A causa del Covid-19 più di mezzo miliardo di persone, in tutto il mondo, si trovano private delle più basilari libertà individuali, inclusa quella di fare una passeggiata o di poter fare la spesa senza mascherina, guanti e certificato.
La speranza fino a qualche giorno fa era che nella prima
settimana di aprile il problema iniziasse a finire, purtroppo diversi analisti ci informano che non è così, la
pandemia potrebbe addirittura arrivane fino a luglio prossimo, non solo ma dopo la pausa estiva
ritornare in autunno più minacciosa di prima.
Si troverà un vaccino? Gli esperti ci dicono che ci vorranno ancora dei mesi, ma poi per
renderlo usufruibile da tutti i cittadini del mondo non meno di un anno, un anno e mezzo. Periodo entro
il quale le nostre abitudini risulteranno stravolte in ogni settore, dal lavoro all’educazione, dai rapporti
sociali e affettivi ai tradizionali comportamenti come andare al cinema, al teatro, fare le vacanze,
prendere gli aerei, ecc.
Tutto ciò con inevitabili costi umani, economici e psicologici mai affrontati prima.
Giorni fa su un autorevole quotidiano il giornalista Francesco Costa scriveva: “Uno scenario che soltanto
un mese fa avremmo considerato lunare – le code ai supermercati, la polizia per le strade a controllare
chi esce di casa, le scuole chiuse, le rivolte e i morti nelle carceri, i treni che non partono, l’impossibilità di
vedere i propri cari – oggi è la nostra vita quotidiana”.
Dal Governo ci è stato detto che questo nostro disagio nel restare “agli arresti domiciliari” sarebbe
durato fino al 3 aprile, ma oggi sappiamo che i termini per riprendere la nostra libertà è rimandata
ancora nel tempo e non sappiamo fino a quando.
E quando finirà? A questa nostra più che legittima domanda risponde Gordon Lichfield , direttore di
Technology Review, magazine del MIT (Massachusetts Institute of Technology) “La maggior parte di noi
non ha ancora capito, ma lo farà presto, che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche
settimana, o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai più“
Sempre Gordon Lichfield ci ricorda, ahimè, che dovremmo riprogrammare e spostare nel tempo molti
dei nostri progetti come acquisto di case, auto, fare viaggi, matrimoni dei figli, cambio di lavoro, ecc.
Alla ripresa della normalità noteremo che è iniziato un nuovo stile di vita e di consumo. Per diverso
tempo saremo diffidenti ad entrare nei ristoranti, nei bar, nei mezzi di trasporto e, come stiamo già
facendo ora, continueremo ad optare per gli acquisti online, penalizzando così quelli diretti nei negozi
delle nostre città.
Potrebbe essere un colpo mortale, o almeno un forte ridimensionamento, per molti
centri commerciali che negli ultimi anni sono sorti come funghi un po’ ovunque. Sempre Gordon Lichfield
parla di una nuova economia, una sorta di “economia rinchiusa o del confinamento” e cioè legata a tutto
ciò che è on demand, ordinabile da casa, chiesto e usufruito online.
Tutto ciò potrà fare da apripista ad una nuova forma di democrazia quella che sancisce il rapporto Stato
cittadino. Lo stiamo vivendo in questi giorni di forzata limitazione di movimenti dovuti per un evento
eccezionale come la pandemia da covid-19.
E’ senz’altro un disagio necessario, ma che alla fine pone
qualche riflessione, ad esempio quello che sta capitando ad Hong Kong è per alcuni molto preoccupante
perché i movimenti delle persone in quarantena vengono monitorati con braccialetti telematici
intelligenti. Lo stesso Israele, sta pensando di mettere in essere una capillare rete di sorveglianza tramite
Gps, e questo per tracciare i cellulari dei potenziali cittadini infetti. Quest’ultima idea è già sul tavolo dei
nostri ministri.
Quello che stiamo vivendo in questi giorni si chiama tecnicamente lockdown (x), ma dopo
questo “isolamento forzato” potrebbe avviarsi una fase successiva a cui anche le migliori democrazie
occidentali, compresa la nostra, potrebbero farci un pensierino. Con la scusa di future nuove minacce alla sicurezza dei cittadini questo sistema da “grande fratello” potrebbe diventare un metodo da applicare
regolarmente, consentito anche dalle stesse forze sociali e politiche dei vari Paesi democratici del
pianeta.
A tal proposito 35 anni fa in uno dei giornali di Kronos 1991, apparve un articolo che allora sembrava
dettato dai romanzi di fantascienza, ma che oggi va rivisto in chiave profetica. Il titolo dell’articolo era:
Ecologia e deriva autoritaria “…..l’uomo nei Paesi civili è libero di vivere, agire, muoversi liberamente, ma
quando seri problemi ecologici metteranno a rischio la stessa sopravvivenza dell’umanità, allora non
dovremo lamentarci se tutto ciò che oggi e libero, domani sarà vietato….”
Sono certamente, almeno per l’Italia, preoccupazioni lontane dalla realtà, tuttavia pensare che in futuro
ciò possa, anche lontanamente, realizzarsi, ci mette in condizione di stare “con gli occhi aperti” per non
cadere in qualche trappola antidemocratica. Ora comunque pensiamo a superare questa difficile
situazione, poi, finita la tempesta, torneremo a parlare delle sottili formule che potrebbero in futuro
ridurre le nostre legittime libertà.
Filippo Mariani - (A.K. Informa N. 13)
1 aprile 2020
(x) Lockdown è una parola inglese che possiamo tradurre in italiano con la parola “isolamento”.
Attualmente la parola lockdown è usata per indicare le misure di contenimento messe in atto sia
dall’Italia, ma anche dal resto dei paesi nel mondo, per fronteggiare l’emergenza. Queste misure
prevedono, infatti, un isolamento, una limitazione delle entrate e delle uscite da una delimitata zona,
una chiusura delle attività non considerate primarie.
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