domenica 31 luglio 2022

Le navi da crociera inquinano...

 


Poche centinaia di navi da crociera inquinano quanto vari milioni di automobili. In Europa le aree portuali che più ne risentono sono quelle di Barcellona, Palma di Maiorca, Venezia e Civitavecchia.

Lo speronamento di un battello da parte della nave da crociera MSC Opera, avvenuto il 2 giugno u.s. nel canale della Giudecca, ha riacceso i riflettori sull’impatto delle grandi navi nella laguna di Venezia e, più in generale, nelle località turistiche. Il cospicuo giro di affari che muove questi colossi del mare non turba solo il panorama o la quotidianità cittadina, sconvolta da turisti frettolosi che si trattengono poche ore, ma inquina e altera delicati equilibri ecologici. Non da ultimo, minaccia la salute dei residenti: in termini di inquinamento atmosferico, il traffico navale rimane il settore meno regolamentato dei trasporti.

Un rapporto pubblicato da “Transport & Environment” – coalizione europea che raduna le principali associazioni impegnate nella lotta all’inquinamento atmosferico – evidenzia come, nonostante l’esiguità del loro numero e la breve permanenza, in molte città portuali le navi da crociera rappresentino una sorgente imponente di emissioni inquinanti, in alcuni casi perfino maggiore del traffico veicolare. “Nelle città, le amministrazioni limitano la circolazione delle automobili a diesel più inquinanti. Eppure, accolgono navi da crociera alimentate da alcuni tra i carburanti in assoluto più sporchi”, ha commentato Faig Abbasov, coordinatore del gruppo di lavoro.

Basandosi sulle informazioni trasmesse dai sistemi di identificazione automatica (AIS) montati sugli scafi, i ricercatori hanno ricostruito gli spostamenti di 203 navi da crociera durante il 2017 all’interno della zona economica esclusiva delle nazioni europee. In quest’area, che si estende fino a 200 miglia nautiche (circa 370 chilometri) dalla costa, i paesi hanno pieno diritto di gestione e sfruttamento delle risorse naturali. Per ogni nave, è stato stimato il consumo e quindi le emissioni rilasciate in atmosfera, assumendo che gli armatori avessero rispettato i vincoli sul contenuto di zolfo dei carburanti usati e sulle emissioni di ossidi di azoto, che sono differenti a seconda delle aree attraversate…


 Davide Michielin

continua qui

Il diritto ad un ambiente sano riconosciuto dall'Assemblea generale ONU...

 

Chères Défenseures, Chers Défenseurs du droit à un environnement sain, 

Nous sommes ravis de dire que les États membres de l'Assemblée générale des Nations Unies ont adopté la résolution reconnaissant notre droit à un environnement sain !

 

Cette reconnaissance signifie une plus grande responsabilité de la part des gouvernements afin de garantir que nous puissions vivre dans un monde avec un climat sûr et stable, un environnement non toxique, avec de l'air pur, un accès à l'eau potable et à un assainissement adéquat, des aliments sains et produits de manière durable ainsi qu’une biodiversité et des écosystèmes prospères.

 

C'est un accomplissement incroyable rendue possible grâce à votre soutien indéfectible. Merci pour vos efforts inlassables - par la collecte de plus de 1 350 approbations dans 75 pays répondant à notre appel mondial au partage de plus de 4 300 messages en ligne revendiquant un #EnvironnementSainPourTous.

 

Nous vous invitons à vous joindre à nous pour célébrer ce moment important! N'hésitez pas à utiliser des exemples de message et de vidéo que vous pouvez traduire et partager sur vos médias sociaux. 


 

MERVEILLEUSE NOUVELLE !

 L'Assemblée générale des @ONU vient d'adopter la résolution reconnaissant le droit à un #EnvironnementSainPourTous !

 Cela signale ce que nous espérons être le début d'une nouvelle ère dans la politique environnementale fondée sur les droits humains. 

 

#2

 Le temps est venu... après des décennies de demandes de la part de la société civile et des organisations des peuples autochtones, l'#AGNU a approuvé la résolution de reconnaître le droit à un environnement sain et durable !

Nous vous remercions d'avoir pris l'initiative d'assurer un #EnvironnementSainPourTous.

 

#3

Aujourd'hui l'#AGNU a universellement reconnu le droit à un #EnvironnementSainPourTous !

Les champions de ce mouvement - des enfants, des entreprises, des peuples autochtones, des institutions des droits de l'homme et des organisations de la société civile, des Nations Unies, etc. - expliquent pourquoi cette étape est si importante !

[vidéo]

 

Alors que nous honorons ce tournant, nous allons bientôt commencer à travailler pour renforcer la reconnaissance du droit à un environnement sain dans tous les pays du monde.


Alors que nous honorons ce tournant, nous allons bientôt commencer à travailler pour renforcer la reconnaissance du droit à un environnement sain dans tous les pays du monde.


Avec gratitude,

Coalition pour le droit à un environnement sain



Commento ricevuto via email da REnato G.:

"Mi vengono di getto alcune domande oramai quasi da agnostico ambientalista, ma non riesco ad esserlo anche dopo 40anni di queste “guerre”, che come tutte le guerre non pacificate portano solo devastazione e inquinamento.

