Le responsabilità primarie della fame e dei cambiamenti climatici sono dovute all’agricoltura e la zootecnia industriale-commerciale “globalizzata”, che oggi producono “troppo cibo per poter mangiare tutti”, mentre, nel contempo, consumano le risorse naturali ed economiche dei popoli, inquinando la biosfera con prodotti chimici di sintesi che si accumulano nelle catene alimentari. Sembra assurdo ma è proprio così. Oggi al mondo alleviamo circa 45 miliardi di animali, corrispondenti ad almeno 10 miliardi di Bovini equivalenti, che consumano più di un SUV…
Questi animali mangiano almeno come 20 – 25 miliardi di Persone !
Mentre 1 miliardo di esseri umani, su 6 miliardi di popolazione terrestre, soffre e muore di fame!
Secondo un rapporto del Worldwatch Institute, la CO2 e gli altri gas serra, prodotti dagli allevamenti industriali, superano il 50% delle emissioni totali delle attività umane responsabili dell’effetto serra (industria, energia, trasporti, ecc.). E la maggior parte dei trasporti interessa merci alimentari, che girano per il mondo globalizzato, prodotte al più basso costo possibile, ovvero con il massimo sfruttamento possibile della manodopera, a danno massimo per le risorse della Natura (Disboscamenti, distruzione dell’Humus, inquinamento con Pesticidi e Diserbanti chimici, liquami, ecc.). E durante gli stoccaggi, i trasporti, la trasformazione industriale e la grande distribuzione al dettaglio se ne perde almeno il 20% per deterioramento o scadenza (più quello che buttiamo via dal nostro frigorifero).
Se teniamo conto, poi, che circa l’80% dei rifiuti prodotti dalle famiglie interessa le confezioni alimentari in plastica, forse ci rendiamo conto del disastro economico, ecologico e tossicologico che sta attentando al futuro della specie umana sulla Terra. Un vero e proprio “suicidiolocausto”, che ci vede spesso attori-consumatori inconsapevoli di una realtà oggi drammatica, frutto di un’economia perversa, dove la malattia e la morte rappresentano ormai gran parte del PIL. Sotto l’abile e capillare regia delle multinazionali Nuclearpetrolagrochimicofarmac euticogm (vedasi: “Il Mondo secondo Monsanto”, di Marie Monique Robin, Arianna Editrice – Film su: www.youtube.com)
Gli allevamenti zootecnici senza terra in capannoni industriali, ad esempio, inquinano con liquami e nitrati, consumando moltissima energia per la climatizzazione. Gli animali mangiano soia, mais, residui di colza e cotone, spesso OGM, derivati da coltivazioni agroindustriali e monocolture che impiegano concimi, pesticidi e diserbanti chimici di sintesi, medicinali veterinari, ormoni, ecc., consumando altro petrolio ed inquinando la biosfera con ossidi di azoto (nella produzione dei concimi), residui tossici non biodegradabili, ogm, che si diffondono ed accumulano nelle catene alimentari. Aumentando ulteriormente gli sconvolgimenti climatici e naturali conseguenti.
E provocando il cancro… in campagna come in città
La carne degli allevamenti senza terra o di allevamenti super-intensivi, seppur all’aperto, che mangiano OGM dopo aver distrutto foreste o pascoli naturali, esportata a basso costo, distrugge le economie degli allevatori tradizionali locali, invadendo i mercati con merci “pericolose”, ottenute spesso sfruttando gli stessi popoli affamati quale manodopera al più basso costo. Si crea così altra fame, per il conseguente fallimento delle economie agricole “autoctone” e la conseguente perdita delle sovranità alimentari nazionali tradizionali. Partendo dai paesi più poveri, fino ad arrivare a quelli più ricchi.
Vengono colpiti allevatori locali tradizionali, che sopportano costi maggiori, mandando gli animali a pascolare in modo equilibrato, facendo mangiare loro ciò che l’uomo non può mangiare direttamente, come l’erba in rotazione di coltivazione o dei prati di montagna,. Ma falliscono oggi soprattutto gli allevamenti industriali europei senza terra, dipendenti dai mangimi importati, contaminati da OGM e da elevati capitali di produzione, ormai al capezzale, indebitati fino al collo.
