venerdì 19 agosto 2022

Plastiche a mare...? Ci pensino i pescatori a raccoglierle!



Con la legge 17 maggio 2022 n. 60 (c.d. legge SalvaMare) l’Italia si dota di uno strumento per prevenire il fenomeno delle plastiche in mare, rendendo i pescatori protagonisti attivi per liberare il mare dai rifiuti. 

Un risultato atteso da anni, di cui la Toscana era stata una delle regioni ispiratrici, con il progetto Arcipelago pulito lanciato nel 2018, che ha visto coinvolta anche Legambiente. 

La possibilità di riportare a terra i rifiuti recuperati in mare accidentalmente dai pescatori è un importantissimo e concreto passo avanti nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica, visto che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo, ma perché la legge diventi efficace necessita di adeguate risorse finanziarie”, questo è il messaggio di sintesi di Legambiente Toscana

Quali incentivi sono previsti per i pescatori virtuosi che riporteranno in porto i rifiuti di plastiche e non solo?
Al momento è prevista solo la garanzia del conferimento volontario e gratuito, che solleva il pescatore virtuoso dal paradosso del precedente ordinamento giuridico, ove addirittura si era passibili di tariffa, per il solo fatto di essere i soli soggetti riconoscibili come produttori di quel rifiuto marino conferito in banchina. A nostro avviso, è evidente che una opportuna evoluzione della decretazione attuativa debba prevedere un congruo ristoro per il professionista, che comunque contribuisce alla pulizia del mare. Ma - come è evidente - deve cadere prima la clausola d’invarianza dei costi.


Come si dovranno attrezzare le autorità competenti nei porti?
Occorre aspirare a grandi orizzonti. Autorità portuali, enti locali e gestori debbono cominciare a immaginare in banchina, nei porti, delle isole ecologiche dedicate, in cui poter conferire con efficienza e rapidità tutte le varie tipologie di rifiuto pescato in mare: plastiche, vetro, alluminio, acciaio, indifferenziato.

Fonte: Arpat



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