Abbiamo da 30 anni a disposizione i fondi europei per la riconversione Agroeco-Biologica, che compensano agli agricoltori tutti i mancati ricavi (30-40% dei raccolti) e i maggiori costi, più un 30% in caso di realizzazione di Bio-territori collettivi.
Cosa aspettano i sindaci a vietare i Pesticidi che sono definiti per Legge "pericolosi per la salute" (D lgs.150/2012) e gli Ogm, che l'Europa delle Multinazionali vuole autorizzare e consentire addirittura anche per le coltivazioni biologiche?!
Stiamo morendo tutti di cancro-gm che non sono altro che tessuti OGM che si sviluppano dentro di noi senza controllo a causa delle modificazioni genetiche causate dalla chimica sintetica e dall'inquinamento generale, non ve ne siete accorti?
E il bio-accumulo di pesticidi minaccia in primis tutto il pianeta e sterilizza gli esseri umani, danneggiando gli spermatozoi e i nascituri…
Mentre gli OGM, oggi realizzati con le cosiddette TEA, tecniche di "evoluzione assistita", con l'uomo che si sostituisce alla Natura in modo approssimativo, casuale e impreciso, creano il "caos biologico" attraverso modificazioni artificiali del dna (vegetale e di conseguenza dell'animale che se ne nutre) e della sua espressione (effetti epi-genetici), con effetti incontrollabili e imprevedibili, con contaminazione delle varietà naturali delle stesse specie e trasferimento genico orizzontale dei pezzi di dna modificato attraverso le diverse specie, i microbi dei terreni e del nostro intestino.
Le cui conseguenze sono pericolosissime per la salute e l'ambiente.
Facciamo Appello in primis agli agricoltori (sono i primi a morire di cancri) affinchè smettano di usare pesticidi chimici sintetici indistruttibili dalla Madre Natura e rifiutino gli OGM (es. grani moderni nanizzati con le radiazioni atomiche, risi, colza e girasoli cosiddetti "clearfields" (ovvero resistenti al diserbante prodotto dalla stessa multinazionale), mais, soia, colza e altre varietà transgeniche resistenti al disseccante chimico devastante Glifosate o produttrici di insetticidi, con inserimento artificiale di geni di specie addirittura diverse.
Torniamo alla coltivazione biologica delle antiche varietà italiche da cui possiamo partire per un "Miglioramento genetico evolutivo", affidato alle regole e al Diritto di Natura.
La Corte costituzionale si è già espressa nel 2005 in quanto non sono possibili norme di "coesistenza" con gli ogm (una contraddizione in termini, in quanto gli ogm contaminano tutte le altre varietà attraverso il polline, trasformandole in ogm). E va rispettato il Diritto Precedente degli agricoltori tradizionali e biologici che tutelano salute, ambiente e biodiversità"... Pertanto gli OGM in Italia sono e rimarranno vietati.
I Giudici della Corte dei Conti e dei TAR devono fermare la trentennale "distrazione di fondi europei destinati al Coltivatore Biologico e alle misure agroecologiche cosiddette "Agroclimatico-ambientali" e al benessere degli animali al Pascolo Biologico e, invece, ancora oggi regalati a chi usa Pesticidi sintetici e spesso Glifosate cancerogeno (causa del Linfoma non Hodgkin, come stabilito dai Giudici Americani della California, con rimbrosi milionari alle vittime e ai loro parenti).
In tal modo la Giustizia dovrebbe imporre la riconversione biologica a chi ha usato fondi pubblico in modo illegittimo per tanti anni, attraverso una falsa agricoltura, cosiddetta "Integrata" (con un elenco enorme di pesticidi chimici sintetici ammessi), che secondo le Regioni doveva essere il passaggio all'agricoltura Biologica… Passaggio che oggi i Giudici possono imporrre, pena il rimborso di quanto illegittimamente percepito a danno della collettività europea e italiana, e non solo erariale...
Nel rispetto dei Diritti Costituzionali inviolabili e recentemente rafforzati: Art. 32, 9, 41, 42, 44, 3 comma 2, et altri, della (Sana e Robusta) Costituzione della Repubblica Italiana.
L'Agroecologia è l'Unica via scientifica per alimentare il pianeta. Essa deve guidare i Programmi di Sviluppo Rurale Nazionali e regionali per tutelare la Biodiversità e la salute ambientale, prevenendo il dissesto idrogeologico.
Giuseppe Altieri, Agroecologo
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