martedì 31 luglio 2012

Neuropsicofisiologia e comprensione delle valenze e funzioni dei due emisferi cerebrali




Premessa:

In diverse occasioni ho avuto il piacere di ascoltare le idee del prof. Michele Trimarchi  relative alla sua teoria della “neuropsicofisiologia applicata”. In particolare ho trovato estremamente interessante il suo discorso  sul funzionamento dei due emisferi cerebrali, che in qualche modo configura scientificamente la teoria dello Yin e dello Yang della filosofia confuciana e taoista. 

Durante vari incontri avuti con lui  abbiamo toccato  alcuni aspetti pratici “fisici” della teoria neuropsicofisiologica,  che sono poi quegli elementi di “pulsione energetica”  che si manifestano attraverso la funzione coscienziale dello stato di veglia,  del sogno, della meditazione, del sonno profondo e del pre-morte ed anche oltre questo stadio. Infatti l’energia psichica del pensiero mai si può dire che sia distrutta bensì trova diversa espressione a seconda della condizione esistenziale in cui l’io cosciente si trova.

Paolo D’Arpini

Quella che segue é una sinossi sulla manifestazione energetica nel livello fisico  sottile redatta da Michele Trimarchi:  

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Già  negli anni ‘80  del secolo scorso  presentai alla comunità scientifica internazionale una teoria neuropsicofisiologica su come i due emisferi cerebrali codificano e decodificano le informazioni ricevute, mettendo in evidenza come la natura comunichi sulla base di scambi di informazioni le cui caratteristiche sono misurabili con la fisica.

La fisicità  delle informazioni agisce nello stesso modo dei “telecomandi” e spesso con lo stesso tipo di energia. Tali informazioni, con le loro caratteristiche fisiche, vengono riconosciute e identificate dalle aree primarie del cervello (relative ai cinque sensi) che sono dei veri e propri monitor dei segnali in arrivo. Ciò è valido anche per entrambi gli emisferi cerebrali.

Abbiamo poi le informazioni cosiddette culturali, rappresentate da tutti quei codici prodotti dall’evoluzione culturale che sono le varie forme di linguaggio con cui l’umanità interpreta, elabora e identifica la realtà. Tutte le forme di linguaggio prodotte dall’uomo vengono normalmente acquisite, memorizzate e interpretate dall’emisfero sinistro, mentre la natura, con la molteplicità dei suoi messaggi fisici costituiti da varie forme di energia, fornisce informazioni che vengono acquisite, identificate e interpretate dall’emisfero destro.

Troviamo così all’interno dei due emisferi cerebrali due forme di coscienza: il destro interpreta e ricostruisce costantemente la realtà oggettiva e obiettiva, il sinistro ricostruisce con i codici culturali la logica interpretativa della realtà.

Quando l’interpretazione logica non corrisponde alla realtà si crea una separazione funzionale fra i due emisferi, ovvero i due emisferi non comunicano più fra loro costruendosi sul piano logico-formale una pseudo-verità che non corrisponde alla realtà: questa è la “realtà soggettiva”, che può essere trasferita agli altri costringendoli alla ripetitività logico-formale. In tal modo si perpetuano trasmissioni culturali che sul piano logico-formale sono perfette, ma sono dissociate dalla realtà oggettiva ed obiettiva. Il sogno si inserisce in questo contesto operando costantemente affinché la realtà soggettiva dell’emisfero sinistro tenda all’oggettività ed obiettività percepita dall’emisfero destro.

Ovvero, tutti i giudizi e interpretazioni sbagliate operati dal sinistro devono essere rimossi per consentire alla persona di evolversi verso la ricerca della verità, che nasce sempre da una sintesi integrativa operata dai lobi frontali dei due emisferi: il lobo frontale destro opera la sintesi integrativa dei segnali oggettivi e obiettivi percepiti; il lobo frontale sinistro opera una sintesi logico-formale, nei vari codici linguistici, dei segnali provenienti dal lobo frontale destro.

La consapevolezza di tale funzionalità consente la nascita dell’Io cosciente, che è propria dell’individuo considerato saggio.  

Michele Trimarchi – isn.npf@gamil.com

lunedì 30 luglio 2012

Sathya Sai Baba ed Osho Rajneesh... diversi ed uguali? Sì, con gli occhi della spiritualità laica!

 



 

Sathya Sai Baba ed Osho Rajneesh…. Che hanno questi due in comune?  Comparazione di due saggi indiani mai incontrati… ma conosciuti!



Debbo anticipare che non sono, né son mai stato,  un cercatore spirituale "professionista", cioè non ho mai cercato nessuna verità altra da me stesso,  né ho mai provato il desiderio o la curiosità di andare a conoscere questo o quel maestro.

Sono un fatalista e ho sempre considerato che quello che deve accadere nella vita accade per conto suo e non c’è bisogno di rincorrere nulla. 

Soprattutto verso i santi maschi  ho sempre  mantenuto un occhio critico, pensando che nessuno potesse incarnare meglio di me lo "spirito". Certo ora non vedo più la cosa nello stesso modo, ora per me son tutti come me stesso e quindi l’antagonismo è finito.

Restano comunque i ricordi e le abitudini comportamentali.  

Ma torniamo ad Osho Rajneesh  ed a Sathya Sai Baba …. 
A volte li definisco  “due saggi opposti” e  perché? Osho Rajneesh rappresenta la trasgressione in senso intellettuale e sociologico mentre Sathya Sai Baba incarna il modello devozionale indiano classico.

Il primo fece di tutto per creare scalpore e rompere  ogni schema, parlando male di tutti e persino di se stesso. Era famoso per i suoi scherzi crudeli come quello –ad esempio- in cui annunciò che alcuni dei suoi “discepoli” si erano realizzati per poi osservare le loro reazioni e svergognarli adeguatamente  per la finzione da loro dimostrata negli atteggiamenti esteriori. Osho era un nato nell'anno della Capra perciò vi potete immaginare il tipo. Tutti i discepoli di Osho erano una macchietta con i loro panni indaco vistosi, pieni di collane e di rosari, si dicevano “sannyasin” (rinuncianti) ma si comportavano da grandi epicurei (in tutti i sensi).

L’ashram di Poona era famoso per le libertà espressive manifestate in ogni campo… Allo stesso tempo Osho era  capace di tenere a bada quella mandria di scalmanati e li condusse –almeno alcuni di essi- pian piano all’annullamento del senso dell’io ed alla comprensione della vanità  dell’ottenimento mondano. In qualche modo restarono tutti “fregati” dalle sue trappole diaboliche ma i più saggi non se la presero ed andarono oltre….. Questo metodo di Osho  potrei definirlo  “psicologia transpersonale pura”.

 Praticamente da quando frequento ambiti spiritualisti ho costantemente incontrato e fatto  amicizia con discepoli di Osho, con loro mi sono divertito un mondo, ho amoreggiato con alcune e  litigato con alcuni.  Malgrado non avessi mai voluto incontrare e conoscere personalmente Rajneesh si vede che fosse mio destino incontrarlo attraverso i suoi seguaci in cui mi sono imbattuto e mi imbatto ovunque io vada.  Siccome non l’ho mai  incontrato di persona posso dire di conoscerlo   “indirettamente”.

Mi sono dilungato su Osho perché ho per lui una simpatia antipatia innata, ci avrei litigato di sicuro ma siccome non l’ho mai voluto né potuto incontrare mi resta affettuosamente vicino e apprezzo i suoi tricks furibondi. 

In qualche modo la stessa cosa  accadde con Sathya Sai Baba. Pensate che per anni ed anni sono andato e  risiedei per parecchio  tempo in Andra Pradesh , lo stato indiano in cui si trova Puttaparti,  dove c’era il suo ashram.  Abitavo a pochi kilometri da lui ma (come avvenne per Poona  che si trova a poche miglia da Ganeshpuri) non mi passò mai per la capa di andarlo a visitare, ma  anche così non potei fare a meno di essere continuamente e costantemente frequentato dai suoi devoti. Ancora    oggi succede ed infatti ho rapporti epistolari e di amicizia con tanti “beneficiati” di Sai Baba.

Voglio però qui raccontare come  accadde che da una iniziale diffidenza nei  confronti degli avvenimenti miracolistici a lui attribuiti  appresi a considerarli come un gioco utile all’avvicinamento verso la “coscienza”. 

Tanti anni fa stavo a Jillelamudi,  lì viveva anche un certo Siam, un ragazzo inglese originario di Malta, il quale non si dichiarava particolarmente interessato alle pratiche spirituali, mi diceva “non so dove andare e siccome qui mi danno da mangiare e da vestire ci resto finché posso”,  ma non dovete meravigliarvi della cosa perché questa era l’atmosfera dell’accoglienza totale ricevuta nella Casa di Tutti di Anasuya Devi. Un giorno  chiesi a Siam se avesse mai conosciuto Sathya Sai Baba e lui mi rispose che aveva vissuto a Puttaparti a lungo.

