Nell'elaborazione del Piano Regionale di Prevenzione (PRP), che dovrà essere adottato entro il 31 maggio 2015, le Regioni dovranno applicare la visione, i principi, le priorità, la struttura del PNP che, fissando pochi obiettivi generali, lascia a queste il compito di integrarli con quelli più adeguati alle specifiche realtà territoriali. É prevista per le Regioni una programmazione frazionata in due periodi temporali, con una valutazione periodica centrale e regionale dello stato di realizzazione degli interventi programmati.
Tra le 5 priorità considerate per l'individuazione dei macro obiettivi dal nuovo PNP 2014-2018, e cioè la riduzione del carico di malattia, l'investimento sul benessere dei giovani, il rafforzamento e del patrimonio comune di pratiche preventive e la lotta alle diseguaglianze e il rafforzamento degli interventi per la prevenzione di disabilità, viene considerata anche quella ambientale. Nel nuovo PNP la tematica è intesa come promozione di un rapporto salubre tra salute e ambiente per contribuire alla riduzione delle malattie in particolare di quelle croniche non trasmissibili anche sviluppando tutte le potenzialità di approccio inter-istituzionale del servizio sanitario.
L' argomento “ambiente e salute” è dunque presente, nel nuovo piano della prevenzione, sia all'interno di altri macro obiettivi, come quello relativo alla “riduzione del carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili”, dove tra i determinanti di salute viene individuato anche l'ambiente e le relative politiche ambientali, sia come specifico macroobiettivo consistente nella “riduzione delle esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute” .
Si tratta di un macro obiettivo importante, che era atteso da tempo. Prima di giungere a quest'ultima formulazione, si è passati, infatti, dall’esperienza del primo Piano Nazionale della prevenzione 2005-2007, dove mancavano alcune tematiche chiave della prevenzione, prima fra tutte quella del rapporto fra ambiente e salute e delle conseguenti attività di vigilanza e controllo, al PNP 2010-2012 che nella macroarea “Prevenzione universale” conteneva quella della prevenzione delle esposizioni ad agenti chimici, fisici e biologici e che fra i requisiti di sistema da garantire menzionava il coordinamento e l'integrazione con altri soggetti, fra cui le ARPA.
Il piano, dunque, prevede specifici obiettivi per la prevenzione e riduzione dalle esposizioni ambientali, fra cui quelli relativi al controllo e alla formazione in materia di REACH/CLP su sostanze chimiche, all'impatto dell'amianto, alle buone pratiche per il radon negli edifici, al corretto uso del cellulare, ai rischi legati alla eccessiva esposizione a radiazioni UV.
Oltre all'esposizione agli inquinanti, il PNP 2014/2018 individua, tra i fattori di rischio, anche gli “inadeguati strumenti a supporto delle amministrazioni per la valutazione e la gestione degli impatti sulla salute di problematiche ambientali” e indica come strategia quella di “implementare gli strumenti che facilitino l'integrazione tra Istituzioni ed Enti che si occupano di ambiente e salute, perché possano così supportare le Amministrazioni nella valutazione degli impatti sulla salute”.
Gli obiettivi individuati sono:
realizzare attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità aria, acqua, suolo secondo il modello della “salute in tutte le politiche”;
migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambientali/salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione, e il potenziamento della sorveglianza epidemiologica;
sviluppare percorsi e strumenti interdisciplinari per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute delle modifiche ambientali;
sviluppare modelli, relazioni interistituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti;
sviluppare le conoscenze tra gli operatori della Salute e dell'Ambiente, i medici di base e i pediatri di libera scelta sui temi di integrazione ambiente e salute, sulla valutazione di impatto sanitario e sulla comunicazione del rischio
La comunicazione del rischio rappresenta altresì un obiettivo centrale a sé stante. Il PNP distingue tra la attività ordinaria di comunicazione rivolta ai cittadini, tesa a diffondere una conoscenza di qualità, e quella esaustiva e puntuale che deve essere attuata nei casi di criticità ambientali laddove si ritiene necessario che i protocolli di comunicazione in ambito di ambiente e salute debbano tendere alla determinazione di un unico canale condiviso di comunicazione, al fine di fornire un'informazione, chiara, certa e univoca ai cittadini.
Il sistema agenziale sarà quindi chiamato a coordinarsi e integrarsi con le Istituzioni preposte al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e gestione delle tematiche riguardanti la salute, auspicabilmente fin dalla fase di elaborazione dei rispettivi PRP.
Fonte: ARPATnews
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