La Commissione
europea ha intrapreso un'importante iniziativa nella lotta al
trasporto illegale dei rifiuti, una pratica che causa danni
all'ambiente e alla salute dell'uomo. La proposta suggerisce di
rafforzare la legislazione in materia di ispezioni nazionali delle
spedizioni di rifiuti al fine di armonizzare i livelli di controllo
in tutti gli Stati membri. Si stima che circa il 25% delle spedizioni
di rifiuti inviate dall'UE ai paesi in via di sviluppo di Africa e
Asia avvenga in violazione delle normative internazionali. Al loro
arrivo, questi rifiuti sono spesso abbandonati o gestiti in maniera
scorretta, con conseguenze molto gravi per la salute dell'uomo e per
l'ambiente.
Janez Potočnik,
commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: "È
arrivato il momento di applicare controlli più severi in tutti gli
Stati membri: è la soluzione più adeguata per impedire agli
esportatori che operano illecitamente di continuare ad approfittarsi
dell'attuale sistema. La proposta presentata oggi contribuirà a
ridurre la cattiva gestione dei rifiuti e a garantire il trattamento
adeguato dei rifiuti pericolosi, nonché il riutilizzo di risorse
preziose.".
Se alcuni Stati
membri dispongono di sistemi d'ispezione a tutto campo ed efficienti,
che mirano ad individuare le spedizioni illegali di rifiuti nei porti
oppure nei luoghi di produzione e di raccolta, altri sono rimasti
indietro. Questa situazione è all'origine della pratica nota come
"port hopping", mediante la quale gli esportatori di
rifiuti illegali scelgono di far transitare le spedizioni negli Stati
membri che applicano controlli meno severi.
L'iniziativa di
oggi propone che gli Stati membri effettuino regolarmente ispezioni
basate sui rischi, con una maggiore collaborazione tra le autorità e
una migliore preparazione degli ispettori. Questo permetterà alle
autorità di concentrarsi sui percorsi, gli orari e i veicoli più
frequentemente coinvolti nel trasporto illegale. Inoltre, una
maggiore concentrazione sui punti di raccolta e sugli impianti di
stoccaggio farà in modo che le ispezioni possano essere condotte
nella fase iniziale, in maniera tale da bloccare a monte le
esportazioni illegali di rifiuti e attenuare la pressione presente
nei punti regolari di uscita. Inoltre, la pianificazione delle
ispezioni aiuterà le autorità ad aumentare l'efficacia dei
controlli.
Le ispezioni in
loco — aspetto chiave della proposta — permetteranno di ottenere,
dalla persona responsabile della spedizione, elementi di prova sulla
legittimità della spedizione stessa, in grado di dimostrare, ad
esempio, che i rifiuti in questione sono destinati ad una gestione
ecocompatibile in un paese terzo.
Ispezioni
efficaci si tradurranno in risparmi e vantaggi economici diretti per
gli Stati membri e per il settore dell'industria, in quanto saranno
evitate le spese di bonifica e reimportazione. Si potrebbe inoltre
evitare che materie prime di un certo valore (ad esempio
minerali preziosi quali cobalto e indio contenuti nei rifiuti
elettronici) vadano perdute, in modo da essere riutilizzate e
reimmesse nel mercato. Ciò porterà, infine, all'ottimizzazione dei
processi di trattamento dei rifiuti, al miglioramento delle tecniche
di cernita e riciclaggio e ad una maggiore disponibilità di materie
prime di alta qualità.
Contesto
Dietro le
esportazioni illegali vi sono forti interessi economici rappresentati
dai costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti notevolmente
inferiori nei paesi in via di sviluppo, determinati principalmente da
norme ambientali e sanitarie meno severe di quelle applicate nell'UE
e, in alcuni casi, dalla possibilità di eludere totalmente i
controlli. Se il paese di destinazione non dispone di norme e
capacità di riciclaggio adeguate, non si fa altro che esportare in
altre parti del mondo potenziali rischi ambientali e sanitari.
L'abbandono dei rifiuti o il loro trattamento non conforme alle norme
costituisce una grave minaccia per l'ambiente ed espone i cittadini e
gli addetti ai lavori a rischi di salute a lungo termine. Inoltre, le
sostanze rilasciate dai rifiuti abbandonati possono inquinare il
suolo, le acque e l'aria attraverso l'emissione di metalli pesanti e
di inquinanti organici persistenti. Tali emissioni sono inoltre causa
del surriscaldamento climatico e del buco dell'ozono.
Il
regolamento dell'UE relativo alle spedizioni di rifiuti
vieta l'esportazione di rifiuti pericolosi verso paesi non
appartenenti all'OCSE e l'esportazione di rifiuti destinati allo
smaltimento verso paesi non membri dell'UE/EFTA. Quando vengano
individuate spedizioni illegali, i rifiuti devono essere rispediti
nel paese di provenienza. Il regolamento consente l'esportazione di
rifiuti non pericolosi verso paesi non appartenenti all'OCSE per
operazioni di recupero, purché le autorità nazionali verifichino
che tali rifiuti siano trattati in conformità a norme grosso modo
equivalenti a quelle dell'UE. Il regolamento non contiene
disposizioni specifiche riguardanti la pianificazione delle ispezioni
o le modalità di esecuzione delle stesse.
La proposta
prende in considerazione i risultati di una consultazione pubblica
nella quale le parti interessate hanno espresso ampio sostegno a
favore delle disposizioni dell'UE in materia di ispezioni delle
spedizioni di rifiuti (90% dei soggetti rispondenti). Inoltre, essa
aiuta a rispondere a una serie di preoccupazioni sollevate da alcune
PMI riguardanti l'applicazione del regolamento sulle spedizioni di
rifiuti e, in particolare, le differenze di attuazione e
interpretazione nei vari Stati membri: il regolamento, infatti, non
ha portato alla creazione di un mercato comune dell'utilizzo e del
riciclaggio dei rifiuti. Occorre fare di più per garantire
un'attuazione uniforme del regolamento, con un'attenzione maggiore ai
rifiuti pericolosi piuttosto che a quelli la cui gestione non crea
particolari problemi.
Arpat News
Per ulteriori
informazioni:
- Link alla comunicazione: http://ec.europa.eu/environment/waste/shipments/news.htm
- Consultare anche: http://ec.europa.eu/environment/waste/index.htm
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