domenica 15 luglio 2012
San Severino Marche - Lucilla Pavoni, decespugliatori all'opera e l'ecologia profonda del possibile...
Cari Amici,
vi chiedo scusa per la latitanza di questi ultimi giorni,ma mi capita a volte,di chiudere fuori il mondo dalla mia vita, per ritrovarmi, ricaricarmi e continuare il cammino.
Viviamo in un mondo duro, dove non è sempre facile reggere i ritmi e le emozioni. Siamo continuamente sollecitati da eventi, notizie, paure per un domani che sembra sempre più incerto.
E allora, è bene fermarsi ogni tanto, non con la presunzione di risolvere qualcosa, semplicemente per ritrovare la giusta "centratura"e ricostruire i nostri mondi interiori.
Si muove attorno a noi tutto un mondo che solo apparentemente abbiamo assimilato, ne vediamo solo i vantaggi ma trascuriamo i danni che provoca alla nostra parte più intima.
Oggi sono stata testimone dell'ennesimo scempio che perpretiamo ai danni della nostra Madre Terra e degli sforzi che lei fa per adeguarsi ai nostri continui insulti. Andando in macchina mi sono trovata davanti ad uno di quei "terrificanti" decespugliatori che i Comuni utilizzano per tenere a bada le siepi che crescono lungo le strade. Avanzava con insensibile determinazione e con la sua sega rotante in pochi istanti polverizzava un microcosmo perfetto, lasciandosi dietro la desolazione di rami scorticati, di nidi distrutti e un tappeto di fiori e foglie divelte senza neppure vederne la bellezza.
Una volta erano adibiti gli "stradini" a questo lavoro e lo fascevano con scienza e coscienza, perchè conoscevano bene il valore di un albero o di un filo d'erba. In un metro di siepe ci puoi trovare di tutto, eè un concentrato della potenzialità che ti offre quella terra, e ti dice se e' franosa, argillosa, calcarea, e ti suggerisce come trattarla per non dover poi intervenire con pale e ruspe alla prima pioggia.
Spero di non avervi rattristato con questa riflessione un po' amara, l'intento è solamente quello di sensibilizzare una parte di noi che ormai trova scontata e normale anche la cosa piu' assurda. E' un invito a vivere con più consapevolezza in questo meraviglioso mondo che ci è stato affidato. Ho idea che gli stessi Enti preposti alla conservazione della Natura siano poi gli stessi che ordinano ,o permettono queste soluzioni, apparentemente più veloci ed economiche. Io non lo so a chi rivolgersi, speriamo che qualcuno ce lo dica.
Lucilla Pavoni
Rete Bioregionale Italiana
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Commenti:
Sonia Ognibene: "Li ho visti anch'io e ho notato quella massa di rami e fronde sulla strada quasi fosse un campo di battaglia, ma non avevo riflettuto sulle conseguenze (i nidi, le creature che ci vivono). Grazie per avermi aiutata a riflettere. Con chi se ne può parlare?"
Cinzia Asia Mandelli: "Non abbiamo ancora capito che siamo noi a doverci piegare alla natura e non viceversa.....essì che la natura stessa ci sta avvisando..."
Isidoro Carancini: "...il mondo cambia continuamente e la cultura dell'Ambiente trova sempre meno spazio nell'organizzazione moderna dei nostri comuni ; gli stradini, i giardinieri egli operai in genere hanno lasciato posto a strutture burocratiche che pesano notevolmente, ad ogni livello, sull'economia generale del Paese con effetti disastrosi a livello locale. Che cosa dobbiamo aspettarci ancora? Solo Associazioni di volontariato possono contribuire a favore della Natura e non solo; ci sarà bisogno sempre più di loro anche per la cura dei nostri centri storici, sempre meno curati,ma che hanno lo stesso valore affettivo, legato alla nostra cultura e alla nosra storia"
Caterina Regazzi: "Cara Lucilla, le tue considerazioni sono molto vere, ed in sintonia con l'ecologia profonda, certo che ormai siamo abituati a tante di quelle cose che già notare certi scempi è una grande dote. Purtroppo il nostro sistema di vita ruota attorno all'economia e pensare di ritornare allo stradino che conosceva il territorio e quindi poteva tagliare con cura e rispettare le specie erbacee e animali ospitate lungo i fossi, lungo i cigli delle strade e nelle siepi è quanto meno anacronistico. Già è molto che non vengano dato direttamente un diserbante che con ancora meno spesa e fatica rende tutto più "pulito", inquinando però le falde e seccando definitivamente specie erbacee utili all'equilibrio naturale e tu ne sia qualcosa! La natura viene continuamente sfruttata e vilipesa, pensa alle mietitrebbie che "ripuliscono" i campi di grano, distruggendo nidi di uccelli, pensa alle autostrade che stanno mangiando sempre più territorio, per il nostro gusto di viaggiare (me compresa) e di acquistare merci che provengono da centinaia o migliaia di chilometri. Dovremmo continuamente pensare alle conseguenze delle nostre scelte, ma, anche se ne siamo consapevoli, non sempre siamo disposti a rinunciare a certe comodità"
Riccardo Mencarelli: "Scusate, volevo commentare l'articolo di Lucilla Pavoni, ma non riesco a farlo nella pagina relativa, così vi prego di farglielo "recapitare" tramite mail: "Lucilla, mi spiace muovere critiche proprio a te. Ma le strade esistono quasi esclusivamente per le automobili, su una delle quali eri tu, e vengono trattati i loro cigli, come ora sai, perchè le, da me detestate, auto corrano sicure. Io ho rinunciato a quel mostruoso marchingegno inventato solo per consumare petrolio, con tutte le altre peggiori conseguenze, quì non considerate. E se continui ad andare in macchina non ti opporre ai decespugliatori, quì nella provincia d'Ancona hanno già provato a sostituirlo con un terribile diserbante; come si dice, a non voler rinunciare all'auto si può cadere dalla padella nella brace!" Se un altro mondo è possibile "reinventiamo" anche il modo di muoversi..."
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