L’uomo biblicamente plasmato con l’argilla, proprio nell’umile argilla, ben presto ne scoprì le proprietà terapeutiche, probabilmente dopo avere osservato che gli animali feriti o malati si rotolavano nel fango e se ne spalmavano il corpo conseguendo la guarigione.
Ricerche condotte dalla NASA hanno dimostrato che i minerali argillosi hanno la capacità di concentrare l’energia attirando gli elettroni liberi, per poi sprigionarla in forme tali da consentire l’aggregazione delle prime complesse sequenze di molecole organiche che successivamente, sempre per mezzo dell’argilla, si sarebbero replicate in strutture identiche e ordinate, sino alla costituzione delle prime catene di DNA, un acido presente nel nucleo cellulare.
Infatti secondo una teoria formulata negli anni ottanta da uno chimico scozzese A. G. Cairns Smith, la scintilla della vita sarebbe scaturita da una serie di complicate reazioni biochimiche avvenute in seno alle masse argillose. Antiche testimonianze su tale panacea ci vengono riferite da Galeno, Plinio il Vecchio nella sua “Storia naturale” descrive minuziosamente come veniva impiegata e Dioscoride che cita l’argilla nel suo trattato “Della materia medica”, in particolare, ne sottolinea le caratteristiche e le proprietà astringenti, cicatrizzanti, antinfiammatorie, emostatiche, disintossicanti e non trascura di citarne anche le benefiche applicazioni cosmetologiche.
Fu l’Egitto la culla dell’argilla. Come ci tramandano i papiri, i medici dei Faraoni utilizzavano l’ocra gialla, terra argillosa mescolata con ossido di ferro. Anche gli imbalsamatori ne utilizzavano le proprietà purificatrici ed antisettiche per l’ingrato lavoro che svolgevano.
Nell’antica Roma l’argilla era molto conosciuta e ampiamente utilizzata contro molteplici affezioni. Nel Medio Evo il medico e filosofo persiano Usain Ibn Sina Avicenna, nella sua opera “Canone della Medicina” con grande sapienza di particolari descrive l’utilizzo dell’argilla. Marco Polo ne parla nei suoi appunti di viaggio in terre lontane così come altri etnologi per l’uso delle genti di mangiare la terra in Asia e in Africa come nelle Americhe Con la fine del Medio Evo e l’inizio del Rinascimento, periodo ostile a tutti i rimedi naturali e con l’Illuminismo che rifiutava tutto ciò che non soddisfaceva i lumi della ragione, il retaggio sull’uso dell’argilla rimase prerogativa di pochi testardi eremiti.
L’abate Kneipp, alla fine dell’ottocento, difese con tenacia l’utilizzo dell’argilla per scopi terapeutici e ottenne notevoli successi nella cura dell’afta epizootica; dopo i successi ottenuti sugli animali, Kneipp cominciò ad impiegare l’argilla per curare le persone. Gradualmente l’uso terapeutico dell’argilla è ritornato in auge in tutto il mondo. La terra dalla quale proveniamo, alla quale ritorneremo.
La terra dalla quale nasce tutto quello che vive e a cui ritorna tutto quello che muore alla vita terrena. La terra che riceve la morte e da la vita. Con il sole, l’aria, l’acqua, l’argilla terra di vita, capta i principi vitali eterei del nostro grande Creatore, costituendo così il più potente agente di rigenerazione fisica e spirituale. Nell’argilla si riscontra similitudine d’azione con alcune medicine, gli antisettici in particolare; questa somiglianza è solo apparente perché c’è una differenza fondamentale fra l’azione dell’argilla e quella degli antisettici chimici.
Qualunque prodotto chimico è una forza morta che agisce alla cieca, distruggendo il buono e il cattivo, il sano e il malsano, l’utile e il nocivo. I germi pericolosi sono forse annientati, ma gli elementi rigeneratori non vengono risparmiati e i tessuti delle piaghe trattate si ricostituiscono a un ritmo più lento di quelle non trattate. Con l’argilla il processo è completamente differente perché si tratta di una sostanza viva, provvista di una infallibile intelligenza datale dalla natura che rispetta il bene e ravvede il male con Amore, dolcemente ma con fermezza.
Una piaga purulenta trattata con l’argilla guarisce ad una velocità sorprendente e inoltre l’argilla agisce laddove ce n’è bisogno. Utilizzata per cure interne, ossia per via orale, rettale, vaginale, l’argilla si dirige verso il focolaio dove deve agire fino a fare espellere pus, umori venefici, sangue intossicato.
Antonella Pedicelli
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