La società del rifiuto e la coscienza ecologica che stenta a maturare.
"Dopo aver magnato, magnato e ben bevuto, ora siamo al rifiuto di ciò che abbiamo avuto." Siamo a proporlo come soluzione, anche a chi ancora non ne ha abbastanza e anche a chi non ne ha avuto per niente...
Effettivamente ritengo che è l’esigenza che produce l’intelligenza. Prima ne avevamo una ora ne abbiamo un’altra. Ognuno arriva con la propria. Ognuno non ritiene accettabile castrarla. Ognuno non ritiene dignitoso sottomettersi all’altrui. La frammentazione e l’impossibilità di aggregare si fanno spazio. Non è ancora il momento giusto? Manca un estetico, cioè, manca un leader? Siamo rigonfi di saperi tecnici e crediamo bastino anche ad unire gli spiriti? Chi è già passato ascetismo, visto che anche solo telefonare contraddice le intenzioni di fondo? Chi è in grado di riconoscere – ed accreditare – l’intelligenza/esigenza – che ci ha portato qua?
Il movimento hippy non ci parlava mezzo secolo fa, di cose che ora urliamo come nostre. Se in 50 anni lo standard che possiamo vantare è in buona misura da noi tutto criticabile, che significa? Che chi ci ha preceduto era totalmente inetto? O che le dinamiche hanno permesso tanto e non tanto altro?
Ora siamo noi al cospetto delle dinamiche. Siamo noi a chiederci come unire gli spiriti. E a domandarci se un esteta serva più di un competente. La soluzione è nella musica e la prenderà chi la danza.
Lorenzo Merlo
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