La prima domanda è: cambierà qualcosa con questa risoluzione ONU?

Ben venga questa risoluzione ma per serviva che l'ONU la mettesse nero su bianco per riconoscere il diritto ad un ambiente sano, ad una maggiore responsabilità da parte dei governi nel garantire che possiamo vivere in un mondo con un clima sicuro e stabile, ad un ambiente non tossico, all’aria pulita, all'accesso all'acqua potabile e a servizi igienici adeguati, al cibo sano e prodotto in modo sostenibile, alla biodiversità e agli ecosistemi fiorenti.?
Con le guerre, quelle vere, in atto quale ambiente sano avremo, meglio ancora, avrà chi ci sarà ancora?

Ci rendiamo conto che tutto ciò che si è programmato mettere in atto per un "POSSIBILE AMBIENTE SANO” si potrà arrivare, se tutto va bene, ma tutto non sta andando bene, a non prima del 2030 … 2050? (beato, spero, chi ci sarà ancora)
Dalla metà degli anni ’80 ho battagliato per il riconoscimento del Ministero Ambiente (349/86) e per la legge quadro parchi (394/91).
Non erano anche quelle un diritto all’ambiente sano? Credo conosciate tutti il seguito di queste leggi e delle altre a carattere ambientale.
Quando frequentavo un certo ambiente, non ambientale affatto, si parlava di uniformare le leggi ambientali in un Codice Ambiente. Ad ora neanche la Corte Internazionale dell’Aia riconosce l’ECOCIDIO, ci stanno lavorando da almeno di più da qualche anno a questa parte. Io ho memoria che sono molti di più poiché, ricordo bene, che se ne è iniziato a parlare grazie a un consigliere della Corte di Cassazione, Amedeo Postiglione: parliamo del 1990, se non ricordo male

Quante risoluzioni ONU sono perseguite dagli stati membri, se non erro 193, e sono state adottate? Il TPNW per il quale stiamo battagliando?
Sul nucleare, e in Italia abbiamo votato due referendum dei quali non ricordo più il risultato, si parla di centrali a fusione (sono ignorante) quelle pulite. Che io sappia, per qualsiasi centrale nucleare, e di quelle a fusione giusto qualcuno ne sa qualcosa, Luigi Mosca mi pare lo abbia detto chiaramente, servono circa 25 anni perché possano entrare a regime. Questo è quanto conosco.

Nel riconoscimento viene riportato:
"Questo riconoscimento implica una maggiore responsabilità da parte dei governi nel garantire che possiamo vivere in un mondo con un clima sicuro e stabile, un ambiente non tossico, aria pulita, accesso all'acqua potabile e a servizi igienici adeguati, cibo sano e prodotto in modo sostenibile, biodiversità ed ecosistemi fiorenti…”
Sono andato a vedere, ma forse gli occhi mi hanno fatto cilecca, quali organizzazioni italiane hanno appoggiato, o anche diffuso, quest’appello
http://healthyenvironmentisaright.org/signataires/

Infatti l'appello risulta essere in quattro lingue, giustamente le più diffuse nel mondo. Chi non le conosce rimane ignorante (è un suo problema?). Tuttavia anche chi le conosce, e qui il pensiero va ai politici e ai governanti italiani, cosa ha fatto per diffondere? Chi dei tutti, ora in campagna elettorale, porta avanti la questione? I verdi? Non dimentico le presenze, negli anni trascorsi, in manifestazioni contro il Comune dell’ex portavoce dei verdi, milanese, che ora è Assessora/e del Comune di Milano e mi ricordo che il Comune di Milano è compartecipe organizzatore delle prossime olimpiadi invernali del 2026. Quello non è un diritto ad un ambiente sano.

Per ultimo ho un prurito alle mani anche se non centra nulla:
per favore mi offrite una memoria di qualcuno che stia parlando di un’Italia neutrale, in equilibrio con la possibile, ormai inevitabile, entrala della Svezia e della Norvegia nella NATO, in un MEDITERRANEO DI PACE dove l’Italia ne farebbe da equilibrio? Ma di cosa sto parlando!!!

Avrei ancora molto altro .. mi fermo qui già oltremodo lungo. Spero non mi consideriate NOQualcosaQualsiasicosa!
Perdonate questo sfogo ma non sono riuscito a trattenermi.

Con gratitudine a tutti per le lotte che portiamo avanti"
(Renato G.)


sabato 30 luglio 2022

Mappe acustiche e lotta ai rumori molesti in città....



Le mappe acustiche  rappresentano  il miglior strumento di comunicazione con i cittadini. Una mappa dinamica e aggiornata, simile a quanto recentemente realizzato in Dynamap Life project, guiderà meglio la riduzione dell’esposizione dei cittadini al rumore e consentirà alle persone di accedere e monitorare la situazione attuale online. Ciò aumenterebbe la consapevolezza e l’attenzione sul tema del rumore.  Le mappe sono state convalidate attraverso misurazioni del rumore a breve e lungo termine. 


