domenica 30 giugno 2019

L'inquinamento acustico e musicale... mette a rischio l'intelligenza umana


"Nel silenzio tutto si manifesta" (Saul Arpino) - Foto di Gustavo Piccinini 


Solitamente l’immagine che si ha del rumore è legata alle attività lavorative, si pensa ad un martellar di lamiere, colpi d’ascia, motori che sibilano, traffico, ululati di sirene…. Solo a pensarci ci si sente infastiditi sia nell’olfatto che nell’udito! Ma è soprattutto il “rumore da divertimento” che è irritante e dannoso anche se viene considerato fonte di delizia e di esaltazione. Mi riferisco ovviamente ai decibel delle tiritere strombazzate dalle auto in corsa, fuoriuscenti dalle porte di localacci ambigui, dalle finestre delle case con televisioni accesi giorno e notte, dagli stereo dei venditori ambulanti, dalle cadenze hard rock di discoteche e club privati, e persino all'interno delle aree protette. etc.etc.

Quali sono le conseguenze sulla mente e sul corpo umano di queste cadenze emesse senza sosta? L’elettroencefalogramma evidenzia rallentamento dei ritmi, alterazioni dell’attività elettrica delle cellule nervose, riduzione dei riflessi e della memoria, eccitabilità e mancanza di risposte adeguate alle situazioni contingenti, anche alcune forme di cefalea possono essere collegate a traumi acustici. Il sottoporsi a rumori eccessivi porta a disturbi urinari e mestruali, fertilità e libido ne risentono anch’esse.

Le persone che vivono o lavorano in ambienti rumorosi sono le più soggette a fenomeni quali l’ipertensione o l’improvvisa elevazione della pressione sanguigna, a rischio sono soprattutto le persone soggette a problemi cardiocircolatori. Alcuni test di laboratorio hanno infatti dimostrato che se sottoposti ad un rumore di 90 decibel per 10 minuti i malati presentano evidenti alterazioni nell’elettrocardiogrammma.

Insomma il rumore in eccesso è puro veleno per l’uomo!

Il rumore di fondo al quale siamo esposti non dovrebbe superare i 60 decibel ma è un limiti ampiamente superato sia in Italia che all’estero. Tutto questo baccano oltre che portare ai disturbi sopra indicati ha anche altre disagevoli conseguenze: disabitua l’orecchio all’ascolto. Infatti l’inquinamento acustico ci porta ad ignorare (nel livello cosciente) quei suoni che il nostro udito non può sopportare, che è una sorta di sordità o distrazione psicologica. Oggi per combattere l’inferno del “baccano” si contrappone la semplice diminuzione (insonorizzazione) delle emissioni ma questo è un approccio meramente negativo.

Dobbiamo invece far sì che gli studi sull’acustica ambientale abbiano un valore positivo. Quali sono i suoni che intendiamo privilegiare, conservare, moltiplicare? Per capire questo discorso dobbiamo imparare a scegliere il rumore al quale sottoporci. Possiamo cominciare discriminando fra l’ascolto volontario della nostra melodia preferita ed il martellamento della musica indiretta. Questa presa di coscienza non ci potrà certo impedire l’ascolto della musica indiretta, spesso ammannitaci nelle forme più subdole come quando si va al supermercato o si ascoltano musiche strane su internet o televisioni (e dir si voglia), ma ci consentirà comunque di abituarci al distacco ed al discernimento in modo da non cadere vittime degli incantatori pubblicitari.

Infatti la sottomissione passiva (ignorante) alla musica indiretta è fonte di stravolgimento culturale e mutazione dei costumi (esattamente ciò che vuole la pubblicità..). Se restiamo vittime di questo influsso la musica, che è l’arte più vicina alla spirito (essendo nata proprio in funzione del nutrimento spirituale) ed orgoglio della nostra tradizione millenaria, smette di essere una cosa nata per “illuminare” la mente umana, allietando il nostro vivere, ma diventa fonte di confusione ed alienazione dalla vita (cosa tanto gradita a satana).

Oggi nella società in cui tutto è consumo ed appropriazione materialistica anche la musica è una merce di cui “godere” senza ritegno sino alla nausea ed alla negazione dell’armonia. “Gli uomini, cosiddetti civilizzati, sono diventati feroci uditori ma in realtà non sanno più ascoltare! Usano il suono come una droga stordente dimenticando così di godere del significato e del valore di quanto viene ascoltato” (Walter Maioli, etnomusicologo).

Come affermavo sopra anche le culture aborigene sono minacciate dalla massificazione musicale in corso, la musica dolce e profonda dell’oriente, delle Americhe o d’Australia rischia di restare contaminata irrimediabilmente dall’ondata volgare di suoni elettronici e decadenti della musicaccia occidentale di taglio consumista. “E’ pur vero che le diverse civiltà possono crescere attraverso ibridazioni e contatti, ciò è sempre avvenuto in passato, ma dovrebbero poter continuare ad evolversi senza subire una colonizzazione assoluta e perciò inaccettabile” (Roman A. Vlad, musicista). 

Nell’ascolto non si tratta perciò di mettere in contrapposizione la musica elaborata, ricca di significati simbolici, con quella popolare e primitiva… piuttosto, ai vari livelli, di sottolineare la profonda e radicale differenza delle finalità fra un prodotto di consumo ed opere in cui la ricerca estetica continua ad essere portata avanti.

