Che cosa sarebbe la vita senza memoria?… Mi sono posta questa domanda osservando alcune persone ammalate di Alzheimer Questi esseri, che pure hanno vissuto una intensa vita, di lavoro, di relazioni, di affetti, oggi per qualche strano meccanismo, sono “uscite” dalla realtà con cui non condividono più nulla…. Chi erano prima?… dove e come hanno vissuto? … appartenevano ad una cultura, ad un territorio, avevano un carattere, delle abitudini, celebravano dei riti, rispettavano delle tradizioni, parlavano una lingua o più d’una!… tutto questo è cancellato nella loro memoria. Essi non ricordano più nulla, sono semplicemente dei corpi ancora in vita che vivono senza relazioni: respirano, mangiano, osservano ciò che gli sta’ intorno… ma non sono collegati a niente… le relazioni originano identità?
Prendiamo ad esempio uno straniero che arriva per la prima volta in un territorio sconosciuto, mai visto prima, dove incontrerà persone straniere, che si vestono in modo diverso dal suo, che mangiano cibi diversi, che parlano una lingua incomprensibile, che celebrano tradizioni e ricorrenze sconosciute. Quello straniero non ha proprio niente in comune con quel nuovo contesto, deve integrarsi, deve comprendere il nuovo ambiente che lo ospita e cosa fa per prima cosa? Cerca elementi comuni alla sua cultura, adattandosi come può alle diversità e tentando di mantenere integri i propri valori culturali, religiosi, sociali, anche se il nuovo contesto è molto diverso da quello da cui viene. In pratica, cerca di integrare la propria identità culturale e sociale, nel nuovo contesto in cui è andato a vivere.
La memoria della sua identità lo seguirà indipendentemente dal territorio dove si insedierà.
Se però perdesse la memoria delle proprie origini, che cosa succederebbe? Sarebbe costretto ad adattarsi alla nuova realtà che considererà come unico punto di riferimento per la sua vita. L’unico modello autentico di vita sarebbe dunque quello che sta’ vivendo. La sua vera identità quale sarebbe allora? Quella generata dal contesto territoriale in cui è andato a vivere?
Se però perdesse la memoria delle proprie origini, che cosa succederebbe? Sarebbe costretto ad adattarsi alla nuova realtà che considererà come unico punto di riferimento per la sua vita. L’unico modello autentico di vita sarebbe dunque quello che sta’ vivendo. La sua vera identità quale sarebbe allora? Quella generata dal contesto territoriale in cui è andato a vivere?
Le caratteristiche morfologiche del territorio condizionano moltissimo il contesto sociale. Prendiamo ad esempio i territori marino e montano. Entrambi producono identità sociali e culturali molto diverse tra di loro in quanto la morfologia territoriale, il clima, e di conseguenza l’aspetto socio-economico, li condiziona. In montagna si raccoglie la legna, si coltivano alcuni prodotti inadatti alla pianura, si utilizza la neve per praticare uno sport. Al mare si pesca, si utilizzano le spiagge per il turismo, si coltivano prodotti adatti al clima caldo.
Se consideriamo soltanto le attività produttive di entrambi i contesti, constatiamo che negli anni, hanno generato tutte quelle sagre che oggi festeggiamo sempre più numerose in tutto il mondo. Soltanto l’elemento produttivo, generato dalla differente morfologia dei territori, è dunque in grado di creare contesti sociali e culturali diversi in cui ritroviamo tradizioni e ricorrenze oggi più che mai consolidate e che rappresentano il vanto (e forse l’unico momento aggregativo) di numerosissime comunità urbane!
E’ dunque il territorio (o la Bioregione) a fornire un’identità agli individui? Se così stanno le cose, il nostro individuo privo di memoria, potrebbe acquisire un’identità differente a seconda del contesto territoriale in cui deciderà di insediarsi. Oppure esistono dei tratti comuni a tutti gli individui che prescindono dal territorio in cui essi vivono e perfino dalla memoria? Pongo questi quesiti a coloro che vorranno rispondere.
Lidia
Lidia
Mia rispostina: "...chiunque può essere bioregionalista indipendentemente dalla provenienza di origine se segue la pratica dell’ecologia profonda, del vivere cercando di essere in sintonia il più possibile col mondo che ci circonda, in un modo in cui, pur sentendosi liberi di manifestare se stessi nelle proprie caratteristiche peculiari, non si ha bisogno di provocare danni all’ambiente od alla società in funzione di un personale esclusivo vantaggio..." - Continua: http://bioregionalismo-treia.
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