Il caso di studio è stato utilizzato per valutare l’efficacia del sistema ITS come metodo di mitigazione acustica. Per fare ciò, il traffico misurato nel 2019 e nel 2021 è stato normalizzato all’anno 2019 a causa della significativa differenza di flussi tra i due anni in ingresso in città e probabilmente a causa della pandemia che ha favorito il turismo locale. La valutazione dell’efficacia è stata effettuata confrontando l’esposizione dei cittadini al rumore, calcolando gli indicatori Gden e Gnight e il numero di cittadini fortemente disturbati o con disturbi del sonno in condizioni ante e post-operam...

In sintesi, gli ITS potrebbero essere sintonizzati secondo criteri di rumorosità e potrebbero rappresentare una soluzione dinamica per la gestione del traffico sia in fase di mappatura che di piano d’azione. Ciò, oltre a potenziare gli effetti di mitigazione che si verificherebbero con i singoli interventi, rappresenterebbe anche un risparmio economico per le amministrazioni nella raccolta dei dati di input per la mappatura acustica e per l’ottimizzazione degli effetti di mitigazione riducendo al minimo la durata dell’intervento.

(Fonte: Arpat)



venerdì 29 luglio 2022

Fermare il consumo di suolo agricolo...



C’erano una volta le nostre campagne, fertili ed irrigue, l’acqua scorreva da fossi alimentati da fontanili e risorgive o dall’acqua del Naviglio e del canale Villoresi. Opere idrauliche che hanno garantito prosperità e futuro all’agricoltura, nate da menti illuminate; Eugenio Villoresi, ingegnere monzese classe 1810, scriveva così nei suoi appunti intorno al 1870:

“Non mi darò pace fino a quando non avrò eliminato questo paradosso: una troppo cospicua parte della Lombardia, la regione italiana più ricca di acque, è afflitta dal flagello delle arsure deleterie”.

Negli anni ho conosciuto superficialmente realtà che quotidianamente vivono il dramma della siccità e della desertificazione, penso alla Sicilia e ad alcune regioni del Sud Italia; ma solo ora, vivendo direttamente il problema della mancanza d’acqua, mi rendo conto di come questo elemento vitale sia fonte di vita e di progresso. Le mie amiche siciliane rimanevano esterefatte a vedere foto di raccolti di medica al quinto, sesto taglio e io non capivo il valore di quelle produzioni.

Giorno dopo giorno, si aspetta la pioggia; ma ormai tanti raccolti sono compromessi e se avremo riduzioni significative nella produzione di riso e cereali quello che più mi rattrista è vedere i prati stabili disseccati, una fonte di biodiversità che ha alimentato da sempre la nostra mandria di Frisone biologiche.

Quest’anno, dopo due settimane, ai primi di maggio abbiamo dovuto rinunciare a somministrare l’erba verde alle vacche, scegliendo di affienare quel poco di raccolto che avevamo in campagna.

Terminato il maggengo e il fieno di loietto e trifoglio, ci abbiamo messo giorni a capire che non avremmo avuto acqua per irrigare i prati; la speranza che si alzasse il livello nel Naviglio per alimentare la Roggia Soncina si è spenta inesorabilmente e quel poco di flusso che si incanalava nel letto del Fontanile San Carlo non è mai uscito dal paese.

Abbiamo dovuto scegliere cosa salvare con quella poca acqua derivata a caro prezzo dallo Scolmatore grazie all’accordo con i vicini, ma dando priorità al riso e al mais. Ma c’è chi non ha potuto nemmeno godere di questo e molte foto testimoniano una realtà che gli agricoltori albairatesi forse non avevano mai vissuto.

Il vento secco che soffia inesorabilmente si accompagna al sole cocente e credo che anche per noi arriverà il momento che un allevatore non vorrebbe mai vivere: la scelta di ridurre il bestiame per l’impossibilità di nutrirlo a sufficienza.

Veniamo da anni in cui la natura ci ha mandato segnali rimasti inascoltati dalla massa delle persone e – cosa ancor più grave – dalla politica.

Presto, in tante regioni, si verificheranno gli incendi, accumulando danni a quello di una guerra senza senso; i signori delle armi e materiale bellico non fermano la produzione di mezzi di devastazione della natura.

In campagna, dopo i raccolti di orzo e frumento, non si vede traccia di sorghetta, le piante e le alberature stanno soffrendo inesorabilmente.
Ieri mattina ho fatto qualche foto delle campagne di Albairate, certo non tutte sono così ma qui siamo proprio nella zona interessata dal progetto Anas, Vigevano-Malpensa, dove il mio vicino Paolo Bielli ci aveva proposto il bel video sulla Roggia Visconta all’ultimo Festival No Tangenziale.
La Cascina Visconta e la Tosa sono tra le più danneggiate; purtroppo noi abbiamo dovuto scegliere cosa irrigare con la poca acqua che abbiamo trovato e non sappiamo cosa ne sarà di tanti prati stabili.

Fermare il consumo di suolo agricolo è una delle cose che si può fare da subito innescando processi virtuosi di riutilizzo e di rigenerazione.

In Parlamento si sono arenate proposte di leggi sul consumo di suolo; il Forum Salviamo il Paesaggio ha da anni presentato un testo, condiviso da 75 esperti e passato al vaglio valutativo di una Rete di oltre 1.000 organizzazioni e decine di migliaia di aderenti individuali: se non ora quando?

 Renata Lovati, Cascina Isola Maria, Albairate (Milano).