Per curiosità gli domandai ancora se avesse avuto qualche esperienza miracolistica con il santo,  a questo punto Siam mi guardò più seriamente e mi  narrò una sua esperienza. “Stavo lì già da parecchio tempo senza mai aver avuto un particolare rapporto con Sai Baba, poi accadde che  mi beccassi la rogna, una malattia epidermica  che spesso si attacca dal contatto diretto con  i cani,  vedi anche qui a Jillellamudi succede perché i bambini della scuola per il freddo dormono con i cani randagi al fianco e  si beccano la rogna,  insomma mi ero preso l’infezione e le mie mani erano piene di piaghe, una situazione dolorosa e pareva che non vi fossero cure adeguate a guarire dal male. Una notte sognai che Sai Baba stava passando in rassegna tutti noi e quando si trovò davanti a me mi guardò e mi chiese come  stavo,  io gli mostrai le  mani piagate e dissi –non posso più nemmeno mangiare per il dolore che provo- (in India si mangia con le mani ed il contatto con le spezie piccanti  procura bruciore)…  al che Baba, sempre nel sogno, mi disse di non preoccuparmi e mi prese le mani fra le sue… l’indomani mattina ero guarito…”.  

Dopo che Siam mi ebbe raccontato questa storia compresi come mai si stava dando tanta pena  a curare dei bambini che avevano preso la rogna  e smisi di pensare che “certe esibizioni miracolistiche di alcuni santi del sud” non erano affatto conduttive alla spiritualità. Insomma accettai  i miracoli di Sathya Sai Baba come un possibile  aiuto spirituale….   Ed allora eccomi al termine della “comparazione” fra Osho e Sathya e traggo una conclusione: Le vie del karma sono imperscrutabili! ed andare avanti con il paraocchi non conduce alla pienezza… .  


 Paolo D’Arpini


domenica 29 luglio 2012

Paola Botta Beltramo: "Il satanismo è un'invenzione del cristianesimo... nella bibbia non esiste!"

Bugie ecclesiastiche



Scambio di pareri   tra Paola Botta Beltramo e  Carlo Brevi sul tema satanico...
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Osservazioni sul libro “Oligarchia per popoli superflui”  di  Della Luna.  
Nella prefazione del medesimo Luigi Gandi scrive (pag. 10) : “Ma alla fine mi aspetto, in ogni caso, che dall’alto venga calato sulle genti della Terra il Novus Ordo a Chao, tanto voluto dai mondialisti. All’orizzonte già emerge cupamente l’opera di una Contro-Chiesa Universale, che si rifà chiaramente al Lucis Trust di Ginevra, alla potenza satanica luciferina … Questo scrittore …porta alla luce un disegno mondialista, che altri, da altre basi culturali, riconoscerebbero come il piano teosofico e universale iniziato da gruppi satanisti fin dall’epoca degli Illuminati di Baviera, anche se l’Autore non pare interessato da queste ipotesi, rimanendo collocato su un piano oggettivo, pragmatico, …” A mio avviso, bene ha fatto Lei, caro Avvocato, a rimanere collocato su tale piano oggettivo e non cadere nella facile tentazione di ricercare un capro espiatorio senza evidenziare dati oggettivi a supporto di tale tesi. Non conosco Lucis Trust (tale organizzazione si è staccata dalla Società Teosofica nel 1920) ma ho conosciuto e frequentato per vent’anni il teosofo-antropologo Bernardino del Boca (1919-2001) che fu tra i primi a divulgare le teorie dell’Hallesismo, ovvero la teoria di A.M. Trucco sulla riforma del sistema finanziario/economico che prevedeva, tra l’altro, la costituzione di empori locali per lo scambio delle merci e l’abolizione graduale dell’interesse bancario. Ho postato alcuni articoli di B. del Boca proprio in relazione al Suo libro e potrà leggere che risalgono agli anni 1973/1983. Lei, Avv. Della Luna, finisce l’introduzione al Suo libro con le seguenti parole (pag. 27): “La resistenza è iniziata, a molti livelli, anche simbolici, magici; ed è andata ben oltre il movimento ribellistico del movimento No Global: Gli affioranti piani per una vaccinazione obbligatoria di massa contro la cosiddetta influenza suina danno slancio a tali iniziative, a misura che si diffondano, soprattutto via internet, rapporti sulla dubbia pericolosità della malattia (inferiore alla comune influenza), su possibili effetti nocivi programmati del vaccino e sull’enorme business delle multinazionali che lo producono, legalmente garantite da eventuali risarcimenti per danni alla gente”. Ebbene è risaputo, in modo inconfutabile, che i teosofi fondarono nel 1908 la lega contro le vaccinazioni e la vivisezione. L’ho ricordato anche in una mia relazione presentata al congresso nazionale teosofico del maggio 2009, quando erano appena state diffuse le prime notizie di una probabile pandemia e non si conoscevano allora ancora gli esiti. Così come ho ricordato in più relazioni, pubblicate anche da alcuni siti, che B. del Boca, attraverso i suoi scritti, ha contestato fin dal 1985, e quindi ancor prima degli scienziati dissidenti, le teorie hiv-aids, ma anche le menzogne sul nucleare (1986), sulle cause delle guerre (1949), sulle manipolazioni climatiche (1971), sulle riunioni segrete dei gestori della finanza mondiale (1986), sulle manipolazioni genetiche vegetali, animali, umane (1971) sulle cause delle malattie (1971) ecc.. Ricordo che egli affermava che soltanto attraverso la sintesi fra le varie scienze (finanziarie, mediche, energetiche, genetiche ecc.) effettuata alla luce della spiritualità (la legge dell’unità della vita confermata dalla fisica quantistica) si potrà comprendere l’attuale dimensione umana. Unità della Vita quindi è il concetto di base della ricerche teosofiche antiche e moderne che nulla hanno a che fare con gli interessi globalizzanti attuali. Grazie per il Suo importante lavoro.
Aggiungo: Lucifero-Satana: l'abbinamento è stato voluto dai Padri della Chiesa, dopo l'editto di Milano. Nella Bibbia, come ci conferma Mauro Biglino, non esiste. A Cagliari esistono una chiesa ed una via dedicate a S. Lucifero che di Cagliari è stato vescovo nel trecento d.C..

Paola Botta Beltramo

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Commento di Carlo Brevi:

Ogni volta che si cerca di interpretare scritti allegorici, composti da persone con una sensibilità infinitamente diversa dalla nostra, in una maniera positivisita occidentale, introducendo alieni e cose simili (a proposito: essenziale in questo campo Extratterestri, le radici occulte di un mito moderno, di pennetta e marletta)
si combinano solo dei gran pastrocchi. Per quanto riguarda la teosofia, la mia idea è ormai chiara: fu un culto ispirato da una visione satanista (da leggere "il teosofismo" di guénon). E la distinzione lucifero satana nasce proprio in questi ambiti pseudo-spirituali. In ogni caso la Blavatsky ribadisce che è satana quello che va adorato, quindi il problema non si pone. Lo dice lei stessa che era satanista.

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Replica di  Paola Botta Beltramo:

Grazie per la risposta. H.P.Blavatsky non è mai stata una "satanista" o "sataniana" ovvero un'adoratrice di Satana . "Se Satana avesse un'esistenza oggettiva in questo mondo sarebbe ossessionato dalla malvagità dell'umanità, le cui risorse negative sono in grado di annientare qualsiasi diavolo"(dal glossario teosofico - Società Teosofica)   "Chi leggerà le nostre scritture buddiste, scritte per le masse superstiziose, non potrà mai trovarvi un demone così vendicativo, ingiusto, crudele e stolto come il tiranno celeste  sul quale i cristiani riversano a fiumi la loro servile adorazione ed al quale i loro teologi attribuiscono quelle perfezioni che sono contraddette da ogni pagina della Bibbia (Dalle lettere dei Mahatma, (ispiratori della Società Teosofica), a A.P. Sinnett - Vol. I pag.103). L'associazione, o meglio la comparazione Satana-Lucifero  fatta da  Blavatsky, che concorda con quella di  M. Biglino,  è assai diversa dall'associazione che venne fatta nel trecento d.C. dai Padri della Chiesa.  

sabato 28 luglio 2012

Maestri "romani" incrociati sulla via di Damasco… Ma la verità è più importante della sembianza... (spiritualità laica di nicchia)



Gotami Ganga, davanti  alla Grotta di Babaji (Shiva). Tutto fluisca nel fiume della vita!  Sanarant!
Collage di Vincenzo Toccaceli


Vi  ho già  raccontato degli incontri con  vari yogi e maestri da me fatti nei primi anni ’70 in quel di Roma.  Qui vorrei abbozzare alcune impressioni su alcuni di essi. Dei primi  altri, quelli che ritengo più significativi, vi ho già parlato in altre lettere ma dicendo ciò non voglio sminuire l’importanza della presente lista… 

In quegli anni gloriosi ero tornato a vivere  a Roma in pianta stabile, la madre patria mi aveva richiamato al dovere della presenza, ed io zitto zitto me ne stavo in trincea, nella vecchia casa di uno zio da poco defunto, in Via Emanuele Filiberto 29.  Da lì imparai a conoscere bene Roma,  percorrendo le sue strade giornalmente a piedi e visitando ogni possibile angolo in cui si manifestasse qualche forma di “spiritualità”, dalla vicinissima Porta Alchemica di Piazza Vittorio, alla basilica di Santa Maria Maggiore, al Museo per il Medio ed Estremo Oriente, alle grotte del Colle Oppio,  ai vicoli e vicoletti, chiese e chiesuole del Borgo. 