E qui torniamo al problema dell’inquinamento acustico… (e non solo nelle città, poiché ormai esso impera ovunque) per scoprire che mentre un pubblico sempre più vasto si sottopone, più o meno volontariamente, ai prodotti musicali di consumo, s’impone per “l’ascoltatore” di qualità un eccessivo sforzo discriminatorio e di pazienza per non restare coinvolto e sconvolto dal rumore della diffusione di massa.

Occorre evitare che la capacità melodica, che fece sognare l’uomo per millenni e che è ormai una componente emozionale della sua vita spirituale, cada vittima dei “petrolieri” musicali. La melodia, che ha il silenzio come base, non deve infatti soccombere ad un’era perversa e sordida frastornata da ogni rumore. Il rischio inverso, dicevo sopra, è l’assuefazione inconscia al frastuono e la perdita totale della capacità di ascolto.

E vorrei ora ricordare ai convalescenti desiderosi di cure melodiose un qualcosa che possiamo fare per recuperare l’amore per i suoni naturali. Quando ci rechiamo in campagna, sulla riva di un fiume, in qualsiasi ambito naturale, abituiamo l’orecchio al vuoto, spegniamo ogni brusio tecnologico, non parliamo, lasciamo che la natura trasmetta i suoi messaggi: il ronzio di un’ape sui fiori, il guizzo d’ala di un passero, un refolo di vento tra le foglie, il fruscio dei nostri passi sul sentiero… In tal modo sentiremo nascere dentro di noi una nuova armonia, che parte dal cuore…


Paolo D’Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana 

Qualità delle piante bioregionali: forma, colore e sapore

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Erbe, oligoelementi, vitamine e qualità delle piante: forma, colore e sapore.

Negli ultimi decenni con l’impoverimento dei terreni e delle colture trattati con fertilizzanti chimici, insetticidi, fungicidi ecc, i prodotti vegetali risultano enormemente impoveriti dei loro componenti nutrizionali e questo può portare a delle carenze in coloro che si nutrono di prodotti convenzionali.
Erbe, Oligoelementi, vitamine e qualità delle piante: forma, colore e sapore
La cottura degli alimenti poi contribuisce ulteriormente alla perdita di vitamine e minerali. Così succede che molti ricorrano ad integratori alimentari convinti di arginare il problema, cadendo dalla padella nella brace perché gli integratori di sintesi, come afferma una recente ricerca, non solo risultano inutili ma aumentano del 16% la possibilità di contrarre malattie. La soluzione migliore è quella di ricorrere alle erbe spontanee raccolte in luoghi inaccessibili, dove, pur considerando l'inquinamento atmosferico generale, almeno non vi saranno veleni sparsi per l'agricoltura.
In natura tutto segue uno schema di corrispondenze. Potremmo affermare che  ogni forma vivente assume aspetti psicosomatici che corrispondono alle qualità incarnate. Questo fatto era noto sin dalla più remota antichità, all’uomo ed agli animali. Infatti confidando nella innata comprensione essi si curavano sentendo attrazione o repulsione per certe specifiche piante o alimenti. Questa naturale pre-conoscenza è stata alquanto offuscata dal momento che l’uomo ha preferito  seguire un metodo limitatamente  scientifico che, essendo imperfetto data la natura stessa dei mezzi utilizzati, nel corso del tempo ha impedito la continuità di questa innata pre-conoscenza.
“L’organismo appare come un tipo di oligarchia  in cui un’enorme massa di elementi passivi è dominata da un piccolo numero di elementi catalizzatori” (Gabriel Bertrand). Gli oligoelementi infatti presiedono agli indispensabili processi catalitici degli scambi di cui il nostro organismo è la sede permanente.  Da ciò si può intuire l’importanza degli oligoelementi  nei fenomeni biologici avvalorata dalle funzioni vitaminiche ad essi collegati.
Ma torniamo alla pre-conoscenza  che ha consentito agli esseri viventi  il mantenimento della struttura psicofisica in euritmia. In questo contesto si inserisce la classificazione delle piante e delle loro qualità sulla base del colore, del sapore e della forma…
Questa descrizione psicosomatica, ad esempio, è tuttora  eseguita nel sistema integrato cinese in cui psiche e natura sono considerate strettamente interconnesse. Questi stessi aspetti  sono per altro utilissimi nell’individuazione delle carenze di oligoelementi. Altrettanto valida è anche la macrobiotica giapponese. 
Ma tali conoscenze non scarseggiano nemmeno nella tradizione erboristica nostrana. Secondo la tradizione popolare la forma il colore ed anche il sapore delle piante che spontaneamente  crescono nella propria bioregione di appartenenza sono correlati ed interagiscono con gli organi cui esse corrispondono. Ad esempio la noce, che assomiglia al cervello umano, è correlata ed influisce positivamente con questo organo. Oppure la coda cavallina (che ricorda la coda dell’equino) è raccomandata per le carenze di minerali. Poi scopriamo che le foglie della polmonaria (somiglianti visivamente a questi organi)  vengono raccomandate dai contadini come antiasmatico, oppure lo stramonio (una pianta psicotropa detta anche erba del diavolo) con i suoi fiori osceni e cavernosi è abbinato ai mali della psiche…
Insomma tutto corrisponde al tutto e per essere in buona salute gli organi del corpo umano debbono mantenere un equilibrio funzionale interno e rapportarsi armonicamente gli uni con gli altri e perciò si dice che la forma, il colore ed il sapore delle piante  rimandano all’organo sul quale agiscono.
Ed anche i sapori hanno  una forte influenza sulle funzioni fisiologiche. Il sapore acido è astringente quindi in grado di sciogliere i blocchi che ostruiscono la circolazione dei liquidi interni. Il dolce rilassa, armonizza e porta energia. Il piccante mobilizza l’energia, esteriorizza i liquidi ed è considerato ottimo contro le malattie da raffreddamento. Il salato è emolliente, scioglie noduli e masse.
Questo è solo un piccolo input per approfondire la memoria spontanea di ciò che è sempre stato e sempre sarà. Quella conoscenza, o pre-conoscenza, che consente naturalmente alla vita di procedere per il suo giusto verso. 
 Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana 