Fonte: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/07/vivere-la-siccita-e-fermare-il-consumo-di-suolo-agricolo/


mercoledì 27 luglio 2022

Jovanotti. Distruttore dell'habitat per "divertimento"... - NO al Jova Beach Party


 Jova Beach Party: LIPU, SOA, GFV e Arci Vasto “altro che sostenibilità del concerto, le spiagge non sono cumuli di sabbia inerte dove fare piste da ballo tombando pure corsi d’acqua ma siti dove vivono piante e animali. Perché non va a esibirsi nei luoghi del disastro ambientale, dall’Ilva di Taranto al petrolchimico di Gela?”.

Corposo documento con le osservazioni nella procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale: spazzata via dal comune vegetazione protetta che lo stesso consulente dell’ente chiedeva di conservare.

Già spostate per fare spazio al concerto le giostre, andando a occupare in pieno periodo riproduttivo un’area importante per il fratino ma i tecnici di Jova non se ne sono accorti.

L’area concerto sconvolge un’area con destinazione a tutela e rinaturalizzazione secondo il Piano del Demanio marittimo regionale e quello comunale. Palco e emissioni sonore e luminose rivolte nel verso del vicino Sito di Interesse Comunitario e le relative dune.

QUI I DOCUMENTI INTEGRALI.

Il Jova Beach Party è un’iniziativa insostenibile perché le spiagge non sono cumuli di sabbia inerte ma luoghi dove vivono piante e animali, spesso rarissimi. Se poi per fare un concerto si tomba e rende “calpestabile” un corso d’acqua naturale come Fosso Marino, si infrange non solo qualsiasi principio basilare di ecologia ma a nostro avviso anche quelli relativi alla prevenzione dei rischi per la pubblica incolumità. Che accadrebbe in caso di nubifragio? Questo spettacolo presenta palesi criticità e, a parte la legittima ma a nostro avviso infondata propaganda del cantante, assistiamo da parte delle amministrazioni ad un continuo arrampicarsi sugli specchi per giustificare decisioni sempre più allarmanti. Tra queste risaltano quella, appunto, di passare letteralmente sopra un corso d’acqua o di calpestare, è il caso di dirlo, le previsioni dei piani demaniali sia a scala regionale che comunale che prevedevano per Fosso Marino la tutela, essendo anche area di nidificazione e alimentazione del Fratino. Andava pure disinquinato intercettando gli scarichi abusivi e perseguendo chi viola le leggi, migliorato con opere di rinaturalizzazione previa piantumazione di altre piante delle dune e reso fruibile con percorsi, staccionate, bacheche e cartelli. Non doveva certo essere snaturato per la successiva trasformazione in pista da ballo per un’iniziativa di un privato” così le associazioni Lega Italiana Protezione Uccelli, Stazione Ornitologica Abruzzese, Arci Vasto e Gruppo Fratino Vasto che oggi in conferenza stampa hanno presentato un dettagliato dossier di osservazioni depositate nella procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale del Jova Beach Party che si dovrebbe tenere a Vasto a metà agosto.

Vogliamo sottolineare con forza che tanti scienziati e ricercatori stanno duramente contestando la scelta di rendere le spiagge delle discoteche. Ricordiamo la risoluzione al Convegno nazionale degli Ornitologi svoltasi a Napoli, alla recente lettera del presidente del Centro Italiano Studi Ornitologici, Prof. Bogliani, accademico, sulla criticità della tappa di Roccella. Pensiamo alla Società Italiana di Geologia Ambientale che ha preso posizione sulla tappa di Barletta.

Nello “Studio di Incidenza” depositato dagli organizzatori per la tappa di Vasto Fosso Marino, che è pure zona di riproduzione accertata del Fratino, viene descritta come area oggi priva di elementi naturali, a causa degli interventi svolti dal comune a marzo-aprile. Beh, questo è vero, peccato però che lo Studio paradossalmente certifichi come il Comune di Vasto abbia considerato come carta straccia le stesse richieste del proprio consulente che in una ben pagata relazione di marzo 2022 proprio per l’intervento di Fosso Marino riconosceva la necessità di tutelare la residua vegetazione delle spiagge protetta dalla regione, come il Ginestrino delle Spiagge, individuandola pure sul campo. Tutto spazzato via dal comune con circa 80.000 euro di denaro pubblico spesi per un intervento che ha tra l’altro fortemente peggiorato la condizione del corso d’acqua.

Nel documento ci sono palesi incongruenze. Ad esempio, si sostiene che lo spostamento delle giostre verso un’area notoriamente importante per il Fratino, con relativa sottrazione di habitat per la specie, per fare spazio al concerto debba ancora avverarsi mentre è già realtà essendo avvenuta da tempo, in pieno periodo riproduttivo per giunta!


Che dire poi della scelta degli organizzatori di posizionare il palco, i potenti amplificatori e le luci con la direzione nel verso della vicina Riserva naturale Marina di Vasto e delle relative dune distante solo 750 metri? Almeno ruotarlo di 180 gradi per mitigare l’incidenza delle emissioni luminose e sonore che possono impattare sulla rara fauna presente! Questa sarebbe l’attenzione nei riguardi dell’ambiente e di un Sito di Interesse Comunitario protetto, sulla carta, addirittura a scala europea?

