Ante scriptum. Ho raccolto una serie di lettere inviate ad amici ed amiche negli ultimi tempi che ho intitolato "pausaggi", pause, passaggi e paesaggi...
Era di sabato, 12 ottobre 2019, il sole sorgeva alle 07:17 e tramontava alle 18 e 36, la luna si levava alle 18:00 e calava alle 04 e 38.
Su televideo ho letto questa frase di Benjamin Costant de Rebecque: "Il grande problema della vita è il dolore che si provoca e la metafisica più ingegnosa non giustifica l'uomo che ha straziato il cuore che lo amava". Ho riletto la frase più volte senza afferrarne il senso. Accendo il computer, mi connetto apro la pagina del Giornaletto di Saul e leggo in fondo il pensiero poetico del giorno, un aforisma di Lao Tse, che ho empatizzato cambiando la forma dal tu al noi: "chi sa non parla, chi parla non sa, chiudiamo i sensi, serriamo le porte, smussiamo le punte, risolviamo le complicazioni, armonizziamo la luce, assimiliamo il mondo, questa si chiama l'uguaglianza misteriosa".
Parafrasando, si puo dire, sul tema della solitudine e della sofferenza che ognuno nasce solo su questa terra ed è subito sera trafitti da un raggio di sole ci illuminiamo d'immenso (quasimodo ungaretti) e ancora un canto disperato di stelle su questo atomo opaco del male dove esistono la morte e altri mali peggiori (pascoli ungaretti) eduardo scriveva addà passata a nuttata , s è fatto giorno gli faceva eco rocco scotellaro nel senso di ora diamoci di fare! il maestro osho scrive: la saggezza nasce dalla accettazione, qualsiasi sia il contesto, cerchiamo di essere a nostro agio in questa dimensione, senza giudicare gli altri e senza farci intimorire dal giudizio altrui, noi siamo unici e irripetibili e a volte solo uscendo di scena si puo capire quale ruolo si è svolto e i sacrifici avranno il risultato dei più beiu sorrisi. Per concludere voglio dire che uno dei principi della permacultura dice: valorizziamo il limite, anche se bisogna vedere appunto quanto è grande il limite e quanto sono grandi la solitudine e la sofferenza. spesso si tratta di un lavoro di archeologia delle relazioni sociali di artigianato della cultura che ricostruisce pazientemente reti emotive attraverso il potere di un linguaggio universale ed esistenziale
Come diceva Flaiano, ci sono due tipi di fascisti: "I fascisti e gli antifascisti"
grande flaiano grande scrittore e sceneggiatore tra i miei preferiti ultimamente ho riletto diario notturno. Vero quello che diceva ci sono due tipi di fascisti, i fascisti e gli antifascisti diceva pure che non poteva frequentare il circolo di intelletuali comunisti romani perché non era abbastanza ricco da poterselo permettere. Infatti non mi schiero mai ne contro ne a favore di una opinione e non per convenienza, nel senso che preferisco sempre, seguendo il marxismo lucasiano l’analisi sociale dei fenomeni culturali cioè cause effetti e conseguenze, sono cresciuto in una atmosfera sinistrese negli anni 70 con lotta continua le occupazioni a scuola i cortei, il vecchio PCI le feste dell unita anche se non ho mai fatto politica. Sono nato nella periferia urbana di Pescara le ultime file di case, dietro iniziava subito la campagna e qualcuno negli anni 60 allevava ancora pecore maiali galline, all’inizio per me non è stato facile togliermi di dosso il chiuso il ristretto il piccolo mondo, il provinciale della periferia, quella zona dei primi colli dietro l'ospedale era definita nella vecchie carte dell IGM come contrada renzetti, in dialetto rinzitt, probabilmente una comunità di origine longobarda anche se mio nonno materno sicuramente vestino e mia nonna paterna di villamagna probabilmente di origine balcanica quindi potrei tradire una vaga ascendenza balcanica longo barda e vestina, infatti amo molto la musica soprattutto quella delle bande. Tuttora l'unico groove che pulsa a pescara è quello delle piccole fanfarre balcaniche che girano per la citta nei mercati rionali e lungo le spiagge le cosiddette gipsy brass band e poi i tamburi africani di recente importazione. Tra