Lo studio dell’Agenzia europea per l'ambiente (EEA) “Good practice
guide on quiet areas", fornisce indicazioni e raccomandazioni per
identificare e proteggere le zone tranquille individuate per tutelare
i cittadini dagli effetti nocivi dell'esposizione al rumore ambientale
e ha visto la luce in concomitanza con la “Giornata di
sensibilizzazione sul rumore”, promossa dallo statunitense Centre for
Hearing and Communication.
Alla stesura del report ha lavorato un team composto da esperti
internazionali, fra cui Gaetano Licitra di ARPAT, al fine di elaborare
una sorta di manuale che aiuti i responsabili politici, le autorità
competenti e le altre parti interessate a comprendere e soddisfare i
requisiti della "Direttiva sul rumore ambientale".
In base alla Direttiva del 2002, una zona tranquilla non è
necessariamente silenziosa, quanto piuttosto non toccata da suoni
indesiderati o nocivi prodotti da attività umane, tant’è vero che
alcuni tipi di rumore, come il suono dell’acqua corrente o il canto
degli uccellini, sono generalmente percepiti come piacevoli, ciò
significa che non è possibile definire una zona tranquilla solo dai
decibel rilevati.
Quando si pensa all’inquinamento acustico spesso viene in mente la
musica ad alto volume o l’abbaiare di un cane, invece, nella maggior
parte dei casi, i problemi di salute reali sono causati da esposizione
a lungo termine al rumore da traffico stradale, ferrovie, aeroporti e
industria, per questo le zone tranquille sono importanti perché
possono fornire sollievo dal rumore e migliorare la qualità della
vita.
I fondamenti della Direttiva per la tutela di queste zone tranquille
si trovano nel “Green Paper on Future Noise Policy “ della Commissione
europea del 1996 dove già allora veniva caldeggiata la realizzazione
di mappe acustiche utili per l’identificazione dell'esposizione al
rumore, e quindi per il riconoscimento delle aree da tutelare o in cui
intervenire.
Anche la Direttiva riconosce la necessità di prevenire o ridurre i
livelli di rumore ambientale che possano influenzare negativamente la
salute umana, tra cui il fastidio e i disturbi del sonno,
sottolineando anch’essa la necessità di preservare “la qualità
acustica ambientale laddove è buona” e nonché di tutelare le zone
tranquille.
A tal fine gli Stati membri devono elaborare delle mappe acustiche
strategiche in grado di permettere la determinazione globale
dell'esposizione al rumore in una data zona esposta a varie sorgenti
di rumore e la definizione di previsioni generali per questa zona.
Purtroppo però la Direttiva non offre sempre un’interpretazione
univoca su cosa sia un’area a basso inquinamento acustico lasciando
un’ampia discrezionalità di lettura che ha portato, nel corso del
tempo, gli Stati membri ad attuare strategie totalmente diverse in
materia di protezione delle zone individuate.
Per questo, nel 2012, il Parlamento europeo ha pubblicato lo studio
“Towards A Comprehensive Noise Strategy” in cui sono formulate
raccomandazioni per lo sviluppo di una strategia sul rumore più
omogenea.
Parallelamente, questa debolezza strutturale nella normativa ha
condotto ad un’intensificarsi degli studi in questo campo (es.
ricerche su come le persone percepiscono l'ambiente acustico), e
diversi Stati membri hanno avviato o implementato le politiche a
tutela delle aree silenziose, così che attualmente vi è senz’altro
molta più conoscenza ed esperienza sulla materia rispetto a quando fu
pubblicato il “Green paper”.
L’EEA con questo rapporto ha voluto raccogliere, ordinare e
ridistribuire questa conoscenza per un uso più ampio, fornendo
raccomandazioni basate su esempi di buone pratiche attuate nella
valutazione e nella gestione delle aree tranquille in Europa perché,
comprensibilmente, ciò che va bene per un luogo può non essere
adeguato per un altro.
Infine, si segnala che l’EEA ha sviluppato l’applicazione “NoiseWatch“
che, utilizzando il microfono incorporato nel dispositivo tenuto in
mano, determinare e misura in decibel (dB) il livello del suono che ci
circonda. Grazie a questa APP, l’EEA ha ottenuto il “World Excellence
Award” al Geospatial World Forum.
Fonte: http://www.arpat.toscana.it/
Nessun commento:
Posta un commento