Lo stessa spirale perversa colpisce frutta, ortaggi, grano, vino, olio, ecc. E finisce spesso in una guerra tra poveri, laddove non ci sono soldi neanche per pagare la manodopera per la raccolta, essendo il prezzo offerto dai commercianti assetati un’offesa alla dignità umana degli agricoltori, per ottenere il massimo sfruttamento dei poveri consumatori, nel sistema della cosiddetta grande distribuzione. L’agricoltura industriale, nell’illusione di poter sopravvivere incrementando al massimo la produzione agricola e il numero di animali allevati, cade in una spirale perversa nella quale si accumulano i pesticidi venduti da una rete fittissima di avvelenatori di professione, legalmente autorizzati (soprattutto nelle carni, nei formaggi, nella frutta, negli ortaggi, nei vini, cereali) e cerca di sopravvivere con la tentazione continua della frode, massacrando le tradizioni alimentari, con il destino inevitabile del fallimento e dell’esproprio della terra, da parte del latifondismo bancario e dei grossi gruppi internazionali di acquirenti della terra.
La globalizzazione delle produzioni di cibi “sotto costo”, che invadono i mercati locali, si attua attraverso importatori selvaggi e “Supermercati” ad essi collegati, diffusi ovunque, ormai, anche nei piccoli paesini. Luoghi di Pornografia del cibo ben “vestito”. Sono loro gli unici che ci guadagnano da questo sistema infernale, insieme alle ditte produttrici di Pesticidi, Sementi, Mangimi, OGM. Oltre alle Multinazionali farmaceutiche che “vivono a spese dei loro clienti ammalati” di patologie degenerative, provocate dall’inquinamento chimico da esse stesse prodotto e dalle diete a prevalenza di Proteine e Grassi animali e OGM.
Supermercati assolutamente da boicottare: “prendi due e paghi tre” !
La salute planetaria è minacciata e danneggiata in maniera vergognosa.
L’Italia, ad esempio, oggi spende circa l’80% dei bilanci regionali per la Malattia … ma la chiamano “Sanità”. Non sarebbe molto meglio curare i sani… attraverso la corretta coltivazione e nutrizione biologica, basata su alimenti di stagione, in prevalenza o totalmente vegetariana?
Siamo invece sprofondati, oramai, nell’economia della morte, dove le guerre economiche e tossicologiche, sono dichiarate a “fuoco lento”, preconfezionate o precotte in quarta e quinta gamma mangi 1 e consumi 100.
In un pianeta che assomiglia sempre più ad un lager a cielo aperto, dove si sperimenta ogni sorta di attentato alla salute umana e all’ambiente, “diritti costituzionali inviolabili”. Con il beneplacido degli apparati pubblici preposti alla (in)sicurezza alimentare e sanitaria (EFSA, Food and Drug Administration, Ministeri) e le opposizioni di facciata delle cosiddette Associazioni Ambientaliste “Ufficialmente Riconosciute”, che siedono insieme ai sindacati nei tavoli di concertazione della politica “tossicodipendente e telecomandata”… verso l’olocausto premeditato… e in più a pagamento.
A partire dai nostri bambini, che ancora oggi in Italia sopportano dosi di (in)”tolleranza di pesticidi”, calcolate su un peso di 60 kg (di un adulto), mentre non è stato ancora stabilito un limite per la sommatoria dei diversi residui chimici che si possono trovare negli alimenti. E pensate che si è votato addirittura un referendum nazionale sul tema, nel 1992.
Mentre nel 2006 i Commessi da Supermercato delle Multinazionali della “Commistione” Europea alzano a dismisura il livello di micotossine consentite sul grano duro, prodotto tipico di alta qualità del Sud Italia, al fine di consentire l’importazione di “grano ammuffito”, proveniente dai Silos delle multinazionali, per abbassare ulteriormente i prezzi di mercato e tagliare le gambe ai contadini italiani (raccomando vivamente mangiate solo pasta artigianale di piccole ditte che garantiscono la provenienza italiana delle semole 100% di grano duro).
Ed ancora, si nascondono gli OGM negli alimenti, anche biologici, con soglie di (in)tolleranza senza etichettatura, così da svantaggiare gli agricoltori italiani, laddove le coltivazioni di OGM in Italia sono ancora vietate, per fortuna. Anche se, nell’illegittimità, stiamo subendo un tentativo di imposizione del fatto compiuto.
Insomma, mentre i supermercati aprono al loro interno farmacie per i propri clienti, sempre più ammalati… al Mondo “c’è troppo cibo per poter mangiare tutti”.
E i paesi più affamati sono spesso i maggiori esportatori di cibo per animali !!!
Eppure, le tradizioni, ad es. la vera dieta mediterranea (al 5-10% di proteine, 80% di carboidrati, 10-15% di grassi vegetali, frutta e verdura vive a volontà), tendono naturalmente verso l’economia-ecologica.
E i consumatori sono sempre più orientati in tal senso e verso il consumo di prodotti biologici locali.
Giuseppe Altieri, agroecologo bioregionale
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