 Nella mia ricerca sincretica non trascuravo i vari centri di yoga che, come funghi autunnali, erano sorti un po’ ovunque. Il più caratteristico, indianeggiante al 100%, era sicuramente il Tempio degli Hare Krishna.  Ricordo i canti continuati, l’atmosfera festosa, le vesti sgargianti delle ragazze, i musi lunghi dei ragazzi sempre attenti a non cadere in tentazione.  Visitavo spesso quel  gruppo seguendolo nei vari spostamenti che subì in varie zone di Roma.

Purtroppo non potevo fermarmi molto a lungo nelle mie permanenze poiché venivo preso d’assalto dai “missionari” sempre pronti a convertire nuovi adepti ed io –come sapete- non sono convertibile a nessuna religione. Però gli Hare Krishna mi stavano simpatici e li trovavo persino divertenti, così quando venni a sapere che il loro maestro Swami  Bhaktivedanta Prabhupada  sarebbe venuto in città non rifiutai l’invito ad incontrarlo. La riunione coloratissima avvenne –mi pare- all’Hotel de La Ville (vicino al Giardino Zoologico) e praticamente c’era tutto il popolo esotico di Roma. Nella grande hall l’aspettativa era immensa, le persone eccitatissime come alla venuta di una grande star,  finalmente sul palco apparve il maestro…. In quel momento sentii l’impatto fisico di migliaia di cuori concentrati su di lui, un grande “upsurge” devozionale,  tant’è che sentii anch’io l’impulso di unire le mani in gesto di saluto inchinando il capo.  Ero consapevole però che tutta quella concentrazione amorosa dipendeva dalla devozione provata da tutti i suoi seguaci innamorati. Swami Bhaktivedanta Prabhupada in se stesso mi pareva alquanto legnoso e distaccato, un po’ come  tutti gli altri maschi Hare Krishna, timorosi di Dio.  Beh, il prasad cucinato dalle donne era comunque celestiale e ne mangiai a piene mani… Stranamente però da quella volta non sentii più l’impulso di visitare il Tempio e così salutai lo Swami, come un messaggero di verità…

 Un alto incontro abbastanza significativo avvenne allorché  visitai  Raffaele Lacquaniti (Raphael), credo che allora abitasse a  San Lorenzo oppure sulla Prenestina, sapete come sono smemorato per le cose concrete….   Accadde che durante i miei lunghi ritiri  nella casa di Via Filiberto,  mi capitò di leggere il Viveka Cuda Mani edito da Ashram Vidya, l’avevo acquistato nella libreria Rotondi di Via Merulana, consigliatomi da Rotondi stesso. Quel testo di Shankaracharia lo trovai sublime e perfettamente in sintonia con il mio sentire. Infatti Shankara è un grande Maestro Advaita (non-duale). Per quanto ne sapevo la traduzione mi sembrò ottima e –come spesso  avviene per queste cose- presi il relatore per il messaggio e quindi mi misi a cercare chi fosse questo traduttore Raphael, che si diceva egli stesso illuminato. Dopo accurata indagine presso la casa editrice e dietro mia insistenza finalmente ottenni il suo indirizzo, egli abitava a Roma e ritenni che sarebbe stata una fortuna per me  poterlo vedere, così gli scrissi o telefonai  e avendo ottenuta da lui una riposta ed un appuntamento mi recai senza indugio a casa sua. Come dicevo il quartiere popolare in cui viveva non aveva particolare fascino ma questo che importava? L’abitazione stessa in un palazzo qualsiasi (a più piani) era delle più comuni, unica particolarità un soffuso profumo d’incenso  che  si respirava nell’aria. Raffaele  si presentò a me con semplicità, non c’erano altre persone  in casa, a dire il vero questo mi mise un po’ in imbarazzo ma accettai di sedermi in un salottino modesto davanti a lui. Il discorso ovviamente andò sulla sua traduzione, sulla sua esperienza della verità e su cosa si potesse fare per ottenere l’illuminazione. Io gli dissi francamente che ero ancora alla ricerca della realizzazione finale e chiesi altrettanto sinceramente se lui l’avesse raggiunta. Raffaele fece un gesto come a confermare che sì, aveva raggiunto la conoscenza, ed allora non mi restò che chiedere la sua benedizione per  godere anch’io della sua “esperienza”. A quel punto egli pose le mani sulla mia testa e cominciò a tremare come in trance, emettendo suoni gutturali e forse anche sputacchiando e strabuzzando gli occhi. Quello fu  per me veramente troppo… la mia laicità spirituale (naturale) prese il sopravvento e quasi mi misi a ridere  mentre non sapevo come fare a svincolarmi da quella strana situazione. Per fortuna, non avendo aderito alla “sceneggiata mistica” e dando segni di volermene andare,  lui  si riprese un po’ ed io ne approfittai per salutarlo e sveltamente guadagnare l’uscita… ed anche questa era fatta!

La conoscenza del Furlan, l’insegnate di yoga Giorgio Furlan, si inquadra invece in un contesto molto più normale e socialmente accettato. Frequentavo il suo centro perché lo rifornivo di prodotti integrali che a qual tempo, con la mia ditta Annapurna, avevo preso a distribuire in vari centri di Roma (Centro Macrobiotico, Le Sette Spighe,  lo Zen, etc.),  insomma l’Accademia  Yoga  era mia cliente. Non c’erano stati particolari risvolti spirituali nella nostra conoscenza, io sapevo che lui aveva fatto un corso  a Rishikesh  nell’ashram di Sivananda  (che intendeva propagare l’hata yoga nel mondo)  e lui sapeva di me che ero un discepolo di  Swami Muktananda  e basta. Poi un giorno mi chiese  se volevo partecipare al primo Festival dello Yoga che si sarebbe tenuto a Milano, organizzato da Carlo Patrian (un altro hata-.yogi),  in rappresentanza del movimento del Siddha Yoga in Italia.  Accettai e con altri amici partii per il Festival dove, fra pulizie intestinali con le garze, esercizi a testa in giù, canti devozionali, etc.  fu da noi proiettato un bellissimo documentario che il Film Luce (Luciano Cattanie, regista) aveva girato su  Swami Muktananda in India. Il documentario era veramente ben fatto e solo un altro documentario era altrettanto ben fatto, quello di Piero Angela che riproduceva un maestro sconosciuto  dell’Himalaya. A quel tempo Piero Angela era egli stesso  totalmente sconosciuto,  costui  con un piccolo imbroglio riuscì ad infilarsi nella stanza che era stata a noi affidata per parlare con il pubblico, che numeroso era giunto dopo la proiezione del Film Luce per conoscere qualcosa di più sullo Swami Muktananda. Non so se l’infiltrazione di Piero Angela fu voluta da Giorgio Furlan, da Carlo Patrian, dallo stesso Angela  o … dal destino. Fatto sta che io non ebbi il coraggio di mettermi a litigare sull’uso della stanza e così tutte le persone che erano lì furono fagocitate dal  Piero… che  da allora iniziò la sua ascesa nel filone del para-normale. Che volete farci,  io non ho messaggi da vendere e così andò che non decollai…. Ma chiaramente questa fu per me una vera fortuna, altrimenti adesso invece di essere quello che sono  chissà chi e cosa sarei!

