Il Monte Conero, promontorio caratterizzato da bellissimi scorci sul mare Adriatico e sulla costa, da una ricca biodiversità sia a livello vegetazionale che faunistico e meta di numerose escursioni e di turismo, nasconde un lato oscuro e inquietante, quello legato alla presenza di una zona militare e dei sui misteri irrisolti. Indagini giornalistiche, fughe di notizie, azioni da parte di gruppi ecologisti, intrusione da parte di Video maker, spionaggio, hanno tirato fuori dai tunnel segreti storie di radar, missili, sottomarini, armi atomiche e batteriologiche ma anche racconti di sequestri di persona e Ufo.
Questa montagna, all’inizio del secolo scorso, non si presentava come siamo abituati ad ammirarla e fotografarla oggi. A quei tempi appariva in parte brulla, in seguito all’intensa attività umana di taglio del bosco, agricoltura e pastorizia. Negli anni 30 furono realizzate opere di stabilizzazione del terreno, rimboschimenti e piantumazioni a gradoni di pini, cedri e cipressi, nonché lavori per l’apertura di sentieri e strade. Questo lavoro è proseguito in una seconda fase dal secondo dopoguerra fino agli anni '70. (I rimboschimenti sono riusciti nel loro intento ed oggi le essenze della macchia mediterranea, aiutate da interventi forestali, stanno riprendendo il sopravvento evolvendo verso il più naturale bosco di leccio.)
In tempi più recenti, negli anni 80, è stato istituito il Parco vero e proprio per la tutela e la sua conservazione.
Questo affascinante scenario naturale però, oltre ad essere messo a dura prova dalla massiccia frequentazione nel fine settimana di escursionisti e, soprattutto di spericolati e pericolosi biker, è turbato dalla tutt’altro che discreta presenza della Misteriosa Base Militare.
Percorrendo i sentieri più battuti del Parco, ci si imbatte in Caseggiati, aree recintate protette da fili spinati e cartellonistica eloquente, porte di accesso a tunnel scavati all’interno della Montagna.
Si narra la presenza al suo interno di Postazioni Radar per il controllo dell’Adriatico, Progetti legati ad ECHELON, (famoso sistema mondiale d'intercettazione delle comunicazioni private e pubbliche), presenza di armi atomiche e batteriologiche, rampe per il lancio di missili e grandi porte che si aprono direttamente sul mare per l’entrata in acqua dei sottomarini. I più fantasiosi hanno anche ipotizzato legami con specie extraterrestri, in seguito alle numerose segnalazioni di avvistamenti ufo avvenute nella zona soprattutto negli anni cinquanta, periodo in cui questo fenomeno fu molto eclatante.
Nella cronaca locale si è parlato del Conero anche per quanto riguarda i rapimenti.
Le viscere del monte Conero pare fossero infattiben note a Graziano Mesina, il famoso capo dell'Anonima Sarda, una banda specializzata nei sequestri di persona. Pare addirittura che nel monte Conero possano essere state nascoste alcune sue vittime. Un industriale ascolano, Mario Botticelli, rapito nel 1977,quando fu liberato raccontò agli inquirenti un particolare terribile: dopo il sequestro era stato bendato e portato in « una caverna dalla quale udiva il rumore del mare».
Infine, è bene ribadire che non bisogna assolutamente scavalcare le recinzioni della zona militare, anche se all’apparenza le caserme della base sembrano abbandonate. L’aspetto esteriore ingannevole potrebbe essere la caratteristica di questo sito militare
(Autore ignoto)
P.S.
“Ormai in piena era satellitare sono pressoché scomparsi i cartelli minacciosi con divieto di fotografare o eseguire rilievi a vista e soprattutto sono spariti i cani sentinella che sorvegliavano il perimetro esterno tra due cortine di recinzioni in alto rifinite da filo spinato. Resta il segreto di cosa c’è sotto il Conero, tema questo su cui voci popolari sempre hanno fornito versioni capaci di alimentare curiosità senza dare risposte adeguate. Da parte militare ovviamente massimo riserbo. Nel 1984 però la questione finisce sulla stampa locale e nazionale. Il 14 gennaio infatti Gianfranco Guanti – redattore del periodico ambientalista Il Pungitopo – alla ricerca di qualche risposta sul mistero del Conero sotterraneo viene arrestato insieme ai coniugi Lanari dal nucleo antiterrorismo dei CC di Ancona. Dopo una prima condanna a otto mesi per il delitto di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, la vicenda si conclude in appello il 28 febbraio 2006 con l’assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato”.
“Ormai in piena era satellitare sono pressoché scomparsi i cartelli minacciosi con divieto di fotografare o eseguire rilievi a vista e soprattutto sono spariti i cani sentinella che sorvegliavano il perimetro esterno tra due cortine di recinzioni in alto rifinite da filo spinato. Resta il segreto di cosa c’è sotto il Conero, tema questo su cui voci popolari sempre hanno fornito versioni capaci di alimentare curiosità senza dare risposte adeguate. Da parte militare ovviamente massimo riserbo. Nel 1984 però la questione finisce sulla stampa locale e nazionale. Il 14 gennaio infatti Gianfranco Guanti – redattore del periodico ambientalista Il Pungitopo – alla ricerca di qualche risposta sul mistero del Conero sotterraneo viene arrestato insieme ai coniugi Lanari dal nucleo antiterrorismo dei CC di Ancona. Dopo una prima condanna a otto mesi per il delitto di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, la vicenda si conclude in appello il 28 febbraio 2006 con l’assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato”.
Quando nei primi anni 70 con la mia famiglia facemmo una semplice escursione, soffermandoci in una curva al cui apice si ergeva una bella macchia arborifera, ci vedemmo puntare, con meraviglia, ma anche molto timore, una minacciosa arma che ci fece comprendere come fosse più raccoandabile un rapido ... dietro front. Il conseguente sconcerto fu davvero traumatico!
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