mercoledì 30 settembre 2015

Treia : ...per un Comitato "d'amore e d'accordo", in spirito francescano...



Il 4 ottobre ricorre la festa di San Francesco, patrono d'Italia. Ed è immedesimandoci nello spirito francescano che ci siamo trovati, Barbara, Paolo ed io, a raccogliere le olive dette di San Francesco, che si prendono verdi per farle in salamoia. 

Mentre stavamo lì  a raccogliere  abbiamo ovviamente approfittato per parlare delle attività del comitato "Treia comunità ideale" e Barbara  si chiedeva e mi diceva che le avrebbe interessato conoscere le motivazioni per la presenza e la partecipazione, ognuno con le sue possibilità, dei vari componenti .

In effetti, anche quando con Paolo facciamo i nostri incontri, spesso iniziamo con un giro di condivisione in cui ognuno si presenta e racconta quali sono le proprie propensioni e per condividere un pensiero che a vari livelli e in varie modalità, è comune a tutti i convenuti.

Nel caso di questo comitato il leit motiv sembra, almeno a me, quello della necessità di creare un'aggregazione, un tessuto sociale, in cui più persone possano riconoscersi per portare avanti iniziative culturali, ricreative, sportive e soprattutto suggerimenti e possibilità di lavoro e di attività, retribuite o meno, ed anche anche di volontariato.

Mi sono così interrogata sul motivo per cui io, pur per il momento lontana per buona parte dell'anno, mi sento coinvolta e voglio contribuire con le mie idee. 

Già altre volte ho raccontato del mio rapporto con questa amata cittadina, che a volte, anzi, spesso, trovo un po' "distante". So che i treiesi sono "pezzi di pane", buoni e generosi, ma, come un po' in tutti i paesi, se non ci sei nato e cresciuto, ti senti sempre straniero. Credo poi che ci siano anche molti degli stessi treiesi che provano un certo disagio, una certa solitudine. Come, del resto, in tutto il nostro bel mondo occidentale, dove la tecnologia e il "progresso" hanno diminuito la fatica del lavoro, ma non hanno diminuito il tempo che vi viene impiegato, lasciando poco tempo e poche forze per i rapporti sociali. In più il modello consumista imperante ha fatto si che fosse più importante per le persone apparire ed avere invece che essere. E, dato che io questo paese lo amo ed ho sempre pensato che sarei venuta qui a finire i miei giorni, non come mia madre, poveretta, che non c'è riuscita, vorrei che vi si creasse un clima di armonia, amicizia e condivisione, per me e per tutti quelli che già vi abitano. 




L'altro giorno pensavo a voce alta con Paolo: a Treia non c'è bisogno di cose eclatanti, non c'è bisogno di fiere e mercati con centinaia di persone e di feste chiassose e superficiali, ma di piccole iniziative (ma anche grandi come una biblioteca), come un mercatino dei produttori locali, alimentari e artigiani, dove ci si possa incontrare tra produttori e consumatori (consapevoli), un luogo di ritrovo per persone che vogliono coltivare assieme un hobby creativo, come l'associazione Live di Jesi, che abbiamo visitato recentemente, una "casa delle erbe" , anche itinerante, dove mensilmente organizzare passeggiate per il riconoscimento e la raccolta delle erbe spontanee, con una guida esperta, ed il sostegno di iniziative come quella di Barbara che mette a disposizione la sua esperienza nella pratica dello Yoga, organizzare dei laboratori per l'apprendimento di mestieri ormai quasi scomparsi (ceramica, tessitura, lavorazione del legno e del ferro, laboratori di panificazione e di cucina naturale). Un'opportunità concreta di lavoro potrebbe essere data dai numerosi anziani che già vi risiedono, più altri che potrebbero essere attirati dalla tranquillità del luogo e da un servizio di assistenza "itinerante" che potrebbe (e forse già esiste) essere potenziato.

Certo, parte di queste attività sono già in essere, parte potrebbero essere prese in considerazione anche da parte dell'amministrazione comunale che, in un modo o nell'altro, dopo averne valutato l'interesse, potrebbe dare il suo contributo.

Forse ho fatto un po' di confusione ed ho messo tante cose diverse in un calderone unico, ma credo che alcune di queste idee potrebbero essere facilmente realizzabili ed utili per tutta (tutte) la comunità.

Caterina Regazzi





martedì 29 settembre 2015

Giardini ed orti sul tetto, con detrazioni IRPEF




Per chi ha sempre desiderato avere un giardino o un orto, anche se abita in città, è arrivato il momento giusto di approntarlo, perché, fino al 31 dicembre, chi realizzerà una copertura a verde sul tetto, potrà usufruire di una detrazione Irpef fino al 65%. Per ottenerla, l’intervento dovrà garantire un risparmio energetico. Se il lavoro rientra nelle ristrutturazioni edilizie, la detrazione sarà del 50%.

Usufruirà della detrazione chi effettua i lavori, quindi non solo il proprietario dell’immobile, ma anche l’inquilino. “Il meccanismo è molto flessibile: le detrazioni sono reversibili e ne potrà usufruire anche l’erede in caso di morte improvvisa. Il sistema vale anche per chi è in affitto: spesso al padrone di casa non importa se l’appartamento consuma troppo perché le bollette sono a carico dell’affittuario. Quest’ultimo, invece, se vuole fare dei lavori, potrà godere della detrazione Irpef” ricorda Luca Argentieri, ingegnere esperto del settore.