Le prescrizioni sul controllo di afflusso e deflusso degli spettatori prima e dopo il concerto sono a nostro avviso lacunose, considerando l’altissimo rischio di bivacco e calpestio delle dune nella vicinissima Riserva. Ci chiediamo se siano Stati coinvolti i delegati dal Comune alla gestione della Riserva (WWF e Legambiente) e se le stesse due associazioni si siano fatte parte attiva per questo problema.

Purtroppo dobbiamo ricordare che, a causa di una contestatissima e singolare norma regionale che affida ai comuni la competenza per tale procedura ambientale, sarà lo stesso comune, il principale fautore del concerto e l’esecutore di diversi degli interventi impattanti, a procedere alla valutazione della documentazione depositata dall’organizzazione del concerto.

Prendiamo atto della tardiva, timida e insufficiente posizione del WWF che fuori tempo massimo e a concerto ormai programmato ha ritirato il suo appoggio per la sola tappa di Vasto e solo per le scelte del Comune confermando appieno la partnership con Jovanotti. Si sono accorti dopo anni che Fosso Marino andava tutelato? Non contestano che sia stato Jovanotti a proporre con il comune quella localizzazione? Si lamentano della successiva mancata rinaturalizzazione del corso d’acqua. Si accetta, quindi, che un luogo invece di essere conservato e migliorato venga spianato per poi cercare a posteriori di porre rimedio pur di fare un concerto? E sulle altre tappe, nulla? A Roccella Jonica, in un paesaggio dunale ancora straordinario con decine di piante e animali rari, dove spuntano fuori documenti del 2019 in cui gli organizzatori invitavano il comune, a, testualmente, “sbancare le dune”, va tutto bene? A Fermo, dove si spianerà la vegetazione faticosamente ripristinata in tre anni con tanto di progetto pubblico, l’associazione del Panda non dice nulla?

I corsi d’acqua e le spiagge sono elementi naturali imprescindibili della qualità di un territorio. Dove sono stati in parte danneggiati, si deve ripristinare, non spianare e tombare peggiorando la situazione in un paese dove il litorale è stato pesantemente cementificato con i fratini che nidificano e mangiano negli ultimi lembi rimasti, come appunto Fosso Marino.

Invece di assediare e occupare le spiagge, perché non continuare a usare i luoghi deputati a questi eventi, come stadi e piazze?. Oppure, come suggerito dalle associazioni pugliesi, andare nei luoghi del disastro industriale e ambientale, dall’Ilva a Marghera, da Gela a Porto Torres, da Brindisi a Falconara. Un passo forse troppo grande per Jovanotti e i suoi sponsor?

LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI
STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE

ARCI VASTO
GRUPPO FRATINO VASTO

 Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio  redazione@salviamoilpaesaggio.it




martedì 26 luglio 2022

Sopravvivenza Bioregionale Sopravvissana dai Monti Sibillini

 



Un'altra giornata di pascolo torrido un'altra giornata di pascolo secco, più secco del fieno.

Una giornata in cui sono rimasta col naso in aria e una certa preoccupazione, dati gli incendi vicini di Abeto e Saccovescio. L'odore del fuoco ha la capacità di mettere tutti in allerta, uomini e animali.

E poi l'erba, l'erba che si sbriciola al passaggio delle pecore, polverizzandosi, ormai secca all'inverosimile. 

Eppure guardo le nostre pecore, che ormai hanno assunto il colore dell'altopiano:  bionde. Bionde come nella celebre poesia Dannunziana. 

Le guardo e le vedo rientrare allo stazzo, alla sera, ugualmente ed incredibilmente sazie, soddisfatte nonostante la stagione pessima, e provo un moto impressionante di orgoglio di fronte al successo di un recupero della razza così dannatamente reale e concreto delle caratteristiche ancestrali di razza, che consente a questi animali di vivere bene l'estate, le stagioni, nonostante tutto. Orgoglio, commozione e profonda soddisfazione. 

Orgoglio, perché questa sarà la tipologia di animali che dovremo allevare noi e tanti colleghi, da qui in avanti. Non intendo proprio la Sopravissana, ma la biodiversità locale. Ognuno la propria, inevitabilmente. 

Le razze iperproduttive, le "macchine" da latte e da carne che finora hanno popolato gli allevamenti, diventeranno poco convenienti con l'aumentare delle temperature, la riduzione della disponibilità di foraggi e l'aumento dei costi, e si dovrà inevitabilmente tornare ad allevare biodiversità locale. 

Perché? Perché l animale che è stato forgiato nei secoli dall'ambiente in cui è nato, è diventato "adatto" a popolarlo. 
Un animale nato, vissuto e selezionato da generazioni in un dato ambiente, meglio si adatterà alle variazioni che questo subisce e potrà subire. Indubbiamente meglio di una razza selezionata a "stabulazione fissa", senza mettere il naso fuori dalla stalla e, peggio ancora, che non conosce pascolo vero.

La biodiversità produrrà indubbiamente meno in termini quantitativi, ma sarà comunque in grado di produrre comunque il suo quantitativo con una certa costanza, contrariamente ad animali più esigenti che, selezionati per produrre abbondantemente, continueranno a necessitare di iper alimentazione e soprattutto alimenti con caratteristiche iper energetiche per poter produrre un certo, elevato standard.

