(Gabriella Caramore, premessa a Teologia degli animali di Paolo De Benedetti, pp.7-8).
Animale in gabbia
Non sarà ancora spenta l'eco dei tamburi della Sacra Giubilare per papa Alessandro III, e degli autoincensamenti per i giardini inglesi (!) del lungomare dei nostri sogni, che la Perla degli eccessi riavrà la sua orgia bancarellara nel nome di San Paterniano. Ben tre saranno i giorni (13 - 15 luglio) e ben 4 (quattro) gli stand con vendita di animali vivi.
Ciak si replica. Come da copione, vedremo animali esposti in gabbie per più giorni, stressati dalle condizioni climatiche, sofferenti per la confusione, la folla, i rumori, l'impossibilità di sgambare, le lunghissime ore di stabulazione, il viaggio, l'alterato ritmo di sonno/veglia. Un martirio, lo vedemmo nei sanpaterniani e nei sanmartini del 2011, e a nulla valsero esposti, proteste, l'indignato orrore di forestieri e residenti.
Il Comune "sta come torre che non crolla": impermeabile a qualsiasi sollecitazione di civiltà, nè gli cale di un'opinione pubblica grazie a dio migliore di chi l'amministra; sordo alle richieste di vietare queste ripetute barbarie, di recepire almeno in uno straccio di regolamento le direttive regionali in materia di tutela degli animali.
Tanto meno gli cale di esempi virtuosi di tanti comuni italiani.
Come da copione, sindacomerli strillerà che i mercanti sono autorizzati (e vorrei vedere...), che pagano il balzello (e vorrei vedere..) che i controlli li fanno, li han fatti e li faranno, dunque i rompiscatole stiano zitti se no li querelo.
Per rinfrescargli la memoria: https://faxivostri.wordpress.com/2011/07/10/muri-di-gomma/#more-1559
Come da copione, sarà indulgente coi mercanti di bestie rafforzato dall'esempio di tanto papa prodigo d'indulgenze (quel Bandinelli Rolando dalle enormi ricchezze che alla sua morte - 1181 - ricevette dai romani sassi e sterco sulla bara, ma è un dettaglio...)
Neanche navigando santamente tra papi e santi e santimartiri, questa amministrazione riesce a recepire una verità elementare e - questa sì - veramente cristiana: che gli animali non sono merci da fiera. Che tali sono le mutande, i bicchieri, i rastrelli, le scope, le mangiatorie per la crapula de noantri. GLI ANIMALI, NO.
E neanche servirebbe scomodare i pur necessari tecnicismi dicertificazioni, autorizzazioni, microchip, provenienze legali o (più realisticamente) illegali degli animali in vendita: accertamenti più che doverosi ma che con 'sto caldo stresserebbero oltremisura sindacomerli e vigili e forestale e asur veterinaria, distogliendoli dall'estatica contemplazione di "sè" (inteso come "ego" n.d.r.).
Basterebbe infatti constatare ciò che sarà sotto gli occhi di tutti: misure delle gabbie, numero degli animali in una stessa gabbia; quantità delle ore di esposizione e condizioni climatiche; specie non consentite vendute in barba ai divieti.
Sappiamo tutti (sindacomerli e i suoi dovrebbero saperlo meglio di altri, se no togliere il disturbo please) che per configurarsi il reato di maltrattamento agli animali - L.109/2004 - bastano le condizioni di cui sopra, non occorre bastonare a sangue un cane (come l'altroieri a Grottammare il bagnino o titolare - chissà - di uno chalet di cui la stampa locale tace omertosamente il nome).
Ma scommettiamo che i "controlli" diranno che tutto è in regola? Che gli animali stanno proprio da dio anzi come un papa (ops!..), che se la godono da matti, e sono gli animali che ce lo chiedono, ed è la tradizione che ce lo chiede ed è per la gioia di grandi e piccini, e noi siamo aperti al dialogo con gli animalisti e bla e bla e bla?.........
A risentirci, to be continued....
Sara Di Giuseppe
digiuseppe.sara@gmail.com
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