I cosiddetti giardini pensili sono superfici a verde a contatto non diretto con il suolo, e possono essere costruiti non solo sui tetti condominiali, dovutamente impermeabilizzati, ma anche su quelli dei garage, dei parcheggi, in terrazza o sul lastrico solare. È possibile infatti creare un tetto verde su qualsiasi tipo di copertura, fino a 45° di inclinazione, impiantandovi un orto e persino degli alberi. La copertura verde abbasserà la temperatura dell’abitazione nel periodo estivo, e d’inverno, tratterrà meglio il calore. In questo modo i consumi energetici diminuiranno fino ad un massimo del 30%.

 I “tetti verdi” hanno anche il beneficio di fissare le polveri sottili e di trattenere dal 50 al 90% di acqua piovana, che così non finirà nella rete fognaria, evitando allagamenti, e ne restituiranno una parte all’atmosfera. Inoltre, i giardini pensili riducono le onde sonore del traffico e sono in grado di assorbire circa il 94,4% delle emissioni nel campo di frequenza della rete telefonica mobile, da 1,8 a 1,9 GHz, e delle ricetrasmittenti, come hanno dimostrato gli studi effettuati dall’Università tedesca di Kassel.

Per realizzare una copertura verde, dovranno però essere rispettati alcuni parametri, e i costi partiranno da 80 euro a metro quadrato,

Per i privati, la detrazione del 65% scadrà il 31 dicembre, mentre per i condomini, si protrarrà fino al 30 giugno 2016.

 Fino al 31 dicembre 2015, con una detrazione, sempre del 65%, sarà inoltre possibile comprare schermature solari. Anche queste contribuiranno alla riqualificazione energetica della casa. A occuparsi delle pratiche è preposto l'Enea e le domande potranno essere presentate solo online, entro 90 giorni dall'acquisto.




Per approfondire l’argomento: http://www.guidaconsumatore.com/giardino/costruire-un-giardino-sul-tetto.html - 
 
http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2015/05/29/ecobonus-detrazioni-del-65-anche-per-tende-da-sole-e-persiane/

La canapa da erba salvifica multiuso a pianta proibita... grazie agli USA



La canapa,  "cannabis sativa",  era coltivata anche in Italia, molto diffusa, conosciuta ed utilizzata in tantissimi ambiti fino alla II Guerra Mondiale. Poi sono subentrati i vincitori americani a dettare le loro condizioni al mondo intero per favorire le loro multinazionali, in questo caso particolare la DuPont. E' stata infatti quest'ultima che, negli anni '30, disponendo di brevetti di fibre sintetiche aveva interesse ad eliminare la canapa naturale per sostituirla coi propri prodotti e lo fece tramite i mass media da essa controllati per avviare una massiccia campagna diffamatoria inventandosi il pericolo droga rappresentato dalla canapa, da allora identificata con la "marijuana". 

Tutta una montatura denigratoria a scopo commerciale. In seguito alla manipolazione dell'opinione pubblica la canapa divenne illegale negli USA nel '37 ed in seguito in tutto il resto del mondo, senza tener conto dei suoi molteplici usi, tra l'altro economici e vantaggiosi in tantissimi campi del vivere quotidiano, per un solo presunto uso come stupefacente, tutti gli altri vennero negati e relegati nel dimenticatoio. 

Provate ad immaginare come sarebbe stato diverso il mondo se la DuPont non avesse deciso di imporre i suoi interessi all'umanità. Solo leggendo il breve articolo ve ne farete un'idea, non esauriente ma prossima alla verità. Avremmo avuto meno inquinamento, meno morti da inquinamento, avremmo avuto numerosi vantaggi dagli utilizzi della canapa in ogni settore, compreso l'edilizia biologica a minor costo, avremmo un'agricoltura meno inquinante e meno consumatrice di acqua, disporremmo di una materia prima versatile e polivalente sul nostro territorio, senza dipendere dalle forniture estere, avremmo fatto maggiori progressi nei suoi impieghi terapeutici, nel settore tessile, nella produzione della carta e delle materie plastiche biodegradabili, combustibili da biomassa, ecc.. 

Una miriade di opportunità positive ci sono state impedite per favorire gli interessi di una multinazionale americana, cinica ed avida. Con questo non voglio affermare che non sia legittimo favorire i propri interessi, ma in questo caso l’abuso è evidente, entrambe le opportunità potevano convivere, in proporzione e territori diversi, invece è prevalso il “delirio di onnipotenza” della DuPont, cioè la volontà di dominare monopolizzando il mercato ed eliminare l’avversario ricorrendo a qualsiasi mezzo, anche il più riprovevole, senza il minimo senso di responsabilità per le ripercussioni ed i danni che avrebbe subito l’umanità. Non è stato il primo caso e neppure l’ultimo, ma se ci si documentasse maggiormente invece di porsi passivamente davanti ad uno schermo televisivo, sarebbe meglio, saremmo meno facili prede di inganni, manipolazioni e mistificazioni.

Claudio Martinotti Doria - claudio@gc-colibri.com
Rete Bioregionale Italiana


Articolo collegato:

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La canapa come soluzione ecosostenibile al problema dei terreni contaminati

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Dai primi anni del 2000 i ricercatori di alcune Università italiane, finanziate dal MIUR, stanno mettendo a punto nuove importanti tecniche di fitorisanamento e fitorimediazione per la bonifica dei terreni contaminati da sostanze inquinanti e metalli pesanti.

