domenica 26 ottobre 2025

4 Novembre... No alla Festa della Guerra!

 


Il 4 novembre 2025. Ancora oggi, da quell'autoritarismo militarista  mai del tutto rinnegato anche da parti culturalmente "progressiste", esaltano questa data. Non è la "Giornata dell'Unità nazionale", è la festa della guerra, l'altare delle Forze Armate. Si celebra un massacro che ci costò un milione e duecentomila morti: seicentomila soldati, seicentomila civili.


Per la prima volta, in quella Grande Guerra, l'orrore non si fermò al fronte. I civili, vittime delle bombe, delle malattie, della fame, morirono come e più dei militari. Fu allora che l'umanità scoprì le prime armi di sterminio di massa, il primo bombardamento sulle città.


E noi? Chiediamo: Quanto ci costa, in denaro e in coscienza, questo apparato militare? Quali sono le armi che costruiamo e spediamo nel mondo? Qual è il ruolo reale dell'Italia in queste guerre che non finiscono mai? Non si può tacere. La responsabilità è qui, davanti a noi.


La discussione del tema della nuova difesa in Italia per la "prontezza alla guerra" è imminente, ed è strettamente collegata a come l'Europa si rapporta al problema centrale del conflitto in corso in Ucraina.


Il Consiglio dei Ministri ha già approvato il Ddl di Bilancio 2026. L'approvazione finale della legge è attesa entro il 31 dicembre 2025. Si tratta di una "Finanziaria" che programma un boom da non credere di spese per il riarmo.


Non c'è tempo per ambiguità o mezze misure nel punto di svolta che stiamo attraversando.


Come ci ha ricordato Martin Luther King Jr.: "Oggi, la scelta non è più tra la violenza e la nonviolenza. È tra la nonviolenza e la non esistenza."


Alfonso Navarra - Disarmisti esigenti




Nessun commento:

Posta un commento