Agricoltura biodinamica ed esperimento con il "corno letame"
Persino il Foglio di Claudio Cerasa tempo fa si era occupato del sistema di coltivazione biodinamica, pubblicando un articolo sul "corno letame" ( di Giordano Masini). L'articolo è stato giudicato da qualcuno un po' "semplicistico", ad esempio Stefano C. ha commentato: "Non penso sinceramente che Rudolf Steiner sia stato un pirla qualunque... ovviamente il metodo biodinamico è molto bizzarro, ma non lo tratterei come stregoneria per sciocchi! A mio avviso, quello del Foglio è uno dei classici articoli simili alle chiacchiere da bar per prendere in giro la squadra di calcio avversaria. Come quando dice che "per guarire dal cancro bisognerebbe evitare di mangiare pomodori"... ma non sono poche le persone che pensano che un'alimentazione acida possa portare il cancro (ad es. diversi dottori ed anche i macrobiotici). Comunque conosco molte persone che si applicano in agricoltura biodinamica con ottimi risultati... ovvio, è molto complicato e tante cose si fanno senza sapere il perché."
Ma un resoconto sull'esperimento del "corno letame" l'abbiamo raccolto anche noi. Mi riferisco alla lettera di Caterina Regazzi che mi scrisse qualche tempo fa per raccontarmi la sua esperienza, vissuta nell'azienda agricola "La Bifolca" di Vignola: "Il cornoletame si prepara riempiendo di letame delle corna (ne abbiamo fatte circa 30) e poi sotterrandole. Abbiamo scavato un bel buco profondo mezzo metro e largo circa un metro e abbiamo deposto le corna in cerchio al suo interno... Fra 6 mesi si tirano fuori e, col contenuto del corno si fa questo preparato biodinamico che si chiama 500. La "direttrice" dell'operazione, Antonella, ha letto un "mantra" che parlava di gnomi, ondine e spiriti del fuoco che consigliavano agli uomini, tra l'altro, di fare atti che generano altra vita...... poi c'è stato un intervento di un antroposofo che ha detto cose che mi hanno lasciata un po' sconcertata... Mah! Il bello di tutta l'operazione è stato per me l'atto d'amore, in condivisione con altre persone, per la Terra, come se questa fosse una Madre, una Sorella, una cara Amica di cui ci volevamo prendere cura. E' questo lo spirito bioregionale con cui si dovrebbe vivere e fare le cose normali della Vita, fare le cose con Amore, con Cura.... e così l'uomo potrà scrollarsi di dosso la tristezza, la noia, l'insoddisfazione che prova e che fa si che sia sempre alla ricerca di nuovi passatempi, di nuovi giochini. E' ovvio che tutto questo non lo si può solo "predicare", ma si deve mettere in pratica, non come un dovere imposto, neanche da noi stessi, ma sentito nel profondo ed è qui che io per prima devo lavorare.".
Questa, descritta da Caterina, mi pare una riflessione bellissima come l'esperienza da lei vissuta, un po' misteriosa e magica. In fondo è stata fortunata ad aver partecipato a quel rito!
Paolo D'Arpini
Fonte: https://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Agricoltura-biodinamica-ed-esperimento-con-il-corno-letame
Altro articolo in sintonia:
In questi giorni si è parlato molto del corno di vacca e del suo impiego in agricoltura biodinamica, accostando il tutto a pratiche medievali o addirittura a riti magici. E purtroppo sulla base di pregiudizi e accostamenti arbitrari si è negata la possibilità (attraverso apposita legge) di valutare e testare l’effettiva validità delle pratiche biodinamiche tramite attività di ricerca appositamente finanziate. Ricordiamo che l’agricoltura è un settore di primaria importanza e che, mai come oggi, sono necessarie pratiche e metodi di coltivazione veramente sostenibili (a bassissimo impatto ambientale). Queste attività di ricerca, dunque, avrebbero potuto misurare l’efficienza dell’agricoltura biodinamica in termini ecologici, ambientali, energetici ed anche in termini di qualità del prodotto finale tramite ricerche e progetti strutturati, anche di lungo periodo.