Questi sistemi di risanamento dei territori potrebbero rappresentare un’alternativa davvero importante per il futuro di alcune zone della nostra penisola particolarmente interessate dall’inquinamento industriale, come ad esempio laTerra dei Fuochi o i suoli che circondano l’Ilva, famigerata acciaieria di Taranto, dove alcuni progetti di bonifica dei terreni sono già iniziati.
Per il risanamento ecosostenibile dei terreni, la canapa è una delle piante che meglio si presta al raggiungimento dell’obiettivo: proprio presso la Masseria del Carmine – terra simbolo tristemente nota per essere stata contaminata da diossina e policlorobifenili provenienti dalle acciaierie pugliesi – lo scorso anno è partito un progetto promosso dall’associazione CanaPuglia che consiste nella bonifica dei terreni inquinati attraverso la coltivazione di canapa su quattro ettari di terreno. L’esperimento proseguirà per tre anni e per tre raccolti e sarà osservato dall’Università di Bari in collaborazione con il CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura): verranno quindi valutate scientificamente le capacità di assorbimento della canapa delle sostanze inquinanti e il loro successivo rilascio, per poter sviluppare tecniche sempre più collaudate di fitorisanamento ambientale.
Dal punto di vista ecologico, la cannabis si sta rivelando una risorsa naturale dalle mille capacità. La sua riconsiderazione passa anche attraverso le ormai conosciute proprietà terapeutiche, dal momento che essa è stata (ed è) oggetto di studi scientifici che ne stanno dimostrando l’efficacia nella terapia contro il cancro, la SLA o l’epilessia.
Per la sua capacità di assorbire circa 10 tonnellate di anidride carbonica per ettaro, la canapa è anche utilizzata nella bioedilizia, per la produzione di particolari mattoni in grado di migliorare il comfort abitativo delle case. Ma il processo depurativo della canapa non si verifica soltanto attraverso l’aria, dalla quale essa “imprigiona” grandi quantitativi di Co2, ma le sue radici sono anche in grado di assorbire dal suolo metalli come piombo, zinco, ferro (che potrebbero essere successivamente recuperati e riutilizzati) e di catturare dall’acqua ossido di azoto e altre sostanze inquinanti.

Oltre ai benefici strettamente vantaggiosi per l’ambiente, il fitorisanamento con la canapa è una tecnica ecosostenibile particolarmente economica: la coltivazione di questa pianta, infatti, è semplice e veloce. Essa non richiede l’uso di particolari pesticidi, né di troppa acqua. Cresce inoltre molto velocemente ed è una materia prima utilizzabile in tantissimi settori, dal tessile all’alimentare, dal cosmetico all’automobilistico.

L’ultima frontiera nello sviluppo di queste tecniche ecosostenibili che utilizzano la canapa come principale mezzo di bonifica riguarda un recente progetto di Ecofitomed, azienda pugliese che si occupa di tutela dell’ambiente attraverso l’utilizzo di biotecnologie. L’idea è quella di usare la cannabis per la depurazione dei fanghi inquinati provenienti da fognature e scarti industriali, che oggi vengono raccolti, essiccati e gettati nelle discariche oppure bruciati, con impatto ambientale e costi di gestione molto elevati. Attraverso la coltivazione su un terreno misto a fanghi, la canapa sarebbe in grado – nel tempo – di rigenerare la terra trasformandola in suolo bonificato e coltivabile. Attualmente l’azienda sta cercando finanziamenti per sostenere il progetto, che quindi – con molta probabilità – potrebbe vedere i suoi primi sviluppi iniziali soltanto all’estero.

domenica 27 settembre 2015

Sassuolo - Stefano Rodotà: "Diritto al cibo. Cibo, fame, diritti" - Recensione

Festival filosofia “Ereditare” 18-19-20 settembre 2015 Modena – Carpi – Sassuolo


Lezioni magistrali: Stefano Rodotà - Diritto al cibo. Cibo, fame, diritti - Sassuolo, Piazza Garibaldi, 19 settembre 2015, ore 18


Rodotà: “Ah, mi sono abbandonato ai miei…”

     …E si perdono fuori dal microfono le parole conclusive, mentre
Stefano Rodotà lascia il palco: ma quella a cui s’è “abbandonato” è
stata pura energia civile nell’intensità crescente del suo argomentare
e del rispondere, dopo, alle domande del pubblico. Come a quella che
lo interroga sull’EXPO milanese, vanitoso show divoratore di risorse
in contrasto col suo stesso slogan “Nutrire il pianeta”, spreco di
suolo consegnato a un incerto futuro di non-luogo, in cui uno solo
degli stand - si fa osservare - “poggia direttamente sulla terra,
l’unico senza consumo di cemento”.

    Il suo parlare appassionato ci porta per un’ora al di là della
nostra italietta di nani. Niente “effetti speciali” nè atteggiamenti o
pause studiate, solo l’autorevole semplicità di sempre in quel suo
ragionare che inchioda all’ascolto la piazza gremita di pubblico.

     Sentiresti volare una mosca, mentre usa le parole limpide e
fondamentali del nostro vivere: persone, diritti, dunque democrazia; e
“diritto al cibo”, precondizione ineludibile della democrazia stessa e
ancora largamente inattuato, fondamento dello stato sociale fin da
quell’Esprit des lois in cui Montesquieu assegnava allo Stato e ai
suoi organismi il dovere di garantire al cittadino la libertà dalla
fame e dal bisogno.

       Ben più del generico quadro di princìpi che è da sempre la
“lotta alla fame nel mondo” (paternalistico eccellente slogan degli
egoismi moderni), non religiosamente inteso come “misericordia”o
laicamente come “dovere del ricco verso l’indigente”, esso attiene
piuttosto alla responsabilità diretta dello Stato, e riguarda la
società nella sua interezza e nella interdipendenza di tutti i suoi
soggetti, non solo dunque gli svantaggiati e gli esclusi.