La natura ci sta dando una lezione che difficilmente dimenticheremo... quella di imparare ad accontentarsi, quella di produrre il minimo indispensabile senza arraffare troppo dall'ambiente che ci circonda, quella di avere animali antichi che si accontentano di ciò che l'ambiente offre. 

Ci sta insegnando a rispettare il passato. Quello stesso passato che avevamo gettato nel dimenticatoio, in virtù di un consumismo che aveva solo uno slogan: produrre, produrre, produrre - a qualsiasi costo. A costo di far diventare mucche delle pecore, a costo di far arrivare grano e soia dall'altra parte del mondo per alimentarle. 

Ecco, ci stiamo rendendo conto che è poco conveniente farlo, e soprattutto dover dipendere da come "persone terze" poggiano i piedi in terra al mattino... e se scendono dal letto col piede sbagliato, poi...

L'Italia ha talmente tanta biodiversità da preservare e da cui attingere, che potrebbe viverci tranquillamente. 
Lo farà? Non è ancora dato sapere, ma di certo gli ultimi avvenimenti stanno dando uno "scossone" all'intero settore.

Cerchiamo di non rimanere indietro.


Silvia Bonomi dell'azienda. Agr. Sopravvissana dei Monti Sibillini





domenica 24 luglio 2022

Opzioni ecologiste in previsione della tornata elettorale del 25 settembre 2022

 


1 Non aspettare che i partiti facciano le loro scelte indisturbati, per poi criticarli (o appoggiarli), ma…

2 Informarsi bene su quali liste intendono presentarsi alle elezioni, non dare per scontate le alleanze/coalizioni, eventualmente esprimere la propria opinione sull’opportunità o meno di partecipare a una coalizione;

Proporre (come Comitati, Associazioni, singole persone impegnate per l’ambiente e la salute) punti precisi da inserire negli impegni elettorali (programmi) ed eventualmente proporre (anche a loro insaputa) singole persone -possibilmente non solo maschi- da candidare;

4 Per esempio, da ecologista, proporrei questi tra i punti fondamentali:

-  Progettazione ed attuazione dell’eolico off-shore (come la Danimarca che si avvia al 1005 di energie rinnovabili) e abbandono totale di gas, carbone e, ovviamente, nucleare;

-  Progettazione ed attuazione del fotovoltaico su tutti i tetti e le pareti pubbliche (edifici, stazioni, pensiline ecc.)

-  Obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti urbani “porta a porta”, riciclo totale (anche di pannoloni/ini) e riduzione degli imballaggi con obbligo di vuoto a rendere con cauzione

-  Eliminazione di ogni sussidio, anche mascherato, ai combustibili fossili, a partire dagli aerei;

-  Potenziamento della rete ciclabile e dei trasporti pubblici elettrici nelle città

-  Abbandono definitivo del progetto TAV Torino-Lione e potenziamento delle ferrovie locali;

-  Basta spese militari, stornare subito il 20% del bilancio della “Difesa” a scuole ed ospedali.

                                                                            

 Michele Boato





Considerazioni aggiunte: 


Considerando che il desiderio di vivere in un paese in cui equilibrio e armonia siano percepiti  come tali dai cittadini che vi abitano sia del tutto auspicabile, occorrerà anche chiedersi se è percepibile la necessità della solidarietà tra cittadini per riuscirci. E maggiore è la percezione dei deficit che gravano sulle nostre vite e diverso è il modo di concepire ed esprimere la solidarietà dei cittadini, che spesso partecipano a movimenti variamente orientati a  temi specifici che lungo il cammino, prima o poi, si costituiranno in partito poltico per concorrere, dalla parte della rappresentanza istituzionale al tentativo di inverare quel desiderio. Il problema è che ci proviamo divisi da separati in casa, sulla separazione della specializzazione nei tanti ambiti in cui sia necessario intervenire, frammentando la solidarietà sull'insieme rappresentato dall'obiettivo comune, di mettere in equilibrio armonico la comunità e l'ambiente in cui vive. Così, tutti commettiamo il medesimo errore di valutazione, nella convinzione di contare qualcosa nell'agone politico, sottovalutando che la medesima valutazione è anche degli "altri", delle associazioni e movimenti che vogliono la stessa cosa, perdendo di vista di essere umili a sufficienza da utilizzare la solidarietà come strumento per azioni etiche collettive, visto che siamo tutti collegati dal medesimo obiettivo solidale: unire i cittadini per determinare la nascita della democrazia per la prima volta nel nostro paese e rendere possibile il Governo del Popolo. Così, tutti dovrebbero per logica, lavorare sulla prospettiva di una confederazione solidale di popolo. Se invece, avviene, che ciascuno aspiri a unire parlando al "proprio popolo", è  ovvio pensare che accadrà una separazione di fatto, perché  il manico, o i manici, che ne rappresentano la leadership, non hanno l'umiltà di lavorare sull'ipotesi comune. E' quel che accade nella realtà dappertutto, ma nulla toglie al desiderio di vivere in un paese in cui equilibrio e armonia siano percepiti come tali dai cittadini che vi abitano.