sabato 29 giugno 2019

Resoconto del Collettivo Bioregionale Ecologista, Solstizio estivo e San Giovanni a Treia, 22 e 23 giugno 2019



Sono già passati diversi giorni dalla manifestazione, il ritorno a Spilamberto con Paolo, il ritorno al lavoro e questo caldo anomalo per questo periodo e arrivato così all'improvviso mi hanno fatto passare di mente di scrivere qualcosa riguardo all'evento del 22 e 23 giugno u.s..Mi accingo a farlo ora, anche per avere una piccola memoria, anche se le numerose foto scattate e pubblicate sui social dicono già tanto.

Il 21 giugno intanto io, Giuseppe e Ivana eravamo partiti dall'Emilia per Treia, arrivando all'ora di pranzo e trovando Paolo felice di riceverci e con un ottimo pranzetto. La giornata è andata avanti tra riposini e acclimatamento nel paesello, finendo in serata con una buona pizza in piazza da Michè a cui ha partecipato anche Ugo.

Per la sera del  22 era previsto, come primo evento del Collettivo una conferenza di Peppino sull' "anima individuale secondo le Upanishad" https://bioregionalismo.blogspot.com/2019/05/the-jiva-individual-soul-according-to.html  nella saletta del Villashop di Passo di Treia, ospiti degli Orazi, Francesca, Francesco e Sandro (il papà di Francesco, che è stato presente a tutto il discorso con grande attenzione). C'era un bel gruppo di amici marchigiani, interessati ai temi della spiritualità. Il tutto si è concluso con un ottimo rinfresco preparato dalla brava Francesca.

Il 23 giugno il programma era molto nutrito: l'appuntamento era alle 10 di mattina alla sede dell'Auser, per andare prima al "pisciarello", una sorgente di acqua fresca e buonissima, davanti alla quale Andrea ci ha letto il Cantico delle Creature di San Francesco e ha fatto una benedizione della fonte e nostra, poi a casa di Chiara e Andrea, in contrada Moije di Treia (una zona bellissima e da noi per niente conosciuta) e alla vicina azienda "Kikenda" di Mattia. Qui abbiamo visitato il frutteto di Mattia, che viene coltivato secondo il metodo biodinamico e che sta crescendo e non è ancora a piena produzione. Ci sono decine di varietà di frutta, anche antica: meli, peri, albicocchi, peschi, ecc. Mattia ci ha fatto una piccola "lezione" sul metodo biodinamico e ci ha anche parlato dei preparati che si usano in questo tipo di agricoltura. Uno spuntino a base di torte alla frutta e non, cachi secchi e bevande a base di mela e sambuco ha concluso la mattinata. Poi ci siamo trasferiti da Andrea e Chiara dove si è continuato col pranzo a base di cibo da ognuno portato, sotto un gazebo. Io e Paolo ci siamo appartati un po' all'ombra a riposare. 

Poi ci siamo radunati in una stanza per un giro di condivisione a cui hanno partecipato tanti amici: è stato un momento in "movimento", infatti c'era gente che arrivava in continuazione  e si aggiungeva al cerchio. Alcuni, che erano intervenuti per presentare cose particolari, per lo più libri, sono intervenuti all'inizio: Enrico Tassetti con la sua "Sibilla pastora", Felice col suo libro di poesie "Non ho tempo per la fretta" e Andrea Biondi (il padrone di casa) con i suoi libri di poesia, "le campagne hanno bocche" e "La ghironda", poi Andrea ha voluto leggere una poesia anche dal libro di Morena Oro "Il sospiro di Medusa" e Liana Maccari ha letto un brano dal suo libro "Corri a scuola durante il terrorismo". Infine Maurizio Angeletti ci ha declamato una sua poesia da uno dei diversi libri da lui scritti. Insomma, sembrava una fucina di letteratura contemporanea.

