Sprechi alimentari record, in Italia. In termini “domestici”, nelle case italiane si buttano fra i 4 e i 5 milioni di tonnellate di cibo ogni 12 mesi, circa 145 chili di alimenti l’anno per famiglia, per un valore di 360 euro. E’ invece di circa 6 milioni di tonnellate il cibo gettato ogni anno prima ancora di arrivare sulle tavole degli italiani, pari al 17% dei consumi alimentari annui.
I dati rilasciati sugli sprechi appaiono sconfortanti, qualora si consideri l’altra faccia della medaglia: sul globo terrestre una persona su nove è denutrita.
In vista dell’aumento di 2,3 miliardi di persone in più che si prevede entro il 2050 e che secondo la FAO porterà alla necessità di incrementare del 70% la produzione alimentare attuale si dovrà produrre di più e sprecare di meno.
L’Italia, grazie alla recente legge contro lo spreco alimentare, approvata nel 2016, appare tra le realtà che sta facendo i passi avanti più importanti. Su 25 paesi presi in esame, l’Italia infatti occupa il nono posto in termini di “cibo perso e sprecato”, portando a casa il massimo punteggio su alcuni indicatori, come quello relativo alle “politiche messe in campo per rispondere allo spreco di cibo” (100 su 100), grazie alla legge che punta ad incentivare le aziende e i produttori che donano cibo ai più bisognosi. La FAO stima che lo spreco di cibo che avviene durante l’intera catena di approvvigionamento si aggira attorno ai 940 miliardi di dollari l’anno.
Il cibo sprecato ogni anno nel mondo è responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, l’8% delle emissioni globali. Se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo paese emettitore mondiale di gas serra dopo USA e Cina.
Prof. Luigi Campanella, Dipt. Chimica Università “La Sapienza”, Roma
(Fonte: A.K. N.18)
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