i miei amici su fb ci sono diverse fasce o aree culturali di provenienza così il gruppo della terra cruda e delle costruzioni con materiali naturali poi quello degli ambientalisti ecologisti educatori ambientali anche se certe volte mi sembrano così fasulli, più bravi a chiacchere che a fatti; poi il gruppo dell esoterismo e della spiritualità e del benessere psicofisico legato pure allo yoga perché negli ultimi anni ho frequentato tanti amici seguaci di osho amma sai baba san michele e ho frequentato l ashram di babaji a cisternino così mi sono ritrovato a scoprire cose che non avrei mai pensato come il sincretismo maya o la psicocibernetica essena; il gruppo legato agli ecovillaggi e altre esperienze di comunità intenzionali e poi il gruppo dei musicisti e di tutti quelli che seguono la musica tradizionale meridionale che è stata la mia più grande passione negli ultimi 20 anni assieme a tutta la storia del regno di napoli, quel che voglio dire è che negli ultimi anni ho sofferto parecchio nel vedere tutti i post ogni giorno dedicati a personaggi politici, nel senso che avrei preferito farne volentieri a meno e avevo deciso di bannare tutti quelli che pubblicavano post a riguardo, non perché sia favorevole o contrario semplicemente perché non mi piacciono, poi ho lasciato stare. Infine l ultimo gruppo è quello dei permacultori agricoltori naturali biodinamici e sperimentatori di nuove tecniche e metodi colturali e culturali attualmente forse il mio preferito che riguarda pure la sana alimentazione e l’autoproduzione del cibo
ciao volevo dire che è stata una fortuna per i poeti se hanno perduto la rivoluzione perché il concetto di rivoluzione appartiene a un mondo tipicamente borghese e i poeti non hanno bisogno della rivoluzione perché sono sempre innamorati di ciò che li circonda, come diceva socrate la conoscenza inizia con la meraviglia e i poeti non smettono mai di meravigliarsi per questo ho adottato da tempo il concetto di re-lovetion che funziona bene nell’inglese perché appunto contiene la parola love e quindi aprendoci all empatia addio revolution benvenuta re-lovetion che possiamo tradurre con reinnamoramento, a presto
è una storia lunga che parte da lontano forse come la chiami tu la rivoluzione c è stata veramente anche se non ce ne siamo accorti molti la chiamano speculazione edilizia consumismo e quanto altro, hai mai visto come si faceva la mietitura un tempo? era una delle cose più faticose della vita degli uomini e delle donne che morivano nei campi per la malaria e non lo sapevano, pensavano che fosse lo spirito del grano offeso che si impossessava di loro durante la mietitura e poi il ddt la meccanica i trattori tutto ciò che piace poco a noi poeti ha posto fine a quella forma di schiavitù legata alla cultura del grano che ha segnato modificato pesantemente il paesaggio meridionale, mentre gli schiavi, gli uomini del sud mietevano terrorizzati il grano altri uomini, i padroni festeggiavano andavano a teatro si divertivano, senza partecipare alla grande fatica che si ripeteva ogni anno, così poi la schiavitu dal grano è finita e ora grazie al ddt la malaria non cè più e ognuno ribaltando ogni pianificazione si è costruito la casa o l'abitazione o la rimessa o la stalla dove voleva in modo anarchico, nel caos più totale in modo gassoso, ribaltando la pianificazione secolare della cultura dominante questa può essere stata una vera rivoluzione, se ce ne è stata una, difficile spiegare un concetto lungo e tortuoso su messenger cmq mi fa piacere parlarne con te o almeno avere iniziato a parlarne grazie
Io sono un po' più tollerante, non so. O, strano per un pessimista, cerco di vedere anche quanto è 'andato bene'. O meglio. E penso che le rivoluzione (quelle che ho amato, almeno) hanno tragicamente fallito perché incapaci di ascoltare le mille e mille diversità di un mondo. Non è possibile pensare di avere sempre e devi trovare la maniera di convivere con chi ha idee, progetti o semplicemente è diverso da te e vuole cose diverse.