Ciò detto, però, dalla realtà osservata, ascrivendomi alle persone che hanno capacità percettive e consapevolezza sufficiente ad articolare pensieri appropriati alla situazione politica, creatasi con le dimissioni di Draghi, per quanto detto fin qui, permettetemi di mettermi per un attimo nella veste del "consulente". Allora,  con tutta l'umiltà  del caso, dalla parte di un cittadino consapevole, non si può  evitare di riflettere sulla tempesta perfetta che sta per abbattersi sull'Italia e i suoi cittadini. ll Banchiere centrale ha giocato d'anticipo e ha abbandonato la nave alla deriva, perché ben presto sarebbe divenuta ingovernabile. Che poi abbia trovato i cani attorno all'osso da spolpare pronti a governarci, per renderci sempre più indolenti e rassegnati e poveri di "risorse", è la rappresentazione della realtà che produrranno le elezioni del 25 settembre, con le cadenze in cui entro agosto occorrerà presentare partito e liste.

Logica vorrebbe che non pensassimo neanche per un attimo a cercare di confederarci (o federarci) con chicchesia, o supporre di essere a sufficienza forti da andare da soli, ma di utilizzare questo tempo per costruire una ipotesi di lavoro produttivo da questa parte, mentre molti, ma direi proprio tutti, si leccheranno le ferite per non aver avuto la serena umiltà di quel che proponeva loro la realtà , per quella che è. I tempi saranno duri e solo le capacità di un popolo che saprà raccogliere tutte le risorse residue che gli resteranno, potrà uscire da questa che si annuncia essere, appunto, una tempesta perfetta. Mi piacerebbe entrare nel merito, ma ora quel che conta è, sulla certezza assoluta che nulla potrà cambiare il destino segnato dell'arrivo al governo e alla maggioranza parlamentare dei cani affamati di turno, di togliere loro il diritto del valore etico della "rappresentanza" facendo in modo che ne avvertano la novità e il pericolo reale che contiene,  lavorando da qui e da ora per invitare a "non votare", mentre si costruisce un modello di democrazia partecipativa e deliberativa, per costituire il "Governo Ombra del Popolo Italiano", i cui membri, sulla partecipazione popolare e di coloro feriti dall'esperienza di averci voluto provare, saranno i votati al governo (ombra) del popolo italiano, in nome dei principi democratici dalla deliberazione di voto dei partecipanti. In tale ambito, si potranno costruire le ipotesi sociali, economiche e poltiche di matrice ecologica proposte, in cui si delineano principi organizzativi industriali di filiera bottom up e diffusiva da impresa sociale, ampliando il significato strategico e operativo utilizzato per le Comunità Energetiche locali che definiscono "prosumer", nel senso che i cittadini che partecipano a fattori di sviluppo economico solidale e distribuito sul piano locale che, come è sancito dal diritto, possono consumare energia rinnovabile tra loro auto prodotta, ma ampliare le attività di servizi alla comunità anche in altri ambiti. Perché tutto questo è più che urgente? Perché il prossimo Parlamento e Governo durerà proprio poco, se questo è lo spessore morale e il valore etico di coloro che si accingono a spolpare l'osso di quel che resta dell'Italia, illudendosi che tutti noi resteremo a guardare. Buona vita solidale a tutti." (gtomei@advocacy.it)

sabato 23 luglio 2022

Ecoitaliasolidale si prepara alle elezioni del 25 settembre 2022



Ecoitaliasolidale fa appello a tutte le forze politiche in campo, affinché mettano al centro del dibattito e dei programmi l’attenzione all’ambiente e soprattutto all’emergenza climatica come risulta dai recenti studi scientifici e, purtroppo, dall’attuale realtà incendi e siccità.

E’ giunto il momento di dire basta a parole e promesse “vuote”, sono necessari programmi seri da rispettare in tema di attenzione all’ambiente e all’emergenza climatica, con proposte da rispettare immediatamente, in particolare dopo l’allarme di tutti i climatologi del pianeta relativamente al nostro futuro.

E’ quanto dichiarano in una nota gli esponenti del movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti, presidente Nazionale, Ennio La Malfa fra i padri fondatori dell’ambientalismo nazionale ed ora responsabile scientifico del Movimento, Fabio Rosati Vice presidente Vicario, la Responsabile per il Lazio, la campionessa del mondo di Marcia, Giuliana Salce, Cinzia Caruso responsabile nazionale protezione e benessere per gli animali, Giorgio Rossi responsabile per il Friuli Venezia Giulia, Giovanni Fabra responsabile per la Sicilia, Fabio Ficosecco responsabile per Roma Capitale, Gaetano Di Staso responsabile per le coste ed il litorale romano, Carlo Santoro responsabile per i fiumi e le acque interne.

Un documento condiviso dai circa 1.000 fra i fondatori e dirigenti territoriali e dalle strutture di comunicazione e di studio con decine di docenti universitari che collaborano con Ecoitaliasolidale, dall’intera redazione scientifica del settimanale dell’associazione e dai primi 50 genieri della protezione ambientale e climatica formati con una collaborazione fra il Movimento e università statali.

