Il 4 novembre 2025. Ancora oggi, da quell'autoritarismo
Per la prima volta, in quella Grande Guerra, l'orrore non si fermò al fronte. I civili, vittime delle bombe, delle malattie, della fame, morirono come e più dei militari. Fu allora che l'umanità scoprì le prime armi di sterminio di massa, il primo bombardamento sulle città.
E noi? Chiediamo: Quanto ci costa, in denaro e in coscienza, questo apparato militare? Quali sono le armi che costruiamo e spediamo nel mondo? Qual è il ruolo reale dell'Italia in queste guerre che non finiscono mai? Non si può tacere. La responsabilità è qui, davanti a noi.
La discussione del tema della nuova difesa in Italia per la "prontezza alla guerra" è imminente, ed è strettamente collegata a come l'Europa si rapporta al problema centrale del conflitto in corso in Ucraina.
Il Consiglio dei Ministri ha già approvato il Ddl di Bilancio 2026. L'approvazione finale della legge è attesa entro il 31 dicembre 2025. Si tratta di una "Finanziaria" che programma un boom da non credere di spese per il riarmo.
Non c'è tempo per ambiguità o mezze misure nel punto di svolta che stiamo attraversando.
Come ci ha ricordato Martin Luther King Jr.: "Oggi, la scelta non è più tra la violenza e la nonviolenza. È tra la nonviolenza e la non esistenza."
Alfonso Navarra - Disarmisti esigenti
Nessun commento:
Posta un commento