Conclusi i lavori della COP 24. Si è corso il rischio di un clamoroso flop, viste le posizioni rigide di alcuni, vedi la Polonia che sul carbone, che rappresenta la sua primaria fonte d’energia, non intende discuterne o di alcuni altri Stati scettici rispetto al grido d’allarme degli scienziati. I lavori a causa di queste posizioni e incertezze si sono allungati oltre il previsto, infatti invece di venerdì 14 dicembre 2018 si sono conclusi il giorno dopo alle 22,20.
Si deve ringraziare il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha ”tirato le orecchie” a tutti i partecipanti invitandoli a raggiungere comunque un accordo: “Sprecare l’opportunità di Katowice – ha detto – comprometterebbe le nostre ultime possibilità di fermare la corsa del cambiamento climatico. Questo non sarebbe solo immorale, sarebbe un suicidio”. “È ora – ha aggiunto – di raggiungere dei compromessi politici. Questo significa sacrifici individuali, ma che porteranno benefici a livello collettivo”. Si è così raggiunto un tiepido accordo nel ribadire la volontà di attenersi ai punti già accettati nel 2015 a Parigi, cioè di non superare la soglia dei + 2° C. di temperatura globale.
Il vice-ministro polacco dell’Ambiente, Michal Kurtyka, tutto trionfante alla chiusura dei lavori di Katowice ha affermato: -“È stato un cammino lungo. L’impatto del pacchetto di misure che abbiamo deciso è POSITIVO PER IL PIANETA. Ci avvicina a concretizzare le ambizioni dell’Accordo di Parigi”- Ma di questo avviso non tutti sono d’accordo, secondo le organizzazioni non governative, non è sufficiente. E riflette le DIVISIONI emerse tra i governi. Le prime avvisaglie di una conferenza particolarmente difficile, d’altra parte, erano arrivate già nei primi giorni di TRATTATIVE. Nel corso dei quali, normalmente, sono soltanto i TECNICI a confrontarsi.
Ma gli ostacoli sono apparsi talmente complessi da aver richiesto già dopo due giorni di lavori l’intervento dei rappresentanti politici. Le difficoltà sono state evidenti, poi, quando è stata pubblicata la PRIMA BOZZA di conclusioni finali, sabato 8 dicembre. Colma di questioni ancora da DIRIMERE. In particolare, quattro nazioni – Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia e Kuwait – hanno insistito per non inserire parole che lasciassero intendere un sostegno alle conclusioni dell’ultimo rapporto dell’IPCC sul clima. Secondo il quale, di questo passo, il mondo potrebbe raggiungere i +1,5 GRADI CENTIGRADI già nel 2030.
Giovanna Pagani (A.K. Informa N. 51)
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