Proseguendo a giro, con il bastone della parola inghirlandato d'iperico,  anche gli altri hanno detto qualcosa, presentandosi e raccontando le sensazioni che si stavano provando. Io, come già mi è successo altre volte, mi sono commossa raccontando a grandi linee la storia di me e del "paesello" a cui tanto sono legata, Treia. Vorrei nominare tutti gli altri presenti; spero di non dimenticare nessuno: Paolo, Letizia, Chiara, la compagna di Enrico di cui non ricordo il nome, Gigliola, Petra, Francesco e Francesca con Martino, una coppia di amici dei padroni di casa con una bella bambina e un altro in arrivo, Daniela Saltari, sua mamma, Nunzio, Daniela Spurio e Maurizio, Barbara e Daniele, Orietta, Silvana, una silenziosa amica di Chiara, Mattia e la sua compagna, Danizete e Donatello, Peppino e Ivana, Giovanni e la sua compagna, altri di cui non ricordo i nomi, senza però dimenticare il nostro amico e fotografo ufficiale Giampaolo Damiani che ha partecipato a entrambe le giornate. Vorrei ricordare anche un paio di amici, di solito presenti, ma stavolta assenti per motivi di salute, Simonetta e Fernando. Per un saluto da parte dell'amministrazione di Treia è intervenuto il consigliere Tommaso Sileoni con famiglia, molto interessato alla recita. Paolo, che proprio quel giorno compiva 75 anni, è stato degnamente festeggiato, è stato riempito di auguri, dolci e regali. 


Finita la condivisione si sono allestite le scene per la recita del Teatro delle Immagini Parlanti e poi ha avuto inizio la commedia. In un prato, con l'immagine di Treia sullo sfondo,  con tutti attorno gli spettatori plaudenti. Gli attori sono stati tutti bravissimi, evidentemente si erano immedesimati bene nella parte.

Gran finale all'azienda Kikenda, dove era stato portato tutto il cibo e le bevande rimaste ed altro aggiunto,  tra cui due caraffe di vetro con l'acqua benedetta di San Giovanni amorevolmente preparata da Chiara, ed erano già pronti i musicisti del gruppo The Tea Chairs (in cui suonano anche Andrea e Chiara assieme ad altri quattro componenti) che ci hanno deliziato le orecchie per un paio d'ore con un repertorio vario, tra cui De Andrè e Rino Gaetano. Mattia aveva preparato una catasta gigante di arbusti cui poi è stato dato fuoco ottenendo così un grande falò. Peccato che solo in pochi si sian lanciati a ballarvi attorno. San Giovanni è stato così degnamente festeggiato, assieme a Paolo. 

Buona estate e che la gioia provata in quella giornata rimanga sempre in tutti noi!

Caterina Regazzi 



Link fotografici:


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giovedì 27 giugno 2019

Roma, dal 15 al 19 luglio 2019 - Corso di formazione per organizzatori di orti urbani condivisi


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Venerdì 05.07.2019 scade la possibilità di presentare la candidatura per partecipare al corso di formazione per aspiranti GARDENISER (organizzatori di orti urbani condivisi). Il corso è totalmente gratuito, ma potrà accogliere solo 20 partecipanti. Si terrà presso la Casa del Giardinaggio del Comune di Roma (Ardeatina - Millevoi) da Lunedì 15 a Venerdì 19 Luglio 2019. 

La conduzione del corso è condivisa all'interno di un gruppo di persone che da anni, per diverse ragioni e percorsi, seguono e supportano la nascita, crescita e sviluppo degli orti urbani condivisi a Roma e non solo. Gardeniser pro è un progetto europeo che propone, oltre al corso, la possibilità di svolgere da settembre 2019 una esperienza pratica di 40 ore come gardeniser in orti di Roma (IT), Colonia (DE), Nottingam (UK), Pau (Francia) e Creta (GR) e di ottenere il BREVETTO da GARDENISER, strumento sperimentale di riconoscimento delle competenze che si sta mettendo a punto con il coinvolgimento della Regione Lazio. 

Il Municipio Roma VIII e conseguente il Comune di Roma patrocinano l'iniziativa. 

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PER INFO E CANDIDATURE: 

http://www.gardeniser.it/partecipare/

mercoledì 26 giugno 2019

Corrispondenza sul rapporto tra uomo natura animali ed il bioregionalismo


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Carissimo Paolo D'Arpini, che purtroppo non conosco ma che sarei felice di conoscere, condivido in pieno che l'uomo adora ridurre in schiavitù e prigionia (auto-imprigionando quindi poi se stesso, per ovvia conseguenza ogni tipo di essere vivente, in primis gli animali, condivido il "Riflettiamo su ciò!" che chiude l'articolo (*), ma chiedo come risolvere?

Essendo impossibile una vita "libera " per cani gatti eccetera,  in questa società, l'uomo (non l'accaparratore seriale di animali che si circonda di numero indecente di soggetti) se lo accasa, e così lo costringe alla stessa vita che fa fare ai figli, (4 mura, orari dettati dal consumismo e da obblighi di lavoro del capo famiglia per la sopravvivenza di tutti ecc.....)
Ma fin qui ci siamo, credo, ma poi?

Invito tutti ad una mobilitazione per sensibilizzare per ottenere leggi che impongano le sterilizzazioni, non solo di cani (solo le femmine ) dei canili, o le gatte delle colonie, ma di tutti, riducendo così il rischio randagismo di una  buona percentuale...  Riflettiamo, ma non basta. Agiamo.
chi volesse unirsi alla battaglia Enpa Viterbo per le sterilizzazioni può contattarci: più saremo più faremo il bene reale dei nostri amici animali. 