    Se l’affrancamento da bisogno e dipendenza è condizione primaria
per una libera costruzione della personalità individuale e collettiva,
la povertà estrema di milioni di persone nel mondo, la malnutrizione e
la crescita ritardata di milioni di bambini dicono chiara la distanza
dei poteri pubblici da queste logiche e da questa assunzione di
responsabilità, in special modo presso le società opulente; non è un
caso che in continenti dove più alto è il numero dei cittadini esclusi
dalla soddisfazione dei bisogni - America Latina, Africa, alcune parti
dell’Asia - siano decine le Costituzioni che includono il diritto al
cibo, e che in tale ottica si muovano a livello legislativo i
rispettivi governi  (l’India e il Brasile in particolare).

   La responsabilità delle istituzioni pubbliche è chiamata in causa
in ogni fondamentale implicazione di quel diritto: nel riconoscimento
e nella soddisfazione della fame di conoscenza che, come quella
materiale, trova insormontato ostacolo nella povertà e nella
dipendenza dal bisogno  (“Sì come dice lo Filosofo… tutti li uomini
naturalmente desiderano di sapere”: così Dante nel “Convivio”,
riecheggiando il concetto platonico); nel far sì che non vi sia un
diritto al cibo “a qualsiasi costo”, in violazione di dignità,
libertà, giusta retribuzione (art.36 della nostra Costituzione), come
nelle tante nuove schiavitù esplicite o mascherate che il nostro
presente ampiamente conosce e tollera; nell’adeguare la soddisfazione
di quel bisogno primario al rispetto delle tradizioni culturali e
identitarie delle popolazioni, delle etnie e dei gruppi sociali.

      Si tratta in definitiva del diritto all’eguale costruzione della
personalità, inscindibile a sua volta dal concetto di sovranità delle
popolazioni, spesso espropriate delle loro anime oltre che dei loro
corpi dalla violenza e prepotenza del mercato. Emblematica la vicenda
della potentissima diabolica Monsanto, i cui brevetti sulle sementi
(sterili) hanno modificato irreparabilmente il sistema di vita e di
lavoro dei contadini, alterando e sacrificando alle logiche del
mercato le dinamiche ereditarie che ne governavano la produzione.

      Penetra nelle cose, Rodotà, nei 60 minuti della sua Lectio: cita
il sonetto del Belli “La famija poverella”, in cui il genitore sfamerà
i figli invece che se stesso (“…e ppijeremo er pane, e mmagnerete”),
che nella sua attualità culturale e morale è paradigma della
responsabilità di chi, depositario di un bene, lo conserva per
consegnarlo integro a coloro che verranno; assume a metafora il
protettissimo habitat naturale delle Montagne Rocciose, i cui
visitatori sono invitati a non offrire cibo agli animali perché essi
non divengano “dipendenti”; addita le cupe logiche delle
multinazionali del cibo, le guerre per l’acqua che già ci sono e
annunciano quelle che verranno, le migrazioni ambientali che ne
seguiranno sovrapponendosi a quelle già in atto; si addentra nel
tracciato di esperienze virtuose, come la mondiale Via Campesina per
il contrasto all’aziendalismo agricolo delle multinazionali e la
relocalizzazione della produzione, che "forse non fronteggeranno la
potenza del mercato ma indicano tuttavia una strada percorribile".

       Ciò che oggi Rodotà chiama “il governo finanziario del mondo”
non autorizza ottimismi: con le recenti risposte degli Stati alla
crisi greca e alle migrazioni, l’Europa ha cancellato quanto ha
costruito negli ultimi anni, platealmente negando la sua stessa Carta
dei Diritti.

       I governi del mondo, nel dimenticare che “la Terra non è
un’eredità dei nostri padri ma un prestito dei nostri figli” – così il
detto degli Indiani d’America – eludono la responsabilità di
trasmettere quel bene comune, quel “prestito”, senza averlo consumato
e depredato. E dunque negano di fatto il riconoscimento del basilare
diritto al cibo in tutte le sue numerose articolazioni, senza il quale
nessun Paese può riconoscersi interamente civile e democratico.



22 settembre 2015                           Sara Di Giuseppe

          faxivostri.wordpress.com

sabato 26 settembre 2015

Treia, 26 settembre 2015: "Ritorno a casa"



Sono partita per Treia, da Spilamberto, giovedì mattina scorso, oggi, 26 settembre 2015, mentre sto scrivendo, è solo sabato pomeriggio, ma sembra che sia  passata già una settimana. Il primo giorno a Treia dopo la cena del 24,  riunione del Comitato "Treia comunità ideale" - festa di compleanno,  eccoci  al secondo giorno e dopo un pranzetto frugale e un riposino, siamo partiti per Montesilvano, dove ci aspettava l'amico Michele Meomartino, organizzatore vulcanico di uno dei suoi 1000 eventi: Il Festival dello Yoga. 

Appena arrivati abbiamo incontrato Ferdinando Renzetti, di Pescara, l'artigiano della terra cruda e poeta bioregionalista, che ci ha detto essere lì per noi. Era venuto a Treia all'ultima Festa dei Precursori e siamo stati lieti di incontrarlo lì. Mi ha fatto un bel regalo: una radice di curcuma, dal profumo di limone. Ci siamo poi soffermati ad una bancarella di libri che abbiamo poi scoperto di essere di Andrea Bizzocchi, autore di vari libriccini, tra cui, "Non prendeteci per il PIL", che ho voluto acquistare, assieme ad un altro sull'argento colloidale ed un libro di Valdo Vaccaro, "Alimentazione naturale" . Paolo invece fedelissimo al suo filone, ha scelto un libro su Ramana Maharshi: Sii ciò che sei (di cui poi abbiamo scoperto essercene già una copia in casa, con una diversa copertina).

