mercoledì 22 marzo 2023

Sfruttamento animale e l'ecologia di "convenienza" del capitalismo...


Le condizioni ecologiche di abitabilità dei nostri spazi di vita sono – e lo saranno sempre più – distribuite in modo diseguale. Ma dobbiamo andare oltre per comprendere la singolarità del nostro presente, non limitarci solo alle questioni di distribuzione e di giustizia ambientale. Per esempio, se i rapporti sociali di classe aiutano a spiegare le disuguaglianze di fronte al Covid (disuguaglianze nell’accesso a cibo di qualità, a cure mediche sufficienti, a condizioni abitative sopportabili durante il lockdown, ecc.), questi non sono però sufficienti a cogliere le probabili cause dell’insorgere delle pandemie. 

Se è vero che le diverse catastrofi previste per il prossimo futuro non si abbatteranno sull’umanità nel suo complesso in modo omogeneo, ma accentueranno le disuguaglianze sociali, tuttavia è anche importante comprendere gli assetti ecologici e di potere che creano le condizioni propizie al loro verificarsi. Bisogna dunque prestare attenzione a ciò che è rimasto a lungo fuori dal radar delle analisi dell’economia capitalista: il modo in cui essa è incorporata nella tela della vita – ciò che Jason Moore chiama l’ecologia del capitalismo. Con ciò si intende l’insieme delle disposizioni ecologiche necessarie, ben oltre la sfera dell’economia e dei rapporti umani di produzione, per rendere possibile questo sfruttamento. 

Queste interdipendenze non costituiscono solo un contesto favorevole per l’economia capitalistica, ma sono assolutamente indispensabili ad essa. Qui, infatti, si nasconde un’enorme ‘messa al lavoro’ della natura, partecipazione (negata e nascosta) dei viventi e degli elementi naturali al progetto di valorizzazione del capitale, a opera di investitori di ogni tipo.

Per esempio, l’organizzazione industriale dell’allevamento industriale si basa non solo sulla capacità degli animali di aumentare il loro peso o di produrre latte, ma anche di sviluppare tra loro delle relazioni sociali che calmano la mandria. Tale complesso industriale dipende poi, ‘a monte’, dalla capacità della soia OGM, che costituisce il mangime per il bestiame, di resistere a condizioni di cosiddetta ‘biosicurezza’ vegetale e fungina estrema; ‘a valle’, fa affidamento invece alla capacità dei terreni e delle piante delle zone umide di digerire l’azoto e il fosforo degli effluvi zootecnici in eccesso.

L’ecologia del capitalismo è quindi molto più ampia della sfera dell’economia in quanto tale: è composta da esseri non umani messi al lavoro in modo gratuito e invisibile e, più in generale, da tutte le ‘nature del capitale’, tutte le disposizioni di spazio, tempo e relazione che permettono questo lavoro gratuito.

 Stralcio di un articolo di  Léna Balaud - Sinistra in Rete

Nessun commento:

Posta un commento