Paolo D'Arpini

Il pezzetto di Paolo D'Arpini mancante è quello vero

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Pensiero aggiunto:

"Ogni volta che un commediante deve interpretare un nuovo ruolo, non solo cambia costume di scena, ma anche partner, e quel nuovo ruolo gli insegna qualcosa di più su se stesso e sugli altri. Ebbene, neppure noi possiamo mettere radici in un unico ruolo e,
dopo un certo tempo, dobbiamo abbandonare la scena del mondo. Questa uscita di scena viene chiamata “morte”, ma in realtà esiste soltanto la vita ininterrotta. Il commediante continua a vivere dopo lo spettacolo... Occorre abituarsi a vedere l'esistenza come una continuità. Gli esseri umani hanno la cattiva abitudine di tracciare frontiere ovunque: frontiere fra lo spirituale e il materiale, fra la veglia e il sonno, fra la
vita e la morte... No, l'esistenza è una!" (Omraam Mikhaël Aïvanhov)


venerdì 27 luglio 2012

Osho Rajneesh... qualcosa che so di lui (Ad Memoriam) - Un'esperienza di spiritualità estremamente laica

Osho Rajneesh nel 1981
 
 
Un paio di anni dopo la dipartita di Osho (precedentemente conosciuto come Rajneesh), ricevetti una lettera da Majid Valcarenghi (un suo seguace) che mi inviava le bozze del libro Operazione Socrate, in cui si analizzano gli ultimi momenti di vita di Osho, nel testo si dava evidenza al fatto che il maestro potesse essere stato avvelenato dalla CIA, durante la sua permanenza in carcere negli USA. Majid mi chiedeva di scrivere un mio pensiero su Osho, per la pubblicazione sulla sua rivista, cosa che feci volentieri, il testo si intitolava "Ad Memoriam" ed in esso parlavo dei retroscena, osservati da uno "spiritualista laico" quale io ero, e delle conseguenze della "predicazione" di Osho nel mondo... Ma qui vorrei inserire alcuni miei ricordi personali sul come "non incontrai mai Osho nemmeno una volta"
 
Ricordo nel 1973, quando visitai l’India per la prima volta, che giunto il tempo del ritorno -durante l’attesa della nave Andrea Doria, veterana della marina passeggeri che compiva il suo ultimo viaggio prima del disarmo- restai a Bombay per un paio di mesi facendo la vita dello sderenato (o sadhu, monaco itinerante o mendicante se preferite). Ero già stato toccato dallo Spirito e non potevo far altro che aspettare che “quella cosa” di cui sapevo essere l’espressione prendesse possesso di me. Un’attesa senza speranza si chiama, poiché se c’è speranza non è attesa è solo aspettativa.
 
Mi capitò un giorno di incontrare delle belle ragazze italiane che andavano vagando per ristorantini a spettegolare. Erano tre, come le tre Grazie, e le avvicinai sorridente ma cosa strana non rimasero affatto affascinate dalla mia persona…
 
Dovete sapere che in un modo o nell’altro le donne sempre mi simpatizzano, non con questo che esse mi trovino particolarmente appetibile dal punto di vista sessuale, semplicemente mi vogliono bene e mi ascoltano con interesse… Sono un affabulatore ed anche come “cercatore spirituale” –malgrado vivessi in totale astinenza- di solito ottenevo un "buon successo".
 
No, quelle tre avevano solo pensieri per Osho, continuavano a parlare di lui come tre innamorate del loro amante, rivelavano tutti i loro giochi amorosi ed i loro desideri nei suoi confronti. Insomma debbo dire che mi sentii un po’ invidioso e quasi quasi mi venne l’idea di andare a sfidarlo in casa, quell’Osho, lì a Poona nel suo ashram che si trova a pochi chilometri da Bombay. Fortunatamente per me mi beccai, a forza di frequentare ristorantini sfiziosi, una bella epatite virale A e dovetti perciò rinunciare alle mie velleità per restare in catalessi nell’albergaccio in cui aspettavo “l’evento” (non sapevo nemmeno io bene cosa, qualsiasi cosa o nulla).
 
Ebbene riuscii a scamparla, allora, tornai in Italia, e poi ancora numerose volte in India e non pensai più di andare da Osho. Ma i discepoli di Osho continuarono a perseguitarmi ed a cercarmi in tutti i modi, me li trovavo davanti ovunque, sia che andassi a Tiruvannamalai, a Jillellamudi od a Ganeshpuri, sia che restassi a Roma a fare il “santo” in via Emanuele Filiberto oppure che entrassi nel vortice alternativo di Calcata con tutte le sue tentazioni e devianze.  E mi raggiunsero persino nel "buen retiro" di Treia.
 
Questi discepoli di Osho erano e sono i miei amici più simpatici ed affini, sono completamente pazzi ed inaffidabili. “Qualis pater talisfilius” dice l’adagio, e mai come in questo caso è vero.
Osho stesso fu un’esagerazione in tutti i sensi. Guru Maharaji si faceva 12 RollsRoyce? Ed Osho 120… Muktananda fondava qualche Ashram in giro per il mondo? Ed Osho fondava addirittura una nuova Città-Stato (nell’Oregon). Il successore di Bhaktivedanta rinunciava al sannyasa e si sposava una sua devota? E la segretaria di Osho, molti dicono anche amante, scappava con tutti i soldi della cassa.
 
Osho quando parlava era una macchinetta infernale inarrestabile (i suoi scritti possono riempire un'intera biblioteca), oppure taceva per anni di fila. Prima aveva parlato bene di tutte le religioni, facendo un discorso sincretico, poi finì per dire che tutte le religioni sono finte. All’inizio si pose come Guru ed infine negò di avere qualsiasi discepolo. I suoi seguaci poveretti subirono un bel lavaggio del cervello e coloro che resistettero –probabilmente- ne uscirono fuori veramente sanati dalla malattia del divenire e dell’apparire.
 
Non sta a me giudicare comunque la condizione di questi miei fratelli, sapendo che ognuno di noi ha il suo destino e le sue pene…
 
 
Paolo D'Arpini
 
 
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Alcuni pensieri di Osho sulla morte  
 
“Si dovrebbe accogliere la morte con gioia... è uno dei più grandi eventi della vita. Nella vita, esistono solo tre grandi eventi: la nascita, l’amore e la morte. La nascita, per tutti voi, è già accaduta: non potete farci più nulla. L’amore è una cosa del tutto eccezionale... accade solo a pochissime persone, e non lo si può prevedere affatto.
Ma la morte, accade a tutti quanti: non la si può evitare. È la sola certezza che abbiamo; quindi, accettala, gioiscine, celebrala, godila nella sua pienezza.
La morte è semplice svanire nella fonte. La morte è andare nel regno di ciò che non è manifesto: è addormentarsi in Dio.
Di nuovo tornerai a fiorire. Di nuovo rivedrai il sole e la luna, e di nuovo e ancora... fino a quando non diventi un Buddha, fino a quando non riuscirai a morire in piena coscienza; fino a quando non sarai in grado di rilassarti in Dio consciamente, con consapevolezza. Solo allora, non esiste ritorno: quella è una morte assoluta, è la morte suprema.”
“Se mi hai amato, per te, io vivrò per sempre. Vivrò nel tuo amore. Se mi hai amato, il mio corpo scomparirà, ma per te, io non potrò mai morire. Anche quando me ne sarò andato, so che tu mi verrai a cercare. Certo, ho fiducia che tu verrai a cercarmi in ogni pietra e in ogni fiore e in ogni sguardo e in tutte le stelle. Posso prometterti una cosa: se mi verrai a cercare, mi troverai... in ogni stella e in ogni sguardo... perché se hai veramente amato un Maestro, con lui sei entrato nel Regno dell’Eterno. Non è una relazione nel tempo, dimora nell’assoluta atemporalità.
Non ci sarà morte alcuna. Ιl mio corpo scomparirà, il tuo corpo scomparirà, ma questo non farà una gran differenza. Se la scomparsa del corpo creasse una pur minima differenza, dimostrerebbe soltanto che tra noi non è accaduto l’amore.”
 
 
Il parere di Osho su Amore e Odio
 
D.: Tu dici che amore e odio sono una cosa sola, ma nel mondo vedo più o...dio che amore. Allo stesso tempo affermi che l’illuminazione non è né amore né odio. Stai forse parlando di due diverse qualità d’amore? Come si inserisce questo nel tuo messaggio d’amore?
 
Amore e odio sono due facce della stessa medaglia.
Ma all’amore è stato fatto qualcosa di drastico.
E, incredibilmente, da persone che avevano le migliori intenzioni.
Non riusciresti mai a immaginare che cosa ha distrutto l’amore.
È stato proprio il continuo insegnare l’amore che lo ha distrutto.
L’odio è ancora puro, l’amore no.
Quando odi, il tuo odio è autentico
mentre il tuo amore è solo ipocrisia.
Questo deve essere compreso a fondo.
Per migliaia di anni preti, politici, pedagoghi, hanno insegnato solo amore:
ama il tuo nemico, il prossimo, i genitori, Dio.
Perché hanno iniziato a dare questi insegnamenti sull’amore?
Perché avevano paura dell’amore autentico, poiché questo è fuori dal vostro controllo.
Ne vieni posseduto.
Non lo possiedi, bensì ne vieni posseduto.
E ogni società vuole che tu ti controlli.
La società ha paura della tua natura selvaggia, della spontaneità,
così fin dal principio ti taglia le ali.
La tua capacità d’amare è la cosa più pericolosa, dentro di te,
perché quando sei posseduto dall’amore puoi anche combattere contro il mondo intero.
 