L'intervento di Paolo era in programma per il tardo pomeriggio con una conferenza su "Filosofie, religioni e spiritualità della Natura". Dall'abstract dell'intervento di Paolo: "La spiritualità laica, pur essendo un neologismo, ha un’origine remota, nasce nel momento stesso in cui l’uomo ha avuto la prima scintilla di auto-consapevolezza. Sarebbe infatti più corretto definirla spiritualità naturale ma per non confonderla con il neopaganesimo new age ed anche a causa delle sovra-imposizioni religiose monoteiste, dobbiamo qualificarla “spiritualità laica” per stabilire la sua assoluta e totale indipendenza da ogni credo (ateismo compreso). In verità diversi modi di spiritualità laica sono riconoscibili, ad esempio, nella filosofia socratica e neoplatonica, ma è soprattutto nel pensiero taoista e zen, nello shivaismo del Kashmir e nell’adavaita vedanta che tale spiritualità ha avuto le sue espressioni più antiche. I due moderni più grandi maestri advaita, Ramana Maharshi e Nisargadatta Maharaj, sono stati fulgidi esempi di laicità. Ramana gettò via il cordone da bramano ma non si fece mai monaco e Nisargadatta era un uomo di famiglia con figli e campò facendo il venditore di beedies. Durante questo incontro parleremo di come poter vivere la spiritualità laica nel quotidiano senza ricorrere a particolari riti o pratiche ma affinando la capacità di attenzione e senso di presenza. …". 

In realtà Paolo, come al suo solito, ha spaziato tra storielle di filosofia induista, esempi di vita di santi, definizioni dei suoi tre argomenti preferiti, che tutto comprendono: il bioregionalismo, l'ecologia profonda e la spiritualità laica, appunto. 

Paolo D'Arpini  parla con Gianluca Lalli e Paola Pela (e Nancy di schiena)

Alla fine della conferenza Michele ci ha presentato due maceratesi, con cui, in futuro,si potrà collaborare: Gianluca Lalli e Paola Pela. Poi siamo andati a casa di Michele dove Fabiola ci aspettava con una buona cenetta a base di farro, ceci, insalata e formaggio. Peccato che la nottata nell'ormai conosciuto e comodo letto pieghevole  sia stata alquanto disturbata da un nugolo di zanzare che non si accontentavano di pungere ma volevano anche divertirsi a tenermi sveglia. 

Il giorno successivo alle 11 era in programma invece un canto sacro: un inno al guru interiore, seguito da mantra e meditazione silenziosa. Questo canto è l'Arati, un inno di devozione che Paolo ripete dal 1973, anno in cui incontrò, in India, a Ganeshpuri, Swami Muktananda.

Finito il canto, anticipato di un'ora rispetto allo stabilito, ci siamo rimessi in auto per rientrare a Treia. Il ritorno è stato lieve e tra curve, scrosci di pioggia, viste dell'azzurro verde e grigio mare e squarci di sole, eccoci a casa!

Caterina Regazzi

Caterina a casa di Michele

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Album fotografico completo: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207191410974081&set=ms.c.eJxVzsENxEAMQtGOVgZjM~_6~%3Bscwp61yfQPoIhjFIEcns~_OGVE2CFt~%3BAKuGTSLOEvlQJba1PqYVtLqos9Z4nvy5~%3BXuT1ePUKMFQcPgjkjrg~-~-.bps.a.10207191364292914&type=3&theater

venerdì 25 settembre 2015

Treia Comunità Ideale incontro di coordinamento del 24 settembre 2015 - Bozza di programma per l'evento previsto a Treia l'8 dicembre 2015




Treia - La sera del 24 settembre 2015 si è svolto, presso l'agriturismo La Valle del Vento,  l'incontro tra alcuni aderenti al comitato, per discutere dell'evento da organizzare per il giorno 8/12/15 per la presentazione al pubblico del Comitato Treia Comunità Ideale.   

Erano presenti: Caterina Regazzi, Enzo Catani, Daniela Lacchè, David Menichelli, Simonetta Borgiani, Barbara Rossetti, Katia Rossetti, Nunzio Cocco, Daniela Saltari, Anna Valeria Piermarteri, Paolo D'Arpini. 


Paolo ha redatto un programma di massima che si riassume:


 Treia 8 dicembre 2015
(La manifestazione si può tenere all'ex Trea o in altro spazio coperto comunale)
Titolo proposto: “Il Comitato Treia comunità ideale si presenta”

Scaletta di massima:

h. 10.30 – Partenza dalla Fontana delle 2 cannelle (sotto Porta Montegrappa, vicino al vecchio lavatoio), passeggiata naturalistica e storica attorno alle mura per riconoscere la vegetazione spontanea e scoprire piccoli e grandi segreti architettonici. (Completato il giro si può prevedere un picnic in luogo da convenire)

h. 15.30 – Apertura degli spazi espositivi. Mostra delle eccellenze bioregionali, prodotti agricoli e artigianali, opere d'arte e libri, stands di promozione associativa, sportiva, di educazione giovanile (scuola), di cooperazione sociale, etc.

h. 16.30 – Prova dimostrativa di esercizi yoga ed altre discipline

h. 17.30 – Tavola rotonda su: “Identità locale, capacità produttiva di piccola economia, alimentazione bioregionale, storia e cultura, solidarietà paesana, etc.” (con interventi mirati sui vari temi).

h. 18.30 – Musica popolare, danza e performances artistiche.

h. 19.30 – Degustazione di specialità locali, brindisi e saluti.