Chiarle Mauro
presidente E.N.P.A. Viterbo
cell: 3275765265  mail:  viterbo@enpa.org


Mia rispostina: 

"L'analisi del sig. Chiarle Mauro, relativo agli animali da compagnia, da un punto di vista prettamente teorico potrebbe anche avere un senso, però non si capisce quale scopo voglia  egli ottenere con la sua proposta. 

L'estinzione degli animali da compagnia? Il ritorno di alcuni esemplari alla selvaticità ed alla fuga dal contesto umano? Purtroppo questi animali abituati per millenni alla convivenza con l'uomo non potrebbero tornare alla selvaticità se non con problematiche di convivenza (vedi l'esempio dell'orsa Yoga o dei cani rinselvatichiti che fanno branco per attaccare greggi ed anche umani). Sì, però, questa evenienza potrebbe configurarsi nel caso di un crollo della civiltà umana, dovuta a guerre, ad esempio, o a degrado ambientale, ma non credo possa  rappresentare una "soluzione". Un po' come è avvenuto con il consumismo che sta conducendo la nostra  comunità non solo al declino etico e morale ma anche alla distruzione dell'habitat e di conseguenza al crollo dell'intelligenza  e delle solidarietà sociali e delle capacità di sopravvivenza. Purtroppo come l'uomo è regredito lasciandosi andare per pigrizia e desiderio di  comodità  a questo stato di cose, che comporta la distruzione delle risorse, l'inquinamento, la perdita di nervo e di adattabilità alle nuove situazioni che verranno in conseguenza, occorre invertire il processo  attuando pian piano  quella "decrescita" che consentirebbe il recupero delle qualità perse. Quindi il problema non è solo quello di diminuire drasticamente la presenza di "pets" nella società umana ma anche capire come questo bisogno abbia indebolito in primis la nostra specie e poi anche gli animali utilizzati allo scopo. Andare sempre avanti se la strada è sbagliata porta a nessun posto, occorre tornare indietro...  

E come? Secondo la mia esperienza di vita bioregionale, non eliminando il rapporto con gli animali ma portando quel rapporto su un piano di pariteticità e di "disintossicazione" dalle necessità emozionali, sostitutive dei sani rapporti tra umani. Tutto questo è possibile solo cambiando il nostro atteggiamento nei confronti della Natura e degli animali, attraverso un sano "interspecismo" e la considerazione che la nostra vita non è diversa dalla vita che ci circonda. Ogni specie ha un suo ruolo nell'esistenza globale e non si può ritenere che un "aggiustamento utilitaristico" possa essere deciso sulla base di una "filosofia".  Questa la visione bioregionale e questa visione  ha un valore ed un significato  non se imposta da leggi ma se vissuta attraverso una personale crescita ed una propagazione cuore a cuore... indifferentemente dal luogo in cui si vive e dalle condizioni economiche e sociali. Anche fare delle esemplificazioni "sommarie" è superfluo perché le situazioni e le necessità di questo ritorno alla vita collettiva possono avere tempi e modi diversi.  

Ognuno ha il suo posto nel contesto della vita  e non si può decidere a priori di usare lo stesso metro per misurare le relazioni tra tutti gli esseri viventi e non. Possiamo osservare l'atteggiamento delle diverse specie fra loro  e capire da ciò il significato del termine "interspecismo" bioregionale. 

Paolo D'Arpini

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Nota in calce:

Scrivevo in un precedente articolo (**)  "L’uomo in questo ultimo secolo è divenuto il peso più grande per il pianeta Terra, siamo troppi  ed inquiniamo tremendamente e rubiamo spazio al selvatico. Tutto ciò  è innegabilmente vero, non posso però proporre soluzioni finali e sperare nell’armageddon, come molti illusi fanno, per risolvere il problema  del mantenimento di una civiltà umana degna di questo nome.    

Nell’ecologia profonda si indica sempre  la condizione presente come base di partenza per il successivo cambiamento o riparazione….  considero però che questa società non potrà durare a lungo ed è bene che vi siano delle “nicchie” di sopravvivenza, dalle quali ripartire con nuovi paradigmi di civiltà in cui mantenere un equilibrio fra uomo-natura-animali (dice una poesia: o si salvano o si perdono insieme).   

Anche se non è attualmente il mio compito specifico quello “di salvare il mondo” (”sed ab initium”)  sento che è giusto evocare questa necessità.  Siamo sul filo del rasoio e solo la vita potrà indicarci la direzione, al momento opportuno. L’idealismo non serve a nulla!  Non vorrei esprimermi come il  papa di una nuova religione,  non ho  assunto delle regole e dei comandamenti,  le mie lettere son solo proiezioni di pensiero, aggiustamenti mentali per individuare nuove vie di uscita. Infatti a che servono i “principi” nella vita quotidiana, nella sopravvivenza quotidiana del giorno per giorno, salvando il salvabile senza rinunciare alla propria natura?…." 

(P.D'A.)

