Aumentano i
pesticidi nelle acque. Il 55,1% dei 1.297 punti di campionamento delle acque
superficiali e il 28,2% dei 2.324 punti di quelle sotterranee presentano
residui di pesticidi. Anche se le concentrazioni misurate sono spesso basse, la
contaminazione è diffusa.
A dirlo è l’Ispra, nel Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2013, che ha cercato 355 sostanze nelle acque italiane trovandone ben 166, principalmente residui di prodotti fitosanitari usati in agricoltura, ma anche pesticidi per uso non agricolo impiegati in vari campi di attività.
La contaminazione appare più diffusa nella pianura Padana per via delle
caratteristiche idrogeologiche dell’area e del suo intenso utilizzo agricolo.
Guardando al trend, la frequenza dei pesticidi nelle acque superficiali passa
dal 20% del 2003 al 38% del 2006, collocandosi poi sempre su valori superiori
al 30%, mentre quella delle acque sotterranee, partendo da un valore inferiore
al 15% nel 2003 supera il 27% nel 2009.
Nei singoli campioni, in genere, sono presenti miscele di sostanze. Il 20% dei
campioni delle acque superficiali e il 13% delle acque sotterranee presentano
almeno 2 sostanze, con un massimo di 23 sostanze diverse in un solo campione.
Proprio in riferimento a questi dati, l’Ispra avverte che “a causa dell’assenza
di dati sperimentali sugli effetti combinati delle miscele, esiste la
possibilità che il rischio derivante dall’esposizione ai pesticidi sia
attualmente sottostimato”.
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