Si è costituito un primo gruppo di coordinamento per organizzare la manifestazione, nelle persone di Paolo d'Arpini, Enzo Catani, Simonetta Borgiani, Barbara Rossetti, Katia Rossetti, David Menichelli.

Nei prossimi giorni previo appuntamento ci recheremo in comune, per mostrare il presente programma agli assessori alla cultura e ambiente ed altri, in modo da strutturare e presentare la relativa domanda di autorizzazione nella giusta forma.

Chiederemo al Comune di metterci a disposizione per la manifestazione dell'8 dicembre uno spazio coperto, se ci verrà accordato si dovrà poi suddividere ed organizzare opportunamente gli spazi, ed iniziare ad invitare coadiutori, espositori e relatori.

Nel frattempo chiediamo a tutti di manifestare la propria disponibilità a partecipare nell'organizzazione e gestione dell'evento.  Nel prossimo incontro del Comitato si stabiliranno le mansioni di ognuno e si darà concretamente inizio ai lavori. 

Simonetta Borgiani

Simonetta Borgiani

giovedì 24 settembre 2015

Roma, 9 e 10 ottobre 2015 - Giornate italiane mediche dell'ambiente



L’evento è promosso da ISDE Italia e Federsanità ANCI in collaborazione con Cittadinanzattiva e European Association of Consumers Information (EACI).


Si svolgerà a Roma il 9 e il 10 Ottobre 2015

L’evento ad ingresso  libero tratterà i seguenti argomenti in singole sessioni:

La gestione sostenibile dei rifiuti urbani
Pesticidi, pratiche agricole, ambiente e salute
La sostenibilità dell’ambiente abitato e della mobilità

L’evento vuole favorire un confronto tra rappresentanti delle istituzioni, della comunità scientifica e della società civile sugli aspetti più rilevanti relativi alle problematiche oggetto delle giornate, valorizzando le buone pratiche; promuovere azioni intersettoriali attraverso l’implementazione di una rete permanente di soggetti interessati alle aree tematiche in oggetto; dare concreta attuazione alla multidisciplinarietà e alla promozione della salute in tutte le politiche; presentare proposte operative ai decisori locali e nazionali impegnando le Amministrazioni ad attuarle.

Per partecipare all’evento, compilare ed inviare la Scheda di iscrizione all’indirizzo e-mail info@federsanita.it ENTRO VENERDI’ 2 OTTOBRE 2015 (verrà data conferma di ricezione).


Leggi il Programma preliminare.

mercoledì 23 settembre 2015

San Martino al Cimino, dal 9 all'11 ottobre 2015 - Incontro per un'economia eco-compatibile e per la tutela bioregionale




Tra il 9 e l’11 ottobre 2015 a San Martino al Cimino (VT) presso il Balletti Park Hotel si incontreranno provenienti da tutt’Italia ecologisti e guardie zoofile e ambientali di Accademia Kronos. Ma la vera novità è data dalla presenza di aziende che operano nella Green Economy. Qui in particolare la presidenza di Unimpresa, di ATENA (l’ente che opera all’estero sulle eccellenze delle imprese italiane) e altre società specializzate, collaboreranno a gestire gli incontri con le aziende che si interessano di green economy. 

I maggiori temi che in questa sezione verranno analizzati: apertura ai mercati internazionali, finanziamenti su euro-progetti e le nuove regole giuridiche e fiscali per chi opera sia nella blue che nella green economy. Su richiesta delle stesse aziende sarà affrontato il tema di come difendersi dalla burocrazia, dal fisco vorace, dalle usure bancarie e da Equitalia. A tal proposito due esperti di alto livello nazionale daranno le indicazioni più concrete proprio su questo settore. Sono state scelte nella Tuscia due aziende campione come esempio per tutte le altre presenti al meeting, perché riconosciute tra le più meritevoli di appartenere alle eccellenze delle imprese italiane impegnate nella Green Economy: L’I.P.A. Latte di Nepi e L’Union Printing di Viterbo. L’altra società è ligure: “ Sviluppo Impresa di Genova”.

Il meeting sarà organizzato in gruppi di lavoro, per l’esattezza tre sezioni: una per i progetti di salvaguardia ambientale bioregionale, un’altra per la sorveglianza del territorio da parte delle guardie ambientali e l’ultima riservata alle imprese che operano nell'economia eco-compatibile.

Scienziati, giuristi, economisti e ambientalisti professionisti saranno le guide, i relatori e i consiglieri in questo incontro. E’ stato invitato il Ministro dell’Ambiente Galletti, nonché personalità scientifiche di fama internazionale.

La partecipazione è gratuita.  

Il programma dettagliato si può richiedere a: ak@accademiakronos.it 
o al  Cell. 338.8513915



Filippo Mariani Ufficio Stampa Accademia Kronos

martedì 22 settembre 2015

Jesi, 27 settembre 2015 - Festa d’Autunno al Kolbe con mostra di artigianato e presentazione del libro "Vita senza Tempo"




L’intento della nuova associazione LIVE di Jesi,  è quello di mostrare i talenti di chiunque abbia un Hobby, ami l’Arte, abbia delle Passioni...

Perciò viene organizzata una prima festa LIVE,  nella parrocchia di  San Massimiliano  Kolbe, che  è dedicata all'equinozio d'autunno,  il momento della raccolta dei frutti e dell'armonia fra l'ambiente e suoi abitanti, fra l’uomo e la natura, fra il femminile ed il maschile. Un progetto semplice per vivere valori diversi ricreando un tessuto sociale sul territorio.

