Prendendo spunto qua e là, ho scritto questo breve racconto tra leggenda, psico-storia e fanta-archeologia.
Maja simbolo della fecondità della terra, madre del gigante Ermete, nutrice di Arcade figlio di Zeus e della ninfa Callisto e ancora Maja la più bella delle Pleiadi che venne trasformata in stella da Artemide che voleva salvarla da Orione. Narra una leggenda che Maja per salvare il figlio ferito Ermete consultò gli oracoli che le risposero che se voleva salvarlo doveva seguire il corso del carro di Apollo oltre il mare dove poteva trovare una pianta magica che poteva salvarlo. Cosi attraversò faticosamente il mare con il figlio Ermete che, arrivato nella nuova terra, trovata oltremare seguendo il corso del sole, si accasciò al suolo. Era inverno e la pianta non era ancora fiorita cosi il gigante Ermete morì e si trasformò in una enorme montagna di pietra. Maja rimase a vegliarlo, quando in fin di vita, invoco gli spiriti della terra che accorsero in suo aiuto. Maja raccomando loro l’ordine e la bellezza della montagna. Dopo la morte anche lei si trasformò in pietra e in montagna Maja Majella, montagna della libertà, per il mare che si vede all'orizzonte e anche per la storia che si porta dietro. Maja montagna madre e Ermete Gran Sasso enorme gigante addormentato. Infatti narra la leggenda che l’ordine e la bellezza di queste montagne non sia affatto fortuita, non fu il caso a tracciare il percorso dei ruscelli e i salti nel vuoto delle cascate, ne fu la fatalità a disporre sui versanti di alta quota boschi imponenti intervallati da prati odorosi e radure ombreggiate ne tantomeno fu la coincidenza a far nascere i fiori nelle valli anzi l’ordine e la bellezza non sarebbero mai durati tanto a lungo senza un costante e capillare controllo delle montagne. Chi pianta gli alberi chi ripara le sponde dei corsi d acqua chi raccoglie i semi di tutte le piante e li mette da parte per far si che non vadano persi, sono gli spiriti naturali invocati da maja che fanno tutto questo e hanno come missione quella di sorvegliare montagne boschi e ruscelli e di proteggere tutti gli animali che vi abitano. Sono i tutori millenari e rappresentazione della coscienza ambientale della tradizione popolare dei territori montani.
Racconta un altra leggenda che anticamente i solariani o Atlantidei giunsero in queste parti del mondo e progettarono e pianificarono questo territorio a loro uso e costume, soprattutto le acque per produrre una energia definita poi in seguito vrill e il calcare reso fluido e malleabile. La forza delle acque in questo modo scavò le profonde gole del sagittario e di Fara san Martino. Gli Atlantidei lasciarono una traccia indelebile del loro culto del sole in un segno trasmessosi nel tempo per continuità culturale alle comunità vissute in seguito tra queste montagne dove è rimasto il simbolo solare per eccellenza: un sacro ciondolo d’oro ancora in uso. Chiamato presentosa a sette a nove e a undici raggi; col tempo ha perso il suo significato originario o le comunità ne hanno cambiato il significato proprio per nasconderne l’origine sacra. Oggi viene usata nei fidanzamenti e nella promessa d’amore tra i giovani uniti anch’essi in qualcosa di sacro: l’amore di una vita. Una ulteriore leggenda racconta che il lago di Scanno fu creato appositamente per coprire qualcosa di segreto che si trova ancora presente sul fondo del lago. Una storia racconta che anche il lago del fucino fu creato artificialmente per coprire una grande e antichissima città sepolta ancora oggi sotto al limo e ai depositi alluvionali della pianura del fucino. Fu proprio sulle rive di questo lago che gli antichi Marsi hanno trovato grandi pietre ammucchiate e mura poligonali e strani oggetti come elmi scudi lance spade in rame e bronzo. Antichi attrezzi che i Solariani usavano per proteggersi e direzionare il vrill l’energia segreta, rappresentata nei scudi e sulle corazze con una figura zoomorfa definita come la kimera dei marsi. Gli scudi stessi potrebbero essere antiche mappe stellari o codici ancora da decifrare. Questi uomini arrivati in seguito, i Marsi, non sapendo che fare con questi oggetti di cui non conoscevano origine e funzione, iniziarono ad usarli in modo diverso e cosi nacque la guerra. Sulle rive del Fucino è sorta una delle scuole di metallurgia più importanti dell’antichità per forme astratte o geometriche, bellezza e raffinatezza dei materiali e delle lavorazioni e raffigurazioni.
Commento di Massimo: in questo scritto, a parte se siano vere o no le storie, Maya e Vrill sono il simbolo della creazione attraverso il cambiamento. Anche noi nella vita combiniamo qualcosa, di buono e di male cambiando e mettendoci in gioco ogni giorno. Si arriva anche alla guerra, come nella storia di Vrill. Un giorno avverrà che nei cambiamenti umani anche la guerra sarà eliminata.
Consigli di Paola: ciao ho letto la storia, aggiusterei la punteggiatura anche se vedo che nel tuo stile non la usi. Poi approfondirei la seconda leggenda e non so se svilupperai alcune questioni, tipo chi erano i solariani e la questione degli scudi dei Marsi. La seconda parte soprattutto la farei un po' sullo stile di "Siti terrestri, marini e celesti" di Guidarello e Silvestro Pontani.
Ferdinando Renzetti
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