sarebbe tutto un altro oceano.

È proprio il suo sistema, il suo oceano logico la sola base di partenza dal quale spicca il volo il problema del mistero. A volte è meglio evitare di dirglielo, i forconi ce li ha sempre appresso. Eppure, è proprio dalla logica che nasce il mistero. Un simile bisticcio non è, evidentemente, alla portata del cefalo, che infatti seguita a nuotare nelle sue convinzioni. Tranquillità che, peraltro, gli permette di accusare di pregiudizi e bias, chiunque gli parli dell’acqua dell’oggettività in cui vive. E soprattutto, come se lui ne fosse libero. Così pensa il cefalo.



Se il mistero è creato dalla logica in quanto fuori dalle sue, per altro eccellenti doti amministrative, significa che sottraendo la logica dalla supremazia nei pensieri, non solo il mistero non è più creato ma sparisce dall’orizzonte delle problematiche, cioè dalle questioni che l’arroganza oceanica dei cefali ritiene di poter tralasciare. Sparisce perché invece di analizzarlo come un oggetto, avvieremmo i processi per esserlo.

Per il cefalo esploratore, sarebbe logico porsi in ricerca di quanto non sta alle regolette del campo chiuso della scienza – soprattutto per una macchina, quale deve, per coerenza meccanicista, riconoscere di essere – eppure è proprio così, il magico e l’alogico per lui non esistono. (Tralascio di commentare la sua concezione del magico, che gli impone pensieri e parole sideralmente lontane dalla natura del tema). Anzi, se gli parli dell’uomo come creatore del mondo, ti prendi, come detto, del ciarlatano. Sempre meglio di un’inforcata. Se gli fai presente che gli uomini realizzano solo e soltanto ciò che risiede in loro, che senza un’idea non c’è creazione, e che in questo processo replichiamo nel piccolo ciò che il mistero ci impone di ritenere qualcuno o qualcosa abbia a suo tempo fatto in grande, non fa una piega. Si gira dall’altra parte e se ne va. Il ciarlatano non gode di pari dignità con il cefalo-scientista. Che se è proprio gentile, come si trattasse di una specie di equazione, si mette di buzzo buono e inizia a spiegarti come effettivamente stanno le cose nell’oceano.

In più, preda della rete lanciata dalla vulgata del cristianesimo, facilmente crede che quel dio sia un signore saggio e giusto che sta in cielo. No. Non è così cefalo da arrivare a tanto, anche se ci va vicino. Sì, perché lo concepisce come fuori da noi, come del resto fa tutta la marmaglia filo cristiana, ma, è bene accennarne, anche filo-islamica, mica che i probiviri della par condicio, in combutta con quelli dell’inclusività, si inalberino e imbraccino i forconi contro un ciarlatano qualsiasi.

Cultura liquida a parte, – ma neanche tanto visto che le ragioni logiche sono molte a sostenerla e quelle spirituali “non esistono” – bisogna rispettare che il mondo logico del cefalo concepisce dio e il mistero come esterno al creato per la banale osservazione che la logica non gliene permette altra.

La relazione allora non è più con un dio esterno al quale chiedere pietà nel male e ringraziare nel bene. Essa riconosce invece la natura divina di noi stessi, quali creatori della nostra migliore o peggiore condizione, proprio in funzione dell’accettazione degli eventi o del rifiuto di questi in quanto non secondo noi meritati. Si tratta perciò di un terreno dove la logica non è che un piccolo espediente storico di convivenza o scontro. Si tratta del campo libero della magia, dei poteri umani che la logica ha castrato, delle dinamiche della realtà, delle forze, non brute e meccaniche, che la muovono.

In sostanza, l’incantesimo del mistero, come oggetto da scomporre per vedere di cosa e come è fatto, per svelarlo, in una parola, si risolve prendendo consapevolezza dell’acqua in cui nuotiamo. È a quel punto che il cefalo vede il cielo e l’infinito che contiene il suo piccolo, bricioloso, oceano. È a quel punto che la verità alogica e magica, prende diritto di pari dignità con quanto la cultura logica del cefalo pensava di esaurire il mondo. È quel punto che anche la fisica, ha iniziato a intravvedere, riconoscendo così il limite della realtà creduta asetticamente osservabile e dalla logica meccanicistica, su cui basava la vantata universalità delle sue autoreferenziali modalità di ricerca.

Il mistero si risolve accettandolo, essendolo, cessando di crederlo un problema indagabile con pinza e microscopio. Si risolve andando oltre il nostro io e quello che crediamo di essere, scambiando ciò che sappiamo, ciò con cui descriviamo il mondo come verità. Si risolve riconoscendo che nel cielo non ci sono le parti, gli A e i B, ma solo gli interi. Che è dal cielo iperuranico che gli uomini cefalici prendono le metà degli interi che necessitano per portare avanti i loro discorsi sul palco della storia. Metà affinché mantengano alta la superstizione e l’arroganza della conoscenza e con essa le fiamme dell’inferno, che innocentemente chiamano realtà. E se il cefalo non l’ha capito, bisogna dirglielo meglio: la logica non è tutto come crede lui, è una parte. Scambiarla per tutto, fa difetto.

Allora il mistero inizia a parlare e le nostre carni a recepire, che il progresso è da compiere dentro, affinché la vita da pena muti in gioia.

