Siamo consapevoli degli impatti ambientali che produciamo quanto compriamo on line il cibo o qualsiasi altro prodotto?
Negli ultimi mesi, complice la pandemia e i lockdown da questa imposti, l'acquisto di cibo on line con consegna a domicilio è aumentata, tanto che, secondo le stime di Just eat, tra le principali applicazioni (app) nell'ambito degli ordini di cibo on line, nell’ultimo anno, il 30% in più dei ristoranti ha scelto "la vetrina digitale" per ampliare il proprio business e la clientela.
Stiamo parlando di un settore in forte espansione, che sta cercando di agganciare anche il trend della sostenibilità, per ora, ambientale, con la pubblicazione della “Guida per un food delivery sostenibile”. Nel 2021, auspichiamo che l’attenzione, oltre che all'ambiente, sia anche al sociale, ci sono già impegni in questa direzione, mostrati con la volontà di inquadrare giuridicamente i lavoratori che effettuano le consegne, riders, come lavoratori dipendenti.
Parlare di questa guida, in questo articolo, ci da l'occasione di ricordare che il settore Informazione e comunicazione di ARPAT sta pubblicando la serie di pillole di sostenibilità ambientale, ovvero una serie di eco-consigli per rendere le nostre abitudini di tutti giorni più sostenibili ambientalmente.
Con questa guida sulla consegna sostenibile di cibo a domicilio, Just eat presenta alcuni consigli per sensibilizzare i propri clienti ai temi dello spreco alimentare, della corretta gestione dei rifiuti, dell’impatto dei mezzi di mobilità, utilizzati per la consegna, sull’aria che respiriamo. In sostanza una serie di “call to action”, consigli operativi per i propri clienti arricchiti da dati e informazioni, in particolare, sullo spreco alimentare e sugli imballaggi in plastica.
Si parte con l’ordine: il consiglio ambientalmente sostenibile è quello di ordinare pensando a non sprecare ma anche a rispettare la stagionalità degli alimenti e alla loro qualità.
Si passa poi alla consegna, aspetto dolente, come ci mostra anche il recente studio inglese, Dirty delivery report, che ha indagato l’impatto ambientale prodotto dalle consegne collegate al Black Friday. Il rapporto in questione fa riferimento alle solo consegne avvenute in Gran Bretagna ma quello che emerge fa riflettere, infatti, pare che gli acquisti e le relative consegne, avvenute durante il solo Black Friday, ... Venerdì nero, abbiano prodotto 429000 tonnellate di emissioni di CO2.
Il report inglese cerca di indagare anche su quanta consapevolezza vi sia rispetto a questo problema ambientale nelle aziende di consegna e nei cittadini. Quest'ultimi, almeno nel Regno Unito, non si mostrano, al momento, molto sensibili, fatta eccezione per la fascia dei giovanissimi, per il resto emerge che:
- solo un acquirente su 10 tiene conto della consegna “eco”, a basso impatto ambientale, al momento dell’acquisto on line
- uno su cinque non è disposto a pagare un extra per compensare la generazione di carbonio dovuto alla consegna dei prodotti acquistati sul Web mentre quelli che si mostrano favorevoli a pagare un extra, mettono il tetto a 2 euro.
Le grandi aziende, da parte loro, cominciano a riflettere sui problemi ambientali legati alla consegna delle merci, cercando di ovviare con consegne più ecologiche, ad esempio, vengono utilizzati i postini a piedi, come nel caso di Royal Mail oppure si prevede la consegna presso armadietti e attività di prossimità, in modo da evitare la consegna a domicilio, come nel caso di Amazon. Molte stanno investendo anche in mezzi elettrici.
Anche Just eat si pone il problema e nella guida consiglia ai propri clienti di scegliere locali vicini alla propria abitazione in modo che la consegna sia più veloce e il tragitto più breve, ricordando che, per lo più, le consegne avvengono utilizzando la bicicletta o il mezzo elettrico in quelle città dove è attivo il servizio di sharing di motoveicoli elettrici offerto da MiMoto.
Nella guida si parla anche di rifiuti; la prima regola è prevenire quanto più possibile, visto che il cibo arriva in imballaggi usa e getta, il consiglio è quello di non produrre altri inutili rifiuti, quindi, vietate posate, bicchieri di carta e/o plastica e tovaglie e tovaglioli usa e getta. L'altro suggerimento è quello di fare attenzione alla raccolta differenziata, la maggiore parte degli imballaggi per alimenti possono essere riciclati ma, ahimè, le regole cambiano da Comune a Comune, quindi è necessario consultare sempre il proprio Comune per non sbagliare.
Acquistare on line, farsi consegnare il cibo acquistato sul Web ha diversi impatti ambientali, come evidenzia la stessa guida di Just eat, è ormai assodato che le nostre abitudini sono diverse dal passato, e non tutti hanno il piacere, la voglia di cucinare oppure non hanno il tempo di farlo e di acquistare nei negozi di prossimità, anche i più "attenti" capita di essere colti da pigrizia.
Tutto comprensibile, ma ricordiamo che possiamo sempre essere ambientalmente sostenibili, anche dal divano di casa nostra, facendo in modo che ogni nostra azione sia più "leggera per il Pianeta". Questo è sempre possibile.
Testo di Stefania Caller
Fonte: Arpat
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