La vera scienza non dovrebbe giudicare a priori basandosi su pregiudizi, prendendo posizione sulla base delle impressioni, ma dovrebbe svolgere attività di indagine, analisi e osservazione in maniera acritica per poi elaborare dati e successive conclusioni. Questo dovrebbe essere un vero approccio scientifico, che valuti i risultati di una determinata indagine sulla base di dati e riscontri oggettivi, e non su pregiudizi. Nel caso dell’agricoltura biodinamica ci si è fermati di fronte ai pregiudizi, negando a priori la possibilità di testare le pratiche biodinamiche. Appellandosi alla scienza si è negata la scienza stessa (davvero strano…). Si è negata la possibilità di valutare l’effettiva validità dell’agricoltura biodinamica confrontandola con altre metodiche di coltivazione. Non viene consentito un confronto. Ovviamente noi non abbiamo alcun dubbio sull’efficacia dell’agricoltura biodinamica, ma lo sviluppo di attività di ricerca anche in sede istituzionale avrebbe potuto sancire l’ufficialità del suo valore.
Riconosciamo il fatto che alcune pratiche biodinamiche possano essere considerate bizzarre, ma (ad esempio) una scoperta del tutto casuale ha messo in evidenza quelle che potrebbero essere le caratteristiche più interessanti del corno di vacca; si tratta della datazione al radiocarbonio di un corno di epoca vichinga svolta ormai diversi anni fa (alla fine degli anni ’90). Questa indagine si è svolta per altri motivi, indipendenti dall’agricoltura biodinamica, ma ha finito col mettere in risalto alcuni dati molto interessanti. Riportiamo di seguito la testimonianza della Prof.ssa Emanuela Marinelli:
«Nell’atmosfera per il bombardamento dei raggi cosmici si formano dei neutroni accelerati che colpiscono degli atomi di azoto. Gli atomi di azoto colpiti si trasformano in C14 che è radioattivo e, a differenza del normale C12, tende a decadere. Il C14 si lega con l’ossigeno e forma anidride carbonica radioattiva che entra con la fotosintesi clorofilliana nelle piante e, attraverso la nutrizione, negli animali e nell’uomo.
Durante la vita di ogni essere vivente c’è un equilibrio fra C14 che arriva e quello che nel frattempo decade. Questo equilibrio si interrompe con la morte.
Al momento della morte continua irreversibilmente la diminuzione del carbonio radioattivo (C14).
Dunque se noi troviamo in un reperto una quantità di carbonio radioattivo simile a quella di un essere vivente sappiamo che è morto da poco, se viceversa il C14 è ridotto a essere pochissimo sappiamo che è morto da migliaia e migliaia di anni.
Tutto funziona bene se c’è integrità isotopica del campione, cioè se il campione non è venuto a contatto con altro carbonio radioattivo successivamente, cioè se non c’è stata una “ricarica” di carbonio radioattivo.
Il corno di una mucca di epoca vichinga che era stato usato per un elmetto dei vichinghi è risultato talmente pieno di carbonio radioattivo introdottosi successivamente, da fornire una data nel futuro. E risultava una mucca morta nel 2006 dopo Cristo. Questo è dovuto alla presenza di carbonio radioattivo che si è inserito e si è legato in una maniera ineliminabile con i normali sistemi di pulizia».
Dichiarazione della Prof.ssa Emanuela Marinelli. AUDIOVISIVI S. PAOLO, anno 1997 (inserto di Famiglia Cristiana n. 11 del 25-03-1998).
Dunque tutto ciò potrebbe significare che il corno di vacca, anche dopo il termine del ciclo di vita dell’animale, continua a comportarsi come un organismo vivente continuando ad assorbire continuamente C14 (che è fondamentale per la vita sul nostro Pianeta). Si tratta di un dato molto interessante, che potrebbe essere appunto approfondito tramite specifiche attività di indagine e misurazione. Purtroppo questa possibilità è stata negata. Pazienza… la biodinamica va avanti per forza propria, anche senza un riconoscimento istituzionale, grazie al contributo di agricoltori, associazioni, operatori e persone che ne riconoscono il valore e la bellezza.
In altri Paesi come Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti e Canada l’agricoltura biodinamica viene valutata serenamente e accettata per vantaggi e benefici oggettivi. Questo dato dovrebbe indurre ad alcune riflessioni, mettendo in evidenza che la scelta del corno di vacca potrebbe non essere arbitraria e casuale.
Altro oggetto di studio potrebbe essere quello legato a ormoni ed enzimi connessi al tipo di materiale che costituisce la struttura stessa del corno.
Purtroppo manca una comprensione del pensiero di Rudolf Steiner nel suo insieme, e dei contenuti espressi a favore di una visione nuova e diversa da quella che caratterizza il Mondo attuale.
Fabio Fioravanti.
Anche a Treia, tempo addietro, abbiamo organizzato vari incontri di carattere bioregionale nella Azienda biodinamica La Talea di Passo Treia, lì abbiamo assistito alla preparazione dei preparati da versare sul terreno per aumentarne la fertilità, confrontandoci con gli agronomi specializzati in biodinamica..."
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