Treia - Caterina Regazzi nella nicchia dell'orto
Treia - La mattina del 27 aprile 2014 Caterina ed io ci siamo occupati dell'orto.
Sotto un tiepido sole abbiamo trapiantato delle piantine di fagioli ed erbette aromatiche e scaccialepre. La gallina ci stava sempre d'appresso e dovevamo mettere dei sassi attorno ai trapianti che altrimenti lei si metteva subito a raspare nella terra morbida, in cerca di insetti e vermi.
Abbiamo completato il cerchio di pietra attorno al bagolaro “morto” inframmezzandoci alcuni polloni di piantine grasse che stamattina presto, camminando per Treia, avevamo trovato per strada. Poi abbiamo completato la pulizia del terreno asportando vari rifiuti gettati probabilmente dalle finestre delle case soprastanti. Cercando plastica ed altri residuati abbiamo scoperto la nascita spontanea di un olivo, sotto la scala di ferro, di un fico, vicino alla rete, e di un pesco, nato probabilmente da un seme caduto lì per caso. Anzi, probabilmente lanciato da me dal poggiolo della cucina, come mia abitudine quando mangio la frutta getto sempre i semi nell'orto, non si sa mai....
Nel pomeriggio avremmo dovuto chiudere la mostra delle foto naturalistiche di Daniela Spurio con un brindisi ed una performance ma un improvviso temporale, che dal cielo ha pompato giù acqua a catinelle, ha impedito il compiersi del rito. Nessuno è apparso all'orizzonte e dopo aver risistemato i locali del Circolo ad una cert'ora siamo andati a completare la Festa dei Precursori a San Severino Marche, dove in una frazione periferica si teneva la fierucola del Seminasogni. Malgrado la pioggia, che dio la mandava, rintanati nella casa di Giovanni, c'erano parecchi bancarellari con i loro prodotti agricoli, conserve, marmellate ed oggetti vari artigianali e di riciclaggio. Abbiamo fatto spesa... io in particolare mi sono accattato due libri usati sulla filosofia cinese e giapponese ed anche una bella pagnotta cotta al forno a legna da Fabrizio Cardinali di Cupramontana... Ma qui lascio la parola a Caterina che continua la narrazione...
... devo fare innanzitutto un passo indietro: io e Paolo avevamo partecipato (in qualità di avventori) ad un solo mercatino dei Seminasogni un paio di anni fa, e ne eravamo rimasti affascinati per l'atmosfera conviviale, familiare quasi, la ricchezza di colori e personaggi, il luogo bellissimo e la gentilezza amicale dei partecipanti. Ricordo che avevamo acquistato ad un prezzo irrisorio, praticamente quasi regalate, delle belle piante di aloe, che ancora resistono, sia a Treia che a Spilamberto, dell'ottimo pane, marmellate e verdure di stagione.
Non avevamo più avuto occasione di parteciparvi dato che questi mercatini si tengono ogni tre mesi, ed io non ero mai a Treia alle edizioni successive. Questa volta però ero qui e quando ho saputo che c'era il mercatino, ho subito proposto a Paolo di andare. Abbiamo telefonato all'amico Nazzareno per chiedere le indicazioni per la strada: il luogo dell'incontro è sempre un posto alquanto nascosto, un po' distante dalle vie di comunicazione principali, di solito è l'abitazione di qualcuno dei "bancarellari".
Nazzareno ci ha dato indicazioni perfette, corroborate dalla conferma di un anziano locale interpellato nell'ultimo tratto di strada, all'inizio della sterrata.
Dopo una ripida salita abbiamo capito di essere arrivati dalle numerose automobili parcheggiate, di cui la maggior parte furgoncini idonei al trasporto delle merci. Lasciata l'auto vicina ad altre più defilate e incamminatici abbiamo incontrato Gigliola e Peppino e poi, sotto la pioggia, con lei incurante dell'acqua che le impregnava i capelli e le vesti, da vera contadina quale è, abbiamo raggiunto la grande abitazione e cominciato l'esplorazione, un po' guardando e acquistando alcune cose (libri, uova, marmellata, succo d'uva, carciofi, rape, passata di pomodoro, etc.). Abbiamo incontrato persone già conosciute (Giovanni, Fabrizio delle noci sonanti, Felice - del Seminasogni, Fiore selvatico, Mara Labanga, Gigliola, Peppino) e altri. Sembrava di essere in una grande famiglia riunita per una bella e importante occasione, c'erano anche molti bambini che giocavano liberamente e pure diversi cani, di cui uno vegano. Nella stalla c'erano capre, pecore e galline.
Le immagini catturate con un po' di disagio da parte mia (mi sembrava di essere poco discreta, ma lo spettacolo era troppo bello per lasciarselo scappare) rendono solo in parte il clima di fratellanza che ivi regnava. Ho pensato ai discorsi fatti due giorni fa al Circolo: solidarietà, agricoltura ecologica, collaborazione, e quanto qui osservato è stato un bell'esempio della possibilità di vivere allegramente ed in sintonia con l'ambiente e gli altri esseri viventi.
Caterina Regazzi e Paolo D'Arpini
Spuntino nell'orto a Treia
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Altre immagini della giornata:
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