 

giovedì 26 luglio 2012

Roberto Nozzolillo: "Ancora sui miti al femminile..."




Dalla tradizione druidica emergono le ultime figure delle donne sacerdotesse.
In Europa la traccia della parte preponderante assegnata alla donna si rinviene presso i popoli d'identica origine rimasti barbari per migliaia di anni, e traspare nella Pitonessa scandinava, nella Voluspa dell'Edda, nelle druidesse celtiche, nelle donne divinatrici che seguivano gli eserciti germanici e che decidevano il giorno delle battaglie, e nelle baccanti della Tracia, che si rinvengono nella leggenda di Orfeo.

Così la veggente preistorica si perpetuò nella Pizia di Delfo. Per gli Orfici la Notte è una Dea, che fu amata dal Vento (Borea è chiamato anche oggi un vento del nord!) e che depose un uovo d'argento nel grembo di Oscurità; nacque così Eros (Amore, Amicizia…) e mise in moto l'Universo.

Gli orfici pareggiarono la competizione femminile-maschile, infatti Eros è maschio e femmina (i due contrari, in uno); contemporaneamente Eros, chiamato anche Fetonte Protogeno (protos "primo"), ha quattro teste (facile pensare ai Quattro Elementi!), mentre la Dea (la luce), che visse con lui in una grotta, aveva un triplice aspetto, Notte, Ordine, Giustizia (facile pensare ai Tre Principi!).

Eros creò il cielo e la terra, il sole e la luna, ma la triplice Dea imperò nell'Universo, finché con l'avvento del patriarcato la sua figura fu sostituita da Urano! Così il mito comincia a cambiare e venne detto che all'inizio di tutte le cose, la Madre Terra emerse dal Chaos e generò nel sonno suo figlio Urano. Urano, dall'alto delle montagne guardò la dea con occhio amoroso e versò piogge feconde nelle sue pieghe segrete, ed essa generò erba, alberi e fiori, unitamente alle belve e agli uccelli.

Quelle stesse piogge fecero poi scorrere i bacini, e così si formarono mari e laghi. Fu quindi imposto questo mito patriarcale ma anche il nome di Urano è la forma maschile di Ur-ana (regina dei venti, regina dell'estate): i seguaci di Varuna proclamarono che il loro dio era stato il padre delle tribù indigene, anche se ammettevano che Varuna, a sua volta, era figlio della Madre Terra.

Roberto Nozzolillo

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Nota Aggiunta:

Non dire mai di nessuna cosa: “l'ho persa”, ma “l'ho restituita”. È morto tuo figlio? È stato solo restituito. È morta tua moglie? È stata solo restituita. “Mi è stato tolto il podere”: no, anche questo è solo stato restituito. “Ma chi me l'ha portato via è un malvagio”: che cosa ti importa attraverso chi, Colui che te lo aveva dato ne ha chiesto la restituzione? Finché te lo concede, abbine cura come di una cosa altrui, come fanno i viaggiatori di una locanda.
(EPITTETO)

mercoledì 25 luglio 2012

Esseri di luce, cabala oscura ed umanità alla prova.. Messaggio intergalattico raccolto da Tullia Turazzi

Esseri di Luce


Più si prolungano i ritardi e maggiormente siete implicati nelle operazioni intese a liberarvi dalla presa della cabala oscura. Di fatto, ciò è auspicabile perché vi abbiamo sempre spronato a partecipare attivamente. Dovete superare le esperienze che vi sono necessarie in quanto Razza Umana, e non è il caso per noi d’intervenire mentre state ancora avanzando.

Nondimeno, anche noi abbiamo un nostro programma preciso da svolgere e presto si arriverà al punto in cui le nostre azioni convergeranno. Intanto, facciamo del nostro meglio per aiutarvi, mentre voi siete ancora spinti a continuare e con una buona riuscita. I progressi possono apparire lenti, ma in realtà state ottenendo ottimi risultati, e la gente è pronta a mobilizzarsi in caso di bisogno.

In questi tempi conclusivi, occorre stare in guardia perché gli Oscuri, per quanto seriamente indeboliti, stanno progettando un attacco contro di voi, che sarà il loro ultimo rantolo. Siamo in grado di aiutarvi a respingerli e attenuare le conseguenze delle loro azioni, e poi potrete prendere l’iniziativa.

Il migliore aiuto da parte vostra consiste nel restare concentrati sulla Luce e, se siete numerosi a farlo, si sprigiona una forza tanto potente da ridurre l’effetto delle energie inferiori.

Qualunque siano le voci in circolazione non lasciatevi spaventare, perché la disinformazione è fatta per creare situazioni favorevoli agli Oscuri. Ovviamente, ci possono essere anche notizie veritiere, ma limitatevi a prenderne nota e abbiate fiducia nei poteri superiori, compresi anche noi che stiamo lavorando duro per evitare qualsiasi incidente grave.

Al momento ci sono tra voi numerose anime coraggiose che si sono fatte avanti a loro rischio e pericolo per mostrarvi la strada, e noi le sosteniamo. Pertanto appoggiatele, per favore e, ove potete aiutatele, non fosse altro che spargendo la voce affinché altri possano acquistare fiducia in quel che sta avvenendo.

La Federazione Galattica di Luce è ormai generalmente nota in Occidente, ma questo non significa che sia compreso il ruolo che svolge nella fine dei tempi. Ci aiuterebbe se potete far comprendere alla gente che siamo tutti Uno e che non siamo “alieni”, nel vero significato della parola. Noi siamo voi: per l’esattezza, siamo quello che voi sarete in futuro e, come voi, abbiamo origine nell’Unico Dio di questo Universo.

Non rappresentiamo per voi alcuna minaccia e abbiamo raggiunto quell’elevato livello di comprensione spirituale che conosce soltanto amore verso i fratelli e sorelle degli altri mondi. Quando avrete l’occasione di riscrivere la vostra storia secondo quanto realmente accaduto e senza inesattezze o deliberate distorsioni, scoprirete che spesso vi abbiamo soccorso quando vi trovavate in seri guai.

Scoprirete anche che civiltà del passato sono state attaccate da Entità Spaziali, o che persino ne sono state assorbite, ma si tratta di Entità che non hanno niente a che fare con la Federazione Galattica.

Noi abbiamo prestato giuramento a Dio di difendere il diritto di ogni anima di fare le esperienze di sua scelta purché non interferisca con la libertà di un’altra anima. Noi riconosciamo anche che a ciascuno di voi è stato dato il libero arbitrio per creare il proprio percorso e acquisire l’esperienza necessaria per far progredire la propria evoluzione.

Per questo motivo, Carissimi, non possiamo semplicemente saltar giù e assumere il controllo delle vostre vicende perché significherebbe privarvi della possibilità di evolvere a modo vostro.

Noi, comunque, rispondiamo dei nostri atti agli Altissimi Esseri, che sovrintendono alla vostra civiltà e che sono responsabili verso Dio del buon funzionamento del Piano Divino, che ovviamente è di completare il ciclo della dualità con l’opportunità di ascendere. Noi siamo qui, dunque, per garantire che nessuno possa privarvi di tale opportunità, né con interferenze esterne né attraverso le macchinazioni degli Illuminati.

Ricordatevi che molte questioni imposte alla vostra attenzione e intese a porvi sotto ulteriore controllo, di fatto non hanno alcuna importanza.

Pertanto, vi chiediamo di non sprecare le vostre energie su queste minacce alla vostra libertà. Gli Oscuri conoscono bene la verità, ma perseverano nel loro disegno, sperando di creare tanta paura da ritardare il vostro cammino. Il vostro percorso, però, vi allontana da tale possibilità e, più rafforzate la Luce sulla Terra, più ne siete protetti. Gli Oscuri hanno un concetto molto limitato della vita, e non riescono a vedere al di là dei loro obiettivi demenziali.

Lasciateli continuare a scavarsi essi stessi la fossa e finiranno per caderci dentro; per il loro ritorno alla Luce, invece, occorrerà parecchio tempo. Noi non li giudichiamo perché si tratta di esperienze da loro stessi scelte, ma questo non giustifica un comportamento delittuoso nei confronti del prossimo.

