L'etica è logica le
felicità analogica – Scrive Stephen Saunders a commento
dell'articolo
http://www.lteconomy.it/blog/2019/08/23/ecologia-della-mente-letica-e-logica-la-felicita-e-analogica/ :
"You cover a good deal of philosophical or maybe I should say intellectual territory in this fine article, Paolo. I would like to extract from the totality of it by focusing on the concepts of detachment you define. My idea of detachment before I read your 4th paragraph was that the poor man is closer to God, that purity such as celibacy is also Godlike, and that these lead to detachment. Admittedly this is a Western assumption but holds true in Eastern thought as well. I say assumption because the feeling of contentment in not having too many belongings or wealth can be sort of projected as a basis of detachment too. You can connect dots but still it seems an assumption; though it is considered by some to be Devine because of it’s place in Holy Books. Hua Hu Ching in paragraph 4 states that love and hate and having expectations prevent detachment, and says it follows that a detached person has an unstructured attitude. But I find that people I consider holy do have attitude problems in that they can be antisocial, arrogant, isolative or at least reclusive, etc. But my real question is, what is the purpose and function of detachment? Is it not in a sense to help the soul “travel” to heaven more easily? And to do more good while residing in the fleshly person while still on Earth? These are my thoughts — if you can straighten out any errors in logic or especially assumptions, I would appreciate that."
Mia rispostina:
"Caro Stephen, l’intelligenza evolutiva, l’inconscio collettivo dell’umanità, utilizza sovente persone, come te e me, per inserire nuove forme pensiero e nuovi paradigmi. Per fungere da catalizzatori sociali queste persone non debbono incarnare alcuna forma di supremazia, autorità o controllo apparente nella società. E tu intuisci perché…. Tutto ciò che è apparente ha solo una funzione apparente mentre ciò che non appare resta sempre come substrato. Ho una mia visione sincretica dell’intelligenza umana e ritengo che agire ed intervenire sui mali correnti delle religioni, come pure del pensiero materialista, sia utile e necessario per l’evoluzione della nostra specie. Ho notato che esistono forti preclusioni all’intelligenza sincretica (cioè all’accettazione della spiritualità laica ed al libero pensiero nelle sue varie sfaccettature) sia in campo ateo che in quello religioso, ma lascio da parte il campo ateo giacché non influisce molto sulla società mentre voglio continuare a indicare il male religioso come il più virulento. Non so se sarà così facile scardinare un “potere” che non è solo religioso ma economico e politico. Qui siamo sfavoriti contro nemici ben difesi da un numero assurdo di credenti, alcuni sono in buona fede altri sono semplicemente furbi.
Insomma per contenere l’ingerenza religiosa -secondo me- occorre provocare i caporioni sul loro stesso piano (quello spirituale), attirarli fuori dalle mura del dogma e colpirli uno ad uno appena escono.
Di fronte a tanti “matti” serve solo la discriminazione ed il distacco, una partita a scacchi del pensiero. Non lasciamoci prendere dalla foga, non reagiamo gettando il bambino assieme all’acqua calda, usiamo discernimento: va bene cancellare l’ignoranza, le religioni e le ideologie ma non cancelliamo lo spirito dell’uomo, il suo cuore…
Nella Spiritualità Laica si intende che la ricerca spirituale debba essere indirizzata unicamente all’auto-conoscenza. Per conoscere se stessi non c’è bisogno di alcuna istruzione o azione formale ma solo di meditazione ed auto-indagine sulla vera natura della Coscienza. Le prove da affrontare nella vita sono tante! A noi la libertà di crescere interiormente senza farci trascinare dagli eventi. Ciò si ottiene attraverso la discriminazione e il distacco (viveka e vairagya)…"
(Paolo D’Arpini)
“You either let yourself be carried by the river of life and love represented by your Guru, or you make your own efforts, guided by your inner star. In both cases you must move on, you must be earnest. Rare are the people who are lucky to find somebody worthy of trust and love. Most of them must take the hard way, the way of intelligence and understanding, of discrimination and detachment (viveka-vairagya). This is the way open to all.”
(Nisargadatta Maharaj)
Commento ricevuto via email da Giovanni Tomei:
RispondiElimina"Caro Paolo,
sul serio, sarebbe complesso entrare nel merito dell'articolato, comunque interessante, circa l'individuo capace di astrarsi da sè, andando alle radici delle sue emozioni, per incontrare la coscienza e da lì ricominciare a tessere la rete della vita tra esperienza e sistema coglitivo (Le Reti neurali e la RMN hanno fatto passi avanti importanti sulla sperimentazione in vivo sul tema del funzionamento del cervello, come hai notato, di cui è centrale la non linearità con cui il cervello opera per le sue relazioni, che poi aprono alle relazioni altre che si stabiliscono tra pensiero e linguaggio, creando spesso situazioni non avvertite e non volute). Il condimento poi, della religione nella formazione individuale e nelle relazioni umane che da lì si costituiscono, trova il suo mistero nella spiritualità e qui il discorso si fa difficile. Così, all'uomo riflessivo che continua ad esplorare il mistero della vita, invio in allegato una speculazione che si lega, per punti lontani dall'equilibrio, alla rete della vita sociale e non individuale, riflettendo a modo mio su "L'economia di Francesco", avvertendo che molto altro ci sarebbe da dire. Che la buona vita sia con te." (Giovanni Tomei)