Le città possono influenzare
il nostro clima
a centinaia di chilometri di distanza
a centinaia di chilometri di distanza
Il calore emesso nell’ambiente dalle
caldaie e dai tubi di scarico nelle gradi città contribuisce all’aumento della
temperature a chilometri di distanza. È il risultato di uno studio condotto da
Ming Cai della Florida State University e pubblicato sulla rivista Nature
Climate Change, che ha coinvolto 86 città dell’emisfero
settentrionale (definite punti della griglia modello).
CORRENTI A GETTO - L’anidride carbonica prodotta dalle fabbriche, dalle auto e dalle
caldaie sarebbe in grado di influenzare il clima soprattutto in inverno. Non si
tratta però di un effetto diretto: il calore altererebbe i grandi sistemi di
circolazione, tra cui il flusso delle correnti a getto e di conseguenza il
movimento dell’aria calda e fredda in tutto il mondo. Ciò comporterebbe dunque
il riscaldamento della superficie ad alte latitudini e su scala continentale.
Le regioni maggiormente influenzate da questi movimenti sono quelle del Nord
America e dell’Eurasia. Negli ultimi decenni in queste aree si è in effetti
registrato un aumento della temperatura invernale di 1 grado centigrado.
ISOLE DI CALORE - Gli autori della ricerca sottolineano che l’effetto sul clima mondiale è
insignificante, ne avrebbe invece sui modelli climatici regionali. La maggior
parte di questo calore è prodotto nelle grandi città, ma si tratta di un
fenomeno diverso da quello delle isole di calore urbano – fenomeno conseguente al
rilascio del calore della luce solare assorbito da strade ed edifici.
ZONE COSTIERE - La ricerca invece spiega un fenomeno che avviene principalmente in zone
costiere, dove si alternano zone di alta pressione a zone di bassa pressione.
Il calore che sale da queste città limita la quantità di aria artica che si
muove verso sud e quella tropicale che viaggia verso nord. Il risultato è che
nell’emisfero settentrionale gli inverni sono più caldi e l’estate e l’autunno
risultano più freschi. «Si tratta di uno studio plausibile», spiegano gli
scienziati. «Il calore prodotto dalle città deve avere qualche impatto sul
clima, ma si tratta di una ricerca così nuova che non è ancora possibile dire
se è corretta o meno. La fisica di base dietro allo studio lo è, ma calcolare
l’entità dell’impatto richiede studi più approfonditi». Ciò non significa che
lo studio sia sbagliato, ma che è troppo presto per conclusioni definitive.
Carolina Saporiti
(Accademia Kronos)
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