Il titolo del bell’articolo del Corriere della Sera del 9 Settembre 2013 (vedi immagine soprastante) è “Imprenditori delusi, addio al federalismo”. Sottotitolo: “ormai il decentramento è diventato burocrazia”.
Il problema è che col “decentramento” realizzato in questi anni il potere è ed è rimasto “proprietà esclusiva” dello Stato centrale, che, bontà sua, ha trasferito (provvisoriamente) una parte del suo (suo!) potere e delle sue (sue!) tasse agli enti territoriali. Ed ha continuato a trattare i cittadini e i Comuni italiani come sudditi.
“Federalismo” e “decentramento” sono due cose molto diverse, e del federalismo, quello vero, nel nostro paese in questi anni non si è mai parlato. Lo zero assoluto: l’abc del vero federalismo è quasi un argomento tabù.
Federalismo non significa due o tre euro in più o in meno. Si tratta di mediazione tra diversità e unità. Gli enti territoriali federati devono essere sovrani a tutti gli effetti sui propri territori con sovranità irrevocabili, e devono avere la capacità di resistere alla naturale tendenza espansiva del potere centrale.
Questo è l’articolo 3 della costituzione Svizzera:
“I Cantoni sono sovrani per quanto la loro sovranità non sia limitata dalla Costituzione ed esercitano tutti i diritti non delegati alla Confederazione”: ecco, questa è una delle ragioni per cui la Svizzera - per il quinto anno consecutivo - è il paese più competitivo al mondo (World Economic Forum)
Per chi desidera approfondire/discutere questo argomento segnalo l’incontro “Riforma federale dall’esperienza Svizzera alla realtà italiana” - Monza, 19 Settembre 2013. (I dettagli nella locandina sottostante)
Giancarlo Pagliarini - giancarlo.pagliarini@ fastwebnet.it
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