Marc Augè è un etnologo e antropologo francese. E’ noto per aver introdotto il neologismo "non luogo", utilizzato per indicare tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici (cioè l'inverso della bioregione, dotata d'identità e di relazionalità ndr).
Attraverso la teorizzazione di un antropologia della Surmodernità ha focalizzato alcuni aspetti prioritari della società contemporanea metropolitana, quali il paradossale incremento della solitudine nonostante l’evoluzione dei mezzi di comunicazione; lo strano percorso relazionale dell’”io” e dell’”altro” immersi in un contesto europeo di fine millennio; il non luogo, ovverosia quello spazio utilizzato per usi molteplici, anonimo e stereotipato, privo di storicità e frequentato da gruppi di persone freneticamente in transito, che non si relazionano, situazione riscontrabile negli aeroporti, negli alberghi, sulle autostrade, nei grandi magazzini; infine l’oblio e l’aberrazione della memoria. “Le finzioni non sono necessariamente menzogne ma racconti, scenari, messe in scena.
L’attualità politica si presenta in genere come una finzione che spiega in parte la diversità delle opinioni. Perché la speranza dell’umanità si fonda sulla conoscenza? “Perché tutti i mali del mondo vengono dall’ignoranza e dalla menzogna”. “Le ragioni per aver paura sono molteplici, ma ognuno ha il suo giardino segreto”. “Bisogna coltivare questo giardino, lo diceva Voltaire”.
Marc Augè nel suo ultimo libro intitolato: “Perché viviamo?”. spiega che oggi la ricerca di un “senso” è più forte che mai: “Possiamo ancora creare una società solidale e planetaria” dove i miti della contemporaneità convivono con quelli dell’immaginazione prodotta come racconto di massa, finzione individuale.
Luigi Campanella
(A.K. n. 47)
Commento di G.L.P.: "Dall' Antropocentrismo al Bioregionalismo, il nostro futuro. Potrebbe essere il Tema di un prossimo Convegno"
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