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Bioregionalismo e botanica in Molise - "Capracotta in fiore (ed in erba)" - Espò di Luglio 2019



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Capracotta  in fiore (ed in erba)

La Foresta Terapia e i preziosissimi doni delle Erbe Spontanee, della Montagna, del Camminare e della vita Conviviale

LUGLIO 2019.  A FIANCO DI GRETA E SULLE ORME DI LUCIA DI MILIONE

Sabato 6. Ore 16-17. Giardino della Flora Appenninica. Riconoscimento Erbe.
A Cura di Carmen Giancola. Botanica (info e prenotazione : 3496107487)
Ore 18.30. Ristoro Tika. Conferenza. Cos’è la Foresta Terapia. Cena 3931801435
Domenica 7. Ore 9.30-17.00. Da Piazza Nicola Falconi a Masseria Campanelli.
Foresta Terapia. Pranzo al sacco. Antonio D’Andrea. Animatore 3331006671
Lunedi 8 e Martedì 9. Ore 10-13. Villa Comunale. Ludoteca Natura e Arte

Sabato 13. Ore 16-17. Giardino della Flora Appenninica. Riconoscimento Erbe.
A Cura di Carmen Giancola. Botanica (vedi sopra).
Ore 20.00 Verso la Luna Piena. Cena Poetica. Hotel Monte Campo 0865945374
Domenica 14. Ore 9.30-17.00. Da Piazza Falconi a Monte Campo.
Foresta Terapia. Pranzo al sacco. Antonio D’Andrea. Animatore. (3331006671)
Ore 20.00. Verso la Luna Piena. Attorno al fuoco.
Lunedì 15 e Martedì 16. Ore 10-13. Villa Comunale. Ludoteca Natura e Arte.

Sabato 20. Ore 16-17. Giardino Flora Appen. Riconoscimento Erbe (3496107487)
A Cura di Carmen Giancola. Botanica ().
Ore 20.00. Ristoro Tika. Cena a base di Erbe Spontanee (prenotare: 3931801435)
Domenica 21. Ore 9.30- 17.00. Da Piazza Falconi a Monte Capraro.
Foresta Terapia. Pranzo al sacco. Antonio D’Andrea. Animatore (3331006671)
Lunedì 22 e Martedì 23. Ore 10-13. Villa Comunale. Ludoteca Natura e Arte.

Sabato 27. Ore 16-17 Giardino Flora Appen. Riconoscimento Erbe (3496107487))
Ore 20.00. Ristoro Tika. Cena a base di Erbe spontanee (prenotare 3931801435)
Domenica 28. Ore 9.30-17.00. Da Piazza Falconi a Pescopennataro.
Foresta Terapia. Pranzo al sacco. (vedi sopra)
Lunedì 29 e Martedì 30. Ore 10-13. Villa Comunale Ludoteca Natura e Arte.

Per gli incontri di Foresta Terapia è d’obbligo la tessera dell’Ass. Vivere con Cura. Quota annua di 10 euro. Ricordiamo che Capracotta si trova a 1.421 metri: equipaggiarsi di conseguenza e con scarponi.
Info per le prenotazioni: Antonio 333.1006671.

Manifestazione  promossa da: La Casa delle Erbe "Irene e Lucia di Milione” di Vivere con Cura a Capracotta (IS),  Bootleg - Tè Caffè Infusi Musica - Campobasso (CB) radici nella Terra (Is)

La Castellana - Casa delle Erbe - az. agricola specializzata nella Coltivazione di Sogni (CB)
la pro loco e il Comune di Capracotta - il comune di Castel del giudice (IS). 



Immagine correlata

Mappa Erboristica del Molise…
Indirizzi utili per imparare tanto e bene sulle Erbe Spontanee

Carmen Giancola. Botanica. Giardino della Flora Appenninica. 3496107487 Capracotta.
Ivonne Vergara. Raccoglitrice e Insegnante di Erbe Spontanee. 3393252208. Cantalupo
P. Francis. Insegnante laboratori Erboristici.3460217244. Cantalupo (Isernia)
Sebastiano Delfine. Docente Unimol. 3383834175. Campobasso
Michela Catalano. Raccolta e labor. Alimentari e Pasticceria. 3286228278. Capracotta
Nunzia Beniamino. Laboratori Alimentari. 3407636679. Capracotta
Simone Gentile. Mele Biologiche. 3381474128. Castel del Giudice (Isernia)
Carmine Mosesso. Scuola di Apicultura. Scuola nel Bosco. Capanne dei Boscaioli.
347 7930716. Castel del Giudice.
Tika. Ristorante con Erbe Spontanee. 3931801435. Capracotta
Radici nella terra. BioNegozio con sala da thè e incontri eco-culturali. 0865 520261 (Is)
Natura Vicina. Orto Biologico. 0865 1998019. Macchiagodena
Bio Orticultura e rose Antiche. Giovanni Ciccorelli. 3479075604
Shaana De Santis. Poeta del Bosco e della Luna. 3667142743. Isernia
Daniela Catalano. Cucina e Pasticceria Vegana Selvatica. 3663113438. Capracotta
Marco Cacciavillani. Fattoria didattica. 3337544422. Agnone (Isernia)
Andrea De Santis. Birra all’Ortica. 3283734073. Campobasso
Giovanni Piunno. Liquori e dintorni alle Erbe. 3388929253. San Giovanni in Galdo (Cb)
Donatella di Lallo. Artista. Fattoria didattica. Natura e Arte. 3339842898. Campobasso
Annamaria Fratangelo. Maestra di Cene ErboConviviali. 3881722893. Campobasso
Domus Medica. Centro di cure e Medicine Naturali. 0874870304. Bagnoli del Trigno.
Nicola. Laboratorio prodotti Alimentari e Erbe e Frutti Spontanei. 3331824954. Oratino
Franco Miranda. Gelateria su ricette del ‘600 con Erbe e Frutti Antichi. 3336556015. Cb
Lolea. Cosmesi Bio. 3381679015. Castelbottaccio (Cb)
Diego Perrella. Erbe e Naturopatia. 3663628547. Agnone
Spezie e Erbe dall’Oriente. Sala da Thè. Musica di Qualità. Bootleg 3492659802. Cb
Concetta Fornaro. Officina Creattiva. MultiEcoAttività. 320 1863986. Campobasso.
Silvia Santone. Riciclo Mobili. Vetro Sabbiato. EcoCasa vacanze. 3204569817. Cb
Casa delle Erbe di Capracotta. Circolo Irene e Lucia di Milione. Antonio D’Andrea. Animatore delle Erbe. 3331006671. …e dintorni…
La Selvaiana. Alberto Bucci e Pina Assenza. Erbe e Cucina alle Erbe. Lu. 3894308212
Marco Sarandrea. Docente erboristico. Scrittore. Collepardo. Frosinone 336912277
Maria Rivecca. Insegnante. Casa delle Erbe. Pomarico. Matera. 3206815030
Massimiliano. Casa delle Erbe di Lucca. Decrescita Felix. 3496802275.Karin Sieber. Maestra delle Erbe. Triora. Liguria. 3460120034 .… infine: sul Web: Plantsnap.
Casa delle Erbe di Capracotta. www.vivereconcura.org. barchettaebbra@gmail.com