Ma c’è sempre un cefalo fuori standard. Il quale giustamente chiede: “E i sentimenti, le sensazioni? Amore e odio, piacere e sofferenza, non bastano a confermare che oltre il dualismo non v’è altro? Che oltre la storia non esiste nulla?”

Bella domanda, nel senso che quando si pensa, il mondo si muove, e la pari dignità delle prospettive che lo raccontano si realizza.

La risposta è elementare, se per formularla si adotta una prospettiva differente dalla cefalica. Non si tratta infatti di credere che solo il piacere e l’amore possano fare a meno del loro contrario. Non è questa la via, per il semplice fatto che la questione non si dipana su un piano logico. Questa, sta invece nell’emancipazione dall’interpretazione egocentrica di quanto ci accade. L’uomo nella storia non può eludere il dualismo ma può invece emanciparsi dal loro dominio, dalla cultura materialista e avviarsi alla conoscenza liberandosi dal conosciuto imparato a casa e a scuola. Un passo necessario per accedere alla consapevolezza che l’interpretazione personale esalta desideri, aspettative, sentimenti e sensazioni, quindi che genera la pena, il male, la malattia, quando questi non sono soddisfatti.

Dunque il culmine del discorso risiede nel prendere coscienza che accogliere ciò che ci accade come accade a tutti gli uomini, consente di vivere con la migliore presenza, energia e creatività la vita. Allora la logica e il materialismo da tiranno dei nostri pensieri torneranno ad essere semplici strumenti sul banco di lavoro dell’esistenza.

Sarebbe logico allora concludere con le parole di un amico: “Abbiamo intuito che quando difendiamo con calore e a spada tratta un’opinione siamo i primi a non esserne convinti fino al fondo delle nostre profondità”.

Sarebbe, ma non per il cefalo.

Lorenzo Merlo





venerdì 22 dicembre 2023

L'ONU premia il filantropo veneto Benetton Alessandro...



I Benetton, dopo avere letteralmente spremuto senza manutenzioni  le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi. Alessandro Benetton ha ricevuto dalle mani del segretario ONU, Antonio Guterres, il Global advocate of the year 2023“, per la dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili (tre miliardi di euro investiti nella sostenibilità per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo mondiale) in qualità di presidente di Edizione Spa, una delle principali holding europee”

Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Dopo aver annunciato l’avvio di una procedura di revoca della concessione, il governo italiano si è ricomprato Aspi, attraverso una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti, liquidando i Benetton con oltre otto miliardi di euro. A Genova, al processo, i Benetton neppure sono imputati.

Ponte Morandi, la strage ancora in attesa di giustizia: 182 udienze, per 58 imputati e 170 testimoni. La sentenza (forse) nel 2024.

Commentano i famigliari dei 43 morti del crollo del ponte Morandi: “La risonanza  del premio Onu stride come il rumore del cemento frantumato del ponte  sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato, sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario che la Giustizia italiana liberasse definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata” Clicca qui.



giovedì 21 dicembre 2023

Grammatica, l'ombra del sole e mitologia

 


...penso che nell antichità gli astronomi stavano tutta la vita a segnare l'ombra del sole, e a terra si formava durante l anno la forma dell analemma, e penso che molti punti dell'analemma corrispondevano a feste e cerimonie. per esempio mi sa che i quattro punti piu larghi nelle curve dell analemma corrispondono con i quattro sabbat maggiori della ruota dell anno celtica. penso che pure la precessione degli equinozi veniva studiata in questo modo. comunque durante l anno segnando l'ombra durante il giorno, si otteneva una curva convessa l'inverno  e concava l estate e due volte all anno durante equinozio l'ombra dava forma a una linea dritta. gli astronomi stavano tutta la vita a segnare l ombra del sole questo lavoro veniva eseguito con grande scrupolo e segnato sui grandi cerchi di pietra gia dal neolitico e trasmesso di generazione in generazione. 

 
molte sono mie supposizioni, a locorotondo paese della puglia c'e' un cerchio in pietra di quasi trecento metri di diametro e al posto dell obelisco hanno costruito un campanile e all'interno del cerchio l'abitato del paese anche se non so perche ti dico queste cose...
 
Gli orologi solari e le meridiane erano già conosciuti nell'antico egitto  e presso altre civiltà, e successivamente tra quella dei greci e dei romani. L'origine di questa scienza è tuttavia ancor più antica rispetto alla civiltà egizia e le prime testimonianze risalgono addirittura al neolitico.
 
 
Lo studio degli orologi solari è chiamato gnomonica.
 
Nella forma tradizionale l'orologio solare è uno stilo, detto gnomone, che proietta la sua ombra su una superficie orizzontale o verticale, detta quadrante, indicando l'ora solare locale. Il principio di funzionamento di un orologio solare è legato al moto apparente del Sole nel cielo di una data località
 
Il nome deriva dal greco 'obelos', ovvero spiedo e 'obelisco' è un diminutivo che vuol dire 'spiedino'.
 
nell egitto antico la cuspide identificava il benben ed era quasi sempre ricoperta di lamine d'oro, o rame dorato affinché brillasse fulgida illuminata dai raggi solari.
 
L'obelisco simboleggiava il Dio del sole ra, e durante la breve riforma religiosa di akhenaton si diceva fosse un raggio di sole pietrificato dell'aten, il disco solare. Si pensava inoltre che il dio esistesse all'interno della sua struttura.

ferdinando renzetti