è che spesso siamo portati a vedere o sentire le rivoluzioni come solo quelle sociali sbandierate dalla cultura o controcultura di sinistra anni settanta entro la quale sono cresciuto anch'io a volte ce ne sono di più grande portata di più silenziose e forse neanche ce ne accorgiamo, per esempio io ho studiato arte per un ventennio arte americana cinema americano letteratura americana musica architettura costumi americani e un giorno parlando con mio nonno è accaduta una piccola rivoluzione perduta dentro di me o reinnamoramento, una re-lovetion, mio nonno ferroviere rural pescatore mi chiese che fai: avrei potuto rispondere dripping o action panting oppure free jazz invece rimasi in silenzio e non risposi niente, che era l'unica risposta che avrei potuto dare niente, ne ho una bottiglia piena, si perché non conoscevo la cultura degli miei nonni la musica l'architettura le consuetudini la gestione del territorio lo scambio dei semi così ho dedicato tutta la mia vita successiva allo studio e alla scoperta di un mondo che avevo attorno a me e con gli occhiali che avevo indossato per ventanni non avevo veduto così ho imparato a costruire con materiali naturali a preservare i semi antichi a cantare e ballare tradizionale in un certo senso ho scoperto la vera arte che a un certo punto non è più neanche arte è semplicemente vita, sapevo tutto di bob dylan e che guevara e non conoscevo matteo salvatore e la storia del brigantaggio sapevo delle femministe americane e non sapevo delle rivolte delle tabacchine salentine potrei continuare per ore perché questi argomenti mi sono molto cari, a rivoluzione sa dà fa prima, da una una frase di Krisnhamurti tradotta in dialetto calabrese la rivoluzione di deve fare prima entro di noi
hai ragione, sono solo tollerante, non ne sono così sicuro, un po' troppo radicale in scelte personali (diverse dalle tue, ma ho lasciato nove posti di lavoro e mal me ne incolse, ora non so bene a che santo votarmi), molto moderato sulle storie generali...solo un precetto evangelico: non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te e poi libertè, egalitè, come fa a diventare sostanza, non ne ho idea... diventa sostanza con fraternità, amicizia, ascolto profondo dell’essere, ho letto sul sito di popsophia che tolleranza è una parola che significa accettazione senza ascolto, al di la di questo voglio dire che lo studio dei libri è importante, anche se è fondamentale specificare che cosa intendiamo appunto per cultura se non il riconoscimento o l'integrazione delle comuni manifestazioni del essere, faccio un esempio diciamo da tempo che a scuola bisogna insegnare a scrivere leggere fare i conti e coltivare e conservare i semi, questa è una buona forma di integrazione perché i semi sono stati per millenni la biblioteca della cultura popolare e sono al limite tra cultura materiale e cultura immateriale, detto questo una vera forma di integrazione si può attuare solo nel riconoscimento da parte di tutti delle varie modalità espressive e non solo nell’accettazione pedissequa in senso univoco da parte di una delle classe sociali delle modalità espressive e funzionali di un altra classe sociale, infatti nei gruppi di facilitazione partiamo sempre dal minimo comune denominatore cioè dal linguaggio più semplice e comprensibile a tutti poi si cresce pian piano tutti assieme, nella botte di liebig, concetto agronomico, è sempre la doga più bassa che stabilisce la quantità di liquido contenuta nella botte, la comunicazione.
Ferdinando Renzetti
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