La Vita e le Leggi che la riguardano sono state scritte da Dio, e nessuno può infrangerle senza creare un karma per se stesso. La malvagità nei confronti del prossimo è, comunque, prevedibile dato il basso livello vibrazionale della vostra dimensione, ed è provocata dall’assenza di Luce nelle anime che sono cadute tanto in basso.

Questa è la prova della dualità e l’avete affrontata di buon grado sapendo che sareste stati aiutati a uscirne. Adesso la conclusione è in vista e ben presto arriverà il momento dei festeggiamenti che celebreranno la fine della vostra lunga attesa. Non avrete alcun rimpianto, anzi sarete felici dell’opportunità ricevuta di imparare le conseguenze del libero arbitrio.

La vostra ricompensa sarà un gran balzo in avanti nella strada di ritorno verso le dimensioni superiori. Di conseguenza, per favore, mettete le cose nella giusta prospettiva quando si tratta di affrontare gli Oscuri, perché non sono in grado di frenare il completamento del vostro cammino.

Appoggiate chi è stato tanto coraggioso da avanzare allo scoperto per portarvi la verità. Fu fatto anche a rischio della vita, anche se ci è consentito proteggerli nel caso in cui il loro progetto di vita preveda un durata più lunga.

Ci sono, tuttavia dei casi in cui una grande anima acconsente all’ultimo sacrificio per aiutare l’Umanità a evolvere. Poche anime devono arrivare a tanto e vi basti guardare all’impatto che lasciano come, per esempio, John F. Kennedy. Lo fanno perché sono dei meravigliosi Esseri di Luce e sanno che la vita è eterna e che la morte non rappresenta la fine. Esse creano una grande effusione di Amore, che innalza le vibrazioni sulla Terra.

Anche voi, a modo vostro, state facendo qualcosa di analogo, e molti si sono incarnati per partecipare al piano generale d’elevazione dell’Umanità.

Io sono il Siriano SaLuSa e aspetto la vostra chiamata per portare avanti un piano, che è di frequente aggiornato, per adeguarlo agli avvenimenti terrestri. Infatti, deve essere costantemente riveduto data la rapidità con cui l’intero scenario può cambiare. Al momento siamo felici di vedervi proseguire la battaglia contro le tenebre e vincerla.

Questo è tutto quanto chiediamo: molto presto verrà il momento in cui saremo maggiormente coinvolti e, in verità, il tempo sta scorrendo velocissimo.

Tullia Parvathi Turazzi

martedì 24 luglio 2012

Cos’é l’amore e cosa é il sesso, e cos’é l’ascesi mistica?

Dopo il carnevale - Dipinto di Franco Farina 

Se facciamo un’analisi accurata sui processi emozionali e fisiologici scopriamo che in verità non c’é una reale scissione fra i sentimenti cosiddetti “puri” e lo “sconvolgimento” ormonale fisico. L’estasi é una forma di orgasmo e l’amore nelle sue varie forme ha sempre una componente fisica, con rilascio di endorfine nel corpo.

Persino nello yoga viene descritto il processo di risalita dell’energia “femminile” Shakti/Kundalini, lungo il canale spinale, come una sorta di viaggio verso il ricongiungimento con l’aspetto “maschile” Shiva… é da questa unione che sorge la piena consapevolezza di Sé.

Anche nell’esperienza empirica della vita quotidiana scopriamo che il maschile e il femminile, che sono solo aspetti funzionali alla manifestazione duale della vita, tendono continuamente verso la congiunzione. Forse esteriormente possono anche non apparire in forma propriamente maschile o femminile (vedi anche la teoria della pansessualità di Peter Boom) ma sicuramente assumono una forma “attiva e passiva”, o Yin e Yang se preferiamo una terminologia taoista.

Quindi bisogna partire dal presupposto che l’energia sessuale non é antagonista all’espressione amorosa, anzi ne é la componente cinetica.

Ma nella religione cattolica la parola “amore” viene spesso utilizzata in modo contorto ed alienante, ad esempio -afferma Peter Boom- la gerontocrazia vaticana ha abusato della santissima parola amore della quale non conoscono il significato, compreso forse meglio duemila anni fa da un Cristo che certamente non avrebbe permesso quella pedofilia ed il plurifavoreggiamento di essa perpetrata senza amore, per puro sfruttamento sessuale di bambine e bambini da preti frustrati e senza scrupoli..” (http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/11/papa-ratzinger-che-non-conosce-lamore.html )

Forse la prima cosa da fare per salvare il salvabile della religione cattolica, sarebbe quella di consentire il matrimonio ai preti, seguito immediatamente dall’apertura al sacerdozio femminile e successivo abbandono del meccanismo di potete politico ed economico vaticano. In tal modo sacerdoti e le sacerdotesse rientrerebbero nel “popolo” dal quale provengono e di cui sono parte. L’eliminazione del papato è un punto di immediata risoluzione per avviare questo processo di emendamento interno.

Nel  film di Nanni Moretti “Habemus papam”, in cui ha lavorato l'amico Peter Boom autore della teoria della Pansessualità,  in parte vengono toccate queste tematiche… ed in effetti le spinte a voler salvare la “religione” dalle grinfie dei suoi scherani malsani è già presente all’interno della sana comunità cristiana, penso ad esempio ai cattolici vegetariani, alle comunità alternative sociali, etc.

Paolo D'Arpini



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Intervento di  Antonio Sbisà:
La scala orgasmica
A certe donne ed a certi uomini iniziano ad avvenire fenomeni molto strani e felici. Quando fanno all’amore, si trovano immersi in espansioni passionali ed animiche profonde, lunghe, quasi fuori dal controllo del tempo. Possono raggiungere processi orgasmici molto potenti e scuotenti. Vortici di piaceri e di amore si alternano a profonde ondate di rilassamento. Si arriva progressivamente ad un apice, ad un culmine. Ma dopo non avviene una discesa, uno scarico dell’energia e del piacere. L’orgasmo e l’estasi arrivano ad un certo punto, poi si fermano e si rilassa la situazione, entrando in immersioni dilatanti e gustose. Ma l’entusiasmo orgasmico rimane vivo e provoca e si espande in ondate permanenti di entusiasmo, di gioia, e di fertile creatività, di intens...a celebrazione devozionale. Queste aree di gioia vitale epica si espandono verso tutte le persone e le attività della vita quotidiana. Quando poi le due persone riprendono a fare all’amore, che siano ore o giorni dopo, l’orgasmo inizia..da dove era rimasto prima, come se gli orgasmi si accumulassero su di loro. Ogni singolo atto sessuale diventa un nuovo lancio nell’infinita beatitudine. Le persone entrano allora gradualmente in forme di entusiasmo e di creatività permanente, si espandono nell’esplorazione del magico e del divino, melanconie o problemi e depressioni sono ormai un ricordo vago. L’intelligenza lucida e consapevole scioglie i problemi, una volontà tenace e ferrea felice fa avanzare, un cuore traboccante entra nell’amore universale. Non sono certamente finite le sfide della vita, i dolori e le prove provocano e rinforzano. Ma la spinta orgasmica ed estatica fa sentire immersi negli amanti, in tutti i rapporti, nel divino.

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Articoli sulla pansessualità:

domenica 22 luglio 2012

Tassa sul sesso? Sanare il deficit dello stato con i proventi della prostituzione significa accettare il deficit morale nella società…!

Apollo e Dafne



Certi 'parlamentari' dicono “Per battere la crisi economica, tassiamo le lucciole”....

Che sarebbe come dire: “pecunia non olet”… quindi in tempi di necessità meglio approfittare della corruzione e della prostituzione imperante, a tutti i livelli in Italia, legalizzandola e tassandola.

Il mio cuore trema di fronte alla vilificazione dell’amore implicita nella sconcia proposta.

La piaga della prostituzione è un segnale del malessere di questa nostra società e voler guadagnare sulla “malattia” è disumano e dimostra uno spirito debole.

Ammettere che il marcio possa divenire una fonte di reddito…? No, no! Lo stato come ente che tutela il bene comunitario dovrebbe invece disporre delle strategie per eliminare questo martirio della prostituzione e non “tassarne” i guadagni indebiti. Perciò ritengo tale proposta avanzata da alcuni politici indegna di chi vuol rapprentante la comunità, di un eletto in Parlamento che lavora per il bene pubblico.

Pensare che il rapporto amoroso possa essere risolto in termini di “prestazioni amorose” è avvilente.

La necessità di prostituirsi è una diretta conseguenza della mancanza di ecologia sociale nella nostra società urbanizzata.

Forse il meretricio ha origine in conseguenza e da quando è stato istituito il matrimonio monogamo (e reso obbligatorio), altrimenti questa pratica non avrebbe senso in una società spiritualmente ed ecologicamente integra in cui l’amore e la sessualità possano essere vissuti in forme sane e libere e collettive.