L'iniziativa, tesa a  contrastare ed allontanare lo spettro dell’indifferenza,  viene presa da semplici madri e padri, ragazze e giovinotti. L’idea  è quella del “mostrarsi” attraverso cose concrete per promuovere e condividere proposte di sviluppo rurale, artigianale  e solidale.

Durante la manifestazione prenderà vita un interscambio di beni autoprodotti: libri e centrini, sacche  in cotone e canapa, marmellate, utili oggetti casalinghi e suppellettili, capi cuciti a mano e maglieria ai ferri. Non mancheranno momenti giocosi, una passeggiata per scoprire le erbe buone di stagione, poesie e canti d’amore e lo scambio di doni. 

Questa bella festa  si tiene  domenica 27 settembre 2015 al Kolbe di  Jesi. Inizia alle ore  ore 10 con  mostra di cucito, ricamo, hobbistica, etc., tutto in tema autunnale.  Alle ore 16 Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi, ci accompagneranno sul prato per mostrarci alcune erbe e poi presenteranno il loro libro “Vita senza tempo” per inaugurare la libreria gratuita circolante.  

Daniela Spurio  -  Live di Jesi

Email: live@dhanil.it
Tel. 0731/213454



lunedì 21 settembre 2015

Geosfera - Territorio, suolo e acque sotterranee in Italia





Un capitolo dell’annuario dei dati ambientali 2015 di Ispra è dedicato alla geosfera e contiene informazioni sugli usi e sulla conoscenza del territorio e del suolo.
Il suolo è uno dei principali nodi su cui si basano gli equilibri ambientali ed è importante

  • nella salvaguardia delle acque sotterranee dall'inquinamento,
  • nel controllo della quantità di CO2 atmosferica,
  • nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi,
  • nel mantenimento della biodiversità, nei cicli degli elementi nutritivi.
Nel sistema agenziale, il suolo ha un ruolo marginale, quasi tutte le Agenzie Ambientali, ad eccezione di poche, se ne occupano esclusivamente in relazione ai siti contaminati.
Diversi i temi affrontati, dalla qualità, all'erosione alle modalità di utilizzo del suolo.
Partendo dalla qualità dei suoli, ISPRA ci fa sapere che ci sono alcune lacune informative dovute alla mancanza di una rete nazionale di monitoraggio ed all’assenza di una procedura standardizzata per rilevare alcuni inquinanti, come ad esempio il contenuto di metalli pesanti nel suolo. Al contrario, molto dettagliate risultano altre informazioni, quali quelle sul contenuto di carbonio organico nei suoli e sulla presenza di elementi chimici, quali azoto e fosforo.
Parlando invece di erosione, fenomeno naturale che può essere accelerato dalle attività umane, in particolare quelle agro-silvo-pastorali che comportano una riduzione della produttività dei terreni agricoli coltivabili, ISPRA ci mette a conoscenza che, in molte parti del territorio, si ha una perdita di suolo per erosione idrica, con progressivo aumento delle aree boschive a scapito di quelle agricole, come visibile nell'immagine sottostante. 
Situazione dell'erosione del suolo in Italia
Nella nuova politica agricola comune (PAC) e nel piano nazionale di sviluppo rurale sono state previste misure per arginare il fenomeno; si tratta, in particolare, di misure agroambientali che sostengono l'agricoltura biologica, l' aratura improntata alla conservazione, la protezione e il mantenimento di terrazze, l' uso sicuro dei pesticidi, la gestione integrata delle colture, i pascoli a bassa intensità, la riduzione della densità di pascolamento e l'uso di compost certificato. Quelle messe in atto hanno già dato i primi risultati positivi.
Parlando dell’uso del territorio, ISPRA prende in considerazione i dati relativi alla copertura, all'uso del territorio ed alle sue evoluzione nel tempo, prendendo in esame due gruppi di indicatori:
  • il primo rappresentato da tutti quegli elementi relativi all'uso del suolo ed alle aree occupate da urbanizzazione ed infrastrutture, con conseguente impermeabilizzazione e costante perdita di suolo, soprattutto lungo i litorali, in particolare sulla costa adriatica, ma anche in alcune parti di quella tirrenica, ionica e nelle isole;
  • il  secondo attinente all'estrazione di geo-risorse: miniere, cave, estrazione di risorse energetiche, pozzi ecc .
Le pagine dedicate alle miniere indicano la diffusione dei siti estrattivi e forniscono informazioni sui possibili inquinamenti da sostanze quali i materiali di scarto delle lavorazione.
L'attività mineraria, nel 2013, è in forte decrescita; si stima che, a fronte di 153 concessioni minerarie, ve ne siano ancora in vigore solo 94, prevalentemente legate alla marna da cemento, ai minerali ceramici ed ad uso industriale, mentre, l'estrazione di minerali metallici è assai limitata.
Uno dei problemi più importanti da affrontare è quello della bonifica dei siti minerari e dell'eliminazione dei rischi ecologico-sanitari e statico – strutturali legati alle miniere abbandonate. 
numero miniere pericolose in Italia

Per quanto riguarda, invece, le cave, importante settore dell'economia nazionale con un forte impatto sull'ambiente, le questioni affrontate dall'Annuario riguardano la mitigazione dell’impatto, la razionalizzazione dell’attività ed il recupero delle cave dismesse.
L’annuario di ISPRA fotografa la situazione del settore, indicando il numero di cave attive sul territorio nazionale, le tipologie di materiale estratto ed i relativi quantitativi.

numero di cave in attività in Italia

Passando ai siti di estrazione di risorse energetiche, insediamenti estrattivi di idrocarburi e fluidi geotermici, l’Annuario ci fornisce informazioni sull’ubicazione dei siti di estrazione, sull'entità delle risorse estratte, sulle riserve disponibili e sulla potenziale esistenza di focolai di diffusione di sostanze inquinanti.
Nel corso del 2014 la produzione di petrolio è risultata in aumento mentre quella di gas ha subito una riduzione.

