Storie di viaggi bioregionali

Ho viaggiato anni per aie contrade paesi case rurali masserie e casali incontrando soprattutto anziani, un po perché i giovani non ce n erano un po perché quelli che cerano avevano poca voglia di ascoltare o perché gli anziani avevano più storie da raccontare. Gli incontri sempre piacevoli. Le cucine rurali come aule didattiche. vino buono dolci tipici carte da gioco, si parlava di piante alberi e soprattutto semi antichi. Carte napoletane, chiedevo spesso del significato che davano alle singole carte, tipo la matta, il re di denari, quando arrivavo al discorso sui libri l'atmosfera si raffreddava sempre e avevi voglia a dire che il libro è un oggetto che trasmette leggerezza e che ci trasporta nella terra di non so dove per di qua e per di la. 

La sua forma, la copertina rigida il titolo le pagine di carta bianca piene di quei simboletti neri che si distinguono in consonanti e vocali: le lettere. le lettere compongono le parole che a loro volta compongono la frase che a loro volta compongono il discorso che porta il racconto che a sua volta trasporta la nostra mente in una dimensione ignota. Niente! un muro di gomma! forse si rendevano conto dell artificio, nel senso che ormai la televisione mostrava altro, cellulari computer tablet e in un certo senso avevano desiderio di quel nuovo tipo di informazione o educazione. come spiegargli che con il libro facevano una scelta anche più ecologica perché non consumavano energia elettrica per viaggiare con la fantasia. E loro potevano benissimo rispondere, perché proprio noi, leggeteli voi i vostri libri. se ci volete educare almeno educateci alle cose che piacciono a noi, come dare loro torto! 

Poi il libro in un certo senso non faceva neanche parte del loro bagaglio culturale, basato più sulla trasmissione orale del sapere attraverso il fare quotidiano; auto costruire le proprie abitazioni, oggetti di rural design come scope cesti ed altro, un tempo pure le stoffe come il lino e la canapa filati e colorati con erbe per vestiti e corredi. poi i semi autentica biblioteca della cultura rurale trasmessa alla generazione successiva assieme a tutta una serie di pratiche per la germinazione la gestione della pianta sul campo l'attesa dei giusti tempi di maturazione dei frutti, la conservazione degli stessi, essiccati al sole o ridotti in passate o barattoli per la frutta. i semi trasmettono nell'immediato la loro condizione di essere semi non c'è bisogno neanche di pronunciare la parola seme perché sappiamo già che contiene la capacita di dare vita a una nova pianta, quindi il senso del luogo il soffio del cielo la magia della parola. davanti a tanta sapienza mi sentivo spesso inadeguato e frastornato con i miei libri in mano.

Nel frattempo il bagaglio della mia asinella cresceva di giorno in giorno di tutto quello che come una gazza raccoglievo lungo la via. Piccoli oggetti di rural design, tipo cesti, stoffe colorate tradizionali, strumenti musicali, locandine e presentazioni di eventi seminari laboratori e mostre, ceramiche, e semi, tantissimi colorati semi. Così tra una difficoltà e l'altra siamo giunti all'oggi, in particolare all'inizio dell autunno. 

Sono venuti a trovarmi Roberta, con la sua piccola e simpaticissima Nina di due anni, e Mariano con il suo cane Iola un molosso di circa quattro anni. Come li ho visti mi è venuto a subito da ridere, sono arrivati con un vecchio camper tenuto assieme con lo scotch nel vero senso della parola, una grande scritta a pennello sulle fiancate: movimento Zoe.

Siamo stati alcuni giorni assieme, mariano girava per le campagne assieme al mio alter ego Federico ad abbracciar e alberi e sentire la poro energia vitale in rapporto alla nostra. Nina giocava con l'altro alter ego Sebastian scultore con terra e altri materiali naturali. Roberta si intratteneva con Ferdinando scrittore poeta bioregionale, lola dormiva. 

Dopo qualche giorno assieme hanno deciso di tornare nella loro Anversa piccolo paese vicino Sulmona. Prima di partire mi dicono: vogliamo farti un regalo, ti diamo questo pacchetto ma aprilo solo quando siamo andati via! cosi ho fatto e tolta la carta da pacco che lo avvolgeva ne e’ venuto fuori un piccolo cubo di legno chiaro naturale, di circa cinque cm di lato, apro il coperchio e salta fuori un simpaticissimo burattino con la molla che sballonzola di qua e di la la sagoma sorridente del jolly. In quell'attimo la mia mente sulla onda della leggera emozione vissuta ha avuto un attimo di smarrimento e iniziato ad avere una sorta di visione; vedevo davanti a me una figura che camminava, mi sono avvicinato e ho scoperto un altro me come mi sono avvicinato l'altro me si gira, mi vede, sorride e dice ciao! in quel attimo ci siamo ricongiunti come due realtà parallele e da due piccole gocce d'acqua se ne e’ formata una più grande. mi sono reso subito conto che era accaduto qualcosa di molto importante avevo ritrovato il mio io che avevo perso nella notte dei tempo. cosi come se avessi ricevuto botta in testa e avessi iniziato a parlare lingue sconosciute ho avuto in dono la parola e la memoria di tutto quello che ho vissuto e studiato nel corso del tempo e che in qualche modo non riuscivo ad esprimere nel modo giusto. Ecco, all'improvviso sapevo suonare recitare danzare e soprattutto parlare. sono giorni interi che parlo, ho perso pure la voce per quanto sto parlando. ora mi sento come un albero, un albero del canto e un libro, un libro parlante spero non gracchiante e uomo della parola.

Come ripeto spesso le chiacchiere se le porta il vento ma senza chiacchiere non si fanno castelli in aria!

Così ho riportato la piccola Teresa Maria nel luogo dove abitualmente vive in calabria ho lasciato l'enorme bagaglio della biblioteca ambulante e giro felice a piedi raccontando storie a tutti quelli che in qualche modo ne hanno bisogno o voglia di ascoltare e interagirà.


Ferdinando Renzetti

P.S.
Durante il viaggio con Teresa Maria a fatica ho messo qualche piuma come segnalibro nel mio diario, da quando ho avuto questa trasformazione il mio diario si sta riempiendo di piume felici..