Terra e acqua sono pari purtroppo in una gara assai poco virtuosa che riguarda la plastica smaltita: 22 miliardi di kg in terra, altrettanti in mare, un valore che potrebbe moltiplicarsi fino a 500 volte nel 2050 se non si interviene con nuove norme delle quali si parla da tempo. A quel punto in mare ci saranno più plastiche che pesci. Il contributo della produzione di plastica all'effetto serra è calcolato nel 3,7%, un valore che secondo diverse proiezioni potrebbe divenire del 4,5% al 2050. In questa situazione il provvedimento delle "posate in plastica "non può bastare se non lo si accompagna almeno da un provvedimento che estenda la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo.
La plastica è un materiale per certi aspetti prezioso ed economico il che ha suggerito di utilizzarlo praticamente per tutta l'oggettistica e componentistica cosicché sedie, tavoli penne, spazzolini, giocattoli, spugne, contenitori, sono fatti in plastica, ma non possono essere riciclati finendo in discarica o a rifiuto energetico, da qui l'esigenza di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi. Circa un terzo di tutta la plastica utilizzata a livello globale è riservata agli imballaggi un terzo dei quali finisce nell'ambiente.
Ma è così insostituibile la plastica usa e getta? Non credo siano corrette alcune affermazioni che lo sostengono. Il monouso dovrebbe ridurre lo spreco alimentare, ma poi si rileva che sprechi alimentari ed imballaggi in plastica sono aumentati contemporaneamente negli ultimi 20 anni.
Il monouso dovrebbe proteggere la nostra salute e poi viene rilevato che sono quasi 400 le sostanze chimiche che presenti nella composizione dei contenitori alimentari possono interagire con il nostro organismo quando consumiamo. l'alimento o, peggio, possono interagire con l'alimento adulterandolo.
Si dice anche che a favore del monouso gioca la maggiore igiene, ma in effetti il problema è già stato risolto perché è in vigore una puntuale legislazione sull'igiene alimentare, regolamento CE 852/2004, che regola la pratica del riuso. Nei Paesi europei in cui il riuso è già in funzione, per esempio nel segmento delle bevande per acqua, birra, succhi, esiste una infrastruttura ed una logistica per la gestione dell'imballaggio che è piuttosto industrializzata con standard di igiene durante l'intero processo.
Infine ci si riferisce al riciclo come soluzione al problema dei rifiuti: così non sembra essere, il mix di composti e materiali che costituisce l'imballaggio monouso non consente un riciclo contemporaneo di tutto ed incide negativamente sulla qualità del riciclato. Ad esempio dei 79 tipi di plastica presente sul mercato solo un 10% viene riciclato per un totale del 23%.
Un ultimo aspetto riguarda le prestazioni ambientali di riuso e monouso sulle quali però non c'è accordo, confermando la funzione anche di marketing dell'imballaggio, circa le conclusioni dell'analisi Life Cycle Assessment. Per alcune di queste effettuate si osserva che non sono eseguite correttamente in quanto trascurano il ruolo determinante, ai fini della maggiore convenienza, della natura dell'imballaggio.
Luigi Campanella - Il Sesto Sole
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