Ad esempio se si sente la necessità della promiscuità amorosa si potrebbe compartecipare ad una “famiglia allargata”, ed esperimenti in tal senso sono stati tentati in diverse comunità. Non ha senso accondiscendere alla pratica prostitutiva solo perché si sente il bisogno di promiscuità sessuale, sarebbe invece sufficiente superare il “contratto” monogamo e accettare che vari tipi di legame possano manifestarsi nelle maglie della società.

Saranno chiamati forse “harem” -sia al maschile che al femminile od al pansessuale- non fa nulla.

Ovviamente chi non desiderasse un rapporto promiscuo potrà sempre scegliere di unirsi in “rapporti preferenziali monogami”, l’importante è che l’amore prevalga e non lo scambio in denaro.

Se il sesso è conseguenza di manifestazione amorosa nulla posso obiettare nel modo in cui si manifesta ma se diventa “un fatto economico” mi rattristo e piango…..

Infatti posso comprendere che si possa ricevere un compenso per un lavoro di qualsiasi genere, materiale, intellettuale, scientifico, etc. ma un rapporto “intimo” non può -secondo me- essere equiparato ad un “lavoro”, esso è solo una espressione dell’emozione umana di scorgere nell’altro se stesso, amandolo, e quindi non può rientrare nell’ambito delle “prestazioni”….

Ma, vivendo nella società malsana in cui viviamo, sembra che la soluzione per sanare il deficit nazionale riposi nell’accettazione del deficit morale!

Non condivido il “pragmatismo” di quelle persone che vedono le cose nella loro bruttezza:  “…se la prostituzione esiste è meglio regolamentarla per un suo miglioramento utilizzativo”. Meglio che la dissolutezza sia legale e controllata…? Questa è una visione che personalmente non approvo….

Paolo D’Arpini, presidente Circolo Vegetariano VV.TT.
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana


Che bel sole - Collage di Vincenzo Toccaceli



Articoli correlati:  http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/07/28/cerco-famiglia/ 


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Commenti ricevuti:


Paolo Ercolani: “Per battere la crisi economica occorre recuperare competitività. Altro che tassare le lucciole!”  

Enrico Bianchi: “Caro Paolo, la tassazione della prostituzione sic et sempliciter sarebbe solo il secondo della saga di ruberie a scapito del popolo non sovrano. Se pensi che la prima e gravissima fu la liberalizzazione del gioco d'azzardo pensata ed attuata con una lenzuolata del Bersani, che infetta le menti deboli ed infesta ogni luogo virtuale e non. Stammi bene, ti abbraccio” 

 Albero Rosso: “E perché no, visto che ci sono, e non possiamo chiudere ipocritamente gli occhi?!? La prostituzione c'è, c'è sempre stata a tutte le latitudini (nulla a che fare con l'amore) e sarebbe davvero ora che anche in Italia venisse regolata e assai giustamente, tassata, come qualsiasi attività commerciale! Sarebbe ora!!!” 

 Luigi Pellini: “Lo fanno quasi tutti i paesi d'Europa, è antica come il mondo. Proverbio: Non te la prendere con lo specchio se la tua facci è brutta!”  

 Stefania Steffy: "Le prostitute servono alla società per evitare violenze sessuali di persone malate di sesso nei confronti di ragazzine o donne! Se la prostituta lo fa liberamente e con volontà di farlo, che male c'è ? Se la prostituzione fosse legalizzata e tassata regolarmente e se potessimo creare zone a Luci Rosse controllate dai carabinieri o dalla polizia o dai classici buttafuori come nelle discoteche, e una visita medica delle signore svolta mensilmente a livello gratuito... sparirebbero le malattie gravi, la tratta delle ragazzine straniere, sparirebbero quindi i papponi, la malavita non ci guadagnerebbe più, non avrebbero più motivi per marchiare le donne come mucche, sparirebbero le donne nude per la strada anche di giorno, i soldi guadagnati sarebbero delle donne che svolgono il mestiere più antico del mondo e pagare le tasse per avere la libertà di vivere, la protezione  non sarebbe una tragedia ma una crescita direi!! Dipende da che punto di vista si vedono le situazioni. Non deve essere solo tassato il mercato del sesso,ma regolarizzato con norme ben precise" 

 Luigi Crocc: “A dir la verità, anch'io potrei indignarmi sulla mercificazione che coglie le fasce sociali femminili economicamente deboli , ma se le inseriamo sul lavoro più antico del uomo la sua origine dovrebbe risalire al  peccato originale che se allora non vi erano soldi lo scambio  con una mela  frutto  femminile  con un melo legno a maschile favoriva  l' avvicinamento tra un uomo e una donna. Per cui nacque il primo  baratto sulla prima umanità che inventò  il  commercio tra uomini e uomini e donne e donne di tutte le genti e vennero  lotte e guerre dove ogni tribù o famiglia doveva resistere per  mantenersi ma se una donna non era adatta a combattere e a lavorare sui mezzi primitivi che allora usavono veniva indirizzata al commercio considerata attività debole  o  sessuale. E vennero  i sentimenti e le   religioni a regolarizzare i matrimoni non più di una donna e  non più di un uomo per avere  figli di  discendenza che ereditano la Domus. Ma non tutte si sposavano e non tutti le volevano,  e la Chiesa  di Roma costruì i conventi per sostenere sul obbedienza la povertà e la castità,   le  loro comunità , allora  perché non dare un  tetto anche alle  altre che non fanno voti  di fede  e castità  così vennero istituzionalizzati i Casini  di stato per i  controlli sanitari   e le  tariffe di  prestazione sulla  tassa  da pagare e le marchette , per avere  la pensione. Ma nel 1958 la legge Merlin  chiuse le Case  anche perché troppi  mariti spendevano e spandevano e le  mogli si lamentavano.  Gli uomini non portavano a casa i soldi per la famiglia e  non arriviamo alla fine del mese.  Ma,  a quel tempo sul  ricatto ai socialisti  e democristiani a fare i nomi dei proprietari e/o detentori di case chiuse  subito venne  approvata dai deputati e senatori la legge, senza il  referendum popolare.  Ma oggi a distanza di 54 anni  dove si annida la mercificazione? Nelle case private, ville, alberghi per il passaggio in macchina sulle strade più battute dalla prostituzione. Ma, quante sono  sul lavoro più antico del uomo?  100 mila 300   mila 1 milione  2 milioni, non si sa!  Non è possibile fare il censimento non si possono qualificare professionalmente,  orbitano sulla droga e la DELINQUENZA  comune  e  sono esenti da tasse..”

Francesca Salvucci: " Caro Paolo, qualche anno fa abitavo in un paesino dove si conosceva la donna che faceva il mestiere in questione,questa donna  non si è mai potuta ribellare a questo lavoro di generazione, la sua famiglia non ha voluto e lei non è riuscita ad uscirne... passando gli anni credo che si sia anche rassegnata e non abbia piu tentato! Ma al di la della brutta situazione  non sono daccordo con questo pensiero, la prostituzione c'è e c'è stata sempre ovunque, è una bella cosa? No. Ma invece di girarsi dall'altra parte o giudicarla (come hanno fatto per anni, forse secoli) chi di dovere dovrebbe controllare che queste donne siano consensienti e trattate con tutti i riguardi anche medici. Per la nostra cultura religiosa le case chiuse sono state eliminate, da una parte è una cosa positiva, ma dall'altra parte adesso stanno in giro x strada al freddo e vengono trattate allo stesso modo. allora, visto che la chiusura delle case non ha funzionato x far smettere l'esistenza della prostituzione qualcosa non quadra. Il nostro falso moralismo di italiani bigotti e religiosi ci ha impedito di nuovo di fare un passo in piu. Poi visto che si tratta di uno scambio di denaro è giusto che tutta questa gente paghi le tasse come tutti gli altri. Il tuo pensiero è molto dolce e parla soprattutto di amore, ma in giro per strada queste donne e questi uomini vendono solo sesso, e con quello che accade l'amore non c'entra più. L'amore è intimità, e l'intimità non puo esistere con una donna o un uomo  sconosciuti trovati all'angolo della strada con cui si passa al massimo un paio di ore. La tua soluzione sarebbe da illuminati, ma qua troppe  vite dobbiamo fare prima di avere una società rispettosa ed un governo rispettoso!!" 

sabato 21 luglio 2012

I Ching mensile: Esagramma 33 Tun (La Ritirata) – Dal 22 luglio al 21 agosto




Sotto vi è il Trigramma Ken e sopra il Trigramma KienPaolo D'Arpini

Tun significa La Ritirata. Questa ritirata non è dovuta ad arbitrio umano, bensì alle leggi degli accadimenti naturali. Perciò in questo caso la ritirata è il giusto modo di agire, è quello che non consuma le forze. (Matteo: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio… 5, 39).