Siamo rimasti scettici e delusi sino ad oggi dalla politica e dagli esponenti istituzionali che non hanno concretamente portato avanti soluzioni alle emergenze ambientali del nostro Paese, procederemo in queste ore con confronti diretti su programmi e prospettive. Ora, ma non solo noi, soprattutto gli Italiani hanno necessità di competenza, concretezza e di rispetto delle promesse.

Aperti al confronto da subito, per dare un nostro contributo per una Nazione migliore ed una rappresentanza politica attenta all’ambiente ed alle esigenze dei cittadini.

Ennio La Malfa 


EnnioLaMalfa@libero.it

venerdì 22 luglio 2022

La struttura obbligata...

 


Se legittimamente possiamo non essere consapevoli di tutto, altrettanto colpevolmente non possiamo esimerci dall’operare per emanciparci dai vincoli che la struttura ci impone.

La struttura corrisponde a solidità.

La formazione che subiamo, succubi, servi e promotori di una cultura positivista e scientista, impone in noi il dominio di una prospettiva progressista. Crediamo così di procedere in avanti verso un futuro che, per sua storpiata ontologia, sarà meglio del passato. Siamo perfettamente idonei all’inettitudine verso tutto ciò che esula dal campetto di gioco che ci ha cresciuti e che, con giochi di specchi, ci pare il solo e disponibile a contenere la conoscenza.

Con quella struttura prêt-à-porter, avanziamo nella vita impettiti di verità, capaci all’occorrenza di uccidere – metaforicamente e non – chiunque non dimostri pari allineamento alla verità costituita, quella che noi e solo noi possiamo vantare e dobbiamo difendere.

Assumiamo la struttura senza colpa. Tutto l’orizzonte è coordinato per dimostrare che è la sola possibile. Non ci offre alternative. La realtà è quella! Le cose sono così! La verità è chiara!

Ma – almeno per contrasto narrativo – con colpa non ce ne emancipiamo. Preferire il divano, il tg, la société sécuritarie, il progresso senza fine, l’America, Speranza, le sanzioni alla Russia, Zelensky non è una scelta. Corrisponde al vero, al giusto. Perché mai dovremmo fare diversamente, dialogare con chi non ha capito nulla, cambiare idea? Ma neppure ci poniamo quest’ultima domanda. Siamo oltre.

Oltre, dentro la nostra stessa struttura, la cui prima attenzione è cercare cibo per alimentarla, travi di moltiplicate controventature. Chi più delle Fonti ufficiali, delle Istituzioni, del Governo, della Scienza, degli Esperti, dei Veri giornalisti può offrirne? Non sono loro che hanno censurato innumerevoli volte i “miserabili del web”(1), i falsi giornalisti? Non sono loro che ci dicono chi diffonde notizie false sul covid, sul Great reset, sullo stato profondo, sulla guerra della Nato contro la Russia? Non sono loro che ci hanno rassicurato sulla necessarietà e innocuità dei vaccini, mentre i miserabili volevano farci credere altro?

Così oltre da non potere altro che stare sul binario dove siamo stati posti fin dall’inizio dell’esistenza. Una linea, un percorso obbligato. Cosa potevamo fare di diverso da quanto abbiamo fatto? Come potevamo dare ascolto ad altre narrazioni? Come potevamo sottrarci dal ruolo dei boia, che sul binario tutti dicevano essere onorevole! Come potevamo evitare di augurare la morte a chi non si vaccinava? Come potevamo evitare di urlare in faccia, a chi ci faceva presente le ragioni russe, di andare a vivere in Russia se gli piaceva così tanto?

Non potevamo, finché non ci siamo accorti della struttura che ci conteneva. Di più, nella quale eravamo identificati. Non potevamo! La struttura avrebbe pericolato! Saremmo morti! L’orizzonte ci sarebbe stato sottratto, ci saremmo trovati perduti!

Ma è accaduto che la resistenza dei “miserabili” alla fine ci ha scosso. Dai sottoscala, le loro contronotizie, sono arrivate anche in tv e su qualche testata. Qualcuno di noi, forse in stato di grazia, si è messo a fare due conti e ha visto che qualcosa non tornava. Ha visto la gabbia concettuale in cui era stato rinchiuso e soprattutto che, se non se ne fosse liberato, la responsabilità non era che sua. Ha visto che non sarebbe più riuscito a comprimere il mondo dentro le quattro categorie che la cultura gli aveva servito.

Così, ora che non lo siamo più, non vogliamo fare la quarta dose e capiamo le ragioni russe. Capiamo che la politica è finita, venduta e governata dalla finanza, che la strada sulla quale ci beavamo di andare a sciare è criminale, è senza uscita. Capiamo solo ora che non è vero che il vaccino ci salverà, né che Nato corrisponde a bene.

Ora vediamo anche il tentativo di costringerci entro la nuova struttura del Great reset dalla quale, nuovamente, cercheranno di mostrarci un solo orizzonte, nel quale riconosceremo una sola realtà e una sola verità.

Lorenzo Merlo 


Note:

  1. https://www.iltempo.it/esteri/2022/03/16/news/massimo-giannini-disinformazione-guerra-russia-ucraina-orrore-nascondere-miserabili-web-accuse-otto-e-mezzo-30859176/ https://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/guerra-di-bombe-e-di-propaganda-otto-e-mezzo-puntata-del-1632022-16-03-2022-429219