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Antonio D'Andrea in fiore

martedì 25 giugno 2019

Morte e rinascita - “I passaggi dopo la morte” a Casa Val di Sasso


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Domenica 30 giugno 2019,  ore 15.30, a Casa Val di Sasso in via Castellino 381 - Guiglia (Modena)

MORTE E RINASCITA

“IL PENDOLARE TRA TERRA E CIELO”

Visione di un video di Chantal Dejean. *)
Fin da bambina è in contatto con il mondo sottile e con i defunti,
i quali trasmettono messaggi consolatori a chi vive sul piano terreno.

Prima e dopo il video i partecipanti sono invitati a commentare l’argomento.
“I passaggi dopo la morte” (poesia scritta da me)

Se ti interessa, ti chiedo di avvisarmi nella mattinata di domenica.
Tel 059 795841 mail casavaldisasso@gmail.com

E’ gradita una merenda da condividere, ognuno porta qualcosa.

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Maria Bignami in cucina





Mediterraneo - Operazione Arcipelago Pulito dalla plastica


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 Anche nel Mediterraneo si stanno formando isole di plastica , ad esempio ce n'è una nel mar Tirreno tra l’Isola d’Elba e la Corsica.  Noi di Accademia Kronos non siamo restati con le mani in mano, abbiamo attivato i nostri referenti toscani, abbiamo contattato alcuni pescatori locali e le capitanerie dei porti, ovviamente la stessa cosa hanno fatto le altre organizzazioni come la nostra ed anche il CNR. 

Risultato: è scattato il progetto “Arcipelago pulito”, i pescatori che prima erano obbligati a ributtare in mare i rifiuti di plastica che restavano nelle reti adesso sono autorizzati a portarli in porto per un futuro riciclo. Pertanto ora abbiamo i pescatori professionisti impegnati a “smontare” l’isola di plastica. Comunque c’è ancora il rischio che si formino altre “isole” e questo fino a quando la plastica non sarà messa al bando e le persone a non inquinare le spiagge e i fiumi. 

Riportiamo ancora l’illustrazione dei possibili accumuli di rifiuti plastici nel Mediterraneo che potrebbero formarsi a causa della presenza di correnti marine costanti. 

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Max Calizia - A.K. Informa n. 26  

sabato 22 giugno 2019

Bioregionalismo e relazione ecologica fra uomo, natura ed animali


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Noi  bioregionalisti ed ecologisti, non possiamo trascurare la nostra matrice animale, la nostra appartenenza ad un contesto culturale e la nostra fisiologia umana. Occorre considerare l’anatomia umana e la sua componente genetica ed osservare come l’uomo si ponga a mezza strada tra un animale carnivoro ed un erbivoro.

L’uomo era stato definito dall’anatomista Armando D’Elia “un animale frugivoro” assimilabile al gruppo che comprende la maggior parte dei primati, dei suini e degli orsi. Questi animali possono adattarsi, per motivi di sopravvivenza o di integrazione alimentare, ad una dieta che pur essendo massimamente vegetariana prevede anche l’uso di prodotti di origine animale. Certamente questa dieta varia anche in base all’ambiente ed alla latitudine ed è suscettibile di aggiustamenti in un senso o nell’altro.

Io personalmente mi sono avvicinato al vegetarismo dopo una prima permanenza in India è lì appresi attraverso la mia esperienza diretta che questa “dieta” è conduttiva a stati mentali più leggeri, essa si definisce infatti “satvica”, ovvero “spirituale” od “equilibrata”. Questa dieta è basata su cereali, frutta, vegetali e prevede anche l’uso moderato di derivati del latte, in forma di yougurt. Il miele è considerato quasi un medicinale e le uova compaiono molto raramente nelle pietanze solo in caso di necessarie integrazioni proteiche.

