Se l’inferno esiste sono i mattatoi, dove gli animali aspettano in fila di essere smontati tra il puzzo, gli escrementi e le interiora sparse sul pavimento di chi li ha preceduti. Se c’è un’ingiustizia che grida al cielo la sua vendetta sono i fiumi di sangue versati negli scannatoi pubblici, approvati, richiesti da gran parte della massa e benedetti anche dal clero. Non c’è vergogna, mostruosità, depravazione, abiezione, abisso più profondo, oscurità paragonabile alla innaturale, sistematica abitudine di uccidere gli animali e mangiarne il cadavere.
Di questo si nutre e si plasma il pensiero e la coscienza degli umani che li rende potenzialmente capaci di qualsiasi delitto verso se stessi e verso il creato. Chi accetta tutto questo abbia il coraggio di essere coerente con se stesso e visiti il mattatoio prima di addentare la prossima bistecca.
Come gli animali destinati alla macellazione per l’ingordigia umana che in qualche modo (spesso solo in teoria e per legge) non possono essere uccisi al di fuori dei mattatoi e da personale adatto, in modo da garantire loro almeno una morte meno drammatica; allo stesso modo gli animali marini non possono essere alla mercè di gente che per mero sollazzo li cattura con l’amo o con la fiocena. Se è moralmente condannabile e legalmente perseguibile chi uccide un cane, un gatto o qualunque altro animale, perché viola la legge che tutela gli animali terricoli, deve essere ugualmente perseguito chi uccide un pesce, un crostaceo, un mollusco, un anfibio, un’ostrica, una stella di mare... Uccidere una trota, una seppia o una spigola non è meno ingiusto e crudele dell’uccidere un agnello. Se a nessuno è concesso uccidere pubblicamente (e non solo) un piccione, una rana o un riccio, allo stesso modo deve essere sanzionato chi uccide un pesce.
Nell’esprimere cose tremende non è possibile usare gentilezza, garbo: si usa forse edulcorare gli orrori dei nazisti per non urtare la sensibilità dei responsabili? Chi ha la coscienza pulita non ha paura della parole. La verità è sempre preferibile e la verità nel nostro caso è cruda e terribile. Senza offendere l’interlocutore non possiamo esimerci dal dire le cose come sono. Che termini usare per parlare dell’inferno dei mattatoi o dei laboratori di sperimentazione? La nostra è una constatazione veritiera, un dato di fatto che è anche accusa, la stessa accusa che muoveremmo al tuo carnefice se fossi tu la vittima di turno.
Franco Libero Manco - Movimento Universalista
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