Ricerche approfondite hanno calcolato l’ingente impatto che l’agricoltura destinata all’allevamento ha sull’ambiente: la FAO ha affermato che “l’allevamento per la produzione di carne, uova e latte risulta essere tra i primi tre fattori che causano i maggiori danni all’ambiente, sia su scala locale sia globale. L’agricoltura intensiva di foraggi per l’allevamento produce il 14,5% delle emissioni globali di gas serra”.
I processi alla base dell’agricoltura destinata ai foraggi, dell’allevamento e della trasformazione delle carni sono tutti altamente inefficienti, sia dal punto di vista del contenimento delle emissioni di gas serra sia sotto l’aspetto energetico: si pensi che per produrre 1 chilo di carne di maiale occorrono 10 chili di nutrienti per l’animale.
Gli accordi sul clima presi a COP 21 di Parigi non hanno affrontato in modo specifico la questione, ma l’Unione Europea si sta muovendo autonomamente per portare avanti il tema della riduzione di almeno il 30% nella nostra dieta di carne, uova e latticini al fine di migliorare la qualità dell’aria. Senza dimenticare che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il 40% della popolazione mondiale è sovrappeso!
Anche Arnold Schwarzenegger – ex Governatore della California con un passato da culturista divoratore di proteine – ha lanciato un appello alle persone perché eliminino la carne dalla loro tavola almeno per uno-due giorni alla settimana.
E la Humane Society International promuove “il mangiare compassionevole”, cioè la regola delle 3R: “Ridurre, Rimpiazzare, Raffinare”. Ridurre il consumo di prodotti animali, Rimpiazzarli con vegetali, e Raffinare la propria dieta scegliendo produttori che aderiscono a standard di allevamento con maggiore attenzione alla salute degli animali.
Luca Serafini - Accademia Kronos
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