Ovviamente un sano rapporto uomo-animali non può essere basato sullo sfruttamento di questi ultimi. Infatti in India le vacche sono sacre e vengono trattate benissimo, i vitelli vengono lasciati alle madri sino al completo svezzamento e l’uomo si limita ad “appropriarsi” del sovrappiù del latte prodotto. Considerando che le mucche addomesticate da tempo immemorabile producono più latte di quanto necessario ai loro vitelli.

Se vogliamo restare esseri viventi in un contesto di altri esseri viventi non possiamo  escludere una complementarietà mutualistica nei nostri rapporti con gli animali. Certo oggigiorno vediamo che il consumo di carne e di prodotti di origine animale è  aumentato enormemente in seguito all’allevamento industriale. E per soddisfare il sistema consumista milioni di galline vengono tenute in batteria per le nostre uova e milioni mucche soffrono legate ai loro stabulari…

Però non voglio negare all’uomo un rapporto simbiotico con gli animali. Anni fa, quando ancora abitavo a Calcata,  ero solito tenerli liberi in un grande terreno lasciando che si sfogassero come volevano per la loro sopravvivenza e riproduzione, limitandomi io a prelevare una parte di uova “abbandonate” ovvero non utilizzate per la cova o qualche po’ di latte di capra. Poi sopraggiunsero le volpi ed i cani e fecero strage, e dovetti richiudere capre, pecore, galline e papere ed oche superstiti in piccoli recinti sempre però attaccabili da predatori di vario genere.  Insomma senza la mia protezione nessuno di essi sarebbe sopravvissuto…

Comunque la natura è sempre giusta, se siamo in grado di accondiscendere alle sue regole ed a non intrometterci con le nostre “regole etiche e morali”. Dobbiamo trovare un punto d'incontro che non sia sfruttativo (in un senso o nell’altro), purtroppo la vita malsana in città ci porta a dover avere un rapporto con gli animali “liberi” molto falsato, magari portandoceli in casa… Oppure lasciandoli nel loro habitat (riserve naturali) dal quale noi stessi siamo esclusi (perché non più avvezzi a vivere nelle foreste ed in natura).

Però se alcune specie di animali avvezzi alla cattività da tempo immemorabile venissero rilasciati sarebbero destinati alla scomparsa, per via della eliminazione dal pianeta di un habitat idoneo (l’uomo occupa sempre di più ogni spazio vitale). Insomma andremmo verso un ulteriore impoverimento della biodiversità. Inoltre c’è il fatto che -dal punto di vista evolutivo- alcune specie di animali in simbiosi con l’uomo hanno trovato vantaggi nella cattività (sia per la diffusione, sia per l’avanzamento coscienziale).

Siamo tutti in una grande bolgia chiamata vita e non fa bene scindere gli uni dagli altri. Quindi diciamo no allo sfruttamento incondizionato ma sì al contatto empatico. L’uomo da animale istintuale e raccoglitore di cibo sparso, si è trasformato in un lavoratore che ricava attraverso il suo ingegno cibo e modi di crescita. Siamo in una scala evolutiva che in parte noi umani abbiamo percorso, ci manca ancora molto per arrivare alla cima della comprensione ecologica e spirituale, possiamo però aiutare coloro che sono ai primi gradini senza doverci vergognare.  Sapendo che il loro bene è anche il nostro. Questo vale anche per le piante, per l’aria, per l'acqua, per le risorse accumulate sulla terra nei milioni di anni.

Secondo me non occorre decidere come rapportarci con gli altri esseri viventi e con gli elementi della natura sulla base di una ideologia (che sia essa vegana o religiosa), dovremmo invece sviluppare una coscienza ecologica sapendo che dove c’è sincerità, onestà e discriminazione automaticamente la verità ed il giusto comportamento prevale.

Paolo D'Arpini

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Bagno a Ripoli - Convivio con Raùl Zibechi su "Il caos sistemico globale"

DA SABATO 22 A GIOVEDÍ 27 GIUGNO 2019
CONVENTO DELL’INCONTRO - BAGNO A RIPOLI (FI)


Convivio con Raùl Zibechi 

TEMATICHE INDICATIVE CHE VERRANNO AFFRONTATE

1 – Il caos sistemico globale. Verso una situazione di collasso. Crisi dello Stato-Nazione.
2 – L’accumulazione per espropriazione/quarta guerra mondiale. Stato di eccezione permanente. Fine dello “sviluppo”. Crisi delle sinistre e delle loro proposte strategiche: come cambiare il mondo.
3 – I movimenti sociali. L’esperienza dell’America Latina e le sue differenze rispetto ai movimenti europei. Dalla terra e lo spazio al territorio.
4 – Prendere il potere o costruire mondi nuovi? La necessità di reinventare il cammino per cambiare il mondo. Femminismo e popoli originari: cosa apportano e quali percorsi ci suggeriscono.
5 – L’eurocentrismo/colonialismo come problema delle sinistre per reinventarsi.

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Durante le serate si svolgerà un laboratorio pratico sulla storia geografia e generi del canto sociale e sui canti popolari di tradizione orale
a cura di Salvatore Panu - fisarmonica e voce - e grazie al sostegno di Jean Robert e Aldo Zanchetta