I maggiori quantitativi di petrolio e gas provengono, nel nostro Paese, dai 38 pozzi della Basilicata.
Il maggiore numero di concessioni  e di superficie interessata, come si evince anche dall'immagine riportata sotto, si trovano, in terraferma, in Basilicata, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Lombardia e Sicilia, nonchè nella zona A (Mare Adriatico Settentrionale e Centrale) e B (Mare Adriatico Centrale e Meridionale) per quanto riguarda il sottosuolo marino.
Per gli idrocarburi, alla fine del 2014, risultavano in vigore 199 concessioni di coltivazione (67 in mare) e 118 permessi di ricerca (22 in mare).
Per il gas invece sono attivi 554 pozzi, in terraferma, e 354 in mare.
situazione estrazione risorse energetiche in Italia
Un ulteriore indicatore relativo al suolo e sottosuolo è quello legato al potenziale utilizzo della risorsa idrica sotterranea. In questa parte dell'Annuario vengono riportate informazioni sul numero di scavi, pozzi, perforazioni e rilievi geofisici effettuati per ricerche idriche di profondità superiore ai 30 m dal piano campagna.

Per quanto riguarda l'uso dell'acqua prelevata dal sottosulo, l'utilizzo ai fini irrigui risulta prevalente, seguito dall'uso domestico, industriale e potabile, minore invece è l'utilizzo per le attività di allevamento e per altri utilizzi.
distribuzione dei pozzi in Italia

domenica 20 settembre 2015

Treia, 24 settembre 2015 - Appuntamento di festa e di lavoro del Comitato Treia Comunità Ideale


Care, cari, grazie al lavoro indefesso di Simonetta è stato creato il gruppo FB dedicato al Comitato "Treia Comunità Ideale".  Iscrivetevi al gruppo (se non l'avete ancora fatto) e iscrivete amici e conoscenti che sapete sensibili al nostro discorso: 


Approfittiamo di questa comunicazione  per invitarvi all'incontro di festa e di lavoro che si terrà il 24 settembre 2015 alle ore 20.30 (circa) davanti una pizza o ad un piatto di pasta all'Agriturismo  "La valle del Vento", di Treia (http://www.agriturismo-lavalledelvento.it/). 

La Valle del Vento

Si festeggia il compleanno di Caterina Regazzi e avremo anche modo di lavorare alla bozza del programma per la Manifestazione di presentazione pubblica del Comitato (prevista sotto il Mercato Coperto, a fianco del Comune per l'8 dicembre). 



Perciò siete tutti caldamente invitati a partecipare alla Festa e sessione di lavoro del 24 settembre. Confermate la vostra presenza (anche per prenotare il tavolo in tempo utile) e chiamate  al più presto allo 0733/216293 (oppure  al 3336023090 di Caterina).  


Come arrivare all'agriturismo La Valle del Vento partendo da Treia:

Strada panoramica passate dall'ex mattatoio di Treia (Cherubini) prendete la strada li e andate sempre dritti al primo incrocio tenete la sinistra poi di nuovo sempre dritto (strada imbrecciata) dopo il ponte tenete la destra e dopo 500 mt girate a sinistra (cartello agriturismo su una pianta) altri 2 km e siete arrivati.




Comunicato di presentazione del Gruppo F.B.

Il 17 settembre 2015, a  Treia,  è stato fondato il Comitato Civico Tematico denominato "Treia Comunità Ideale",  che si prefigge di vivificare i rapporti sociali, la capacità di esprimere opere ed attività in campo culturale, artistico, ecologico e di valenza bioregionale, promuovendo il lavoro creativo, l'identità locale e la solidarietà sociale. Il Comitato vuole stimolare azioni concrete che valorizzino la capacità di produrre e condividere quanto necessario alla qualità della vita, al benessere ed alla prosperità della comunità treiese, in ogni suo aspetto.  Il Comitato  è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini treiesi, od altri che a Treia abbiano interessi condivisi, che intendono collaborare, con semplice e spontanea adesione e nei limiti del loro possibile.
 

Vorremmo inoltre sottolineare che non è nostra intenzione interferire o competere con  altri comitati ed associazioni esistenti, ma piuttosto collaborare e promuovere le loro attività in sintonia...


Paolo D'Arpini - Coordinatore organizzativo

Simonetta Borgiani - Coordinatrice Pubbliche Relazioni
Barbara Rossetti - Coadiutrice Pubbliche Relazioni

Per aderire al Comitato è sufficiente inviare una lettera o email  di adesione con i propri dati ed indirizzo, l'adesione non comporta alcun onere od obbligo. In casi eccezionali si può aderire anche a voce comunicandolo  ad uno dei coordinatori. Gli aderenti verranno iscritti in un album informale del Comitato  e riceveranno notifiche e notizie sui vari appuntamenti e sulle riunioni collettive del Comitato, o per email, o per telefono oppure visitando la pagina del Gruppo Facebook: 
https://www.facebook.com/groups/690521727714968/requests/?notif_t=group_r2j - al quale potete  collaborare con idee e proposte. 

Per comunicazioni: 
Comitato Civico Tematico "Treia Comunità Ideale" - Via Mazzini, 27 - Treia (Mc) - Tel. 0733/216293