sabato 17 settembre 2011
Eccoci qui a Treia, di nuovo insieme... al sole, vivendo senza tempo, nel mare dell'esistenza!
Eccoci qui a Treia, di nuovo insieme, io e Paolo, da tre giorni.
Avevo sentito la sua mancanza nelle ultime settimane a Spilamberto, in più al lavoro c'erano stati dei "contrattempi", a casa ero stata molto da sola e con Viola c'era stata qualche incomprensione, quindi ero arrivata alquanto nervosa.
Mi ha fatto sorridere tra me e me, leggere in questi tre giorni, assieme a Paolo, alcune pagine del nostro libro "Vivere senza Tempo" che presenteremo per la prima volta ad alcuni amici a Monteorsello di Guiglia il prossimo 24 settembre. Nelle mie mail dirette a lui parlo spesso del mio tentativo di conoscermi e di accettarmi e di accettare la vita come si presenta, senza più farmi toccare, senza più dover soffrire per cose esterne, che io comunque non posso (e neanche voglio) controllare, e ritrovarmi, dopo due anni, ancora allo stesso, stessissimo punto (o di fare due passi avanti ed uno indietro).
Ieri per esempio si parlava del "vivere al confine", che è un po' come dire "vivere nel mondo ma non essere del mondo" scoprendo che non c'è bisogno di nessuna etichetta, di nessuna appartenenza codificata, sapendo di fare parte di quell'Uni-verso che tutto comprende e tutto accoglie.
Oggi invece addirittura siamo finiti a parlare del fatto che io cominci appena a dire a lui le cose che di lui mi contrariano, a volte (ma che comunque dipendono da me, dal mio "stato d'animo") e del fatto che io considero questi miei goffi tentativi dei successi, dato che nella mia vita ho spesso un po' "falseggiato" per poter trattenere e conservare l'amore, l'affetto, la stima, la considerazione altrui.
Oggi mi sento più autonoma e di queste attenzioni posso fare senza, per lo meno se, per avere queste attenzioni, devo "dimenticare" e "tradire" me stessa.
E così (contraddicendo quanto ho appena affermato), una dimenticanza di Paolo, un suo ritardo, serve a me come occasione di verifica (e la verifica non è mai "favorevole"), ma così, comprendendo questa mia reazione negativa, mi pare di aver scavalcato un altro piccolo scoglio.
E qui c'entra l'acqua, il mare per due motivi: l'acqua per andare avanti aggira l'ostacolo (lo scoglio), grande o piccolo che sia e nell'acqua, nel mare, ci si sente di nuovo liberi di muoversi, più leggeri e i movimenti sono più fluidi e sciolti.Siamo stati davanti al mare, un mare fermo, piatto, calmo, silenzioso e abbiamo ricevuto la visita, all'ora di pranzo, di uno stormo di gabbiani in cerca di cibo, abbiamo goduto del caldo e del sole (tutti i giorni dicono che è l'ultimo e tutti i giorni invece continua ad esserci, così siamo ancora più lieti perchè ci sembra di aver rubato una giornata di bel tempo al tempo).
Accumuliamo luce, calore, energia dall'Universo, in attesa dell'autunno e dell'inverno che ci attendono dietro l'angolo.
Che questo calore tenga caldi i nostri cuori.
Caterina Regazzi
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