La sentenza:
La Ritirata. Riuscita.
Nel piccolo è propizia perseveranza.

Commento alla decisione. Questo significa che la riuscita sta nella ritirata. Il successo sta proprio nel ritirarsi per tempo e nel giusto modo. Questo successo è possibile perché il ritirarsi non è la fuga obbligata di un debole, bensì il cedere volontario di un forte. Il senso del tempo della ritirata è grande, vale a dire che è d’importanza essenziale afferrare il momento giusto, quando la ritirata è nell’ordine delle cose.

L’immagine:
Sotto il Cielo vi è il Monte: l’immagine della Ritirata.
Così il nobile tiene lontano l’ignobile, non irato ma pacato.
Spiegazione. Di fronte all’avanzata dell’ignobile il nobile si ritira in se stesso. Egli non odia l’ignobile, poiché l’odio è una forma di partecipazione interiore al male. Il nobile mostra la sua forza portando l’ignobile ad arrestarsi, per mezzo del suo riserbo.

Commento alla quinta linea.
E’ compito del nobile riconoscere per tempo il momento di ritirarsi. Questa può compiersi in forma amichevole senza che si rendano necessarie incresciose discussioni. Ma pur osservando le forme esteriori è necessario mantenersi assolutamente fermi nella decisione presa, in modo da non lasciarsi fuorviare da considerazioni inopportune.


venerdì 20 luglio 2012

Il grande caldo – dal 22 luglio al 21 agosto: il momento del Leone e della Scimmia

Libertà - Dipinto di Franco Farina


Il momento della libertà

Il solleone impera.  Il Leone (zodiaco occidentale) e la Scimmia (zodiaco cinese)  si danno la mano in questa stagione di grande caldo…. è il loro momento.

Nel Libro dei Mutamenti (I Ching) questo momento è indicato dall’esagramma La Ritirata. Recede la durata del giorno e l’autunno si avvicina.

“If sages were concerned solely with their own happines with whom could those tormented by the sorrows of samsara seek refuge?”  Dice Vasishta a Rama consigliandogli di cercare a tutti i costi la compagnia dei saggi, ed in questo periodo ce n’è proprio bisogno… e ce lo conferma  Marcel Proust: “Il vero viaggio consiste  non nel cercare terre nuove ma nell’avere occhi nuovi”.

Muoversi con la luna

Questo è il lampo del grande caldo che ci fa desiderare l’arrivo dell’autunno, la luce che desidera la tenebra per riposare in essa. Molto favorevole la raccolta di erbe per rafforzare il cuore favorevole anche la falciatura di terreni erbosi in luna crescente ed anche il trapianto di fiori e frutti e di verdure che marciscono con facilità.

Cura del mese

Punture di insetti. Strofinare la zona punta con una fetta di limone oppure con un impacco di bicarbonato umido con argilla. In assenza di tutto ciò leccare di tanto in tanto (con abbondante saliva) la parte arrossata, la nostra saliva è un rimedio per tutti i mali sempre a portata di.. bocca.

Ricetta di crudità

In cucina si consiglia la cura dell’insalata. Mescolare insalata a foglie (lattuga,  indivia, scarola, radicchio, spinaci, bietine, etc) con  un po’ di verdura affettata fine (zucchine, carote, sedano, ravanelli, zucca, etc), aggiungere -se si vuole- un po’ di yogurt naturale o formaggio a scagliette, olive e capperi ed una manciata di frutta secca, qualche erba aromatica e condire con limone ed olio d’oliva, poco sale o gomasio.

Tradizioni

Per gli atzechi questo era il periodo della celebrazione del Fuoco e dei sacrifici. La potente energia del fuoco doveva essere alimentata  offrendo altra energia… Per noi popoli mediterranei la potente luce del sole era ed è simbolo di trasformazione. Tutto diventa “oro lucente”. Il periodo dedicato a Giove (che generò Danae trasformandola in pioggia di luce). Il culto del sole era praticato anche in Egitto ed il faraone era il suo simbolo in terra. A Roma l’imperatore Aureliano costruì nel 274 d.C. un magnifico tempio ad dio Apollo, personificazione del sole,  e divinità dell’arte e della bellezza.  La luce del sole è da sempre ed ovunque simbolo di “ragione purificata” alla quale si giunge allorché tutti gli uomini avranno ottenuto quello stato di “ragionevolezza” o saggezza ed allora essi ritroveranno l’Eden in terra.

Pensieri edificanti buddisti

“La pratica del buddismo deve insegnarci a vivere le nostre esperienze  nello stesso modo: senza eccitarsi per le esperienze dolorose o piacevoli, senza deludersi per quelle neutre. Quello che conta è riposare nella natura stessa dell’esperienza”.
(Michael Hookham)

“Se apriamo i nostri occhi, se apriamo le nostre menti, se apriamo i nostri cuori, scopriremo che questo mondo è un luogo magico. La scoperta di questa magia può avvenire solo quando superiamo il nostro imbarazzo di essere vivi, quando abbiamo il coraggio di proclamare  la dignità e la bontà di essere vivi, senza esitazione o arroganza”. (Choghyam Trungpa)


Paolo D'Arpini

giovedì 19 luglio 2012

Lucilla Pavoni: "Per applaudire occorrono due mani..."

Lucilla Pavoni al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia


Cari Amici, ho scritto una favoletta per bambini, ma forse può andare bene anche per i grandi. Se volete ve la racconto.

Un giorno ad un pover'uomo, che non si sarebbe mai aspettato tanto, avvenne un fatto strano. Senza niente che lo facesse presagire, ad un certo momento la sua mano destra si mise a litigare con quella sinistra.

Cominciarono all'inizio a farsi innocui dispetti,poi passarono ai pizzicotti,arrivarono a "pacche" sempre piu' pesanti,e alla fine si tirarono addirittura gli anelli.
Il poveretto era proprio sconcertato e non sapeva piu'come fermare questa guerra all'ultimo sangue che le sue mani si erano dichiarata. Giorno e notte era la solita storia e bastava un nonnulla per far ricominciare quest'assurda battaglia che ormai gli impediva persino di dormire.

Nei brevi attimi di tregua cercava di prendere sonno ma, proprio sul più bello,  le mani ricominciavano a darsi botte da orbi, e siccome erano dotate della stessa forza, nessuna delle due vinceva mai, perpetuando così questo strazio senza fine.
All'inizio aveva cercato di ammansirle, le carezzava, le adulava, qualche volta le spalmava anche con una crema alla camomilla, nella speranza di farle stare un po' tranquille.

Macchè, non c'era verso di trovare una soluzione e siccome al peggio non c'è mai limite,anche le singole dita di ogni mano, cominciarono a litigare fra loro. Il pollice, che era stato sempre disposto ad aiutare anche gli altri, dichiarò senza mezzi termini che d'ora in poi avrebbe pensato solo a se stesso. L'indice si rifiutò di indicare le cose, e così il pover'uomo dovette supplire con un cenno del mento a questa insubordinazione. Il medio poi affermò che era stanco di fare l'eterno intermediario e prese il vizio di accavallarsi sulle altre dita, creando grande scompiglio. L'anulare, dal canto suo, rifiutò ogni tipo di anello, ndicendo che non ne poteva più d'essere sempre sposato o fidanzato. Alla fine,anche il mignolo smise di fare il vezzoso quando il suo padrone sollevava la tazzina di caffè.

Insomma, ormai ognuno viveva nell'anarchia più assoluta, era assolutamente indispensabile trovare una soluzione...

L'uomo allora cominciò ad indagare con molta discrezione. Raccolse una parolina dalla mano destra, poi una dal mignolo della sinistra, e poi ancora un'altra dai rispettivi pollici delle due mani. Alla fine dell'inchiesta venne fuori che la lotta era cominciata perchè ognuno si sentiva meno considerato degli altri.

L'invidia e la presunzione, li aveva resi pazzi e ormai nessuno voleva fare un passo indietro per non essere considerato debole e indegno di rispetto. A questo punto ci volle tutta la pazienza e la comprensione del loro padrone per mettere fine alla disputa.

Disse loro che per lui nessuno era più importante degli altri e che non avrebbe mai potuto fare a meno di ognuno di loro. Poi andò al lavandino e con le mani sotto l'acqua parlò alle sue mani: "Lo vedete anche voi, care mani, che ognuna lava l'altra. E allora per piacere fate la pace e riprendete il vostro ruolo. Fu allora che tornò la pace e tutti i rancori si sciolsero in un fragoroso applauso.

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Lucilla Pavoni