Dea Aphrodite di Franco Farina
Sono trascorsi ormai 42 anni da che un senatore americano, pieno di buona volontà, proponesse il 22 aprile come giorno dedicato alla Terra: The Heart Day. Ma da allora, a parte il successo mediatico dell'iniziativa, i risultati concreti sono stati ben pochi...
L'inquinamento va avanti come nulla fosse, l'effetto serra aumenta, gli OGM invadono i campi, le armi si fanno vieppiù sofisticate, l'incombenza di una prossima guerra mondiale combattuta a colpi di atomiche diventa sempre più plausibile...
Insomma i passi fatti non sono 42, come gli anni, ma solo 2.. o forse addirittura nessuno, forse c'era meno da preoccuparsi per il futuro del pianeta allora.. di quanto non ci sia oggi, nel 2012. Chissà se il senatore Gaylord Nelson, allorché il 22 aprile 1970, invitò alla mobilitazione per la salvezza del nostro pianeta, aveva in mente le antiche simbologie collegate a questo mese ed a questo giorno…
Durante la rivoluzione francese, molto appropriatamente, questo mese fu denominato “Germinale”. Nella tradizione del nord america, presso gli indiani Lakota, questa era la stagione della “Luna del Vitello nuovo”. Nel calendario arcaico mediterraneo Aprile era il mese dedicato alla Dea Aphrodite, da cui etimologicamente la radice etrusca “apru”. Da ciò ne consegue che Aprile è il mese dedicato a Venere, Dea dell’amore e Madre di Roma, come Marte fu il padre. Il 20 aprile il sole lascia il combattivo Ariete ed entra nel pacifico Toro. Tra il 21 ed il 22 aprile si festeggiava nell’antica Roma la festa Parilia, dedicata a Pales dea italica protettrice dei pascoli, in questi giorni con le ceneri di un fuoco di paglia e stoppie si purificavano i pascoli e le greggi ed il 23 aprile veniva celebrata dal “flamen diale” la festa in onore di Giove. Con questa messe di celebrazioni non si capisce da dove sorga il detto “Aprile dolce dormire..” forse i celebranti esausti di libagioni e banchetti desideravano riposare nel tepido sole del meriggio, in compagnia delle loro compagne. Il 25 aprile nell’antica Roma in questo giorno ricorrevano le celebrazioni “Robigalia” in onore di Robigas, la Dea della ruggine delle messi, le si offrivano sacrifici incruenti affinché proteggesse le messi da parassiti e malattie.
Ma tutto ciò, come dice l'amico Roberto Caivano, è il nostro passato. Ma il passato del nostro futuro sarà ben diverso: "...sono sul treno ed ho immaginato tra mille anni qualcuno che ricordasse il famoso 3 x 2 delle colombe nei centri commerciali dopo una festa chiamata pasqua, dove probabilmente si festeggiava la cioccolata... che brutto passato per il nostro futuro...."
Eppure la prima “Giornata della Terra” rappresentò uno stimolo culturale formidabile: un gran numero di persone — giornalisti e studenti, professori e comuni cittadini — si misero a pensare, a leggere, a scrivere, a parlare di ecologia. I cristiani si ricordarono che San Francesco aveva spiegato che gli esseri umani e gli animali e le parti inanimate della natura, come l’acqua e il fuoco, erano tutti “prossimo”, fratelli da trattare con rispetto e amore... etc. etc.
Dovendo parlare della vita sulla terra non possiamo trascurare i suoi elementi per noi più vitali, ossia la terra stessa, l’acqua e l’aria. Infatti tra tutti i beni naturali che la nostra Patria detiene questi sono altamente preziosi e di qualità, e come tali vanno salvaguardati. L’unione fra le persone di buoni sentimenti è necessaria per difendere la “nostra terra” che viene inquinata in vari modi, con le onde elettromagnetiche, con le musicacce a cielo aperto, con le discariche nelle ex cave, con le cicche gettate a terra, con le ciminiere di inceneritori e impianti industriali, con i pesticidi usati nelle monocolture, con la cancellazione della biodiversità, con gli scarichi fognari non depurati di vari comuni, pozzi artesiani non controllati e soprattutto la continua asportazione di acque profonde che impoverisce le falde e consente all’inquinamento di scendere sempre più in profondità.
Se vogliamo che la vita su questa terra possa essere possibile anche per i nostri figli e nipoti è giunto ora il tempo di scelte improcrastinabili, legate all’alimentazione, al tipo di beni di consumo utilizzati, al nostro approccio generale nei confronti della vita. Il riconoscimento del valore del nostro habitat è semplicemente necessario in quanto noi non siamo separati dalla terra, che usiamo così brutalmente, ma parte di essa. Tutto ciò che vien fatto di male a lei lo facciamo a noi stessi.
Perciò invito ogni singolo abitante di questa nostra Terra a riflettere sul suo modo di vita, sui comportamenti che immancabilmente contribuiscono alla distruzione del pianeta. Non serve fare aggregazioni o incontrarsi -con la scusa della Giornata della Terra- per gozzovigliare assieme. Serve solitudine e coraggio, per cambiare partendo da noi stessi.
Approfittiamo quindi di questo 22 aprile 2012 per impegnarci con noi stessi, con proponimenti definitivi, a non offendere più la vita che Dio ci ha dato! E chi non crede in Dio sostituisca la parola con "natura" e sia pace nei nostri cuori.
Io personalmente sarò a Treia, nelle Marche, come al solito nel pomeriggio andrò per la consueta paseggiata nei campi circostanti, a respirare aria buona ed a raccoglier pigne secche lungo il percorso.
Chi vuole può accompagnarmi. Telefonatemi allo 0733/216293
Paolo D'Arpini
Paolo D'Arpini sotto un grande albero
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